La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il Congresso PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il Congresso PD

Messaggioda Loredana Poncini il 09/07/2009, 7:18

Il Congresso eleggerà anche il Presidente del PD ? :roll:
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Il Congresso PD

Messaggioda Loredana Poncini il 14/07/2009, 8:15

Evidentemente il PD di presidente ne ha avuto uno solo : Romano Prodi, ed il Congresso PD sarà in ben altre faccende affacendato per occuparsi della presidenza che non c'è.
P.s. Leggo dal dizionario ( Palazzi) :
"PRESIDENTE : "chi presiede, chi è a capo di un'assemblea, di una magistratura, di un consiglio, di una società ".
E' assodato: non c'è scritto:" ...(presidente ) di un partito "!... :lol:
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Riflessioni e proposte per i candidati alla segreteria PD

Messaggioda Sandra Zampa il 14/07/2009, 15:54

Cara/o Amica/o,
desidero farti avere la lettera e il documento inviati ai Candidati alla Segretaria Nazionale del PD da Arturo Parisi come contributo al dibattito congressuale.
Ho partecipato alla riflessione contenuta nel documento e ne condivido lo spirito e la lettera.
Con i più cari saluti

Sandra Zampa


Ai candidati alla Segreteria Nazionale del Pd
di Arturo Parisi, 11 Luglio 2009
Roma, 11 luglio 2009

La presente é per inviarti un documento contenente alcune riflessioni e proposte avanzate in vista dell’avvio del percorso congressuale che si va in questi giorni aprendo.

Te lo invio in riferimento all’intenzione da te pubblicamente anticipata, anche se non ancora compiutamente formalizzata, di candidarti alla guida del Partito Democratico come segretario nazionale.

Come potrai rilevare il documento auspica il rispetto di alcune precondizioni al fine di consentire al partito di trarre la massima utilitá dal passaggio che ci attende attraverso il rafforzamento della natura politica del confronto che ci attende, e il contenimento del rischio che la scelta alla quale siamo chiamati sia troppo segnata da contrasti personalistici.

Il documento é stato da me predisposto con l’aiuto di alcuni amici parlamentari e in particolare di Mario Barbi, Antonio La Forgia, Fausto Recchia, Albertina Soliani e Sandra Zampa, che assieme a me si sono fatti carico di interpretare le attese e le preoccupazioni di un piú largo gruppo di democratici che, nel corso degli ultimi quindici anni, hanno condiviso con noi esperienze e scelte.

Ti sono grato per l’attenzione che vorrai dedicargli, e per le risposte che riterrai di dare alle questioni che in esso vengono sollevate. Nello stesso tempo voglio manifestarti la piú ampia disponibilitá ad un incontro diretto che consenta di mettere in comune le rispettive riflessioni ed illustrare le corrispondenti scelte.

Ti saluto intanto con la piú viva amicizia

Arturo Parisi


Un partito aperto per difendere la sovranità dei cittadini
Precondizioni per una scelta

11 Luglio 2009


Il contesto nel quale il percorso congressuale del Partito Democratico prende il via, reso drammatico dalla crisi internazionale, ci ricorda che molte sono le questioni che attendono una risposta. Innanzitutto una proposta che si faccia carico dei problemi di lungo termine che sfidano il nostro Paese.

Di questa proposta noi sappiamo al momento due cose. La prima é che se i problemi a noi di fronte sono di lungo termine, di lungo termine deve essere la risposta: un progetto per il cambiamento della società non un semplice programma di governo di legislatura e meno che mai un insieme di singoli atti di governo. L’Italia è immersa in una notte profonda: le sue strutture sociali, economiche e istituzionali sono logorate. Il Paese è demoralizzato, il senso della sua civiltà è minacciato. Non saranno la speranza di consumare di più, o la maschera grottesca di un premier a trarci da una crisi che ci attraversa e ci supera per dimensione e profondità. La seconda condizione é che questo progetto deve far conto su istituzioni forti perché fortificate dall’esercizio della sovranità dei cittadini attraverso la moltiplicazione e soprattutto la valorizzazione delle occasioni di partecipazione, contrastando l’allontanamento dalla politica e la sfiducia verso le istituzioni che va diffondendosi nella società.

