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Renzi: pronto a guidare il PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda franz il 01/09/2013, 23:05

Renzi: "Disponibile a guidare il partito.
Voglio voto di tutti, non di una corrente"


Il sindaco di Firenze, intervistato da Mentana, alla festa nazionale di Genova, parla della sua candidatura alla segreteria del Pd: "Che ci stia facendo un pensierino non è un mistero. Ma decidono gli elettori". Sul congresso: "Epifani deve convocarlo, va fatto entro il 7 novembre". Sulle correnti: "Ai renziani consiglio un Tso"

ROMA - "Disponibile? Assolutamente sì, ma decidono gli elettori, non io". Se non è l'ufficialità poco ci manca. Matteo Renzi punta alla segreteria del Pd, come dice ad Enrico Mentana, durante l'intervista alla festa nazionale di Genova. Con un'intenzione chiara, però: "Non possiamo ripetere l'errore dell'altra volta di sbagliare un calcio di rigore a porta vuota. Dobbiamo vincere". Perché spiega il sindaco di Firenze: "Di una sinistra che perde le elezioni non so che farmene. Voglio una sinistra che governi l'Italia, non che si compiaccia di essere di sinistra". Tanti i temi toccati da Renzi, nelle quasi due ore di colloquio, prima di concedersi al bagno di folla tra gli stand.

Le regole del congresso. Il primo nodo è quello delle primarie. "Sarebbe importante se prima della fine della festa - sottolinea il sindaco di Firenze -, il segretario del Pd convocasse questa benedetto congresso, che va fatto entro il 7 novembre. Io comunque mi son tenuto libero tutte le domeniche prima...". L'obiettivo è quello della segreteria. "Che io ci stia facendo un pensierino non è un mistero - scherza Renzi -. Il problema è che regole ci saranno, e soprattutto che tipo di idee ci saranno".

Un partito vincente. Al centro del discorso del sindaco di Firenze la necessità per il Pd di essere un partito 'vincente". E qui lancia una delle tante stilettate a Bersani: "Se avessimo pensato un po' di più al lavoro dei giovani - evidenzia Renzi - e meno a smacchiare il giaguaro al governo ci saremmo noi, senza Alfano, Brunetta e Schifani". Non è comunque una recriminazione personale. Con le primarie aperte "sono convinto che avrei perso lo stesso", - ammette il sindaco - ma il Pd "non avrebbe perso le elezioni, perché abbiamo mandato via delle persone" che avrebbero voluto votarci.

Atteggiamento dei 101 immorale. Renzi ha poi ripercorso la travagliata elezione del presidente della Repubblica, partendo dalla candidatura di Franco Marini. "Io non ero un grande elettore, ci sarei andato volentieri, ma non m'hanno eletto. La sua candidatura è nata nel modo peggiore possibile. Ma l'ho detto in modo trasparente". Discorso diverso per Romano Prodi, tradito da 101 voti 'amici'. "Se tu vai alla riunione di gruppo e dici siamo d'accordo e poi non lo voti, questo è un atteggiamento immorale e inqualificabile".

"A renziani consiglio un Tso". Un passaggio è dedicato al tema delle correnti. "Il primo che mi dice di essere renziano gli consiglierei un trattamento sanitario obbligatorio". "Dico no - afferma Renzi - a una politica che si riduce ad un cognome con un suffisso". "La corrente non può esistere più - attacca il sindaco -, non voglio il voto di gente che vuole diventare renziana. Voglio il voto di uomini e donne liberi". Una replica è diretta a Pierluigi Bersani: "Quando il 2 dicembre ho perso le primarie, ho fatto un discorso in cui ho detto: 'Ha vinto Bersani'. Se c'era una corrente di Renzi, avrebbe il 40% dei posti in Parlamento. Ma non è così, non servirebbe a niente. Se ho preso i voti l'altra volta, li ho presi perché avevo le idee".

