Ho avuto la tentazione di commentare ma ho rinunciato quando ho letto che l'autore aveva collaborato con la Gelmini: ero certa che per qualcuno questo era un peccato talmente grave da rendere a priori carta straccia tutto ciò che l'autore scrive e scriverà, nei secoli... E soprattutto, non si sarebbe discusso il merito dell'articolo, il vero problema. Puntualmente.....



Possibile che a "una certa sinistra", come la definisce Vittorio, non importi proprio che i ricchi restino ricchi e che i poveri restino poveri? Che interessi di più difendere le cose come sono piuttosto che pensarne altre che rendano più uguali le persone? Ma che sinistra è?
Ieri sera Bersani ha detto "si alla meritocrazia (parola di gran moda, pare), ma senza dimenticare l'uguaglianza": ma se è proprio la macanza di meritocrazia che impedisce ai migliori poveri di diventare ricchi e permette ai peggiori ricchi di restare tali.... se è la mancanza di meritocrazia ad impedire il progresso verso il raggiungimento della vera uguaglianza... di cosa parlava veramente Bersani? Parlava di quello di cui si parla qui: la meritocrazia è un considerata un concetto di destra, che va stemperato, sterilizzandolo e rendendolo inefficace. Cioè, le cose devono restare come sono.
Ichino ha ragione, come sempre, anche se mi faccio una domanda: una sinistra che è sempre 30 anni in ritardo rispetto alla realtà, è sicuro che sia proprio sinistra?