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La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda ranvit il 19/09/2010, 16:53

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... ef=HRER1-1

di EUGENIO SCALFARI

ROMA - Prima (ma necessaria) premessa. A me non piace il politichese. Non mi piace come linguaggio e cerco infatti di tenermene lontano; ma non mi piace neppure come argomento anche perché - ne sono certo - non piace neppure ai nostri lettori. Voglio rubare a Franco Marcoaldi le parole con le quali chiude il suo spettacolo "Sconcerto" che ha avuto all'Auditorium di Roma tre serate di grande successo: "Le cose sono quello che sono. Un'arancia è un'arancia. Una casa è una casa. La pioggia che cade è la pioggia che cade". Ecco. Ai nostri lettori piace questo linguaggio ed anche a me.

Seconda premessa. La comparsata di Berlusconi alla cena che ha concluso il vertice di Bruxelles tra i capi di governo dell'Unione europea è stata semplicemente scandalosa. Si parlava dei "rom", alias zingari. Sarkozy li sta cacciando dalla Francia ancorché - come lui stesso ha detto - metà di loro siano cittadini francesi. La Commissione europea è contraria ad una politica che colpisce un'etnia anziché singoli responsabili di eventuali reati. Il nostro premier gli ha fatto eco per ingraziarsi la Lega. La Francia, due secoli e mezzo fa, esportò in Europa e nel mondo lo slogan "fraternità" insieme a quelli di libertà ed eguaglianza. Sarkozy si è messo sotto i piedi la fraternità e Berlusconi ha fatto altrettanto e in più si sta mettendo sotto i piedi anche gli altri due principi che hanno costituito il fondamento della modernità liberal-democratica. Questo modo di comportarsi di chi rappresenta il nostro Paese mi fa vergognare d'essere italiano.

Terza premessa. Il governo italiano, il ministro dell'Economia, le principali agenzie economiche internazionali hanno pochi giorni fa diffuso informazioni secondo le quali il peggio della crisi economica era ormai alle spalle. La Confindustria ha fatto eco. I vari indici economici, a cominciare dal Pil dei vari paesi, sono stati corretti al rialzo. Ma tre giorni fa la Banca d'Italia ci ha informato che il debito pubblico ha raggiunto nuove vette mentre le entrate tributarie registrano una netta diminuzione rispetto all'anno precedente. La Confindustria dal canto suo ha comunicato che la produzione industriale è ai minimi storici, l'evasione fiscale è salita ai massimi e nei prossimi mesi saranno distrutti altri trentamila posti di lavoro nell'industria manifatturiera. Per conseguenza i principali indici economici sono stati rivisti al ribasso. Questi Soloni dicono a distanza di pochi giorni o di poche ore una cosa e il suo contrario. Trovo vergognosi questi comportamenti. Lo ripeto: un'arancia è un'arancia e la pioggia che cade è la pioggia che cade.

Fatte queste premesse, oggi è d'obbligo che mi occupi di quanto sta accadendo nel Partito democratico e nel vasto arco della pubblica opinione orientata a sinistra e comunque all'opposizione nei confronti dell'anomalia berlusconiana. Nel centrodestra è in corso una crisi devastante e tutt'altro che conclusa. Sono in corso manovre da calcio mercato di deputati e senatori comprati e venduti, di mini-ribaltoni consumati sotto gli occhi di tutti. Ci potrebbero persino essere estremi di reato per voto di scambio. Ma la sinistra non trae finora alcun beneficio dal marasma della maggioranza. Perché? Questo è il mio tema di oggi. Domenica prossima, se non accadranno sconquassi peggiori, vorrei esaminare il tema dell'amore e della sua storia. Spero proprio di poterlo fare.

