La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

L'Italia non è meritocratica

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda pierodm il 20/09/2010, 18:20

Nelle aziende private il metodo così ben descritto, ed esaltato, da Franz, di certo è funzionale, aumenta l’efficienza del sistema produttivo. Le sua conseguenze dentro le fabbriche sembrano ottime, ma…
ma…esiste anche una società esterna alle fabbriche, la società in cui tutti viviamo. Una società che conoscerà una qualità della vita migliore se gli individui che la compongono saranno stati educati ed allenati a stili di convivenza solidaristica, non competitiva. Detto in soldoni: il criterio caro a Franz rende più efficiente la produzione ma anche contribuisce ad aumentare l’aggressività e l’egoismo fuori dalla fabbrica.


Sono d'accordo, come ben si capisce dal mio post precedente.
Ma non insisto su questo, dato che anche altri interlocutori affrontano la questione dal medesimo punto di vista.

Piuttosto sarebbe il caso di andare a vedere bene cosa c'è dentro quel criterio di efficienza che starebbe alla base del giudizio meritocratico.
Qui stiamo dando per scontato che l'efficienza sia misurata in riferimento allo stretto scopo del lavoro in cui è impegnato il lavoratore, ma questo non è affatto scontato.
Non è scontato nemmeno il fatto che l'imprenditore privato sia in grado di assumere con competenza e con equità il ruolo di giudice verso i "meriti" dei suoi dipendenti.
Non si tratta solo dell'imperfezione umana, o della stupidità o dell'ignoranza, che non vengono meno solo perché un tizio è "imprenditore" - che nei rapporti con i dipendenti non rischia solo il suo capitale, ma mette a rischio o determina anche il destino di altre persone.
Io parlo di un'efficienza misurata su altri scopi diversi dal lavoro strettamente inteso, i quali possono sembrare astrusi o improbabili visti dall'esterno, ma che talvolta o magari spesso sono assolutamente reali e determinanti in certe situazioni: la bellezza o la disponibilità di una segretaria, la non-sindacalizzazione, l'obbedienza, la propensione alla delazione, o un atteggiamento che corrisponde al particolare punto di vista del "giudice" in materia di efficienza, ma che non ha alcun valore oggettivo.
Posso portare un paio di esempi, uno dei quali personale.
Un mio amico - bravissima persona, ottimo tipografo, ma ostinatissimo "padroncino"- aveva un criterio per giudicare i "meriti" dei suoi dipendenti che premiava soprattutto l'umiltà e lo zelo dimostrati apertamente - diciamo così, che amava le "anime semplici".
Nel reparto composizione tale criterio funzionava assai poco, perché le ragazze addette avrebbero dovuto essere soprattutto di buona cultura e dotate d'iniziativa personale, invece che modeste e temperanti: risultato, le tecnicamente migliori erano sistematicamente scartate, o licenziate dopo poco, mentre permanevano quelle più campagnole e dimesse, perché "migliori".
Esempio personale.
Per un anno sono stato dipendente di un'industria cinematografica, nella quale però facevo il lavoro di prima nota in amministrazione: non era certo il "mio" lavoro - avevo bisogno di lavorare - ma avevo appreso rapidamente quelle quattro cose da sapere e me la cavavo bene.
Tanto bene, anzi, che spolveravo in un paio d'ore il lavoro accumulato, e rimanevo senza niente da fare.
Per scrupolo di coscienza passavo una mezz'oretta o poco più a fare un po' di lavoro di fino, e poi me ne andavo in altri reparti ad assistere o magari aiutare a sincronizzare l'audio di filmati, o alla moviola, o alle lavorazioni in truka.
Insomma, non davo affatto la sensazione di essere uno che "ce la metteva tutta" per fare il suo lavoro: infatti non ce la mettevo tutta, non ce n'era bisogno.
Ma la cosa non corrispondeva a ciò che i dirigenti ritenevano "efficiente". Il mio non era un "merito" ma una colpa: ero un displayed man, come disse il direttore del personale il giorno in cui mi comunicò che le nostre strade si dividevano.
Il bello era che ero d'accordo con lui.