Per questo motivo rispetto ad ogni proposta riteniamo discriminante la difesa dell’assetto bipolare fondato su un sistema maggioritario che dia al cittadino il potere di scegliere il governo del Paese prima delle elezioni sulla base di una proposta programmatica avanzata da una alleanza politica omogenea.

Per questo motivo abbiamo scommesso sulla valorizzazione della forma partito, superando il movimentismo e lo spontaneismo che aveva segnato alcuni passaggi dell’ultimo ventennio, e, tuttavia non su un partito chiuso in sé stesso, ma un partito aperto ai cittadini che rafforzasse la sovranità dei cittadini.

Per questo chiediamo che il Partito democratico sappia rendere vero il suo nome.

Solo un partito può camminare su quel ponte che lega il passato col futuro che é rappresentato dalle istituzioni della Repubblica. Solo un partito può essere canale per la elaborazione di un progetto di lunga durata che vada oltre le legislature e i governanti di turno.

Per questo motivo abbiamo affidato la scelta del nostro futuro agli elettori demandando a loro la più importante delle scelte in un partito: la designazione del segretario politico, e allo stesso tempo una assemblea nazionale che dotata della stessa legittimazione e rappresentatività possa bilanciare il potere del segretario, evitando i rischi di un esercizio del potere isolato.

Questa designazione già anticipata nella esperienza delle primarie che in passato si sono svolte a livello di coalizione e di partito, si prospetta per la prima volta come una scelta vera e non semplicemente come la conferma e la validazione di scelte sostanzialmente già predefinite. Noi sappiamo che le parole e le regole non bastano. La nostra stessa esperienza ci ha insegnato che alle parole e alle regole non onorate dai fatti sarebbe spesso preferibile il silenzio. E tuttavia sappiamo che non ci si mette in viaggio senza una meta definita dalle parole e senza regole che guidino il cammino.

Anche se affidato per ora alle parole riteniamo perciò che la scelta alla quale ci apprestiamo sia un risultato di grande rilievo del quale il partito deve essere orgoglioso. In un tempo in cui il nostro paese patisce un restringimento degli spazi della democrazia fino alla sottrazione ai cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti come ora accade a causa della sciagurata legge lettorale vigente per il parlamento nazionale, affidare direttamente ai cittadini la scelta della guida e del massimo organo nazionale del partito é una scelta che da sola dà testimonianza della radicale diversità della nostra idea di democrazia rispetto a quella che domina il campo a noi avverso. E’ una scelta della quale é orgoglioso in particolare chi ha sperimentato direttamente le difficoltà, gli ostacoli, e le legittime incertezze che hanno segnato il percorso per arrivare fin qua.

Come abbiamo detto, nonostante la scelta diretta da parte dei cittadini, di candidati alla guida di amministrazioni locali e regionali e alla stessa guida di organi di partito sia andata moltiplicandosi, e nonostante a livello nazionale già in passato una larga partecipazione abbia dato prova dell’esistenza di una domanda di politica e di democrazia di gran lunga superiore a quella finora raccolta dagli strumenti tradizionali, questa può essere considerata una prima volta.

Questo capita grazie all’avanzamento rappresentato dalla adozione di uno statuto che interpreta e regolamenta l’orientamento verso una democrazia dei cittadini che il partito democratico ha assunto come tratto qualificante fin dalla sua nascita. Questo é tuttavia possibile anche perché, dopo il primo biennio fondativo pur segnato da contraddizioni e ritardi che abbiamo più volte denunciato, anche grazie alla ridefinizione delle appartenenze partitiche precedenti, la scelta é resa ora possibile dalla esistenza di candidature capaci ognuna di rivolgersi all’intero partito e non più solo ad una parte di esso. Anche questo, lungi dall’essere un approdo scontato, é il risultato prezioso di una serie di fattori oggettivi e soggettivi, tra i quali certamente non ultima la generosità, di chi, alzando la mano in risposta alla domanda di rischio e di responsabilità che é all’origine di ogni candidatura, ci chiedono e ci consentono per la prima volta una scelta.

