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Pd, quattro modelli per un segretario

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda pierodm il 22/02/2009, 19:36

Franz, non ci provare.

Innanzi tutto chi ha votato l'Ulivo non è detto che abbia capito quello che io non ho capito, o quello che tu dici che hanno capito.
Tra l'altro anche io l'ho votato.
E comunque - capito o no che l'abbiano - non spetta a te fare da interprete di una così vasta schiera, e disinvoltamente trasferire o filtare i miei commenti a chi ti aggrada.

E poi: ammesso che tutti abbiano capito tutto, tu - per fare i tuoi inutili giochetti con le parole - fingi di non aver capito quale sia il problema che io avevo posto con le mie domande retoriche: visto che le intenzioni erano quelle, e che l'intento era quello, come mai l'amalgama non solo non è riuscito, ma ha dato luogo a un tale casino, e come mai tutti quelli che pure ci avevano creduto sono qui adesso a protestare contro questo e quello, e contro l'insipienza, e contro le scelte sbagliate, e ad aspettare per l'ennesima volta che si costruisca, che si crei, che nasca, che si realizzi, etc etc etc?

Io non ho bisogno della risposta: la mia me la sono data già da diversi anni, e tu dovresti saperlo bene.
ma in una discussione seria non si danno solo risposte, specialmente se per darle ci si ritrova a ripetere cose già dette.
In una discussione seria - secondo i miei criteri, beninteso - si fanno anche domande, per conoscere le idee degli altri.

E comunque, questo lo ripeto: amalgamare significa "mescolare per ottenere un composto omogeneo". Mbè.
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda ranvit il 22/02/2009, 19:43

Dice bene franz....caro piero che tu non sia d'accordo con il mettere insieme storie diverse è assolutamente legittimo. Tieni conto pero' che le storie dei vari partiti che si sono mescolati si erano rinsecchite abbastanza già da tempo per la "fuga" degli elettori, che al solito....dico io....capiscono sempre prima quello che poi gli illuminati dirigenti o intellettuali capiscono dopo.

Se poi vuoi dire che non si sono saputi mescolare bene, questo è un altro discorso su cui convengo. Ma è dovuto solo alla scarsezza dei personaggi!

Vittorio
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda franz il 22/02/2009, 19:49

pierodm ha scritto:Franz, non ci provare.

Innanzi tutto chi ha votato l'Ulivo non è detto che abbia capito quello che io non ho capito, o quello che tu dici che hanno capito.
Tra l'altro anche io l'ho votato.
E comunque - capito o no che l'abbiano - non spetta a te fare da interprete di una così vasta schiera, e disinvoltamente trasferire o filtare i miei commenti a chi ti aggrada.

Grazie - se ce lo concendi - per non usare l'imperativo nei confronti dei tuoi interlocutori.
Visto che non spetta a me, ed anche a te, farti interprete di cotanta schiera, tu evita di disprezzarla, dicendo che non c'è niente da capire solo perché tu non vuoi capire.
Quando agli inutili giochetti di parole, se tu hai tempo da perdere per discutere all'infinito dell'uso del termine "amalgamare", io no. Qui le persone di buon senso hanno capito e non serve cavillare ulteriormente.

Con me la discussione finisce qui.

Franz
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda Loredana Poncini il 23/02/2009, 9:11

Il guaio profondo per me resta un altro, amici del forum, e cioè, come mi ha evidenziato ieri su "La Stampa" Barbara Spinelli, che la nostra attenzione è dirottata sui nostri casini di apparato interno, mentre la corruzione apicale del Sistema, con il caso Mills, passa quatto quatto sotto silenzio... L' Unico che la Merk, ieri, non ha abbracciato, è stato Silvio : BRAVA ! (Vale più un gesto che mille parole, no ? ) :mrgreen:
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda pierodm il 23/02/2009, 10:31

Caro Vittorio, Franz "dice bene" nel senso che ripete la giaculatoria che nel centro-sinistra è ripetuta da anni e che da anni ha dimostrato di non significare niente.