Una rivoluzione radicale. Nel discorso ampio spazio anche ai temi economici. "L'economia di questo paese è fatta di tante aziende serie, ma anche di realtà imprenditoriali di gente che con percentuali bassissime controlla, per esempio, grandi gruppi editoriali e industriali. Il sistema economico - secondo Renzi - deve essere trasparente. Per questo vanno rottamati anche alcuni personaggi dell'economia, non solo della politica. C'è bisogno di una rivoluzione radicale, no di qualche giro di cacciavite".

Rovesciare sistema delle garanzie. Il malato da curare resta comunque il Pd. "Ci sarà un motivo per cui i non garantiti non ci votano - sottolinea Renzi -. Il problema è che se si smacchia il giaguaro, non si risolvono i problemi dei posti per l'asilo nido. Vanno cambiati gli ammortizzatori sociali. Rovesciando il sistema delle garanzie. Se io ho perdo il posto di lavoro ho diritto a una comunità che mi sostiene".

Governo 'parecchio di necessità'. Una riflessione è dedicata anche al governo. E' "basato su un'alleanza parecchio di necessità, parecchio - sottolinea Renzi". "Con il governo sarò contento quando sarà cancellata la Bossi-Fini perché noi siamo lì per fare le riforme". Una battuta anche sulla questione Imu. "L'unica promessa elettorale di Berlusconi l'abbiamo esaudita noi - rileva il sindaco -. Noi del Pd siamo generosi, ma ora siccome sull'Imu l'hanno vinta loro vogliamo portare proposte serie su semplificazione, giustizia sociale e legge elettorale. Portiamo le nostre idee al governo".

Non parlare più di Berlusconi. Infine la questione Berlusconi. "Io non mi son mosso, è lui che è stato condannato in via definitiva - precisa Renzi -. Continuo a dire che bisogna aver rispetto per chi lo ha votato. Se per vent'anni hanno votato Berlusconi bisogna capire perché l'hanno fatto. Mi hanno preso per matto, ma continuo a dire che va preso il voto dei delusi del centrodestra, ma anche del M5S e se continuerà così del Pd". "Sono garantista - spiega Renzi -, ma in uno Stato di diritto un cittadino viene condannato in via definitiva, se tu contesti questo fatto contesti le istituzioni". Per questo chiede: "Possiamo non parlare più della decadenza di Berlusconi? il Pd deve parlare di altro. Questo - conclude il sindaco - è il Pd che vogliamo fare noi".

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda cardif il 02/09/2013, 13:12

Renzi ha capito che le persone non vanno rottamate.

Aveva scritto: "VENTI MOTIVI DI DIFFERENZA TRA NOI E LORO"
https://www.facebook.com/matteorenziuff ... 1236709915

Se ha capito pure che non va bene spaccare il PD in 'noi' e 'loro' come ha fatto fino a poco tempo fa, creando e sostenendo una posizione 'differente' è un altro passo.

Se chiarisce pure meglio qual è il PD che vuole rifondare, allora forse ci siamo.
Non basta certo dire "voglio un Pd che finisce il proprio mandato non con meno tessere, che rispetto a quando era partito non ha meno consenso ma conquista più voti, che non perde le elezioni. Voglio un Pd capace di restituire respiro” (Festa del PD, Forlì).
Questi mi sembrano pii desideri, per di più un po' vaghi. Escludo che pure Bersani non voleva la vittoria del PD. E Berlusconi non voglia quella del PdL, come è naturale.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda pianogrande il 02/09/2013, 19:06

Comincio a pensare che non ci siano realistiche alternative a Renzi.
Bersani, come è giusto, l'ho mollato.
Sto diventando veramente curioso di vedere Renzi in campo.
Sarà l'ennesimo chiacchierone come ne abbiamo conosciuti tanti nel PD?
Anche secondo me, è ora di andare a vedere il suo gioco.
Tutti gli altri aspiranti (noti) alla leadership li vedo sfiatati, sfocati, deboli.
Renzi, almeno, è vivo.
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda flaviomob il 02/09/2013, 22:56

Fare un TSO? Che brutto linguaggio. Mi ricorda quelli che danno agli altri degli "handicappati", degli autistici o dei pazzi, come se fossero colpevoli della patologia che li affligge. Magari solo perché hanno idee diverse.

