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idee per far ripartire il PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda Manuela il 16/09/2010, 16:03

Innanzi tutto, io sto solo dicendo la mia opinione su un forum: non ho incarichi politici, non rilascio interviste alla stampa, non rivesto nessuna carica pubblica. Pertanto le mie "lamentazioni" - che no sono altro che l'espressione di quello che penso - hanno un rilievo ben differente da quelle di chi ha ambizioni politiche; ed anche le relative responsabilità sono diverse.
Detto questo, ho scritto nel mio intervento: "Solo così sarebbe credibile, e potrebbe lasciarsi alle spalle le questioni tattiche, per lanciare un vero programma di riforma del paese." Ovviamente ci vuole un programma e, aggiungo, un programma profondamente riformista ed innovatore che, secondo me, solo una generazione diversa da quella dei "soliti noti" potrebbe mettere insieme. Ma non credo che questo venga prima o a prescindere da chi si candida.
Se ben interpreto il pensiero di Piero, occorre innanzi tutto mettersi attorno a un tavolo (ma chi? i rappresentanti delle varie forze politiche interessate a far fuori Berlusconi, immagino), accordarsi sul programma, e solo dopo, decidere chi è la persona più adatta a presentarlo agli elettori. Mi sbaglio?
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pierodm il 16/09/2010, 17:27

No, Manuela, non ti sbagli - accordarsi sul programma, e solo dopo, decidere chi è la persona più adatta a presentarlo agli elettori :per altro è un'idea che si sta diffondendo presso varie sedi politiche, anche nel PD, a parole, dopo che per anni mi sono sentito ribattere che bisognava lasciar perdere tutte queste "fumisterie da vecchia politica" e individuare invece un bel leader che ci avrebbe guidati alla vittoria contro gl'infedeli.
In realtà, io credo che serva assai di più che un "programma" - se con ciò s'intende un documento che elenca una serie di ipotesi e di propositi - anche se, in mancanza di meglio, un buon programma decentemente condiviso sarebbe un'ottima soluzione.

La crisi della sinistra - non solo in Italia - non sta nell'incapacità di stendere un documento del genere: se il PD fosse un partito vero, e non una coalizione scompagnata e disomogenea, ci vorrebbe assai poco a mettere insieme due, dieci, venti paginette di programma, a prescindere se sia fattibile o no: un po' come lo show di Berlusconi da Vespa, con scrivania e lavagnetta.
La crisi della sinistra diepende da una mancanza di adeguamento ai tempi che ha radici abbastanza lunghe, che risalgono alla fine degli anni '70 e si estendono nel decennio successivo, e che ha provocato una forma di afasia politica, una grave mancanza d'idee nel momento in cui queste servivano, paradossalmente aggravata dal fatto che la sinistra (il partito, ma ancora di più la base) ha conservato una storica serietà, una "necessità intellettuale" per cui non si riesce ad essere spregiudicati e sfacciati quanto la lo è la destra, sparando cazzate pur di apparire decisionisti e capaci di dire qualcosa.
Una crisi che, peggio ancora, si è cercato di superare prendendo a prestito qua e là idee, parole d'ordine, slogan che avevano l'apparenza della "modernità", ma che sono assolutamente incoerenti con la storia e direi la ragion d'essere della sinistra stessa, e con quell'idea di progresso che tu stessa hai descritto: un'incoerenza che significava, comunque, discontinuità, e quindi poteva sembrare una forma di rinnovamento.

