da pierodm il 18/04/2009, 23:34
Pierodm dice assi bene cose che porterebbero a pensare che non c'é rimedio - dice Carlo Gualtieri.
A voler essere pignoli, mi limitavo a esaminare la situazione, senza pensare ai rimedi.
Ma è vero: non mi sembra che ci siano medicine ad effetto rapido, facile e sicuro.
Come ho detto tante volte, possiamo e dobbiamo innanzi tutto fare quello che ci riesce meglio, e lavorare su quello che è alla nostra diretta portata: portata vera, reale, non illusoriamente movimentista, come per esempio gli spamming telematici.
Lavorare sulla nostra vita personale, su quella professionale, sulle possibili obiezioni di coscienza di fronte ai luoghi comuni, sull'educazione dei nostri figli, sui rapporti nei luoghi di lavoro, sulla difesa delle idee che ci continuano a sembrare giuste. Credo che questo genere di "militanza" sia molto più importante di quella, eventuale, dell'attachinaggio e del "riunionismo" di partito, e perfino del voto stesso.
Prima ancora che "macchinette elettorali" i cittadini sono persone, portatrici di idee, di sentimenti e di valori: lo so che questo genere di affermazioni sono fuori moda, ma questa per me è un'ottima ragione per non smettere di dirle e d'insistere contro ogni obiezione contraria. Del resto ci sono abituato: sono sempre stato fuori moda, e mi ci sono sempre trovato benissimo, e oltre tutto - curiosamente - questo mi ha consentito di non trovarmi mai nella condizione di fare "autocritica" sulla sepoltura elegiaca delle mie convinzioni, aiutato anche dal fatto che queste convinzioni sono state sempre poche, pochissime, ma fidate.
Però, vorrei anche aggiungere che la prospettiva cambia, se spostiamo le nostre ansie dal palcoscenico politico istituzionale e partitico, alla vita comune, alla società: da un lato dobbiamo prendere atto che certi fenomeni che visti sul palcoscenico politico sono desolanti, nella vita comune sono tragici - e questo ci dovrebbe persuadere che vale la pena di "demonizzare" certe cose, senza tanti calcoli d'opportunità.
Dall'altro lato, possiamo però prendere atto che esiste una società, una consistente parte di gente e di cose che conservano un valore e una qualità, a prescindere dal peso elettorale, e che dobbiamo metterci in rapporto con questa parte, decidendo se siamo a favore o contro, e che "questa" è la politica, e che il "pensiero politico" sta qui e non altrove.