La stessa possibilità di una scelta rappresenta per molti già da solo un risultato e, ripetiamo, certamente lo é. Tuttavia sarebbe un errore, e certamente una occasione perduta se, trattenuti dalla prudenza nell’avanzare o tentati dal ritorno al passato, la scelta si risolvesse in una scelta tra persone.

Noi riteniamo, infatti, che la scelta tra persone per la guida del partito trovi il suo vero significato solo se essa evoca, consente, e sostiene una scelta tra diverse linee di azione politica. Solo questo assicura la pienezza dell’esercizio della cittadinanza, e allo stesso tempo consente di mettere a frutto il percorso che ci attende nei prossimi mesi. Solo questo consente al partito di definire finalmente, nel rispetto della democrazia, un’identità corrispondente al comune progetto di dare vita ad un partito nuovo in modo nuovo.

Ridotto a scelta tra persone, il confronto, pensato per l’utilità del partito e della Repubblica, si potrebbe tradurre all’opposto in uno scontro tra persone e tra gruppi che lascerebbe alle sue spalle ulteriori macerie dando una idea del partito che ognuno di noi rifiuta. Invece di interpretare questo passaggio come un’occasione di avanzamento, ci potremmo trovare alla fine in una posizione ancora più arretrata di quella di partenza.

Per questo motivo, pur riconoscendo gli aspetti comunque positivi presenti in questo passaggio, pensiamo che lungo questo cammino non possiamo stare fermi. Ancora una volta non progredire equivale ad arretrare.

Diciamo questo guidati dalla convinzione che da sempre abbiamo avuto nella necessità del Pd. Lo diciamo sulla base della esperienza di questi anni in gran parte sprecati. Lo diciamo tuttavia anche allarmati dai primi segnali che dentro il cammino che inizia vanno manifestandosi. Se non si interviene tempestivamente e con decisione, la prospettiva sembra nell’immediato quella di una competizione tra aggregati di spezzoni del passato ognuno diviso dall’altro a partire da vicende particolari, e allo stesso tempo privi di una riconoscibile ragione politica comune declinata al futuro.

Il chi, precede di troppo il perché. Comprensibilmente, anche se non correttamente, l’attenzione finisce per concentrarsi sul chi-sta-con-chi piuttosto che sul che-fare. Anche a causa della legge elettorale che, spogliando gli elettori delle proprie prerogative, ha conferito alle segreterie un potere di nomina, il confronto, invece di orientarsi verso una libera scelta espressa a conclusione di una valutazione, sulla base di un giudizio comparativo di natura politica, tende a configurarsi come il posizionamento all’interno di alleanze precostituite, definite in genere sulla base di appartenenze passate, con la preoccupazione di garantire e proteggere chi contribuisce allavittoria, a prescindere dalla condivisione o meno di una linea politica. Urge mettere al centro del confronto la politica. Non possiamo permetterci di sprecare tre mesi preziosi esaurendoci in un confronto ossessionato dal potere interno che appare estraneo e incomprensibile alle ansie dei cittadini. Ancora più urgente é volgere questo confronto al futuro.

Il riorientamento della nostra attenzione verso il futuro sarà tuttavia possibile solo a partire da un giudizio condiviso sulla nostra passata esperienza di governo attraverso una analisi guidata da uno spirito di verità. La nostra credibilità come partito di governo per il futuro non é infatti compatibile con una superficiale liquidazione della nostra azione passata.

Questo non esclude il riconoscimento del concorso di cause oggettive e di errori soggettivi all’origine del nesso tutt’altro che virtuoso che, con responsabilità di tutti, si stabilì tra costituzione del Pd e esercizio della responsabilità di governo nel quadro di una coalizione già di per sé difficile e complessa.

