Paolo65 ha scritto:Non accetto il principio che uno debba essere conservatore o riformista a priori e sempre, perchè andrebbe contro un valore ancora più importante:la libertà di pensiero che deve ovviamente prevedere il cambiamento della propria posizione.
Infatti la stessa persona (e lo stesso partito) puo' avere un atteggiamento piu' riformista su un certo tema e conservatore su un altro. Il centrosinistra per esempio è da sempre fortemente conservatore sulla prima parte della Costituzione, e sbaglia.
Qui prevalgono le questioni di principio e, in sintesi, ideologiche.
Al di fuori delle riforme istituzionali, dove prevalgono motivi ideali ed al di fuori delle riforme del sistema elettorale, dove prevalgono interessi di partito (per salvaguardarne il peso politico) ed al di fuori delle riforme legate al diritto (civile e penale) tutte le altre riforme sono connesse ad interessi particolari, di soggetti economici.
Nel caso nostro (italiano ed europeo) siano in una situazione economica non felice, perché subiamo piu' di altri alcuni difetti della globalizzazione e tendiamo a difenderci mantenendo quelle difese che funzionavano il secolo scorso. Prevalgono, mi pare, le tendenze conservative (tra cui c'è parte anche del nostro schieramento) mentre dovrebbero prevalere le forze dell'innovazione e del cambiamento, soprattutto dalla nostra parte.
Da noi la situazione è peggiore perché un vero welfare non lo abbiamo mai avuto (al pari di altri paesi del sud europa come grecia e portogallo) ma abbiamo sopperito con la struttura familiare e con il clientelismo. Familismo e clientelismo sono i mali dell'Italia e forse qui non c'è riformismo "soft" che tenga ma solo modifiche "rivoluzionarie", come quelle sostenute dai radicali.
Ciao,
Franz