Quindi, torno a dire: il merito va benissimo se è un criterio implementato con naturalezza nella cultura dei rapporti sociali e produttivi, ma rischia di diventare grottesco o nefasto quando assume il ruolo di una "regola", di un criterio organizzativo artificiosamente considerato un dogma.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda bidellissimo il 20/09/2010, 18:25

ranvit ha scritto:
bidellissimo ha scritto:Che cavolo c'entrano i bidelli? Qui nessuno è bidello, purtroppo, io lo sono solo di nick!
CHi dovrebbe educare? Le stesse strutture della società, che incidono sulla mentalità dei singoli più di qualsiasi forma di indottrinamento. Tutti trascorriamo al lavoro la maggior parte del nostro tempo, e tutti soffriamo, poco o tanto, di deformazione professionale.
Davide


Ciao a tutti. Alla mia prima interlocuzione in questo forum, ritengo sia cosa educata presentarmi: mi chiamo Davide Selis, sono l'amministratore del forum telematico "VIVA I BIDELLI" (http://vivaibidelli.forumattivo.com/forum.htm). Professionalmente faccio il custode e guardia notturna in pinacoteche statali da più di trent' anni, e nel semplicissimo ambito delle mie mansioni mi sono sempre impegnato molto, con riconoscimento unanime, di colleghi e superiori.


....quindi i bidelli c'entrano....


Ma ripeto la domanda : CHI dovrebbe educare ed allenare???
Le strutture della società....??? Cioè???

Amico mio, cerca di essere concreto!


Vittorio

Guarda che come amico io non ti voglio affatto...i bidelli non c'entrano nulla nel contenuto del mio discorso. Se io mi fossi firmato D'Artagnan e gestssi un forum intitolato "I MOSCHETTIERI", forse mi dovresti rinfacciare i personaggi di Dumas quando parlo di meritocrazia? Quanto all'essere concreto, per chi è incapace di seguire un filo logico non lo sarò mai!
Ma ripeto la domanda : CHI dovrebbe educare ed allenare???
Le strutture della società....??? Cioè???


Cioè, nel nostro caso, una organizzazione del lavoro costruita senza il bubbone della meritocrazia.
bidellissimo
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 27
Iscritto il: 17/09/2010, 17:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda franz il 20/09/2010, 18:38

bidellissimo ha scritto:Cioè, nel nostro caso, una organizzazione del lavoro costruita senza il bubbone della meritocrazia.

facendola breve, perché il tempo per filosofie è scarso, allora ti andrà bene l'Italia di oggi, dove il merito non vale una cicca e imperversa la raccomandazione, la clientela, le promozioni sulla base di nepotismi.
Per me sono altri bubboni ma so che c'è chi li preferisce alla meritocrazia.
per quanto riguarda la divisione tayloristica del lavoro se tu sei capace di costruire da solo in un anno 100'000 computer ... "onore al merito". Ma voglio che tu lo faccia tutto da solo partendo dal reperimento nel suolo di tutte le materie prime, la loro lavorazione, la costruzione di tutti circutiti integrati, le micro e nano saldature, i test, l'assemblaggio (questo è il meno) tutti i programmi del sistema operativo (senza copiare altri) e tutti i dispositivi esterni (tastiera, mouse, stampanti, schermi).
Ok, difficlilino. :( Va bene, mi accontento di un solo computer funzionante.
Secondo me non ci riesci nemmeno in 100 anni.
Alla fine dei quali avro dimostrato quello che per te è indimostrabile che che ogni persona di buon senso sa.
Poi riparliamo di cosa significa "divisione del lavoro" e taylorismo.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda bidellissimo il 20/09/2010, 18:50

franz ha scritto:
bidellissimo ha scritto:Cioè, nel nostro caso, una organizzazione del lavoro costruita senza il bubbone della meritocrazia.

