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Renzi: stile Berlusconi

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda flaviomob il 03/11/2012, 20:39

Un momento. L'accento sulla rottamazione ha funzionato. Renzi è diventato visibile, rispetto ad un Civati p.e., proprio perché è stato più "radicale" e meno disposto a trattare, a stare alle regole. Ha comunicato che vuole "rovesciare il tavolo", non vuole essere un nuovo giocatore e sfidare l'avversario. Vuole, appunto, rottamarlo (Bersani) in quanto appartenente a una generazione, a una classe politica che ha giocato le sue carte (a proposito) per venti, trent'anni.
Intendiamoci, il messaggio è simile a quello di Grillo e del primo Berlusconi, ma ci sono delle differenze sostanziali.

1-Grillo si muove in un contesto completamente nuovo. Oggi tutti i politici hanno imparato ad utilizzare la rete, ma nella sostanza puntano ancora principalmente su carta stampata e televisione. Grillo invece impone ai suoi di stare lontani dai talk show e minaccia pure di sbattere fuori chi trasgredisce. Che piaccia o no, M5S si sviluppa su piattaforme interattive, in rete (cioè quanto di più globale e virtuale esista) parallelamente ad un lavoro sul microterritorio. Non esiste un livello intermedio e Grillo combatte perché continui a non esistere. In questo modo, esercita un controllo più pressante e si distingue da tutte le altre forze politiche (il messaggio diventa: nei talk show ci sono solo parole e risse verbali, noi siamo diversi). Inoltre Grillo è completamente fuori dal sistema dei partiti sia della prima che della seconda Repubblica.

2-Berlusconi predicava una rottamazione ex post, quando di fatto i partiti si erano fatti macerie per problemi interni, perché marci e corrotti o perché in contraddizione con la storia. Inoltre Berlusconi si poneva come nuovo, ma, a livello di potere, detenere il monopolio delle emittenti tv private nazionali (altra cosa è l'informazione locale) è stata la condizione necessaria per diventare visibile e per portare la sua proposta all'attenzione del "pubblico" (non dei "cittadini", si badi). Sotto a tutto questo, in realtà, si nascondevano i debiti del gruppo di Berlusconi, il forte intreccio col potere statale da cui dipendeva l'esistenza stessa delle concessioni (il conflitto d'interesse), oltre a tutto ciò che sta emergendo sulla trattativa stato-mafia, con i Dell'Utri vari (61-0) e compagnia cantante.

3-Renzi non possiede tre tv e parte dall'interno di un partito che governa in molte realtà locali, anche se la sua formazione cattolico-sociale non coincide con la maggioranza interna al PD, di provenienza ex PCI ed ex PDS. Non ha conflitti d'interesse e partecipa ad assemblee "tradizionali" e non virtuali. Per ottenere visibilità ha dovuto essere più bravo di Grillo (che si è costruito in molto più tempo come riferimento politico) e di Berlusconi (che aveva le bombe atomiche, mentre Renzi ha la fionda). Ciò detto, il concetto che ha sfondato è quello dello sfasciacarrozze, per cui sarà difficile in seguito per il sindaco fiorentino ricucire, trattare, dialogare... Eppure è quello che già sta avvenendo con la mezza retromarcia sulla TAV e che dovrà giocoforza avvenire se Renzi sarà il capo di tutta la coalizione. Questa è la contraddizione "originale" di Renzi, che comunque fin qui ha dimostrato di essere un gran giocatore...


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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda franz il 04/11/2012, 9:25

flaviomob ha scritto:Un momento. L'accento sulla rottamazione ha funzionato. Renzi è diventato visibile, rispetto ad un Civati p.e., proprio perché è stato più "radicale" e meno disposto a trattare, a stare alle regole. Ha comunicato che vuole "rovesciare il tavolo", non vuole essere un nuovo giocatore e sfidare l'avversario. Vuole, appunto, rottamarlo (Bersani) in quanto appartenente a una generazione, a una classe politica che ha giocato le sue carte (a proposito) per venti, trent'anni.
Intendiamoci, il messaggio è simile a quello di Grillo e del primo Berlusconi, ma ci sono delle differenze sostanziali.

Ok. Ha funzionato perché ovviamente è stato gradito da chi ascoltava. Se avesse proposto di santificare ed erigere momumenti non avrebbe funzionato. E questa è la prima cosa su cui riflettere. La seconda è il 50% che non vota, in un paese in cui quasi nulla funziona e dove lo stato si ritira da se stesso (dimezzando le province) mentre l'antistato, la mafia, la corruzione, l'evasione dilagano. Ha funzionato perché anche all'interno del centro sinistra si sente la necessità di un profondo rinnovamento. bene che sia cosi'.
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda Iafran il 11/11/2012, 17:12

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... to/410013/

Da Leonardo a Scervino, l’ego di Renzi nel Salone dei Cinquecento
di Tomaso Montanari | 10 novembre 2012

Per molto tempo, Matteo Renzi è stato una forma senza contenuto. E la forma era seducente: la contestazione generazionale di un potere ossificato e nefasto. Essendo sindaco di Firenze, quella contrapposizione colpiva inevitabilmente il potere della locale soprintendenza (enorme, immobile, torbido). All’inizio sembrava che a questa (provvidenziale) pars destruens, sarebbe seguita un’innovazione. Io stesso ho provato a collaborare all’individuazione di una nuova politica del patrimonio storico e artistico, prima interloquendo con i lavori della Leopolda nel 2010, e poi accettando l’invito di Renzi a parlare a quella dell’anno scorso: da quel contributo nacque uno dei 100 punti che dovevano costituire la base di un possibile programma renziano (il 63, intitolato alla «Funzione civile del bello»).