Una politica cioè che ai fatti sostituisce gli espedienti verbali. Chiacchiere in politichese.
Ci sono partiti e "culture" diverse da amalgamare?
Si mettono uno vicino all'altro, e - voilà - l'amalgama è fatto: basta dire che è fatto, anche se non è fatto per niente.
Ci si chiede (qualcuno si chiede) se quelle culture e quei partiti sono davvero amalgamabili?
No problem: basta affermare che sì, sono amalgamabili, e che chi lo mette in dubbio è un "massimalista".
Mi fermo qui con gli esempi. Le chiacchiere, i trucchi e i giochi di parole al posto della politica e della realtà delle cose.
Anzi no: la "politica" consiste esattamente - secondo questo genere di "pragmatisti" - nell'inventare questi espedienti verbali, nel fare fusioni, nell'amalgamare, creare, fondare partiti e coalizioni sulla carta ed escogitando neologismi, mentre le cose se ne vanno per conto loro.

Se - dopo quindici anni di queste chiacchiere, in una situazione come quella in cui ci troviamo - qualcuno riprende daccapo il discorso - come ho fatto io - anche un ragazzino capirebbe che non è il caso di ripetere para para la solita giaculatoria.
Se non ricordo male, per un brevissimo momento perfino Veltroni - al momento di lanciare il PD - ha fatto cenno al superamento di una fase in cui si era cercato di mettere insieme "culture" troppo diverse tra loro e inconciliabili: e non sembrava riferirsi soltanto alla sinistra cosiddetta radicale, ma anche se così fosse stato rimane valido il concetto di una fusione che è possibile solo se ci sono certe condizioni e non solo perché a parole così si è decretato.

Quanto a chi ha "capito" e chi no, il discorso non varrebbe nemmeno di essere fatto.
Io non ho tirato in ballo "gli altri", se non altro perché la cosa non avrebbe avuto senso: esprimevo la mia opinione e facevo le mie domande.
Rispondere buttando sul piatto della bilancia i milioni di persone che avrebbero invece ben capito etc etc, significa dire una scemenza simile a quelle che dicono i difensori della spazzatura televisiva, che ad ogni critica e ad ogni dubbio si fanno forti delle cifre dell'audience.
Poiché, però, gli elettori del centro-sinistra e del PD non sono uguali agli spettatori della De Filippi, anche un ragazzino capirebbe che la questione del "capire" non è così semplice e che merita un discorso un po' più intelligente. Non tanto, appena un po'.

Intanto, in tutto questo trambusto, rimane il fatto che le mie domande sono rimaste senza risposta.
Probabilmente buttare tutto in caciara serve esatatmente a questo: a non rispondere a domande alle quali non si sa cosa rispondere.
Poco male se a rimanere senza risposte sono io. Il guai è che sta rimanendo senza "quelle" risposte un elettorato che a mano a mano si fa sempre più esiguo: forse ci sono tanti che in perfetta buona fede credevano di aver "capito", ma si accorgono di aver capito male.
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda ranvit il 23/02/2009, 11:25

Caro piero per risponderti ti riporto innanzi tutto una pate dell'editoriale di Scalfari di ieri :

>Non era affatto l'addio (nota mia : quello di Veltroni) di chi ripiega la bandiera e se ne va. Era un discorso di rilancio del partito, che forniva ai successori la piattaforma politica e programmatica dalla quale ripartire. Quella già indicata al Lingotto dell'ottobre 2007, allora accolta da tutti, dentro e fuori del Pd come una forte discontinuità rispetto al passato ed una suggestiva apertura verso il futuro.

Veltroni ha spiegato dal suo punto di vista perché quell'inizio così promettente è poi andato declinando giorno dopo giorno. Lasciamo pure da parte la guerriglia che si è quasi subito scatenata contro di lui e sulla quale lui stesso ha avuto il buongusto di non insistere. C'è stato un suo errore caratteriale da lui stesso ammesso: la mediazione per tenere insieme a qualunque costo le varie anime del partito. Forse è meglio dire i vari pezzi del partito: laici e cattolici, socialisti e moderati, tolleranti e intransigenti, puri e duri e pragmatici.