Se Renzi ne avesse uno, direi che è una brutta caduta di stile.


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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda franz il 03/09/2013, 8:47

flaviomob ha scritto:Fare un TSO? Che brutto linguaggio. Mi ricorda quelli che danno agli altri degli "handicappati", degli autistici o dei pazzi, come se fossero colpevoli della patologia che li affligge. Magari solo perché hanno idee diverse.

Se Renzi ne avesse uno, direi che è una brutta caduta di stile.

Sono d'accordo, è un bruttissimo termine.
Unica attenuante è che Renzi lo consiglia a chi si dice "renziano".
http://multimedia.quotidiano.net/video/ ... --qn-48020
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda flaviomob il 03/09/2013, 17:57

Sul carro del rottamatore
massimo gramellini

Ammesso che esista, la diversità antropologica della sinistra è un virus che non rischia di intaccare i suoi dirigenti. Un anno fa non ne trovavi uno disposto a prendere un caffè con Renzi, se non per avvelenarglielo. Il sindaco di Firenze era un moccioso, un arrogante, il nipotino prediletto di zio Berluscone. Ora è diventato il fratello bianco di Obama, il cugino toscano di Blair, la reincarnazione di Bob Kennedy e non c’è signore delle tessere democratico o sperduto assessore appenninico che non ostenti il desiderio incomprimibile di applaudirlo, abbracciarlo, incoronarlo segretario del Pd di tutte le galassie.



Renzi, sia detto a suo merito, non è cambiato. Continua a dire le cose che diceva prima, e cioè che se prende il potere li farà fuori tutti: altrimenti loro, dopo Prodi e Veltroni, faranno fuori anche lui. I notabili lo sanno, ma non resistono egualmente alla tentazione, che in Italia è una vocazione, di saltare sul carro del vincitore. E pazienza se si tratta dello stesso carro a cui fino a ieri cercavano di segare le ruote. La loro speranza, una volta saliti a bordo, è di riuscire a mimetizzarsi nella paglia per acchiappare qualche schizzo di gloria e, soprattutto, saltare fuori al momento opportuno armati di pugnale. Gli illusi confidano nel fatto che, prima di essere un obamiano, Renzi è un democristiano. Noi invece confidiamo nella proverbiale cattiveria di Renzi, sicuri che non ci deluderà.

(La Stampa)


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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda pianogrande il 03/09/2013, 23:49

Vabe' Gramellini.
Che all'interno di un partito ci si accodi ad un altro aspirante leader, una volta che quello precedente è scoppiato e si è tolto di mezzo, mi sembra una cosa abbastanza naturale.
Diversamente, il sottoscritto tanto per fare un esempio, una volta bollito e dimesso Bersani, dovrebbe cercarsi un altro partito.
Questo vale anche per i gerarchi vari.
Facciamolo provare Renzi.
Selezionare la squadra sarà suo compito ed anche una prima dimostrazione pratica delle sue dichiarazioni innovatrici, rottamatrici etc. etc.
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda flaviomob il 24/09/2013, 13:31