facendola breve, perché il tempo per filosofie è scarso, allora ti andrà bene l'Italia di oggi, dove il merito non vale una cicca e imperversa la raccomandazione, la clientela, le promozioni sulla base di nepotismi.
Per me sono altri bubboni ma so che c'è chi li preferisce alla meritocrazia.
per quanto riguarda la divisione tayloristica del lavoro se tu sei capace di costruire da solo in un anno 100'000 computer ... "onore al merito". Ma voglio che tu lo faccia tutto da solo partendo dal reperimento nel suolo di tutte le materie prime, la loro lavorazione, la costruzione di tutti circutiti integrati, le micro e nano saldature, i test, l'assemblaggio (questo è il meno) tutti i programmi del sistema operativo (senza copiare altri) e tutti i dispositivi esterni (tastiera, mouse, stampanti, schermi).
Ok, difficlilino. :( Va bene, mi accontento di un solo computer funzionante.
Secondo me non ci riesci nemmeno in 100 anni.
Alla fine dei quali avro dimostrato quello che per te è indimostrabile che che ogni persona di buon senso sa.
Poi riparliamo di cosa significa "divisione del lavoro" e taylorismo.

Franz

Devo uscire, riprenderò nei prossimi giorni se ne avrò voglia. Noto in questo forum, al quale ero stato invitato a partecipare (ma mi sto pentendo) mesi fa da diverse mails dell'Amministrazione, una tendenza alla rissa che non mi piace affatto. Vedo in azione i figli della meritocrazia, dell'eccitazione meritocratica. Il secondo periodo suona addirittura come bassa insinuazione sulla mia moralità. Se questo è LO STILE DI UN REDATTORE...
bidellissimo
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 27
Iscritto il: 17/09/2010, 17:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda ranvit il 20/09/2010, 19:04

Cioè, nel nostro caso, una organizzazione del lavoro costruita senza il bubbone della meritocrazia.

Saremmo ancora all'età della pietra!

Comunque, vai tranquillo, se non torni....ce ne faremo una ragione ;)

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda pierodm il 20/09/2010, 22:07

In questo forum c'è chi ha la vocazione del buttafuori, con linguaggio e forma mentis adeguata al ruolo.

Il modo in cui è stato accolto il nuovo iscritto è di una volgarità e di una ottusità che - anche se non mi meravigliano affatto - sono davvero miserabili.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda pianogrande il 20/09/2010, 22:31

Anche io ho una mia teoria sul merito.
Un po' verità, un po' provocazione.
Il merito, secondo me, viene sempre e perfettamente rispettato.

Come possiamo definire il merito?
La congruenza con gli obiettivi aziendali.
Se un imprenditore ha l'obiettivo di ingraziarsi il politico per ottenere l'appalto o il favore o quant'altro, essere il nipote o l'amico del politico diventa subito un gran bel merito.

Quale è l'obiettivo dell'imprenditore?
Fare i soldi.
Cosa pensate che i soldi si facciano solo lavorando e lavorando bene?

Esempi simili si trovano sia nel pubblico che nel privato.
Quale è l'obiettivo del ministro o del funzionario o del portaborse?
Far funzionare bene il ministero o l'ufficio o il lavoro?
No e poi no.
E' prendere voti per fare soldi, distribuire favori, ottenere favori.

Nell'industria del favore, del malaffare, della furbizia, un ragioniere con la media del nove e precisino e pulitino sul lavoro o un tecnico che faccia studi veritieri farebbero inceppare la macchina.

Il merito viene sempre rispettato.
Per apprezzare il tipo di merito di cui si sta dibattendo ci vorrebbe un mondo diverso che abbia bisogno del laureato centodieci e bravo o dell'impiegato onesto e competente.
Cosa pensate che le attività che non rispettano il tipo di merito di cui si discute siano tutte sull'orlo del fallimento?
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda flaviomob il 21/09/2010, 1:21

Franz:
b) non ho raggiunto gli obiettivi e (aggiungi) "non credo che sarò mai in grado di raggiungere la qualità di chi è stato promosso". In realtà non è la qualità di uno che è stato propmosso ma la qualità di un mio pari grado che pero' lavora meglio di me e quindi guadagnerà di piu' [....] Ma se alla fine non succede nulla, l'errore di Favio è che comunque vada l'organizzazione stessa ne pagherà le conseguenze.
caso a) e caso b) portano comunque al fatto che sempre l'organizzazione paga le conseguenze e per organizzazione intendo tutti i lavoratori (perché il rischio è il fallimento dell'attività).


