Antonio Gramsci ha scritto:Perché esista un partito è necessario che confluiscano tre elementi
fondamentali (cioè tre gruppi di elementi):
1. Un elemento diffuso, di uomini comuni, medi, la cui partecipazione è
offerta dalla disciplina e dalla fedeltà, non dallo spirito creativo e
altamente organizzativo. Senza di essi il partito non esisterebbe, è vero,
ma è anche vero che il partito non esisterebbe neanche "solamente" con essi.
Essi sono una forza in quanto c'è chi li centralizza, organizza, disciplina,
ma in assenza di questa forza coesiva si sparpaglierebbero e si
annullerebbero in un pulviscolo impotente. [...]
2. L'elemento coesivo principale, che centralizza nel campo nazionale, che
fa diventare efficiente e potente un insieme di forze che lasciate a sé
conterebbero zero o poco più; questo elemento è dotato di forza altamente
coesiva, centralizzatrice e disciplinatrice e anche, anzi forse per questo,
inventiva [...].
Si parla di capitani senza esercito, ma in realtà è più facile formare un
esercito che formare dei capitani. Tanto è vero che un esercito già
esistente è distrutto se vengono a mancare i capitani, mentre l'esistenza di
un gruppo di capitani, affiatati, d'accordo tra loro, con fini comuni, non
tarda a formare un esercito anche dove non esiste.
3. Un elemento medio, che articoli il primo col secondo elemento, che li
metta a contatto, non solo "fisico" ma morale e intellettuale. [...]
Avevo bene il mente tutti i passaggi di questo testo ma ringrazio lo stesso pierodm per averlo postato.
Per prima cosa, caro piero, vedo che quando non cedi alla facile tentazione della risposta ironca infantile o da vecchia zitella acidella sui parlanti e ti concentri sui temi in discussione riesci a dare ottimi contributi al dibattito. Mi permetto di consigliare la perseveranza su questa strada e di abbandare le analisi sugli oscuri motivi che spingono ranvit o il sottoscritto o altri a pensare quello che pensiamo. Non interessa a nessuno.
Confermo che la visione gramsciana dà il giusto peso e responsabilità al concetto di leadership (che non è comandare o sbraitare ordini o consigli paterni e non significa "liderismo"). Il soggetto che lui individua non è certo il padre-padrone e la figura autoritaria carismatica che invece ha grande peso nella cultura arretrata familistica e paternalistica italiana. Confermo, rileggendo Gramsci, che tutto quanto lui elenca con "elemento coesivo e medio" manca da noi. Ritengo che questo sia assodato e che si potrebbe eventualmente passare ad esaminarle i perché e come rimediare alle lacune.
Sul rapporto tra "capitani" ed esercito mi pare che AG sia chiarissimo. La triade che disegna (elemento coesivo, medio e diffuso) è anche oggi alla base di ogni processo di management, inteso come organizzazione finalizzata ad un obiettivo.
Che sia industriale o pubblica non conta, anche se poi nel dettaglio servono qualità diverse di management.
Ma questo è ovvio. Una azienda industriale, una pubblica, una associazione, un partito, una multinazionale, un negozio, un giornale, hanno tutti bisogno di mamagement ma ogni settore ha le sue caratteristiche. Nel concreto non è affatto detto che un ottimo leader industriale possa anche essere un buon leader di partito ma entrambi devono eavere (se sono leader di successo) qeulle qualità di leadership di cui alcuni di noi lamentano la latitanza.
Tra l'altro non solo mancano i leaders nella politica ma è noto che la critica di fondo che si fa al sistema industiale italiano è che manchi di manager (troppi padri-padrone, pochi manager) e da parte mia osservo che manca soprattuto l'elemento medio (che in azienda sono i quadri intermedi). Leggevo ultimamente che nelle imprese tedesce e francesi oltre al mamagement strategico esiste un diffuso ed esteso settore di mamager di medio livello, pari a 5-7% della forza lavoro mentr da noi è tanto se si arriva all'1%. Questo è connesso secondo me alla scarsa qualità delle imprese italiane e,aggiungo, della politica italiana. Vero che da noi ci sono quasi mezzo milione di simil-manager collegati alla politica (nei comuni nelle province, nelle regioni, nei ministeri) ma si tratta di incompetenti capitati li' per meglio arruffare, non di manager o di persone competenti.
La carenza di management e leaderhip è quindi totale, nazionale.
E non è un caso che uno di pochi manager pubblici in gamba (Prodi) abbia poi brillato in politica, salvo essere affossato dalla tribu' dei funzionari, portaborse o ex, con o senza baffetti, lupi marsicani con o senza coda.
Ciao,
Franz