Condivido e inoltro l'opinione su Matteo Renzi dell'amico Piero Graglia, docente e ricercatore universitario
___ ___
Parto da un presupposto che può non avere molta importanza, ma che va detto: a me Matteo Renzi non piace per nulla, intendo umanamente. Lo trovo leggermente spocchioso, vanitoso, per nulla simpatico. Ma, intendi bene, questo non dovrebbe essere un elemento di valutazione politica. Capita infatti di trovare leader antipatici, eppure efficaci e condivisibili nella loro impostazione politica. Invece, purtroppo, con Matteo Renzi questa cosa, in me, non scatta. La mia critica, quindi, è soprattutto politica; ma ci tenevo a dirti che anche umanamente non lo trovo per nulla gradevole.
Matteo Renzi ha presentato un programma che però non vuole essere un programma. Di fatto si tratta di un insieme di proposte che somigliano molto a un programma; diciamo che si tratta di un manifesto. Il titolo: “Un’altra Italia è già qui: basta farle entrare” è sicuramente interessante. Viene diviso in punti. Al punto 01 viene indicata la priorità di “ritrovare la democrazia”. I punti qualificanti sono l'eliminazione del bicameralismo; una nuova legge elettorale per la scelta diretta dei parlamentari e del governo; l'abolizione dei vitalizi con l'allineamento delle retribuzioni politiche alla media europea. Si passa poi a considerare la situazione dei consigli regionali per “impedire abusi e squilibri”; abolire le province, abolire il finanziamento pubblico dei partiti; promuovere il principio della sussidiarietà nelle scelte amministrative, un principio che è immediatamente riconducibile alle modalità esistenti in unione europea, per decidere il livello amministrativo più efficace. Devo dire che questo primo punto quando l'ho letto, mi è piaciuto. Ma dal punto due, “l'Europa dal basso” (che poi è anche il mio settore) si comincia ad avere qualche dubbio. Si inizia dicendo che l'azione di Monti va nella giusta direzione e qui vado già a dire che non ci siamo. Si parla di legittimità democratica dell'Europa, si parla di un'Europa che è ancora imperfetta e deve essere completata “sulla linea di quello che avevano immaginato i padri fondatori” (ma non si dice che cosa avevano immaginato, e si presume un'unità di visione che invece non c'era), e si parla genericamente della necessità di “più Europa”. Si continua a dire che l'intero processo di costruzione europea deve essere ripensato, e poi ci si concentra sulla crisi finanziaria. Si elogia il fiscal compact, che invece è uno strumento imperfetto e ottuso, e si pensa un sistema di assicurazione reciproca per evitare shock sistemici.
Sfugge del tutto il punto nodale di questa crisi: una crisi che nasce e si rafforza per l'impossibilità di gestire la crisi dei 27 debiti sovrani (17 nel caso dell'eurozona) solo basandosi sulla concertazione, mentre abbiamo una moneta unica. Ciò che si dovrebbe dire con forza in un programma che vuole essere innovativo è che ci vuole un governo europeo dell'economia, unico, non sottoposto i veti incrociati e alle negoziazioni, ma fondato sulla legittimità democratica, su un ruolo nuovo del Parlamento europeo, sul rapporto fiduciario tra commissione europea e Parlamento, sulla fine della divisione dell'Europa in “buoni” e “cattivi”. Non mi basta scrivere che ci vogliono “obiettivi di unificazione politici di lungo periodo”. Voglio che vengano esplicitati, prendendo impegni precisi sulle iniziative che il governo italiano, qualora sia Renzi a guidarlo, vorrà prendere sul piano europeo per trasformare l'unione europea in vera unione politica ed economica e non solo monetaria. Intendiamoci, su questo punto Renzi è già abbastanza audace, ma non disgiunto da una timidezza e dalla contraddittorietà coll'ultimo punto del suo programma che vedremo più tardi. C'è poi molta ingenuità sul paragrafo sette di questo punto due quando si dichiara che “semplificazione dei bandi comunitari e delle procedure di accesso ai fondi comunitari… Per favorire l'accesso alla funzione da parte dei cittadini europei.” Dire una stupidaggine di questo tipo significa non conoscere affatto come funziona la macchina comunitaria, ma allo stesso tempo non significa prendere un impegno per cambiarla.