Veltroni ha impiegato gran parte del suo tempo a cercare punti di sintesi che erano piuttosto cuciture fatte col filo grosso, con la conseguenza che quei vari pezzi e quelle varie ispirazioni e provenienze sono rimaste in piedi senza dar vita ad una cultura nuova e unitaria. Con un'aggravante: nel Sud le classi dirigenti locali, fatte alcune rare eccezioni, hanno un basso livello etico e politico, non sono gattopardi ma volpi e faine. In tutti i partiti e in tutti i clan. A destra, al centro e a sinistra. Con frequenti mutamenti di casacche secondo le convenienze del momento e del luogo.

Questo è stato l'errore di Veltroni, ammesso da lui stesso. Francamente non saprei trovarne un altro, ma questo è certamente di notevole rilievo. Il programma c'era ed è adeguato alle contingenze attuali. La linea politica c'era e anch'essa è tuttora adeguata. Le critiche politiche e programmatiche formulate da D'Alema nella sua importante intervista rilasciata l'altro giorno al nostro giornale ci sembrano prive di consistenza. Quella che è mancata è stata la leadership. Gli era stata data da tre milioni e mezzo di elettori alle primarie di quell'ottobre, ma lui non l'ha usata.

Le dimissioni sono giunte inaspettate ma hanno avuto un effetto dirompente: hanno coinvolto l'intero gruppo dirigente, quello che dentro e fuori dal Pd è stato battezzato l'oligarchia, cioè il governo di pochi. Dopo aver impiegato sedici mesi per tenerla unita, in un colpo solo le dimissioni del segretario l'hanno delegittimata e spazzata via tutta insieme. Fuori lui e fuori tutti. Il partito c'è ancora, la necessità di una forza politica riformista di sinistra esiste più che mai, ma il gruppo dirigente non c'è più, non ha più legittimazione.

Ci sono singoli individui apprezzabili per la loro onestà intellettuale, il loro coraggio, la loro biografia, utilizzabili in quanto individui. Come personale di governo, se e quando l'eventualità di un governo di centrosinistra si materializzasse. Ma non più come gruppo politico dirigente. Veltroni si è dimesso e ha dimissionato l'oligarchia. Non so se ne sia stato consapevole ma questo è ciò che è accaduto.

* * *


Dunque piero, dice Scalfari che se c'è stato un errore nell'amalgamare è stata la carenza di leadership non l'idea.

Capisco che per te è sbagliata già l'idea, ma non lo è per me e per tanti altri. Forse tu sei rimasto al secolo scorso : democristiani e comunisti...tanti altri, no.
I democristiani infatti, quantomeno il grosso di essi, ha scelto Berlusconi. I comunisti, alla prova del governo e dopo la caduta del muro di Berlino, si sono sparpagliati in mille rivoli : alcuni si sono arroccati nella difesa di una ideologia inciampata nell'applicazione reale, altri amanti dell'opposizione sempre e comunque abbinata ad un pregiudizio antiamericano si sono voltati verso un terzomondismo velleitario ed infantile, altri ancora semplicemente resisi conto che il comunismo era sbagliato hanno abbracciato un socialismo democratico all'europea.

Insomma, il mondo è cambiato e i "resti" di questo e di quello si sono ritrovati con un terreno comune di valori e idee che meritano un'amalgama.
Anche perchè in giro per il mondo (moderno) è già cosi'...
Purtroppo come dice Scalfari è mancata la leadership. Che è fondamentale costituendo la sintesi di una pluralità di sfaccettature.
Certo restano delle scorie, vedi i teodem. Ma in fin dei conti il processo è appena iniziato.

Potrebbe anche accadere che oltre ai teodem, altri cattolici nostalgici della Dc passino con Casini...ma queste sono scosse di assestamento.
Oggigiorno il mondo corre veloce e il bipolarismo è l'unica forma adeguata ai tempi di governo di un Paese.
Il proporzionale e il parlamentarismo esasperato, semmai con il bicameralismo perfetto, è arcaico e inadeguato.
Tu lo preferisci? Nessun problema. Altri non la pensano come te.

