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D'Alema per i "mestieranti" della politica.

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: D'Alema per i "mestieranti" della politica.

Messaggioda pierodm il 11/03/2009, 14:05

Tutto giusto, condivido praticamente tutto quello che ognuno ha scritto sull'argomento, nella sostanza, a parte i nomi di questo o quello.

Però, in una democrazia teorica - perché ogni volta che si parla di queste faccende, si parla sempre di più di una democrazia che in realtà non esiste nella forma in cui viene immaginata - il ricambio deve avvenire per via spontanea, sia pure ovviamente all'interno di un quadro di regole di carattere generale.
Voglio dire che in questo settore dovrebbe valere un "liberismo di mercato" assai maggiore di quello che avviene o si presuppone in sede economica.

I giovani leoni, che vorrebbero spodestare i vecchi capobranco, devono essere capaci di farlo, e non aspettarsi che sia varato un regolamento che li trasporti comodamente sulle poltrone di comando.
Questo è un lato della politica che si riduce ad una lotta per il potere, e non è lecito scandalizzarsene.
Quello che invece dovrebbe scandalizzare è che "dentro" questo potere, ossia dentro questa ipotetica "voglia" di potere, spesso non c'è altro che il potere stesso, o ben poco di più - solo qualche ideuzza banale e stentata, se va bene.
In una democrazia - non ideale o utopistica, ma appena decente - la lotta per il poetre dovrebbe essere decisa da cittadini in grado di giudicare e di sconfessare quelli che sono portatori del nulla, o vogliono il potere per il potere in se stesso.
Questo implica che i cittadini siano mediamente capaci di fare questo genere di analisi, e siano messi in grado di conoscere e valutare i concorrenti: il che non è, o non è in misura mediamente sufficiente.
Tutto questo, secondo meccanismi in qualche modo "normali".

Tuttavia, si possono creare, in certe condizioni, meccanismi anomali o alternativi.
Per esempio, l'abbandono da parte dei cittadini, secondo lo schema tratteggiato da quell'articolo sulla Repubblica, se non ricordo male di Diamanti.
Nella generale confusione, e nel blocco dei meccanismi di ricambio, di conoscenza e di giudizio, non funziona tanto il voto come arma di scelta, quanto il non-voto come extrema ratio.
Una pessima cosa, se vista da un lato. Un segno di qualche residua vitalità, se visto dall'altro - se il non-voto ha il senso di una scelta e di una richiesta, sia pure anomala.

I giovani leoni, a questo punto, dovrebbero essere in grado di capire nel modo migliore il senso del non-voto.
Ma dove sono questi giovani leoni? Siamo sicuri che ce ne siano, e che siano davvero diversi da quelli vecchi? E diversi in che cosa: per il solo linguaggio, o anche per le idee, e quali idee, idee solo organizzative o anche politiche?
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Re: D'Alema per i "mestieranti" della politica.

Messaggioda pianogrande il 11/03/2009, 14:13

ranvit ha scritto:.


Caro pianogrande, ti sembrerà strano e contraddittorio, ma anche io condivido....in parte ....quello che dici.

Ma il punto è che quando un politico ha avuto l'opportunità di stare per un certo tempo nei posti di comando, una volta "abbattuto" deve farsi da parte!
L'esempio piu' alto è quello del Presidente Usa che dopo due mandati deve togliersi dai coglioni perchè quello che sapeva e poteva fare, l'ha fatto!

Prendi D'Alema, ha fatto il Premier ....ti ricordi qualcosa di cio' che ha realizzato? Io nulla!
Poi ha fatto il ministro.......... mo' basta! Si togliesse dai marroni perchè ormai fa solo danni!

Prendi Bassolino, ha fatto bene il sindaco per una legislatura....poi solo danni! Certo è esperto dei meccanismi della politica....ma la sua capacità di resistenza nei posti di comando fa bene solo a sè stesso non alla comunità (regione Campania).

Di esempi ce ne sono a bizzeffe. Sempre le stesse facce da trent''anni a questa parte. Dicono sempre le stesse cose. Si contorcono sempre nelle stesse manovre....ma l'Italia resta sempre il Paese meno modernizzato tra quelli del mondo avanzato.

Le stesse cose accadono a livello locale. I personaggi sono sempre gli stessi : oggi fai l'assessore o il sindaco, domani l'amministratore di una azienda pubblica, etc.

Non è antipolitica dare del "mestieranti" a questa gente....che ti piaccia o no, è la realtà. Che poi tu non la vedi, non cambia niente!

Vittorio[/quote]

Ma su quello che tu dici, non è che io non veda o non sia daccordo.
Ci mancherebbe che io difenda un indifendibile come Bassolino o una mina vagante come Dalema.
Quello che non condivido è che vengano mandati a casa con una regola che vale per tutti.
La Democrazia deve avere la possibilità di mandarli a casa uno per uno, caso per caso.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: D'Alema per i "mestieranti" della politica.

Messaggioda pinopic1 il 11/03/2009, 14:34

acacenci ha scritto:Boh, mi sembrerebbe una caratteristica della politica, quella di avere bisogno di tenere i cittadini informati su come si sviluppa il dibattito. Come se si mettesse ogni volta a verbale, sui giornali e sulle agenzie, lo sviluppo del dibattito. Del resto non sono mica amici solo per il fatto di essere nello stesso partito, e quindi, da giocatori di squadre diverse su posizioni diverse, chiamano l'attenzione dell'arbitro (i cittadini, la stampa, i commentatori) al fallo commesso da un altro giocatore. E' come se stessero sempre parlando a noi, i cittadini, anche quando apparentemente si rivolgono esclusivamente ad altri politici. Mi sembra ragionevole, visto che siamo noi che poi li votiamo o meno.

Ci dicono di volta in volta "vedete, d'alema qui dice una cosa sbagliata...", insomma a me sembra ragionevole. Anzi, lo dovrebbero fare piu spesso: il problema nel pd in questo anno è stato che hanno deciso tutto al caminetto senza mai informarci di niente. Gli unici che l'hanno fatto sono stati Di Pietro, i referendari, gli ulivisti. Il resto dell'oligarchia del pd ha deciso tutto in silenzio. Il fatto che veltroni sarebbe diventato leader, l'autosufficienza del pd, la rottura dell'unione, le candidature... non c'è mai stato nessun dibattito. Lo sbarramento del 4% alle europee... non dico che questo dibattito ci sia nel centrodestra, ma noi dovremmo essere meglio, e un tempo eravamo meglio.


Nella vita di un partito ci sono anche dei momenti in cui il partito deve apparire compatto, con una sua linea chiara e sostenuto da tutti. Poi, se quella linea risulta sconfitta si apre il dibattito sulla linea e sul gruppo dirigente. E ci sono dei luoghi in cui si definisce se cambiare linea e gruppo dirigente o confermare linea e/o gruppo dirigente. A questo punto il dibattito finisce e si pensa a contrastare gli avversari e a cercare il consenso sulla nuova linea e sul nuovo gruppo dirigente. Fino alla prossima occasione di vittoria o sconfitta.
Inoltre il dibattito retroattivo non serve ad altro se non a rinverdire le divisioni. Veltroni si è dimesso, basta dibattere su Veltroni.
Franceschini adesso va sostenuto e chi non se la sente di sostenerlo dovrebbe astenersi dal dibattere.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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