In definitiva, non manca tanto un programma, quanto manca un'identità riconoscibile, profonda: non può essere quella antica del vecchio PCI o del PSI, dato che non ci sono più le "masse operaie" della vecchia società industriale, ma ciò non toglie che la nuova identità deve comunque rispecchiare la realtà effettiva della società, più che fare da eco delle classificazioni sociologiche da marketing politico.
Il risultato di questo equivoco è che, mentre a destra la massa dell'elettorato si riconosce visceralmente e profondamente nel leader e nei programmi (per quanto improbabili, contraddittori e raffazzonati) a sinistra non ce n'è uno tra gli elettori che si senta totalmente rappresentato dal PD, o dai suoi dirigenti. Anzi, peggio, nella base ritroviamo tutto e il contrario di tutto, anche gente che avrebbe difficoltà a farsi accettare nel gruppo di Fini, perché troppo simile ai berlusconiani o alla Lega.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda ranvit il 16/09/2010, 18:44

Ma allora, prima il programma e poi gli interpreti....o no?
Mi sembra che le idee siano un po' confuse :
1 > Manuela, non ti sbagli - accordarsi sul programma, e solo dopo, decidere chi è la persona più adatta a presentarlo agli elettori :per altro è un'idea che si sta diffondendo presso varie sedi politiche, anche nel PD, a parole, dopo che per anni mi sono sentito ribattere che bisognava lasciar perdere tutte queste "fumisterie da vecchia politica" e individuare invece un bel leader che ci avrebbe guidati alla vittoria contro gl'infedeli.<
2 > In definitiva, non manca tanto un programma, quanto manca un'identità riconoscibile....<

??????????????????????????? :roll:

Concordo comunque sulla mancanza di identità!
Ma l'identità, chi dovrebbe darla? Babbo Natale o gli interpreti?

Per me gli interpreti : fuori dalle balle tutti i dirigenti presenti sulla scena da vent'anni e fuori dalle balle tutta la sinistra radicale! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Vittorio
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pierodm il 16/09/2010, 19:07

No, Manuela, non ti sbagli - accordarsi sul programma, e solo dopo, decidere chi è la persona più adatta a presentarlo agli elettori :per altro è un'idea che si sta diffondendo presso varie sedi politiche, anche nel PD, a parole, dopo che per anni mi sono sentito ribattere che bisognava lasciar perdere tutte queste "fumisterie da vecchia politica" e individuare invece un bel leader che ci avrebbe guidati alla vittoria contro gl'infedeli.
In realtà, io credo che serva assai di più che un "programma" - se con ciò s'intende un documento che elenca una serie di ipotesi e di propositi - anche se, in mancanza di meglio, un buon programma decentemente condiviso sarebbe un'ottima soluzione.


Non mi sembra difficile da interpretare: un programma in sè non basta per dire di non essere in crisi, o per pensare di avere un'identità, ma è pur sempre una buona cosa a breve tremine e per uno scopo preciso e limitato come quello elettorale.
Anche perché, per andare al di là di un semplice (si fa per dire) programma faticosamente concertato, serve tempo, studio e un insieme di valori, eventi, personaggi, etc.
In altre parole, se hai un'identità riconoscibile, il programma scaturisce da sé, o l'elettorato nemmeno ha bisogno di sapere se c'è o non c'è un programma, o almeno la conoscenza del programma non è affatto decisva per ottenere il voto.
In mancanza di un'identità consolidata è invece necessario un programma,meglio ancora se ben fatto e aderente alle reali necessità dl target elettorale.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda ranvit il 16/09/2010, 19:19

Giochi di parole...ma sono d'accordo : non mi sembra difficile da interpretare! :lol: :lol: :lol:


Ribadisco pero' che l'identità.....requisito sul quale mi pare si converga....non nasce dal nulla, ma a mio parere da una classe dirigente totalmente rinnovata.

Quindi : PRIMA gli interpreti! :D

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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda flaviomob il 17/09/2010, 0:08

Vittorio: sono d'accordo con te. Ma non vengono 'prima' gli interpreti e poi il programma, sono la medesima cosa. L'interprete deve cantare le note scritte sullo spartito che ha (ABBIAMO) scelto: se stona è un asino e se ne canta di diverse, un idiota. Certo, può decidere se il trillo sul si bemolle inizia sulla nota inferiore o superiore, se il forte tende al fortissimo piuttosto che al mezzoforte, ma se non mi fa il do di petto dove è scritto, fuori dalle balle a calci nel culo! Non so se ho reso, col francesismo... :lol:


