Bene! Fuori dalle balle la sinistra radicale.
(06 gennaio 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -10896197/
LA POLEMICA
Veltroni e l'offensiva del Lingotto
"Se non si vota congresso anticipato"
Pd, i rottamatori lanciano la direzione "parallela".
Fassino difende le primarie: "Autolesionistico metterle in discussione"
di GIOVANNA CASADIO
ROMA - Il Pd va alle grandi manovre. La partita politica si riapre nel partito con la direzione di giovedì 13.
Che sarà preceduta da una provocatoria "direzione parallela" convocata dai "rottamatori" Matteo Renzi e Pippo Civati, il 12, sempre a Roma. E poi c'è la data-clou, a cui Veltroni sta lavorando da mesi, ovvero il "Lingotto 2", a Torino, il 22 gennaio. È lì che i veltroniani giocheranno le loro carte. Giurano che non vogliono una conta, né battaglie per la leadership. Però avvisano: se non si va alle elezioni, se insomma non c'è l'emergenza che richiede il serrate le file e di "mettersi l'elmetto per andare in combattimento", allora "ci vuole un congresso anticipato".
È un'analisi dettagliata quella di Veltroni e della corrente di minoranza, che muove da cinque idee-chiave per modernizzare il paese: un esempio è la posizione dell'ex segretario su Mirafiori, ovvero le condizioni per il sì a Marchionne, illustrata ieri sulla Stampa, e che si smarca dal "compromesso" di Bersani. Dalle questioni concrete all'offensiva politica nel Pd il passo è breve: la strategia dei Democratici va ripensata. "I nodi riemergono tutti, perché siamo finiti spostati a sinistra per fare un accordo con Casini che non lo vuole, e pensa piuttosto al dialogo nel centrodestra", osserva Stefano Ceccanti. La direzione della prossima settimana non sarà forse il luogo dei chiarimenti. "È stretta tra date cruciali, la decisione della Consulta sul legittimo impedimento e il referendum a Mirafiori. Finiranno giocoforza per tenere banco. Però - sottolinea sempre Ceccanti - Bersani non potrà a maggior ragione parlare di alleanze in astratto". Ma è Giorgio Tonini, senatore, cattolico, veltroniano doc, a incalzare: "Il 14 dicembre, il giorno della fiducia per tre voti a Berlusconi, ha segnato il fallimento della linea tutti-contro Berlusconi, l'idea cioè di un cartello di tutte le opposizioni è una non-strategia. Va ripresa la strada maestra. Vendola appare sempre più in continuità con il bertinottismo. O si rilancia o non c'è soluzione. E un congresso sta in questo quadro".
Per ora Walter Verini, braccio destro e amico personale di lunga data di Veltroni, dice che "il "tagliando" non va fatto alle primarie ma al partito" e che il tempo del "partito di sinistra che si allea al centro ha tutta l'aria di essere una stagione finita". Il tam-tam del congresso è sempre più forte. Veltroni ha riconquistato un formidabile attivismo, deciso a lasciarsi alle spalle anche rancori consolidati, come quello con D'Alema, che ha incontrato e vedrà lunedì a Brescia in un'iniziativa per la strage di piazza della Loggia. Ancora più netto è Beppe Fioroni, che con un gruppo di Popolari sarebbe pronto alla scissione. Lui nega decisamente però ammette: "La linea politica del Pd va riplasmata, elezioni o non elezioni. Se si va al voto rapidamente e i Democratici fanno un'alleanza con Vendola e Di Pietro è chiaro che noi siamo in sofferenza. Un partito che incontra Landini, come fa Bersani, non ci sta bene". La carta del congresso insomma è quella che la minoranza di Modem vuole giocarsi. A tempo debito. Veltroni intende così contrastare Vendola. Fioroni spera che, se la frattura non si potrà evitare, a quel punto sarà l'ala sinistra a mettersi fuori. Da quel lato, il movimento da registrare è l'associazione "Lavoro e libertà" che vede insieme Cofferati e Bertinotti, Nerozzi e Rossanda, Rodotà, contro la deriva di Marchionne e a sostegno della Fiom.
Bersani dovrà fronteggiare l'offensiva provocatoria dei "rottamatori" (che difendono le primarie e lanciano una petizione) e la carta a sorpresa dei veltroniani. Aperto è il fronte-primarie: sono da congelare? Fassino, candidato sindaco di Torino e in corsa alle primarie, avverte: "È autolesionistico metterle in discussione adesso". Gozi ritiene che abbandonarle sia "snaturare il partito".