Per questo motivo, mentre difendiamo nell’interesse degli iscritti e degli elettori, e quindi del partito, il nostro diritto di poter scegliere a ragion veduta, ci permettiamo di rivolgerci a tutti i candidati perché aiutino questa scelta chiedendo se e in che misura condividano alcune convinzioni per noi di fondo, e, nel caso, svolgano dentro lo stesso percorso congressuale la loro azione in coerenza con questa preoccupazione. Queste le condizioni per fare del percorso che ci attende una occasione di crescita:

1) Indirizzare e pensare fin dal primo momento il confronto tra le diverse proposte politiche avanti agli elettori, riconoscendo come protagonisti e primi destinatari della nostra proposta quelli che sono comunque decisori finali: i cittadini, nostri elettori, difendendo e confermando con chiarezza la scelta per il modello di partito aperto attraverso il loro stabile coinvolgimento in elezioni primarie. Solo l’assicurazione che il voto al quale li chiamiamo ad ottobre non sarà l’ultimo può costituire il presupposto di una larga partecipazione. La condizione che la proposta e la candidatura avanzate dispongano tra gli iscritti del sostegno previsto dallo statuto deve essere considerata come la certificazione indispensabile del radicamento della proposta nella esperienza del partito e del sicuro riconoscimento del candidato da parte della comunità dei militanti. Il confronto tra le proposte deve tuttavia rivolgersi e competere per il consenso dei cittadini piuttosto che per l’ultimo tesserato e spesso per l’ultima tessera.

2) Fare di questa occasione un passaggio fondamentale che consenta agli iscritti ed elettori di rimescolarsi a partire dalle diverse idee politiche che legittimamente si contendono il campo, superando così le precedenti provenienze partitiche.

3) Per consentire ai votanti una scelta consapevole, ogni candidato assicuri la riconoscibilità della sua proposta politica, evitando di associare alla sua candidatura una pluralità di proposte, e una pluralità di proponenti, spesso ispirati a linee politiche tra loro disomogenee. Si concentri l’attenzione e il confronto dei cittadini sulla sintesi proposta dal candidato segretario invece di alimentare la competizione e la conta oltre che tra i candidati tra le diverse e contrastanti posizioni dei suoi sostenitori. Si presenti pertanto per ogni candidato una sola lista, e si eviti altresì di riproporre ticket in qualsiasi modalità essi vengano proposti.

4) Rispettare l’autonomia delle regioni. Domande diverse chiedono risposte diverse. I congressi regionali non sono la fase regionale di quello nazionale. Anche se lo statuto prevede la contemporaneità dei congressi regionali con quello nazionale, solo una nitida e coerente contrapposizione di concezioni del partito giustificherebbe la coartazione della autonomia delle singole regioni attraverso il trasferimenti meccanico delle divisioni nazionali in sede regionale.

5) Impegnare il partito attorno all’obiettivo della riforma della legge elettorale assunto come priorità assoluto. Le prossime elezioni politiche non possono avere ancora una volta come risultato un parlamento di nominati.

I punti ora esposti toccano evidentemente solo in parte la gamma di temi che la proposta dei candidati non può non affrontare. La loro natura li propone tuttavia, distintamente e nel loro complesso, come un fondamentale criterio per la valutazione della proposta dei singoli candidati.
Avatar utente
Sandra Zampa
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 61
Iscritto il: 29/05/2008, 15:22
Località: Bologna

Re: Riflessioni e proposte per i candidati alla segreteria PD

Messaggioda franz il 14/07/2009, 18:06

Sandra Zampa ha scritto:Il riorientamento della nostra attenzione verso il futuro sarà tuttavia possibile solo a partire da un giudizio condiviso sulla nostra passata esperienza di governo attraverso una analisi guidata da uno spirito di verità. La nostra credibilità come partito di governo per il futuro non é infatti compatibile con una superficiale liquidazione della nostra azione passata.