* * *

I sondaggi, per quel che valgono, danno nelle intenzioni di voto il Pdl leggermente sotto al 30 per cento, la Lega tra l'11 e il 12, il Pd tra il 25 e il 26, Di Pietro al 5, Vendola al 5, Casini tra il 5 e il 6, Fini al 7. La platea di chi non ha ancora deciso al 30 per cento, quelli che comunque non voteranno, al 20. Perciò le intenzioni di voto sopra indicate riguardano la metà del corpo elettorale. I valori reali di quei numeri vanno dunque ridotti della metà, il che significa che il partito di Berlusconi rappresenta oggi il 15 per cento del corpo elettorale e il Partito democratico il 13. Un'arancia è un'arancia.

Finora il Pd non ha tratto alcun beneficio quantitativo dalla crisi del centrodestra, ma neanche Di Pietro e - a guardar bene - neanche la Lega. Il deflusso dal Pdl è andato in buona parte a Fini e in altra parte all'area delle astensioni e o a quella di chi non ha ancora deciso se votare e per chi. Il Pd non ha "appeal" (stavo per scrivere "sex appeal") Bersani da qualche tempo è più incisivo, ma ha ancora un'aria da buon padre di famiglia, di buonsenso, ma non certo da trascinatore. Bersani non fa sognare. Non è il suo genere e credo che non gli piaccia. Shakespeare dice nella "Tempesta" che la nostra vita è fatta della stessa stoffa di cui son fatti i sogni. Beh, Pierluigi Bersani non è fatto di quella stoffa. Berlusconi - incredibile a dirsi - invece sì. Solo che, come capita a tutti i ciarlatani, spesso la stoffa dei suoi sogni si strappa come il cerone che si mette in faccia e dagli strappi si vedono le vergogne. Questa comunque è la situazione.

* * *

Quello che con un po' di enfasi possiamo chiamare il popolo di sinistra si divide in due diverse tipologie: chi vuole sognare e chi vorrebbe progetti concreti su temi concreti che interessano la vita di tutti.
I temi concreti, più o meno, coincidono con quelli sui quali Berlusconi il prossimo 28 settembre chiederà la fiducia alla Camera: la riforma fiscale, la giustizia, il federalismo, il Mezzogiorno, la sicurezza. I finiani li voteranno perché, allo stato dei fatti, sono soltanto titoli di cinque temi tutti da svolgere. Lo svolgimento e il consenso sullo svolgimento si vedranno dopo.

Quegli stessi temi interessano anche il popolo di sinistra e i partiti che in qualche modo vogliono rappresentarlo. Specialmente i riformisti del Pd. I quali dovrebbero nel frattempo produrre il loro proprio svolgimento di quei temi. Finora questo svolgimento non c'è stato oppure è stato parziale e generico.
Ma il popolo di sinistra e i partiti hanno anche altri temi non meno importanti: l'occupazione, le tasse sul lavoro e sulle imprese, la crescita dell'economia e dei consumi, la lotta all'evasione, la diminuzione delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito e dei patrimoni. Ed anche il conflitto di interessi e la legge elettorale per sostituire il vergognoso "porcellum" escogitato tre anni fa da quel sinistro burlone di Calderoli.

Come si vede, di carne da mettere al fuoco ce ne sarebbe in abbondanza, ma finora i cuochi si sono occupati d'altro. Non si sa bene di che cosa. E poi c'è quella parte di popolo che vuole sognare. Va detto per la precisione che spesso il desiderio di programmi concreti e di sogni alberga nella stessa persona. Per soddisfare quest'intreccio che anima l'intero corpo elettorale in tutti i paesi liberi e democratici ci vogliono leader carismatici. Carismatici sì, ma anche capaci di governare. Non dico governare nel senso ristretto dei ministeri, ma governare organizzazioni complesse, grandi enti territoriali, processi di forze umane in movimento.
Non sempre le persone che hanno carisma hanno familiarità con strutture complesse da governare e, viceversa, non sempre anzi quasi mai persone capaci di governare possiedono carisma. Per di più il cosiddetto popolo della sinistra considera i volti dei leader di partito come nomenklature spremute e non più utilizzabili. Non tutti ragionano in questo modo, ma molti sì. Il corto circuito di questo modo di sentire è un'ipotesi e un pericolo che va segnalato e analizzato con grande attenzione.

