Stefano'62 ha scritto:pianogrande ha scritto:Strefano '62
Il lavoro nero non è né dipendente né autonomo.
Certo,il punto è appunto che il lavoro dipendente non può essere nero,perchè se sei a nero non sei ufficialmente dipendente di nessuno.
Se sei "dipendente" a nero,è il tuo capo a deciderlo (non tu che devi accettare l'uovo oggi),ed è sempre lui che si sfanga le tasse,tu lavori ma non esisti,e quello che "risparmi" di tasse lo perdi altrove.
Se sei dipendente paghi le tasse,sempre e tutte,non ci si scappa.
Molti anni fa (diciamo una trentina) c'erano dipendenti che prendevano (accettavano) una parte dello stipendio in busta ed una parte "fuori busta" (quindi in nero) e quindi questa commistione tra stipendio tassato e non tassato era possibile ed attuata. Ora non so se questo succede ancora. Dubito. Il rischio è alto. Meglio ricorrere (per le aziende) alle varie forme di lavoro precario ufficliale, le quali tuttavia non sono riuscite a erodere la quota di sommerso. Esso nel tempo ( a partire dagli anni 90) è diventato un fenomeno di routine, una caratteristica dell'economia nazionale che ci pone in vetta ad una classifica tutta negativa. Ma il problema non sono le "tasse" a cui si riferisce Stefano. Sono i contributi. Per fare avere 1000 euro netti al dipendente, l'azienda ne deve sborsarne, lordi, piu' di 2000. E questo fatto (noto anche come cuneo fiscale) ci pone ai vertici dell'altra classifica, quella del costo lordo del lavoro. Con l'aggravante che poi da noi non si hanno certi i servizi e le pensioni che si hanno in Svezia o Germania.
Il problema non solo le "tasse" perché queste sono progressive e sui bassi salari incidono pochissimo. Su un salario di 800 euro le imposte sono decisamente basse, troppo basse per rischiare l'evasione (sia da parte del dipendente sia da parte del datore di lavoro). Ma sui salari bassi i contributi sono la stessa percentuale degli alti. Quindi anche su un salario di 800 euro si fanno sentire (è un prelievo di circa il 42% dal lordo). Di fatto il salario netto è basso perché vengono prelevati contributi che sono tra i piu' alti del mondo. Ecco perché vi è una duplice convenienza, sia del datore di lavoro e sia del lavoratore, al lavoro nero. Di fatto dividendo la mole di sommerso per il numero di addetti stimato (dai vari studi internazionali) si ottiene un "nero pro capite" che è piu' elevato del normale reddito netto procapite italiano, stimato dalle statistiche. Come a dire: meglio 800 netti in busta alla luce del sole (per assicurare i quali il padrone dovrebbe spenderne 1600) oppure 1200 in nero? Purtroppo chi cade in questa trappola (quasi 11 milioni di persone, pare) non ha altre alternative (soprattutto al sud) ma qui a mio avviso è una duplice responsabilità dello stato: primo perché non ha mai risolto la questione meridionale (anzi l'ha aggravata con politiche assistenziali e clientelari) secondo perché ha imposto questi contributi elevati che strozzano l'economia e la inducno al rifugio nel sommerso.
Franz