flaviomob ha scritto:Non intendevo offendere (dovrebbero casomai offendersi i forumisti romani), ma evidenziare che non c'è alcun nesso sull'utilizzo svalutativo del termine 'romano' al posto di 'italiano', a meno che non si parta da un PREGIUDIZIO ANTIROMANO.
Semplicemente ragionare così fornisce un alibi agli elettori ITALIANI... che di alibi non ne hanno davvero più e sono CAUSA DEI PROPRI MALI E DELLA PROPRIA CASTA
Caso mai da parte mia c'è un pregiudizio anticentralista, ovunque sia questo centro. Se è a Roma non è colpa mia.
Parlare quindi di "parlamento romano" (in termini negativi) implica e suggerisce la possibilità che enne parlamenti locali funzionerebbero meglio, anche se non potrebbero sostituire del tutto un parlamento nazionale.
Ragionare cosi' quindi per me non fornisce alcun alibi ma anzi suggerisce la soluzione.
Secondo me il 70% dei compiti dello stato dovrebbero essere affrontati localmente, nei comuni e nelle provincie.
Poi si vedrebbe subito chi lavora bene (vedi trento e bolzano) e chi lavora male.
Senza poter dare la colpa alla capitale politica ed alle logiche dei palazzi del potere centrale.
Ognuno è responsabile dei suoi successi e dei suoi fallienti. In Italia sarebbe rivoluzionario.
Poi regioni e stato nazionale farebbero quell'indispensabile 30% rimanente.
Francamente non servirebbe nemmeno rottamare i politici nazionali, perché avrebbro il 70% delle cose in meno da fare e sarebbero il 70% in meno di adesso. A livello locale il ricambio sarebbe assicurato da una maggiore vicinanza col territorio, coi cittadini. Poi i migliori potrebbero scalzare le cariatidi nei palazzi della capitale.
Franz