Le “veglie” e l’attesa per la direzione del PD del 19 si fanno sempre più nervose.
Ora, passi (si fa per dire) per l’incatenamento della Jervolino e di Bassolino alle loro sempre più inutili poltrone, e passi (sempre si fa per dire) per la “ritrosia” dei candidati a farsi contare con le primarie oppure a ritirarsi dalle stesse quando si rappresentino questioni di opportunità. Passi anche per l’indeterminatezza politica e programmatica che sta dilagando e per la crescente evaporazione del PD (per ultimo il riemergere delle diversità berlingueriana e le fumisterie della adesione-non adesione al PSE, o il continuo ripensamento sui diritti degli iscritti e degli elettori mentre la guerra delle candidature imperversa).
Ma a Firenze si arriva all’impossibile, con un Sindaco (uscente) che si lega per protestare davanti alla redazione di Repubblica, come se non bastasse l’incatenamento dei candidati (irriducibili) alle primarie e le facce di bronzo davanti ai faldoni della Procura e ai sinistri scricchiolii dell’elettorato progressista.
Ora se è vero che un Sindaco è un Sindaco (non un ragazzetto della figgicci’) e se è vero che risponde ai propri cittadini e non alla ribalta sui mass media, l’autoincatenamento del Sindaco di Firenze rappresenta anche un ennesimo autogol di quello che è per ora il PD.
Le manifestazioni di testimonianza e di orgoglio sono infatti certo utili per le coscienze ma non a farci uscire dalle voragini della politica (e’ tempo di moralizzatori, non certo di moralisti incatenati).
Paolo borghi – spillo di www.libertaeguale.eu 08/12/2008