Non c'è niente di così "implicito".
Il "governo delle città" era un concetto valido in senso pieno del termine al tempo della Firenze dei Medici.
In epoche più recenti, e in società più complesse, per le città meglio si adatta il concetto di "amministrazione".
Inoltre, nell'elenco di Franz manca il governo nazionale.
Malpensa, come qualunque grande aeroporto, non è mai un problema locale.
Attualmente non è vero che nessuno se ne occupa, perché se n'è occupata fin troppo la Lega, e ancora se ne occupa, proprio con un'ottica localistica: essendo al governo, sia in loco sia a Roma, non ha opposizione, se non quella altrettanto localistica di Marrazzo, governatore del Lazio. Uno spezzatino che dà appunto l'impressione che nessuno se ne occupi, soprattutto con una logica super partes o che almeno lo sembri.
Rovesciando il discorso, possiamo spezzettare qualunque soggetto, qualunque fenomeno in sotto-soggetti e sotto-fenomeni, fino ad arrivare ad una dimensione molecolare: ma un corpo umano, una nazione, una società, non è la somma di un'infinità di cellule e molecole.
A parte questo, credo che sia legittimo per ciascuno di noi avere una propria idea-guida, oerfino un po' paranoica, una "virtuosa fissazione". Basta avere coscienza che esiste un limite ragionevole per tutto.
Si può discutere del federalismo, anche laddove si tratti di un federalismo "a dividere", invece che lo storico federalismo "ad unire" che riguarda la grandissima parte degli stati così organizzati - quando si parla di governo e istituzioni, con particolare riguardo ai problemi amministrativi.
Ma una serie di partiti "federati" mi sembra davvero niente di più che una provocazione.