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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pierodm il 17/09/2010, 1:43

Parlare degl'interpreti è infinitamente più facile, e assai meno compromettente.
Come si dice: sparambia e cumparisci.
Sui calci in culo, da un certo punto di vista, sarei anche d'accordo: a patto però che c'inventiamo un sistema per rifilare qualche calcio in culo anche agli elettori che sbroccano.
Insomma, calci in culo sia ai votati sia a chi li ha votati.
Se è vero che il popolo è sovrano, qualche responsabilità se la deve prendere. O no?
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda franz il 17/09/2010, 8:33

pierodm ha scritto:P
Sui calci in culo, da un certo punto di vista, sarei anche d'accordo: a patto però che c'inventiamo un sistema per rifilare qualche calcio in culo anche agli elettori che sbroccano.
Insomma, calci in culo sia ai votati sia a chi li ha votati.
Se è vero che il popolo è sovrano, qualche responsabilità se la deve prendere. O no?

Vedendo come è conciata l'IItalia direi che questa situazione è il piu' grande calcio in culo collettivo che si possa immaginare.
Il problema è che colpisce tutti (a parte chi ha trovato la sua nicchia di sopravvivenza e rendita)
Colpisce quelli che sbroccano e che non sbroccano.
E non è detto che chi prende il calcio in culo capisca cosa fare per cambiare.
Franz
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda flaviomob il 17/09/2010, 11:33



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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda Manuela il 17/09/2010, 12:20

Permettimi un ultimo intervento prima di chiudere. Piero parte da una premessa: lo stato di crisi dei partiti, che ha origini negli anni '70. Ok, sono da'ccordo. I partiti, così come li conosciamo in Italia, hanno incominiato a non essere più in grado di rappresentare compiutamente i movimenti e i cambiamenti della società italiana a partire dagli anni '70, e sono andati definitivamente in crisi dppo la caduta del muro di Berlino. Non a caso, a quei tempi, nacqe Forza Italia, presentandosi come non-partito, elemento innovativo e non ideologico, non a caso a quei tempi nasce l'Ulivo, come soggetto che avrebbe dovuto "superare" (non sommare!) le culture politiche precedenti. Il vero problema, a sinistra, è che non si colse l'occasione per rottamare allora una classe dirigente che non era in grado di affrontare un mondo nuovo, nata e cresciuta nel funzionariato, incapace di creatività, e, soprattutto, di capire i cambiamenti della società e di rimodellare un soggetto politico adeguato. Situazione che si è trascinata per 15 anni.
Il disagio che tutti sentino, che Piero definisce (correttamente) come "mancanza di identità", ha le radici lì; in fondo l'unico che in teoria sembrava averlo capito è Veltroni, anche se poi fu incapace di praticarlo.
L'identità non si trova mettendosi attorno a un tavolo a contrattare punti di programma: la si trova capendo cosa sta succedendo nella società nazionale ed internazionale, ed inventando un soggetto politico capace di rappresentarla. Non può farlo la classe dirigente attuale, potrebbero farlo solo persone nuove, per età e per cultura. E questi potrebbero anche metter giù quei 5-10 punti su cui mobilitare l'elettorato.
Come si vede, sono d'accordo con Vittorio: liberarsi di questa classe politica è condizione necessaria per poter procedere, perché costituiscono una zavorra che non può che portar eil paese al disastro; anche indipendentemente dai contenuti e dalle strategie (su cui si può o meno essere d'accordo) che sostengono.

P.. Alle primarie del 2006 votai per Scalfarotto, identificandolo come portatore di quella nuova cultura che mancava a Prodi, pur con tutti i meriti che gli riconoscevo. Prodi fallì, non per colpa di Veltroni o di altro, ma perché quel progetto non poteva stare in piedi. Aspetto ancora che Scalfarotto riprenda in mano il centrosinistra anche se, ahimé, temo che ormai, per la sua storia successiva, sia tardi anche per lui.
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