* * *

Chi può provocare il corto circuito è Nichi Vendola. In misura molto minore Grillo. In misura minima, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Sfasciacarrozze per carattere e/o per convenienza. C'è chi ama gli sfasciacarrozze, ma per fortuna sono pochi. Il popolo di un paese, anche un po' sballato, è più serio e più intelligente di quanto si pensi. Se è furbo e un po' malandrino come molti sono, ha sempre una goccia di saggezza nei momenti di svolta e questo è uno di quelli.

Ma Vendola è un'altra cosa e il discorso su di lui va affrontato diversamente. Ha carisma, non c'è dubbio. Il suo strumento è la parola, l'affabulazione, il suo racconto della situazione. Vendola racconta benissimo la situazione. Chi cerca il sogno, nelle sue parole lo trova. Sa governare? Non c'è prova, né pro né contro. Solo questo: la maggioranza dei pugliesi, anche molti che non amano la sinistra lo hanno votato. Come amministratore non lo approvano un granché e la situazione della sanità in Puglia non gioca certo a suo favore.

Ce lo vedo poco un Vendola a Palazzo Chigi alle prese con i capi di governo stranieri, con le banche, con gli imprenditori, con Marchionne. Comunque non è questo il punto. Il punto è che Vendola vuole fare a pezzi il Pd e tutti i partiti e con i frammenti sparsi sul terreno costruire intorno a lui la sinistra italiana. La sinistra, non il riformismo. Il suo obiettivo non è di battere Berlusconi. Avere Vendola come avversario per Berlusconi sarebbe una carta vincente. Lui lo sa ma non è questo che lo interessa. Vuole costruire la sinistra. Vuole fare le primarie, ma dove e contro chi? Per fare le primarie di coalizione dovrebbe prima costruire un'alleanza con il Pd, ma non ci pensa neppure. Le primarie le farà con se stesso o comunque alle sue condizioni.

Esercita notevole attrazione sul popolo di sinistra, stufo delle nomenklature e qui sta il corto circuito. Vendola può costruire una nuova sinistra intorno a sé che starà però per vent'anni all'opposizione sfrangiandosi un anno dopo l'altro. Oppure Vendola dovrebbe fare un programma e una squadra capace di governare. Ma non pare sia questa la sua strada, ragione per cui il corto circuito è possibile e sarebbe una iattura. Lo scrivo con molta simpatia per il governatore della Puglia che in Puglia ha vinto, ricordiamocelo, perché la Poli Bortone ottenne l'8 per cento dei voti e non li portò a Fitto ma se li tenne ben stretti.

* * *

Ora sulla scena del Partito democratico, già notevolmente affollata, è ritornato anche Veltroni con un suo documento-proposta che è stato firmato da 75 deputati, circa un quarto dei parlamentari del Pd.
Non è un documento di rottura anche se giornali e televisioni (con l'eccezione di Mentana e nostra) si sono precipitati a dipingerlo come tale. Per il complesso del circo mediatico infatti l'equilibrio è fatto non tanto di verità ma di equidistanza e quindi niente di meglio che affiancare allo sfaldamento del centrodestra l'analogo sfaldamento del centrosinistra. Questo sfaldamento minaccia di esserci e ne ho indicato prima alcune ragioni e alcune rilevanti personalità che puntano in quella direzione, ma non mi pare che il rientro di Veltroni ne sia la causa.