Vittorio
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda Stefano'62 il 23/02/2009, 12:25

Loredana Poncini ha scritto:Il guaio profondo per me resta un altro, amici del forum, e cioè, come mi ha evidenziato ieri su "La Stampa" Barbara Spinelli, che la nostra attenzione è dirottata sui nostri casini di apparato interno, mentre la corruzione apicale del Sistema, con il caso Mills, passa quatto quatto sotto silenzio... L' Unico che la Merk, ieri, non ha abbracciato, è stato Silvio : BRAVA ! (Vale più un gesto che mille parole, no ? ) :mrgreen:

Ecco brava,finalmente qualcuno che se ne accorge:
rompiamo le scatole a quelli che si scaccolano,e a "quelli veri" nessuno dice niente...anzi trovano chi minimizza e addirittura chi li difende;due pesi,due misure.
Per fortuna all'estero sembrano essere più avanti.
Ciao,

Stefano
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda pierodm il 23/02/2009, 15:33

Vittorio
Infatti l'editoriale di ieri mi era sembrato subito piuttosto riduttivo, rispettto alle tante cose che Scalfari aveva detto in decine e decine di editoriali precedenti.
E non ero d'accordo soprattutto sul punto da te indicato, anche se in parte depotenziato da altri passi, che prendevano atto di un'evidenza non eludibile. Per esempio : Veltroni ha impiegato gran parte del suo tempo a cercare punti di sintesi che erano piuttosto cuciture fatte col filo grosso, con la conseguenza che quei vari pezzi e quelle varie ispirazioni e provenienze sono rimaste in piedi senza dar vita ad una cultura nuova e unitaria.
Il motivo di dissidio sta nel fatto che alcuni ritengono che quei "vari pezzi" si possono cucire e amalgamare, a altri - tra i quali io, e da tutto inizio, dieci e più anni fa - ritengono che non si possono amalgamare: tutt'al più possono allearsi, coalizzarsi, ma non amalgamarsi, con i modi e con le intenzioni che sono state propagandate.
Certo che, poi, se si ha abbastanza tempo per aspettare che una parte dell'elettorato si tolga dai piedi per morte naturale, che subentrino nuove generazioni educate al berlusconismo, che sopravvenga una generalizzata smemoratezza storica, che il riflusso culturale ci riporti ad una situazione diciamo così "ancestraele" sui temi del lavoro, dei diritti, della laicità, della libertà, etc, be' a quel punto non c'è più niente da amalgamare: il pastone elettorale e politico è già pronto.

Io non so se sono rimasto al secolo scorso, o no.
Sono nato e cresciuto nel secolo scorso, però, come tutti noi qui, e mi sentirei ridicolo se - per fare mostra di essere up to date - mi travestissi da quello che non sono.
Trovo comunque che sono molto più insabbiati nelle retrovie quelli che vorrebbero fare con trent'anni di ritardo i liberali/socialisti, accozzando insieme di tutto meno che il liberalismo (perché in Italia liberali puri non ci sono, e tanto meno lo sono i resti della vecchia DC) e il socialismo.
Poi, però, sono qui: se qualcuno riesce nel giochetto ne prenderò atto, ma senza imbrogli: non mi basta che porti alla festa il pacchetto ben infiocchettato, perché vado a vedere cosa c'è dentro.
Fino a questo momento non è successo, e alla festa sono stati portati pacchetti che sembravano più che altro dei fagottelli e pure infiocchettati male.

Oggi, comunque, ammetto che bisogna in qualche modo andare avanti, perché troppi ponti sono stati bruciati alle spalle.
L'ostinazione "ideologica" però, io credo che sia dovuta al fatto che nessuno vuole ammettere che l'errore fatale sia stato fatto a monte, quando i margini di manovra erano assai più grandi e le scelte assai più libere. Appunto, dieci o quindici anni fa, dopo la sconfitta della "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto, che era tuttavia solo una sconfitta nemmeno paragonabile alla disfatta di oggi, non solo politica ma sociale e culturale.

