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La fine di un solista

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La fine di un solista

Messaggioda Paolo65 il 21/11/2008, 15:12

Forse se nel PD ed in questo forum non prendessimo neppure in considerazione un'eventuale alleanza con la SR,un passo avanti lo potremmo fare.

Di problemi ne abbiamo di grossi, e girare la testa all'indietro, al paleozoico della politica, non è di certo la cosa giusta da fare.

Spero vivamente che chi vota PD abbia ormai preso coscienza che la SR è out definitivamente.

Ferrero, il nuovo segretario di RC, in alcuni poster attaccati nella capitale avrebbe dibattuto in una tavola rotonda il cui tema era "la rivoluzione di ottobre".

Servono ancora altre parole?

Paolo
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Re: La fine di un solista

Messaggioda borghinolivorno il 21/11/2008, 17:21

Paolo65 ha scritto:Forse se nel PD ed in questo forum non prendessimo neppure in considerazione un'eventuale alleanza con la SR,un passo avanti lo potremmo fare.

Di problemi ne abbiamo di grossi, e girare la testa all'indietro, al paleozoico della politica, non è di certo la cosa giusta da fare.


Servono ancora altre parole?

Paolo


Si che servono anche altre parole.
Occorre iniziare a declinarci come Partito Programmatico, che propone cose e fa cose buone per la testa e la pancia degli elettori, e la smette di correre dietro ad etichette e specchi. E quindi occorre imparare a parlare con contenuti di questo tipo, senza indulgere in linguaggi pliticistici o nei rodei delle relazioni di schieramento. Se intndiamo ancora essere partito "maggioritario" questa è la strada!
La stagione che ci attende e' lunga e complicata, con una possibile egemonia di medio periodo della destra. Non possiamo illuderci di uscirci salvando semplicemente idee e sentimenti.

a presto. paolo borghi livorno
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Re: La fine di un solista

Messaggioda pierodm il 21/11/2008, 19:03

Matthelm.
Forse non mi sono spiegato bene: adesso ci riprovo, ma tu collabora, andando a rileggere con più attenzione quello che avevo scritto. In queste ultime ventiquattr'ore non è venuta a visitarmi nessuna fata turchina, quindi le mie capacità espressive sono rimaste le stesse di ieri - anzi, ietri ero molto più tranquillo, mentre adeso sono leggermente più nervoso, e sicuramente meno accomodante.

Uno.
Non ho detto che la cosiddetta sinistra radicale dà le risposte giuste.
Ho detto che la sinistra radicale organizzata - cioè i partiti - l'ho già ricusata a tempo debito, proprio perché non dava le risposte giuste, non solo alle domande della società, ma alla domanda di rinnovamento della sinistra stessa.
Questo per me è un discorso chiuso, talmente ovvio che non capisco come si possa insisterci sopra con tanto accanimento, facendone perfino il centro del proprio pensiero politico.
Tuttavia, l'inadeguatezza dei partiti e dei partitini non ha niente a che vedere col fatto che ci sia nella società una serie di problemi che rimangono senza rappresentanza politica, nel momento in cui una "nuova sinistra" decide di ocupare uno spazio molto spostato verso il cosiddetto "centro" moderato.
Diciamo meglio, nella società, nella cultura politica stessa rimane inalterato il bisogno non solo di "rappresentanza", ma di un punto di vista interpretativo che guardi le cose da una prospettiva diversa da quella del pensiero che comincia (attualmente) dal PD e finisce la sua gamma concettuale nella destra di Storace, passando attraverso l'UDC, AN, FI, la Lega.