L'ex segretario e in qualche modo fondatore al Lingotto del Pd è partito dalla constatazione dello scarso "appeal" del suo partito e dalla necessità di riportare in linea i tanti che se ne sono allontanati. Le intenzioni sono buone se contenute in questi limiti. Purtroppo per il Pd, Veltroni non è un uomo nuovo e soffre quindi del logoramento di tutta la classe politica italiana. Sarà pure un errore discriminare i politici con questo semplicissimo criterio del nuovismo, un errore di incultura e di semplicismo, ma è un dato di fatto come attesta l'area dell'indifferenza e dell'assenteismo che i sondaggi hanno quantificato. Proprio perché se ne rende conto Veltroni parla di un "papa straniero" come fu a suo tempo Romano Prodi, che guidi il riformismo di centrosinistra mettendo insieme il carisma del leader e le capacità di governo che la politica richiede.

Sarà difficile trovarlo un "federatore" che corrisponda all'identikit, ma questa è la scommessa per vincere questo durissimo scontro in difesa della democrazia, della libertà, dell'eguaglianza e della fraternità, offese e ferite.
(19 settembre 2010)
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda ranvit il 19/09/2010, 17:00

Questa volta condivido tutto....ma proprio tutto!
Vittorio

Ps Manca solo un accenno alla scandalosa "paga" dei politici che, secondo me, è una delle ragioni sottovalutate del crescente disamore degli italiani verso la politica. Soprattutto a sinistra...
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda franz il 19/09/2010, 17:24

ranvit ha scritto:Questa volta condivido tutto....ma proprio tutto!
Vittorio.

Condivido molte cose, con una precisazione:
"Quello che con un po' di enfasi possiamo chiamare il popolo di sinistra si divide in due diverse tipologie: chi vuole sognare e chi vorrebbe progetti concreti su temi concreti che interessano la vita di tutti."

No, questo vale per tutto il corpo elettorale. Tutti gli italiani sono divisibili nelle due categorie.
E va detto che se un'arancia è un'arancia, il "popolo di sinistra" invece è una cosa molto piu' impalpabile e metafisica.
L'idea veltroniana del "papa nero", che faccia da punto di attrazione per tutti e non solo per il fantomatico popolo della sinistra, è assolutamente condivisibile. Il problema è trovarlo. E' fare in modo che riesca ad emergere malgrado il fatto che chi è ora sulle poltrone, difficilmente le lascerà.

Deve essere noto ma fuori dai giochi.
E se entra nei giochi deve essere abbastanza potente da non essere defenestrato in pochi mesi.

Mi sembra difficile ma è una buona idea. Strano che Scalfari non abbia approfondito questa idea.

Franz
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda ranvit il 19/09/2010, 18:10

Sarà difficile trovarlo un "federatore" che corrisponda all'identikit, ma questa è la scommessa per vincere questo durissimo scontro in difesa della democrazia, della libertà, dell'eguaglianza e della fraternità, offese e ferite.


L'ha approfondita eccome! Sarà difficile.....io direi "uno su mille".

Il centrodestra se la gioca da sola la partita...in attesa che il ns attuale gruppo dirigente sparisca.

Speriamo almeno che la vinca un centrodestra "europeo".

Vittorio
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda ranvit il 20/09/2010, 9:41

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... ef=HREC1-1

LA LETTERA
Veltroni: "Basta parlare di nomi non sono io il Papa straniero"
di WALTER VELTRONI
Caro Direttore, ho letto in un articolo del suo giornale che, secondo i soliti anonimi bene informati (sicuramente esistenti), in realtà il documento firmato da 75 parlamentari del Pd altro non sarebbe che un mio diabolico disegno per diventare il cosiddetto "Papa straniero" che il suo giornale ha indicato come possibilità per dare più forza al centrosinistra e del quale hanno parlato diversi dirigenti del Pd.