Ma poi, perché preoccuparsi? Gente come me nel PD nemmeno ci sta, e dunque non potrà intralciare le scelte e le manovre degli strateghi del partito.
Gente come me è come un LP di Fabrizio de André, inutile perfino per fare musica ad un congresso: meglio Ligabue.
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda ranvit il 23/02/2009, 16:34

Beh ammetterai che le musiche di De Andrè non sono proprio adatte come colonna sonora di un congresso....sai la depressione...
Meglio Ligabue, anzi meglio ancora Tina Turner!

Per il resto non mi pare ci sia molto altro da dire. Tu non credi nè al bipolarismo nè al Pd. Io credo fortemente nelle virtu' del bipolarismo e altrettanto fortemente nel Pd....ma non quello che si è visto fino ad oggi (per scarsezza congenita degli interpreti).

Vittorio
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Re: Pd, quattro modelli per un segretario

Messaggioda Stefano'62 il 23/02/2009, 17:16

Dire sono progressista è troppo poco e troppo comodo,oltre che assolutamente vuoto.
Io credo che sia necessario prima chiarire che cosa si intende per idea di progresso,che sia di sviluppo umano e culturale o che sia sul piano economico e industriale.
E che sulla base di questo e solo di questo qualcuno poi possa venire bollato come attaccato al passato o meno.
Per esempio non sono d'accordo con Vittorio nel considerare arcaico Piero solo sulla scorta di discorsi ideologici.
Naturalmente considerando la sua indiscussa intelligenza sono convinto lo faccia in buona fede....ma secondo me resta ingeneroso.
Una cosa sono gli -ismi e il giudizio che ne vogliamo dare,e in questo caso converrebbe prima di tutto fare chiarezza sui termini che si utilizzano (sempre ammesso di riuscirci),dato che l'unico -ismo applicato in realtà per ciò che era effettivamente fu il fascismo;i risultati sono sui libri di storia e non riguardano solo il caso italiano.
Riguardo agli altri,ho già spiegato la mia posizione riguardo ad uno stalinismo marxista in contraddizione con la dottrina stessa di Marx ispirata alla difesa di coloro che invece lo stalinismo stesso angariò e massacrò (e certamente non in buona fede),e con il giudizio negativo che Marx dava della gerarchia....andatelo a raccontare a Stalin e ai suoi apparati.
D'altra parte ho letto opinioni condivisibili sul capitalismo volte a dimostrare che il liberismo vero mai si verificò (sarà anche questa un'utopia?) quindi le storture (e le moltitudini di morti per guerre d'interesse) non sarebbero ascrivibili al capitalismo in sè.

Non se ne viene fuori e si rischia di fare ancora più confusione.
Conviene andare avanti...sì ma dove ?
Verso il grande fratello e il villaggio globale ed omologato ?
Spero di no altrimenti io non ci voglio venire.
Più che il nuovo,mi sembra un modo differente di fare una cosa vecchia:controllare le coscienze,stavolta in modo subliminale invece che diretto tramite apparati di partito,per esempio,o tramite eserciti.

Quindi stabiliamo cosa è vecchio e cosa è nuovo.
Vecchio,secondo me,non è solo colui che cerca di difendere ad oltranza un'-ismo anche quando sembra avere perso....vecchio è anche colui che continua a sottolinearne la sconfitta,continuando in questo modo a restare ancorato ad un passato e ad una lotta sul cui reale significato ancora chiarezza vera non si è fatta.
Nuovo è tornare a ragionare su principii e concetti (senza imprigionarli in qualche -ismo cui non appartengono mai in via esclusiva) per quello che sono realmente e per come possono trovare la giusta valenza nel duemila,alla faccia della loro storia plurimillenaria.

Io giudicherò su questo il lavoro del nuovo segretario e tutte le "alchimie" che vorrà fare,e tutto il sistema di alleanze che a questo scopo porrà in essere con coloro che saranno riconosciuti simili invece che "amalgamabili",e mi terrò alla larga da tutto quello che odorerà di pregiudiziale stupida e cieca,oltre che arcaica.
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