Due.
I moderati non hanno saputo intercettare un accidente.
I moderati fanno lo stesso discorso, rappresentano le stesse cose da secoli: insieme alla destra, sono il fenomeno politico e ideologico più antico e persistente che si conosca sulla faccia della terra.
Non sto dicendo che s'inventano cose false, o che usurpano uno spazio non dovuto: sto dicendo che in politica recitano un ruolo che è come una maschera della commedia dell'arte, ossia una linea di pensiero perenne e sopravvivente, tanto quanto è eternamente sopravvivente quell'humus popolare che si riconosce nel cosiddetto moderatismo.
Giusto e inevitabile che entrambi esistano (più inevitabile che giusto), ma per carità di patria evitiamo di parlare di "capacità d'intercettare", come se si trattasse di uno svolazzo di realismo, di modernità o di acùme politico.

Tre.
Da piccolo avevo qualche amichetto, nei miei giochi di strada nella periferia romana, che in qualsiasi evenienza non sapeva far altro che urlare "stronzo" o pure "che cazzo!", non importava che fosse un calcio durante una partita di pallone o una figurina persa alla conta o la scoperta d'un buco nella tasca.
Mi sembra che questa paranoia dell'infantilismo, manifestata da te e da altri, sia essa stessa una forma d'infantilismo, di chi non sa trovare altro argomento e altri termini per descrivere (direi meglio: disprezzare) persone e cose che - sia pure nel legittimo disaccordo - meriterebbero d'essere viste con maggior rispetto intellettuale, e forse anche umano.

Quattro.
Chiarito, per la centocinquantesima volta, quello di cui s'illudono i partiti della "SR", risulterebbe più interessante dedicarsi finalmente a capire di che cosa s'illude il PD.

Cinque.
Il socialismo come "parola" sarà pure superata e non più alla moda, ma dietro alle parole ci sono pensieri, fatti e significati: rimane da dimostrare che questi siano superati, anzi "archeologici" - tanto più se consideriamo da quali meravigliose "parole" siano stati sostituiti nei sogni del profondo nord, e come vedi evito di agitare il coltello nella piaga delle ampolle del dio Po e altre modernità delo stesso tipo.

Infine due parole per Macaluso, citato da Paolo.
"Se non c'è una reale condivisione di valori e di ideali politici, qualsiasi unione resta solo di tipo elettorale e produce alla lunga effetti negativi."
Bella scoperta. Nella vecchia Ml di gargonza l'abbiamo detto, ridetto e ripetuto un migliaio di volte, in tutte le maniere possibili, al tempo in cui impazzava la "ricchezza delle diversità" - naturalmente, lo dicevamo come cosa ovvia, non come una quintessenza di saggezza politica.
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Re: La fine di un solista

Messaggioda matthelm il 21/11/2008, 22:16

Pierodm,
Mettiti nella condizione più “accomodante” possibile, aiuta. Sei prolisso ma ti sei spiegato bene,vediamo, senza infastidirti, se ci riesco anch'io.

Seguo i tuoi punti:

1. Se nella società rimangono una serie di problemi senza risposta da parte della sinistra può anche darsi che “quella” sinistra abbia, come si dice, esaurito la sua spinta propulsiva attestandosi solo sul fotografare la situazione senza avere soluzioni adeguate da proporre. Le cause, secondo me, sono insite nel ritardo culturale della SR e non solo. C’è bisogno di scrollarsi di dosso tutti i vecchi schemi mentali.

2. Questo tuo sfogo contro i moderati la dice lunga sulla parzialità disarmate delle tue analisi. In qualunque tipo di società esistono vari gradi di estremisti e di moderati. Sono, come si può dire, indispensabili. La moderazione non è sinonimo di conservazione e per governare le complesse società è una prerogativa insostituibile.

3. L’infantilismo di certa sinistra o destra radicale è purtroppo connaturato al loro essere estremisti. Non so perché li difendi. Richiamo della foresta? Il disprezzo non sono nelle mie corde e non c’entra niente con i nostri ragionamenti.