Al punto tre Matteo Renzi ha preparato una parte ambiziosa: “Le premesse del rilancio” ma non riesce a pensare altro se non a: riduzione del debito tramite dismissioni del patrimonio pubblico; la nascita di un'agenzia unica per la lotta all'evasione fiscale. Questo punto è condivisibile: ma andrebbe anche detto l'entità dell'evasione. Il 24,7% dell'economia italiana non è percepita dal fisco: si tratta di qualcosa come 380-400 miliardi di euro ogni anno. Ciò che serve, dal mio punto di vista, è una politica di recupero dell'evasione con la diminuzione delle aliquote fiscali per i ceti medi e l'aumento delle aliquote fiscali per i ceti più ricchi. Diciamo ciò che sta facendo Obama in America. Invece si parla di riduzione del 10% degli acquisti di beni e servizi per la spesa corrente (il che significa ulteriori tagli); una riduzione del 20 25% dei trasferimenti e degli investimenti alle imprese; una riallocazione produttiva del 50% dei fondi europei, per un possibile risparmio di sette-10miliardi (che cosa voglia dire riallocare produttivamente i fondi europei, che sono concessi sulla base di progetti e non a libera scelta e uso dei paesi membri, lo sa solo Renzi o chi gli ha scritto il programma). Segue poi l’impegno a una riduzione dell'area del pubblico impiego, affermando di volerlo fare senza licenziamenti e senza esuberi, ma con estensione del part-time. E infine un recupero dell'evasione fiscale per 25-30%. Peccato che la base dell'evasione fiscale non sia 120 miliardi ma sia tre volte tanto. Punti in parte condivisibili quindi, ma non chiari dal mio punto di vista, e neppure efficaci. Il punto 4 è sulla scuola, e lì c'è da arrabbiarsi davvero. Ciò che forse non ti ricordi, data la lunga lontananza dal nostro paese, è che il sistema di insegnamento italiano, pur con molti limiti, è fondato sin dalle elementari, sullo stimolo della creatività. Questo vuol dire che si cerca di rispettare le naturali inclinazioni degli studenti, ad ogni livello, e non si propone una scaletta, o una gerarchia di materie: quelle migliori di quelle peggiori, quelle più utili e quelle meno utili. Questo è frutto di una scuola generalista, non fatta per creare professioni o per creare solo ingegneri, o medici, o architetti, bensì per creare persone il più possibile “complete”. Del resto non è una novità che senza la conoscenza umanistica non esisterebbe neppure la conoscenza scientifica più tecnica, la biologia, la fisica, eccetera. Renzi riconosce questa cosa ma poi dice che la scuola deve essere messa in condizione di funzionare in maniera più efficace e si capisce che pensa ai tagli. Beninteso, non pronuncia mai la parola tagli; parla di formazione degli insegnanti, di motivazione di riqualificazione di competenze disciplinari e conoscenza didattico metodologiche, di processi di selezione rigorosi, obiettivi e non discrezionali eccetera. Tutte cose condivisibili ma dette con l'occhio al risparmio. Questo è evidente quando si parla di università. Cito: “mettere a punto un sistema di valutazione delle università e sostenere quelle che producono le ricerche migliori. I dipartimenti universitari che reclutano male devono sapere che riceveranno sempre meno soldi pubblici. Deve essere chiaro che chi recluta ricercatori capaci di farsi apprezzare in campo internazionale ne riceverà di più. È un risultato che si può ottenere usando indicatori quantitativi sulla qualità della ricerca prodotta sul modello dell’ANVUR (che va migliorato) con il parere di esperti internazionali autorevoli e fuori dai giochi. L'obiettivo è avere una comunità scientifica meno provinciale che esporta idee e attrae talenti”. Va detto in questo caso che l’ANVUR (agenzia di valutazione