Io stesso vi ho fatto riferimento, a Repubblica tv, sostenendo, come Anna Finocchiaro, che non si debba escludere, in caso di elezioni anticipate, di scegliere, come fu nel '96, una persona della società civile che possa aggiungere apertura e consenso al centrosinistra. Tutto qui. Aggiungo che penso dovremmo smetterla tutti di parlare solo di nomi e di persone, tutte con le loro legittime aspirazioni, visto che Berlusconi è ancora lì e che il rischio peggiore per il paese è che ci resti, coltivando, con l'arroganza della debolezza, i suoi progetti di sfarinamento di una autentica vita democratica. Il primo obiettivo è, per tutti, farlo dimettere al più presto. Ma il secondo è costruire una credibile alleanza riformista, che cambi radicalmente questo paese malato. Questo è il senso del documento che nasce dalla preoccupazione - e dalla constatazione - che, all'auspicato tramonto del berlusconismo non corrisponda l'alba, come sarebbe naturale in tutti i paese europei, di un nuovo ciclo, questa volta davvero riformista. Un tempo inedito per l'Italia, in cui si possa spezzare la continuità gattopardesca della sua storia politica, e sfidare tutti i conservatorismi per introdurre innovazione , cultura delle opportunità e spirito di solidarietà in questo sfibrato paese.

Ma no, queste sono balle. Avremmo fatto tutto questo perché io vorrei essere il "Papa straniero". Chi spiffera queste fesserie applica agli altri il proprio modo di ragionare. Voglio essere chiaro. Sono oggi uno dei pochi dirigenti del Pd che non ha incarichi. Non li ho chiesti, non mi sono stati proposti. Ho solo domandato di andare, come semplice componente, nella commissione antimafia per fare un lavoro difficile, bello, esposto. E spero di aver dato insieme agli altri, in questi mesi, un certo contributo a far tornare il tema della legalità, legato anche alla indispensabile ricerca della verità sulle stragi e sui misteri italiani , in cima all'agenda del centrosinistra.

Ci sono già abbastanza candidati per primarie non fissate, in vista di elezioni non convocate. Io non sarò tra questi, anche per i motivi indicati con chiarezza da Eugenio Scalfari nel suo bell'editoriale di domenica. E credo che chi si riferisce al "papa straniero" come possibilità pensi ad una personalità proveniente dalla società civile. Io sono e resto un dirigente del Pd, partito che ho contribuito a fondare. Dunque smettiamola di parlare di nomi. In questo il centro destra è molto più resistente di noi. Perde elezioni, litiga, si divide. Ma chi sono i leaders di questo schieramento? Gli stessi del '94: Berlusconi, Fini, Bossi, e , nella sua nuova posizione, Casini. Noi, moderni Ugolino, ne abbiamo divorati a decine, a cominciare dalla sciagurata interruzione della più bella esperienza riformista Italiana, il primo governo Prodi. Per questo, io che non ho votato Bersani, lo riconosco come leader del mio partito e nel documento, solo ad avere la pazienza di leggerlo, non c'è una parola che metta in discussione la leadership o invochi congressi. C'era una frase che poteva apparire sgradevole, è stata tolta.

Dunque smettiamola di mettere in giro veleni inutili e abituiamoci all'idea che ci sia chi vuole solo discutere di una oggettiva difficoltà non dopo le elezioni, per sacrificare poi un altro agnello, ma prima. Perché se è vero che in questa fase il berlusconismo è in difficoltà, è anche vero che il Pd, in un momento che dovrebbe essere favorevole, è al 24%. Chiedersi perché è un dovere, per chi crede e ama il partito democratico. Enrico Letta dice che c'è turbamento per il documento. Io ho visto anche molto turbamento per le reazioni al documento. E comunque ne avevo percepito molto, di smarrimento, nel vedere i dirigenti del Partito proporre per tutta l'estate ogni tipo di alleanza, in una escalation figlia di incertezza. Il governo Tremonti, l'alleanza con Fini, che ha correttamente ribadito le sue origini in Almirante, Il rapporto preferenziale con Casini, che mi pare coltivi legittimamente altri progetti, una santa alleanza da tutti gli interlocutori esclusa. Io mi sono attestato sulla linea che avevamo deciso nell'unica riunione tenuta: se cade Berlusconi un governo di emergenza per affrontare crisi sociale e legge elettorale. Anche questa girandola di posizioni e il concentrarsi solo sulla tattica fa smarrire i nostri militanti e i nostri elettori. Perché mostra una sfiducia in un Pd grande, aperto, che possa essere il perno di una alleanza riformista.
C'è un'altra osservazione che mi viene fatta. Quella secondo la quale i settantacinque parlamentari, molti di più dei venti previsti dai soliti spifferatori, avrebbero fatto un "regalo a Berlusconi" scrivendo il documento. Sono sincero. Questa equazione ha una matrice, non rassicurante, che giunge da troppo lontano.