Questo non esclude il riconoscimento del concorso di cause oggettive e di errori soggettivi all’origine del nesso tutt’altro che virtuoso che, con responsabilità di tutti, si stabilì tra costituzione del Pd e esercizio della responsabilità di governo nel quadro di una coalizione già di per sé difficile e complessa.

Questo aspetto mi pare cruciale ed è quindi doverosa la richiesta del punto 3
3) Per consentire ai votanti una scelta consapevole, ogni candidato assicuri la riconoscibilità della sua proposta politica, evitando di associare alla sua candidatura una pluralità di proposte, e una pluralità di proponenti, spesso ispirati a linee politiche tra loro disomogenee. Si concentri l’attenzione e il confronto dei cittadini sulla sintesi proposta dal candidato segretario invece di alimentare la competizione e la conta oltre che tra i candidati tra le diverse e contrastanti posizioni dei suoi sostenitori. Si presenti pertanto per ogni candidato una sola lista, e si eviti altresì di riproporre ticket in qualsiasi modalità essi vengano proposti.

Tuttavia non riesco a capire una cosa.
Siamo davanti ad un congresso e sono i congressi nornalmente a stabilire la linea politica di un partito, la strategia.
In quale relazione possiamo mettere la linea del congresso (che spero unica) con le proposte politiche dei candidati?
A parte il fatto che ogni candidato puo' mostrare una particolare sensibilità su certi temi, non comprendo come possano esserci varie proposte politiche dei candidati ed in che relazione si mettano con l'orientamento politico che scaturità dal congresso. Potremmo avere candidati favorevoli o contrari al nucleare, indipendentmente da una posizione del PD su questo tema, ammesso che ci sia?

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il Congresso PD

Messaggioda mario il 14/07/2009, 20:11

Il prossimo segretario del partito democratico, continuando così, sarà Bersani. Lo si capisce dal posizionamento effettuato dai signori delle tessere, che stanno già costituendo le liste dei candidati per la formazione dell’assemblea nazionale.
Che senso hanno 20 liste a favore di Bersani (perché 20 sono i capi tessera con lui alleati), 15 a favore di Franceschini, 10 a favore di Marino ed 1 a favore di Adinolfi ?
Che senso hanno 20 liste a sostegno di Bersani (una contro il nucleare, l’altra per uno stato laico, l’altra per il salario garantito, l’altra contro il conflitto d’interessi, ecc.) espressioni di gruppi non necessariamente omogenei, accomunate unicamente da calcoli di potere ?
Ha ragione Parisi quando parla di una sola lista e di un solo documento politico per ciascun candidato (v.punto 3).
Dobbiamo assolutamente impedire la farsa lasciando libero ingresso a chiunque voglia iscriversi al partito e dando un maggior ruolo alle primarie.
mario
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 160
Iscritto il: 21/06/2008, 13:47

Re: Il Congresso PD

Messaggioda Loredana Poncini il 15/07/2009, 7:57

Concordo con Mario.
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Il Congresso PD

Messaggioda franz il 15/07/2009, 8:35

mario ha scritto:Che senso hanno 20 liste a favore di Bersani (perché 20 sono i capi tessera con lui alleati), 15 a favore di Franceschini, 10 a favore di Marino ed 1 a favore di Adinolfi ?
Che senso hanno 20 liste a sostegno di Bersani (una contro il nucleare, l’altra per uno stato laico, l’altra per il salario garantito, l’altra contro il conflitto d’interessi, ecc.) espressioni di gruppi non necessariamente omogenei, accomunate unicamente da calcoli di potere ?

Per curiosità, è possibile avere i nomi di questi 46 capitessera?
Sembri bene informato e sai quanti sono a favore dell'uno o dell'altro.
Sai anche chi sono?

