Ho sempre pensato che un movimento o un partito, che pure si manifestano come "contro", non possano farlo se non hanno un sostanzioso contenuto "pro" - se non altro perché essere "contro" implica una serie di punti di vista e d'idee che sono oggettivamente costitutivi di un'identità, che è la premessa immediata di un piano costruttivo e programmatico.
Ma fingiamo pure che le cose non stiano così, e che questo dilemma tra pro e contro sia un problema reale e qualificante: in effetti, non ho difficoltà ad ammettere una simile ipotesi, sia pure in una chiave del tutto opposta a quello che è venuto fuori da questa discussione, nella quale sembra che essere "contro" sia una limitazione, una specie di minimum tutt'al più necessario ma non sufficiente.
Io credo infatti che ci siano diversi modi per descrivere la limitatezza della coalizione e la radice di molti suoi errori, e che uno di questi sia l'assensa - o almeno un'incertissima presenza - di questo minimum di "antiberlusconismo".
Per chiarire questo concetto sarebbe sufficiente limitarsi a fatti e fatterelli, esemplificati da alcuni atteggiamenti, battute ed esternazioni varie di alcuni personaggi della coalizione, nonché alcune prese di posizione politico-parlamentari.
Ma vale invece la pena andare un po' più nel profondo, chiedendosi innanzi tutto che cosa è mai questo "berlusconismo", intorno al quale si condenserebbe l'animus antitetico di cui si parla da anni.
Se con il termine intendiamo le caratteristiche del personaggio Berlusconi, con i suoi eccessi grotttescamente spettacolari e istrionici, e quella che sembra la caricatura del cumenda meneghino, allora il discorso fila abbastanza liscio, pur tenendo presente che perfino in AN e in molti reduci democristiani esiste una forte resistenza ad adeguarsi a uno stile di questa natura. A maggior ragione un anti-berlusconismo basato su una tale avversione sarebbe facilmente riscontrabile nell'intera coalizione di centro-sinistra: un collante, giustamente, necessario ma non sufficiente.
Ma il berlusconismo non è solo quello, e anzi è ben altro che quello.
Potremmo, a questo punto, approfondire e descrivere in dettaglio: diciamo però soltanto che il berlusconismo è tutto un modo di intendere non solo "la vita", ma la politica, e di rileggere la storia recente dell'Italia, di rapportarsi con il mondo occidentale e con le complesse vicende del liberalismo, del laicismo, etc.
Se l'intendiamo così, allora appare evidente che l'anti-berlusconismo non è un collante sufficiente, per il semplice fatto che non c'è, nella coalizione di centro-sinistra e nemmeno nel PD.
Invece di discutere se e quanto basti essere "contro", sarebbe il caso di guardare bene "se" e quanto si è davvero diversi e se si è davvero "contro".