Infatti io stavo descrivendo un quadro "patologico", che più che riguardare singole aziende mi pare rappresentare l'intero sistema-paese. In Italia esiste un buon numero di "organizzazioni" (aziende, pubblico impiego et similia) che non premiano l'impegno ma piuttosto la raccomandazione (o il leccaculaggio, o l'appartenenza politica) e contemporaneamente esiste quell'astio di cui parlava bidellissimo, che evidentemente ha registrato un dato reale e non se l'è inventato.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda franz il 21/09/2010, 7:18

pianogrande ha scritto:Come possiamo definire il merito?
La congruenza con gli obiettivi aziendali.
Se un imprenditore ha l'obiettivo di ingraziarsi il politico per ottenere l'appalto o il favore o quant'altro, essere il nipote o l'amico del politico diventa subito un gran bel merito.

Quale è l'obiettivo dell'imprenditore?
Fare i soldi.
Cosa pensate che i soldi si facciano solo lavorando e lavorando bene?

Mi stai dicendo che se non esistesse lo stato allora gli imprenditori dovrebbero per forza lavorare bene oppure darsi all'ippica? Ecco un altro anarco liberista! :D
Sicuramente hai una qualche ragione. Nel campo degli affari l'impreditore fa soldi e li investe (non è un avaro, è un egoista che fa un preciso calcolo). Il politico invece accumula potere (in questo è piu' avaro di paperon del paperoni) per poter gestire persone e fatti. Piu' potere accumula, meglio è per lui. Ecco che l'incontro tra impresa e politica puo' essere deleterio, dato che l'imprenditore puo' ottenere dal politico quello che non riesce ad avere dal mercato.
Non parlerei di "merito" in questo caso, il quanto il premio (implicito nella definizione di merito che si trova nel comune dizionario) non è ottenuto tramite comportamento virtuoso. Se a scuola copio dal compagno, il merito ottenuto non è mio. Ne ottengo caso mai un altro: quello di saper copiare bene. Ma non faro' molta strada nel mondo del lavoro ... opsss forse la farei in quello della politica.... ;)
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda franz il 21/09/2010, 7:33

pierodm ha scritto:In questo forum c'è chi ha la vocazione del buttafuori, con linguaggio e forma mentis adeguata al ruolo.

Il modo in cui è stato accolto il nuovo iscritto è di una volgarità e di una ottusità che - anche se non mi meravigliano affatto - sono davvero miserabili.

E che palle! :!:
Da parte mia ho discusso con bidellissimo come con tutti. Entrando nel merito (opps ecco un altro uso del termine) e argomentando. In nessun caso ho fatto insinuazioni sulla sua moralità. Deve aver capito male e se vuole chiarirmi il suo caso mi scrive un messaggio privato. Io non so nemmeno dove potrebbe mai aver frainteso ma sono sicuro di quello che scrivo e confermo che non ho mai inteso insinuare alcunché.
Non so chi lo abbia invitato (Mail dell'Amministrazione? Quale? ) ma ha fatto bene. Una voce in piu' nelle discussioni.
Certo, se uno ci rimane male perché le sue argomentazioni vengono contestate e si pente, fatti suoi.

Ranvit è Ranvit ed il suo stile secco, asciutto, perentorio è lo stesso con tutti. Non fa sconti a nessuno.
E non ha detto a bidellissimo di andarsene, cosi' come non lo ha detto nessuno di noi.

Nessuna volgarità, ottusità e miserabilità. Non piu' di quanto tu chiami "cazzate" le opinioni degli altri.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 21 ospiti