dell’università e della ricerca) è una porcheria, che le ricerche migliori non le può valutare certo un gruppo di burocrati e neppure di politici; e che da sempre le ricerche migliori diventano tali anche a distanza di anni e che è difficile decidere sul momento che una ricerca che può sembrare insignificante è invece destinata al successo a distanza di uno o più lustri. Mi sembra una visione tendenzialmente aziendalista che mira alla “risultato” se non immediato quantomeno vicino. Io non ho nulla in favore del presente sistema universitario, né di quello che mi ha reclutato suo tempo: ho passato 12 anni a fare gavetta provando a fare concorsi nei quali arrivavo regolarmente secondo per un posto solo perché passavano gli amici degli amici. Però credo, di questo sono convinto, che scuola e Università debbano essere un costo, un costo insopprimibile, diciamo pure elevato, dove si valutano i docenti, si scelgono i migliori (e dei tempi di Socrate l'unico modo di scegliere un allievo è il giudizio del maestro), dove non si deve sottostare alle logiche dell'efficienza aziendale. Le ultime cose che uno stato che vuole essere fondato sul welfare e sulla cura dei suoi cittadini vorrebbe tagliare dovrebbero essere la sanità e l’istruzione e la ricerca. Dire che bisogna dare di meno a chi fa meno è sacrosanto, ma è sul punto di chi decide chi fa di meno che Renzi è gravemente carente. Seguire il mantra dell’efficienza aziendale lo trovo non già moderno bensì sciocco.
Si finisce poi sul ruolo che l’Italia deve avere nel mondo, e qui si capisce ad esempio che tutto il punto sull’Europa è in contraddizione: un’Italia presente nel mondo, con azioni diplomatiche e presenza culturale e bla bla. Il genio italiano declinato al XXI millennio. Ma perché non dire che l’Italia e Italia solo se parte di una dinamica europea e che da sola può solo esportare pizza e mafia e mandolini (non a caso ciò per cui devo più spesso incazzarmi qui all’estero)? Perché non dire: l’Italia intende essere paese membro fondatore dell’Europa politica, e intende la sua presenza sulla scena mondiale solo in funzione della sua appartenenza al continente europeo?
Non te la voglio fare molto lunga: a me questo programma non piace perché mischia in maniera confusionaria qualche buona idea con la solita paccottiglia neoliberista di cui abbiamo veramente le scatole piene; chiude infine con accenti larvatamente nazionalisti che fanno solo girare le palle.
Personalmente, pur considerandomi un moderato ho in uggia quelli che fingono di essere progressisti, ma riescono solo essere ancora più conservatori di quanto non sia io. Prendi il caso delle dismissioni dei beni pubblici: la proprietà pubbliche non sono male assoluto, sono ciò ad esempio che garantisce il debito pubblico, dismetterle significa rischiare di non essere più in grado di garantire il proprio debito; l’alternativa è quella di un modello in cui i deboli in fondo devono dimostrare di essere deboli per avere una manciata di aiuti e i forti, grazie alle privatizzazioni, diventano sempre più forti: comprano immobili, comprano proprietà, ingrassano, esportano i loro capitali e se la ridono. In Italia il 90% della ricchezza è detenuta dal 10% della popolazione. Un programma che non dice questo non è, per me, un programma di sinistra. In Italia la gente ricca per far la furba (non c'è nulla di male essere ricchi, c'è molto di male a voler essere i più furbi) non esportano i capitali solo in Svizzera, ma vanno nel Liechtenstein, alle isole Cayman, ad Andorra, in altri paradisi fiscali. Non dire nulla di tutto questo e limitarsi a parlare di accordi con la Svizzera per prelievi forzosi sui conti correnti significa fare in modo solo che i ricchi portino i loro capitali da un’altra parte. Che ne è stata dell’idea di una patrimoniale? Che ne è dell’idea di tassare i beni immobili della chiesa cattolica, vera predatrice? Che ne è dell’idea, quanto mai timida e moderata ma risolutrice, di una revisione dell’anagrafe tributaria e di un controllo, usando le nuove tecnologie, dell’urbanizzazione del territorio? Fossi al governo io mi farei odiare dopo un mese buttando letteralmente giù ogni casa e ogni palazzo abusivo in maniera evidente, rifarei le mappe catastali ferme in alcuni casi al tempo dell’unità d’Italia e rimapperei il territorio usando i satelliti. Ogni cosa fuori posto chiederei conto ai proprietari. Se i proprietari non si trovano, butterei giù. Mi sparerebbero dopo due mesi, ma avrei fatto l’unica cosa fattibile.