Discutere non è dividersi, mai. Solo Berlusconi ha l'idea che un partito sia una caserma di sua proprietà. Noi no. Noi siamo e dobbiamo essere una grande macchina democratica. E dobbiamo trasformare i malumori in sereno confronto e poi in energia unitaria. Il regalo all'"avversario di classe" rischia di essere un Pd che non riesca a esprimere fino in fondo la carica di disagio e l'ansia di cambiamento. Non dieci cartelle cortesi e unitarie ma un problema che tutti dobbiamo affrontare insieme, collaborando con il segretario, che è segretario di tutti noi. E cercando di nuovo di aprirsi a quel "movimento" della società che fu "Il popolo delle primarie".
Proviamo a sperimentare, è la mia risposta positiva all'invito di Letta che immagino impegni anche il gruppo dirigente, il modello più discussione, più unità. Mi chiedo, se il gruppo dirigente avesse reagito al documento dicendo "E' un contributo, discutiamone", se questo non sarebbe stato più utile a evitare una drammatizzazione e toni francamente inaccettabili. Mi si permetta solo di dire che nella mia esperienza di segretario del Pd ho fatto i conti, all'interno del partito, con cose più difficili di un corretto documento di parlamentari. Nacquero legittimamente associazioni politiche di deputati e senatori, con tanto di iscrizioni, televisioni, convegni pubblici su temi di attualità. E in piena campagna elettorale per la Sardegna, in uno scontro durissimo con Berlusconi, uscirono interviste e posizioni di dirigenti contro la linea e la leadership. Io non dissi che era un "regalo a Berlusconi" e anzi, dopo la sconfitta, mi dimisi caricandomi, può immaginare con quale dolore, tutte le responsabilità sulle mie spalle.

Discutiamo e stiamo uniti. E' questo il mio impegno. E la proposta di una iniziativa di tutti i dirigenti del Pd contro la ferita democratica della compravendita dei voti di Berlusconi va in questa direzione. Nella mia vita politica ho sempre cercato di unire. E non cambio.
(20 settembre 2010)
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda pierodm il 21/09/2010, 13:03

a cominciare dalla sciagurata interruzione della più bella esperienza riformista Italiana, il primo governo Prodi

Se quel governo è un ideale, il riformismo veltroniano sta messo male.

E dobbiamo trasformare i malumori in sereno confronto e poi in energia unitaria


La lettera di Veltroni tutto sembra meno che serena.

Se il buon Walter ha dei conti da regolare, lo faccia in privato, senza alimentare discussioni inutili su non si sa bene quali progetti e quali "riforme".
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda franz il 21/09/2010, 14:18

pierodm ha scritto:a cominciare dalla sciagurata interruzione della più bella esperienza riformista Italiana, il primo governo Prodi

Se quel governo è un ideale, il riformismo veltroniano sta messo male.