4. Sei tu che hai bisogno di chiarirti sulla SR, visto che attacchi chi la critica.

5. Argomenta di più e lascia stare il dio Po che è solo un “vostro” prodotto, almeno in parte.Se socialismo è un termine superato perché lo richiami ed insisti per proporlo come sbocco del PD. Io non sarò mai collegato al pse appunto per “pensieri, fatti e significati” che questo rappresenta. Posso oppure non sarò degno di essere preso in considerazione. Quindi ne PSE, ne PPE. Un partito nuovo non può agganciarsi a vecchi carri un tempo gloriosi. Fattene una ragione. Libero sempre di essere nostalgico se ti ricorda la tua gioventù.
Il fatto può essere anche comprensibile ma da me non condivisibile.
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Re: La fine di un solista

Messaggioda franz il 22/11/2008, 9:28

pierodm ha scritto:Nella mia metafora del "vuoto" a sinistra, il baratro equivale quindi alla scomparsa forzata di tutti i problemi sociali che le categorie senza rappresentanza incarnano.

Non esattamente. I problemi sociali rimangono ma il baratro indica la scomparsa di un certo tipo di soluzioni a quei problemi sociali. O non sono piu' credibili quelle soluzioni o non sono piu' credibili i partiti che le sostenevono.
Ripeto, i problemi restano ma ci sono molti modi di tentare di risolverli.

Ciao,
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Re: La fine di un solista

Messaggioda franz il 22/11/2008, 9:48

pierodm ha scritto:I moderati fanno lo stesso discorso, rappresentano le stesse cose da secoli: insieme alla destra, sono il fenomeno politico e ideologico più antico e persistente che si conosca sulla faccia della terra.

Ritengo che questa affermazione sia vera anche per la sinistra. Infatti non possono esistere conservatori se non in contrapposizione ad innovatori o tendenze a modificare l'esistente. Questo in ogni epoca, anche se ovviamente sotto etichette diverse. Rtengo che tutto sommato questa caratteristica storica sia una nesessità. Guai se un popolo fosse tutto radicalmente conservatore o radicalmente innovatore. Sarebbe esposto ad enormi rischi. In questi casi un modello che funziona vede una popolazione equamente suddivisa tra le due tendenze ed una fetta di moderati che di volta in volta fa da ago della bilancia, spostando il baricentro prima da una parte e poi dall'altra, a seconda della congiuntura.
Saluti,
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Re: La fine di un solista

Messaggioda lucameni il 22/11/2008, 11:57

Vi continuo a leggere ma in questo momento continuo a non cogliere il senso delle argomentazioni.
O meglio le capisco se intese nel senso di scelte in merito ad alleanze prossime venture, condizionate sicuramente dalla propria cultura politica e magari dal disagio (per alcuni) di avere "nemici" a sinistra e per altri (tra cui il sottoscritto) di avere ancora appresso la SR.
Tutte cose importantissime per carità: io mi sono svenato per mesi nei forum per far valere le mie ragioni di "liberale". E - paradosso - sono stato tacciato ripetutamente di berlusconismo.
Ma ritengo che al di là delle proprie preferenze di collocazione, sia più al centro o più moderato o più sinistra etc etc e malgrado questo possa condizionare il modo di fare opposizione, non si possa svicolare dall'interrogativo: comunque sia questa opposizione la vogliamo fare si o no, anche in maniera intransigente riguardo argomenti ben noti?
A me pare che spesso nel PD tra simpatizzanti ed ancor di più tra militanti non sia ben chiaro (o si faccia finta che non sia chiaro) il discrimine tra opposizione responsabile e propositiva, con toni magari duri ma civili, e la volontà di autentico collaborazionismo, appecoronamento e volontà di trasformare una già esistente pseudo-opposizione in un qualcosa che, inciuciando per interessi di casta, imponendo e imponendosi palesi censure, diventi definitivamente una brutta copia di questa destra populista.
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Re: La fine di un solista

Messaggioda franz il 22/11/2008, 13:16

lucameni ha scritto:Ma ritengo .... che non si possa svicolare dall'interrogativo: comunque sia questa opposizione la vogliamo fare si o no, anche in maniera intransigente riguardo argomenti ben noti?