Poi, infine, c'è la questione più spinosa, ma che per me è dirimente. Chi è che sta aiutando Renzi? Abbiamo in prima fila Giorgio Gori, il creatore della televisione demenziale in Italia guru dei programmi Mediaset, che ha aiutato Renzi e continua ad aiutarlo tuttora. Basterebbe questo per avere grossi dubbi sul ragazzino prodigio di Firenze. Al Dipartimento di Georgetown dove sto Renzi è venuto in visita tempo fa: se lo ricordano arrivato con un codazzo di una ventina di persone, impegnato a parlare di cose di cui non sapeva assolutamente nulla, un parvenu insomma, che ha usato soldi del comune di Firenze per fare una gita del tutto inutile. Una gita di istruzione dalla quale non è sortito il becco di una iniziativa, di un contatto, di un rapporto che duri tutt’ora.
Mi dispiace solo per i molti ragazzi in gamba che credono in lui e gli stanno dando una mano. Avranno, temo, un brutto risveglio rendendosi conto che hanno dato la mano a uno che non è del tutto sincero, che si porta dietro pezzi del regime berlusconiano, che non è il wonderboy che si crede.
Molti lo elogiano perché si è opposto al partito, rompendone i giochi e facendo scalpore. Ma questo non è un valore politico: rientra nella dialettica di ricomposizione del potere interno a una forza politica, non si configura come un progetto politico, bensì solo come un’operazione di ricollocamento interno.
Ma ripeto, queste sono valutazioni che con la proposta politica c’entrano poco. A me la sua piace poco per i motivi che ti ho detto, e non vedo affatto di buon occhio l’idea che Renzi diventi il leader di una coalizione di centro sinistra che, peraltro, è ancora tutta da costruire. Ma non lo vedo di buon occhio perché si porterebbe dietro proposte e idee comuni con il passato governo prima di Monti, appoggiato da uomini contigui a quella marmaglia di scannagatti e vallette che ci hanno propinato per diciassette anni, e questo non lo sopporto.
Il nostro (mio) paese, è un paese fondamentalmente di destra, codino, conservatore, beghino, retrivo. Capace di grandi slanci, certo, ma anche di meschinerie e ottusità indicibili. L’inverno leghista e il suo fascismo premoderno ne sono la prova. Renzi questa deriva non la combatte, l’asseconda, ne vuole essere l’ala più presentabile, meno ottusa, più sbarazzina. Finisce solo per esserne una caricatura.


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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda pianogrande il 29/09/2013, 11:08

Una domandina che mi preme dentro.
Ma dov'è Renzi in questo momento?
Più che altro, è Fassina che si è esposto.
Renzi è come la giustizia divina?
Arriverà dopo?
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda franz il 29/09/2013, 11:25

Al di là di tutto, sono sempre stato dell'Idea che leadership di governo e del partito di maggiornaza debbano essere distinte ma un argomento mi ha particolarmente colpito.
Il fatto che un Renzi privo dell'appoggio del maggior partito della coalizione possa fare la fine di Prodi.
Quindi è giusto che un Renzi approdi alla dirigenza del PD, metta ordine tra le mille correnti avvelenate (peggio di parenti serpenti) e da li' costruisca un'alternativa seria di governo.
Poi che a certi epigoni della sinistra italica un Renzi non piaccia, come a suo tempo non piaceva un Blair od uno Schröder, non mi meraviglia. Anzi mi conforta.
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