Ma nei mesi immediatamente successivi, Renzi ha sposato la linea diametralmente opposta, quella di considerare il patrimonio non un polmone civile, ma il petrolio d’Italia. Non è certo un’idea nuova: era già in auge in piena epoca craxiana, quando Gianni De Michelis teorizzò che il bene culturale andasse «concepito come convenienza economica». Quando Renzi letteralmente dice (lo ha fatto pochi giorni fa) che “gli Uffizi sono una macchina da soldi”, ripete (anche se in modo caricaturalmente rozzo) ciò che diceva De Michelis.

Questa conversione neo-craxiana è apparsa irreversibile quando il sindaco ha trivellato gli affreschi cinquecenteschi che ornano la più grande sala civica del suo palazzo comunale per far sgorgare il petrolio di un ‘capolavoro’ perduto che potesse alimentare il suo mito personale, e diventare il feticcio di un super-marketing turistico e politico.

Anche se (come era ovvio) non vi ha trovato il Leonardo inesistente, Renzi non ha mollato il ‘suo’ Salone dei Cinquecento. Da un lancio Ansa si apprende che “in occasione di Pitti Uomo, a gennaio 2013, lo stilista Ermanno Scervino sfilerà nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio su invito del sindaco Matteo Renzi nell’ambito della collaborazione tra il Comune di Firenze e Pitti Immagine. Il primo stilista ad essere accolto in Palazzo Vecchio è Scervino. Renzi spesso indossa abiti Scervino e sua moglie Agnese li sceglie per le occasioni ufficiali, dalla prima del Maggio Musicale al Ballo del Giglio con il principe Alberto di Monaco”.

Si potrebbe sorridere dello slittamento da Leonardo a Scervino, del complesso da famiglia reale o del candidato-di-sinistra-con-stilista (alla Maria Antonietta: “non hanno lavoro, che vadano dallo stilista!”, oppure “più griffes per tutti!”).

Ma qui preme sottolineare la riduzione di un luogo monumentale comunale a location commerciale per un imprenditore che a sua volta promuove l’immagine del sindaco. Il punto non è la difesa della sacralità dell’arte, né tantomeno la questione dello statuto artistico della moda. Il punto è l’incapacità di comprendere e attualizzare il linguaggio della città e della sua storia. A Firenze ci sono decine di grandi palazzi storici tutt’oggi in mano a persone o ad enti privati: se l’idea dev’essere per forza quella (innovativa!) di mettere a contatto l’arte del passato con la moda del presente, non si sarebbe potuto scegliere il salone di uno di essi?

Il fatto che il sindaco faccia sfilare il ‘suo’ stilista nella maggiore sala del palazzo civico non è una forma di grottesca appropriazione personalistica dei luoghi che simboleggiano il bene comune e la parità dei cittadini? Ve lo immaginate Obama che fa sfilare il suo stilista alla Casa Bianca, o Hollande (o perfino Sarkozy) che fa altrettanto all’Eliseo?

Ai tempi di Firenze capitale, in occasione della prima seduta del parlamento italiano proprio nel Salone dei Cinquecento, un osservatore notò che: “i nostri uomini politici hanno un aspetto lillipuziano ed anche grottesco messi ad immediato confronto con gli omaccioni dipinti da Giorgio Vasari nei quadri murali delle guerre di Siena e di Pisa”.

Almeno da questo punto di vista, la tradizione è rispettata.
. . . .

E poi dicono che non sia tutto suo "padre" ... (politico, naturalmente)! :o
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda matthelm il 11/11/2012, 17:29

Che bella paginetta di analisi politica, pacata, non di parte di un certo Tomaso Montanari. Di certo è che mi fa riflettere...
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda flaviomob il 13/11/2012, 1:30

Unità ha scritto:Renzi, serve un governo con 10 persone, cinque uomini e cinque donne e senza Casini: do atto a Bersani di aver fatto una fatica bestiale, Casini mi sembra che voglia decidere con chi stare all’ultimo. Di Casini ne abbiamo già tanti. Quindi Pd più Sel senza Casini


Ha cambiato di nuovo idea?


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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda franz il 13/11/2012, 9:13

flaviomob ha scritto:
Ha cambiato di nuovo idea?[/quote]
Vista l'ampia convergenza dimostrata nel dibattito di ieri sera, forse tutti e 5 hanno in qualche modo cambiato idea, limando contrasti e convergendo verso un unico punto.
Mi pare una buona e classica tattica, quella di convergere al centro e di non attaccare (lo fa chi è indietro e deve ricuperare tanto). Mi sa non sarà Casini l'unico a morire di tattica. :lol:
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda flaviomob il 13/11/2012, 10:48

Si vede che il Renzi cambia spesso: anche su Marchionne :) :)


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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda ranvit il 13/11/2012, 12:42

Solo gli stupidi non cambiano....di fronte alla realtà diversa....mi vengono in mente i nostalgici del sol dell'avvenire :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda Iafran il 13/11/2012, 12:46

Il fascino per l’uomo dell'ultima "trovata" (o "genialata") è ... irresistibile (per tanti)!
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Re: Renzi: stile Berlusconi

Messaggioda flaviomob il 13/11/2012, 13:15

Marchionne sì, Marchionne no... la terra dei cachi! :lol:


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