Messa cosi' a mio avviso la domanda significa poco, per due motivi.
1) non è chiaro cosa voglia dire fare opposizione. Che non è semplicemente opporsi e soprattutto non è "opporsi a prescindere" o manifestando vari livelli di intransigenza.
2) se fare opposizione non è tanto opporsi ma piuttosto proporre alternative valide, ecco che dobbiamo fare le nostre proposte e su questo saper costruire alleanze, strategiche e tattiche.

Credo che il thread in cui siamo ora coinvolti parta dall'analisi dell'articolista sul passaggio da un PD orientato verso la seconda soluzione ad uno orientato sulla prima.
Per me è una analisi errata. Il PD ha si' incrementato il suo livello di visibilità d'opposizione ma continua, anzi piu' di prima, a muoversi sul terreno delle proposte di riforma.
Recentemente ha presentato documenti sul federalismo fiscale, sulla scuola, sulla giustizia.
Su quello si misura la possibilità di avere alleanze con chiunque, al centro come a sinistra o di rimanere soli-soletti.

Ciao,
Franz
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Re: La fine di un solista

Messaggioda lucameni il 22/11/2008, 14:38

Ancora l'italiano lo capisco.
E' solo che non vedo affatto un PD che sappia proporsi come alternativa credibile.
Lo dico io come tanti altri qui dentro.
Potranno pure sfornare documenti a sfare ma se poi nei fatti troviamo timidezze, pasticci come quello su Villari, episodi mediatici come quello di Latorre, dirigenti che rivendicano impunemente scelte che nel 2006 hanno sputtanato la sinistra, di quale opposizione vogliamo parlare?
Proprio perchè a me importa di un'opposizione propositiva non gradisco affatto che, anche solo come mera impressione, il PD si mostri all'elettorato nelle vesti di quel "riformismo" omissivo come gradito ai più volte citati "terzisti".
E' da qui, misurando un'opposizione che non giochi al tanto peggio tanto meglio, ma neppure a chiudere un occhio di fronte a furbate che coinvolgono la politica tutta, di governo e di opposizione, che si può allora ragionare di alleanze.
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Re: La fine di un solista

Messaggioda borghinolivorno il 22/11/2008, 15:34

lucameni ha scritto:
Potranno pure sfornare documenti a sfare ma se poi nei fatti troviamo timidezze, pasticci come quello su Villari, episodi mediatici come quello di Latorre, dirigenti che rivendicano impunemente scelte che nel 2006 hanno sputtanato la sinistra, di quale opposizione vogliamo parlare?

E' da qui, misurando un'opposizione che non giochi al tanto peggio tanto meglio, ma neppure a chiudere un occhio di fronte a furbate che coinvolgono la politica tutta, di governo e di opposizione, che si può allora ragionare di alleanze.


Potremmo dire che c'è un problema di coerenza (riformista), e non è proprio scontato che dal livello nazionale in giu' (e da giu' in su) questa coerenza sia affermata (io ho forti dubbi che la piattaforma del lingotto sia stata adottata da tutti i Veltroniani di quel periodo e sia tutt'ora la piattaforma che vince nel partito...bastino le incongruità a livello nazionale, regionale e locale con essa e la vecchia aria che rischia di ammorbare il partito).

Protremmo pero' anche dire che poi c'è un problema di forza nel paese e di capacità di espansione del consenso.
Non viene prima la coerenza e poi la forza, ma pretendere di acquistare forza (guardando per esempio da tutte le parti e a tutte le occasioni) senza avere coerenza (cioè senza che i cittadini riescono a capire non tanto cosa stiamo facendo, quanto cosa faremo nel caso ci vittoria alle elezioni), questo no, è proprio una cosa impossibile che porta il pd da poche parti (o sotto le finestre di S.Macuto ad invocare le dimissioni di un perfetto figlio del trasformismo italiano, nominato dall'alto nelle sue rappresentanze parlamentari).

Io insisto a dire che il punto è quello di declinare e discutere di programmi e azioni, lasciando le ideologie al loro corso, ma vedo che non tutti concordano.
A presto paolo borghi livorno
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