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salvare il PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

salvare il PD

Messaggioda borghinolivorno il 27/02/2009, 22:14

Salvare il PD
(proposte per i Democratici irriducibili)

Senza fare catastrofismi, è evidente che il PD puo’ implodere (per calo dei consensi o abbandono del campo) e/o puo’ esplodere (perché le contraddizioni interne non reggono a partire dai nodi della laicità e del bipolarismo).

E appena superiamo lo strano modo continuista di fare dei troppi leader che popolano il PD, d’accordo, proprio quando bisticciano, solo nell’escludere dalle decisioni iscritti ed elettori (ovviamente in comunella ai troppi che non prevedono il dibattito politico come una alternativa alla tifoseria e all’omologazione), possiamo ben definire i rischi e i pericoli che il PD corre, a partire dalla china elettorale a cui sembra destinato, per giungere al mantenimento della propria identità fondativa di partito riformista maggioritario e laico, capace di occupare il centro dell’elettorato mandando a casa il Centro Destra e il Cavaliere Berlusconi.

In realtà se il paese sembra sempre meno capire i Democratici , i Democratici sono sempre più impegnati a discutere tra di loro e a leccarsi le tante ferite sempre più lacerati da vocazioni uliviste, socialdemocratiche, centriste e perfino unioniste. E si lacerano con poco riguardo proprio a quello che sta accadendo nel paese, dove l’egemonia del centro destra sta sempre più saldandosi e sta occupando ceti popolari e aree progressiste nonostante il gelo della crisi che attraversa il paese e la debole risposta che riesce ad assicurare il governo di centro destra.

Se è cosi’ occorre che il nocciolo dei democratici irriducibili (quelli che possono ancora sottoscrivere gli atti fondativi del PD) si organizzino, perché devono sapere, proprio questi irriducibili, che il PD si salverà proprio se essi stessi si salveranno per primi, riuscendo ad arginare la deriva in cui lo stesso PD è invischiato.

Solo acquisendo una identità politica chiara nel PD si potranno superare le posizioni di pura testimonianza oggi non più sufficienti e il rischio di essere risucchiati da processi di omologazione e normalizzazione che possono consacrare subalternità e minorità.

Per le elezioni, per il Congresso, in tutte le azioni politiche di cui sono protagonisti, occorre che proprio i democratici irriducibili cambino toni e metodi, evitando diaspore, accademie e salottini, dandosi una identità da portare alla conta tra i militanti e gli elettori per cercare di contare di più e meglio.

Occorre quindi uscire dall’empireo fumoso del dibattito politico-politicante (cosi’ di moda nel PD per appianare contrasti e competizioni) e imparare a riportare la politica tra la gente per ascoltarne le proposte e i bisogni, per proporre soluzioni e programmi, per cercare di acquisire consenso diretto ed esplicito nel PD a tutti i livelli.

Anche per questo è tempo che i democratici che si ritrovano in LibertaEGUALE affrontino scelte più convinte e coerenti (mozioni-programmi-candidature) schierandosi nella battaglia politica per salvare il PD, a partire dalle realtà territoriali più impegnate.

Paolo borghi x www.libertàeguale.eu 27-02-2009
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