Piero, se l'italiano (quella cosa che ha verbi, soggetti, articoli, complementi oggetto e di termine, avverbi, aggettivi) ha un senso il povero Walter non ha detto che quello è stato un governo ideale oppure il governo ideale ma solo che è stata la più bella esperienza riformista Italiana. Se tu noi sei d'accordo, legittimamente, potresti illuminarci su quella che sarebbe stata, secondo te, la più bella esperienza riformista Italiana. Poi ci confrontiamo. Legittimo avere opinioni diverse ma se contestiamo i discorsi altrui, partiamo da quello che è stato detto.
Questo senza nulla togliere o aggiungere a Veltroni, criticabilissimo per tantissime cose (tra cui aver interrotto la seconda esperienza riformista italiana ....).
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda pierodm il 21/09/2010, 17:46

Il povero Walter ha detto che, per lui, quella di Prodi è stata la più bella eseprienza riformista italiana: io liberamente attribuisco a questo concetto il significato che ho citato, ossia che per Veltroni quell'esperienza è stata la migliore, ossia ottima, ossia "ideale", nels enso che meglio non ce n'è.
Hai capito, adesso?

Quanto al fatto che, secondo te, sarebbe meglio che io dicessi la mia su quale sia stata la migliore esperienza riformista italiana, faccio presente che una discussione non è un sondaggio di opinioni, nel quale -dato un tema - ognuno mette una crocetta su una casella.
Se la tua curiosità fosse, comunque, quella di indovinare quale sia l'esperienza riformista da me preferita, potresti esercitarti nel cogliere appunto significati, anche a rischio di sbagliare beninteso: per esempio, il mio silenzio in merito potrebbe significare che non vedo speciali esperienze riformiste italiane degne di citazione.
Tutto ciò ammesso che l'oggetto del discorso fosse l'esperienza riformista, cosa che non è.
L'oggetto era Veltroni, e il suo intervento.
pierodm
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda franz il 21/09/2010, 20:01

pierodm ha scritto:Il povero Walter ha detto che, per lui, quella di Prodi è stata la più bella eseprienza riformista italiana: io liberamente attribuisco a questo concetto il significato che ho citato, ossia che per Veltroni quell'esperienza è stata la migliore, ossia ottima, ossia "ideale", nels enso che meglio non ce n'è.
Hai capito, adesso?

Chiarissimo. Trasformi un superlativo relativo (la piu' bella esperienza riformista italiana ) in un superlativo assoluto (non esiste confronto, è il meglio che c'è, ottimo). Sono competenze linguistiche da quarta o quinta elementare e ovviamente alla base della normale comprensione del liguaggio. Ci credo che fai fatica a comprendere, pur rileggendo 4 volte, cio' che scrivo. :o fai pure fatica con frasi che si usano nelle prove di verifica alle elementari.
pierodm ha scritto:Quanto al fatto che, secondo te, sarebbe meglio che io dicessi la mia su quale sia stata la migliore esperienza riformista italiana, faccio presente che una discussione non è un sondaggio di opinioni, nel quale -dato un tema - ognuno mette una crocetta su una casella.

Nessun problema. Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Chi non vede speciali esperienze riformiste italiane degne di citazione pero' potrebbe avere problemi di vista (soggettivi) e come tale poco affidabile nel criticare oggettivamente cio' che vedono gli altri.
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Re: La sinistra divisa tra realisti e sognatori

Messaggioda flaviomob il 22/09/2010, 0:51

Beh Franz, oggettivamente non c'è paragone tra il Prodino caldo in doppia portata (con tutto il bene che gli voglio ;) ) e la prospettiva riformista dei primi governi di centrosinistra nel dopoguerra (ovvero quando il PSI entrò nelle maggioranze di governo: edilizia popolare, statuto dei lavoratori, sanità pubblica, politiche sociali, fino alla riforma del diritto di famiglia nel '75 - credo - prima la moglie era una specie di 'proprietà privata' - ah! le privatizzazioni di una volta! - del marito...). Se poi Veltroni voleva dire che Prodi ha espresso il massimo :?: riformismo possibile per questa epoca storica (il ventennio berlusconiano)... beh forse potrei mestamente condividere forse no... ma non lo ha detto :) :mrgreen:


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