lodes ha scritto:Io ho parlato di etichette quando si discute di Renzi. Dunque parlavo di un costume abbastanza usato. Basta girare un po' nella rete e leggere i commenti per comprendere che non mi sono inventato nulla. Poi ho notato che lucameni non si sottrae a questo abitudine: anche nell'ultimo post.
Io ho parlato di un "merito delle posizioni di Renzi" (le 100 idee per l'Italia), assolutamente ignorate. Lucameni preferisce sentenziare..."Questo succede spesso perchè Renzi è un ex D.C. con posizioni (detto da gente del Pdl) più a destra di loro..."
Suvvia lucameni il muro è crollato nel 1989 e chiamare a supporto delle proprie idee la generica "gente del PDL" squalifica solo chi lo fa. E, sempre a proposito di etichette, a che serve usare termini come liberalismo, riformismo, nuovismo se non si abbinano a nomi e cognomi ben precisi? Li ho usati io? Sono abbastanza vecchio per riconoscere in questo metodo dialettico la facile scappatoia di chi vuole sviare dal vero terreno del confronto. Allora caro luacameni se vogliamo confrontarci politicamente facciamolo sulla base delle idee. Nei 100 punti della Leopolda ci sono tante questioni importanti che possono aiutare anche a capire il personaggio Renzi. I pregiudizi, le etichette lasciamoli a chi pratica il politichese. Si parla tanto male dei politici poi alla prima occasione si fa di peggio.
p.s. io non ho detto che sostengo Renzi.
Il muro è crollato nel 1989 ma i pregiudizi stanno anche e soprattutto in coloro che si fanno abbindolare dagli slogan. E per di più spacciano la propria ignoranza e ingenuità quale nuova mentalità priva di ideologismi.
Le cose purtroppo stanno diversamente.
Frutto -ripeto- di un mondo berlusconizzato che ha colpito anche la sinistra e i suoi elettori; a quanto pare. E senza bisogno di essere cripto-berlusconiani. Il male fatto dalla politica berlusconiana sta semplicemente nell'aver portato gli elettori a discutere a suon di slogan, lontani dalla realtà dei fatti.
Esempio recentissimo è lo stato comatoso della P.A. e quello che si sente in giro a fronte della spending rewiew. Come se in questo caso si potesse pensare di usare con tranquillità termini come riformismo e liberalismo.
I termini più adatti sarebbero incompetenza e presa di culo. Ma vallo a dire in giro.
La scappatoia - "suvvia" - è di chi dopo 17 anni di berlusconismo ancora crede alle parole d'ordine di una sinistra che ha usato certe etichette (liberalismo, riformismo etc etc) per spartirsi la torta facendo finta opposizione.
Ancora dopo anni siamo a parlare sulla scorta di quel "genio" di Veltroni che parlava di una campagna elettorale come fossimo in G.B. O di coloro che spacciano per giustizialismo il loro fastidio per chi si mostra - giustamente - intransigente nei confronti di un'illegalità ormai pervasiva ad ogni livello.
Appunto, molto più semplice e apparentemente all'avanguardia in questo caso, e in altri, parlare ancora di riformismo etc etc. Salvo ripetere, spesso come fa Renzi, slogan sentiti nel Cs per parare le terga a Berlusconi. Ad esempio quando gli fu permesso (caso unico nel mondo occidentale e democratico) di non presentarsi alle udienze del processo Imi-sir. Proprio grazie al Cs e alle sue argomentazioni "riformiste".
Avanti così fino alla vittoria, certo. Bene bene.
Vecchio? A volte invecchiare non serve se appunto dopo 17 anni siamo ancora a rincicciare con queste sciocchezze e a chiacchierare sugli slogan dell'ultimo furbastro della covata di centrosinistra.
Non so bene quale meccanismo mentale sia scattato in tanti ex comunisti o presunti tali che da un'ortodossia collettivistica si sono scoperti apparentemente (apparentemente) più liberali dei vecchi liberali, sposando ibridi tra turbocapitalismo e dirigismo di stato (quello che succede in Italia con certe trovate cervellotiche pro casta e pro amici di casta), spacciati per liberalismo liberismo e quant'altro.
Anche io sono abbastanza vecchio per accorgermi della sicumera altrui che si alimenta di slogan, frasi fatte, "punti" ad effetto (che non trovano riscontro nella realtà della pratica amministrativa di chi li propone) e di una visione del mondo che - guarda caso - trova d'accordo spesso e volentieri rampanti berlusconidi e comunisti vecchi e nuovi convertiti malamente al mercato.
Un po' tipo quel "calce e martello" che qualcuno ha efficacemente definito tempo fa a livello giornalistico.
Anche i "suvvia" e le "scappatoie", con sicumera inclusa, le respingo al mittente e con gli interessi.
Quando si ragionerà oltre quelle definizioni di comodo che si imputano al sottoscritto (liberismo, riformismo e compagnia sono parole che in Italia sono usate a sproposito per far passare politiche non non hanno nulla di liberista liberale e riformista perchè qui non si guarda ai fatti ma alle parole ad effetto e non altro) allora ci sarà spazio per un dialogo più o meno cortese.
Con i suvvia, il "politichese",imputando scappatoie che non ci sono, facendo propri slogan che hanno permesso al Cs di tenere in vita per 17 anni una destra di ladri (ma forse in questo Cs e Cd trovavano punti di incontro significativi) non è cosa.
La disistima è tutta mia e pure molto sentita.
Grazie dell'attenzione.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)