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il Congresso PD

Messaggioda mario il 15/07/2009, 14:04

Ho messo dei numeri esemplificativi per illustrare una situazione diffusa in tutte le regioni italiane.
Ci saranno regioni con 46 capitessera ed altre con 36, ma la sostanza non cambia. I capi tessera operano a livello provinciale, ed in ogni sede i nomi sono diversi. Osserva come saranno costituite e capirai cose che ti sfuggono.
A proposito ma tu in una sede provinciale del P.D. ci sei mai stato ?
mario
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 160
Iscritto il: 21/06/2008, 13:47

Re: Il Congresso PD

Messaggioda Loredana Poncini il 28/07/2009, 7:52

"Verso il Congresso : Pd, comincia la battaglia dei segretari regionali" da Il Messaggero, 27.7.2009
....povero Ignazio, sei il 3° escluso !
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Ecco in candidati

Messaggioda franz il 29/07/2009, 22:38

Sono 820.607 i cittadini che si sono iscritti al Partito democratico e che potranno quindi votare alla prima fase del congresso, quella che seleziona i candidati da sottoporre poi alle primarie.
Votazione in cui gareggeranno tre candidati, Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino (ripubblichiamo le loro mozioni negli allegati). Escluso Amerigo Rutigliano, dato che un terzo circa delle firme da lui presentate erano di cittadini non iscritti al PD..

La cifra e' stata annunciata nel corso di una conferenza stampa dai responsabili della commissione nazionale per il congresso, Maurizio Migliavacca, Roberto Montanari e Antonella Rossi, la responsabile dell'anagrafe degli iscritti.
I responsabili del Pd hanno sottolineato che si tratta di iscrizioni tutte certificate, diversamente da quanto e' successo in passato per altri partiti: ''Sono tutti iscritti vivi e vegeti'', ha detto con una battuta Roberto Montanari.
La commissione nazionale per il congresso, ha poi spiegato Montanari, ha verificato i requisiti soggettivi dei candidati alla segreteria, nonche' le firme a sostegno che dovevano essere tra 1.500 e 2.000, raccolte in almeno cinque regioni di almeno tre circoscrizioni delle elezioni europee.

La commissione, ha detto Migliavacca, "all'unanimità ha convalidato le candidature di Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, mentre non ha potuto accogliere quella di Amerigo Rutigliano. Dal riscontro degli iscritti - ha spiegato quindi Migliavacca - a Bari, Milano, Napoli, Lecce, Rimini e in Sardegna è emerso che 520 sottoscrizioni sono di cittadini noniscritti al Pd, e quindi il numero delle sottoscrizioni raccolte da Rutigliano (1.542 in tutto, ndr) non è conforme a quello previsto da statuto e regolamento. La sua candidatura è risultata quindi inammissibile".

Migliavacca ha espresso "soddisfazione sia per il numero degli iscritti, superiore appunto agli 800mila, sia per l'impegno, a livello locale, del partito, nel trasmettere i dati in pochi giorni alla sede nazionale. C'e' gia' la certificazione del 98% delle organizzazioni territoriali", con le sole province di Latina e di Roma che devono concludere questo lavoro.

"Si parla spesso di apparati di partito - ha detto Migliavacca - ma in questo caso si tratta del frutto di lavoro di migliaia di volontari che nei circoli e poi a livello provinciale e territoriale hanno assicurato tutto cio". Solo nelle 166 commissioni territoriali di garanzia si sono impegnati circa 1.600 volontari.

Ai giornalisti che gli chiedevano se non debba essere considerato deludente il mancato raggiungimento della quota di un milione di iscritti (la somma dei tesserati dei Ds e di quelli della Margherita), Migliavacca ha sottolineato che nel caso del Pd "sono tutte iscrizioni certificate. Si tratta di una procedura che non ha precedenti nella storia dei partiti politici italiani, e che noi vorremmo che fosse apprezzata anche da altri partiti italiani che con questa procedura dovrebbero misurarsi".
"Non si conoscono congressi - ha sottolineato Montanari - compresi quelli dei Ds e della Margherita, con livelli di certificazione degli iscritti come quelli adottati da noi. Abbiamo fatto un partito nuovo anche per superare questi problemi".

da http://www.partitodemocratico.it/dettag ... emocratici
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Prossimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti