Nel PD non sono tutti uguali: una parte buona esiste ed è operosa.
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da l'Unità, intervista a Pippo Civati
Pippo Civati, lei è tra i “quarantenni” che hanno presentato un ordine del giorno alla direzione Pd chiedendo le primarie a ottobre. Sbaglio o non ha suscitato molto entusiasmo questa proposta?
«Tra i dirigenti del mio partito non c’è molta voglia di parlare di questo argomento. L’impressione che ho avuto è che in questa direzione fosse tutto un po’ “apparecchiato”. È un peccato perché sono convinto che tra gli elettori le primarie sarebbero vissute come un momento di partecipazione e un’offensiva da parte del Pd sarebbe auspicabile».
Ma ha senso parlarne quando ancora non si conosce l’alleanza?
«Le primarie servono proprio per accelerare, per definire l’alleanza e dire cosa faremo. Non si può decidere tutto nei caminetti. Sono un dirigente Pd e non so quale è il percorso e con chi lo vogliamo fare. Le sembra normale?».
Lei un’idea non se l’è fatta?
«Io so che fra un anno si vota, tutti si stanno attrezzando, c’è un dato delle amministrative molto forte, non sempre negativo, e quello che viene fuori è un vuoto che la politica deve colmare. Intendiamoci non servono le “cartonate” in televisione, ma bisogna fare uno scatto, quello sì».
Non le è piaciuta la sagoma di cartone del suo segretario piazzata tra Di Pietro e Vendola su La7?
«Non mi è piaciuto affatto, noi Bersani lo rispettiamo».
Voi chiedete le primarie per i parlamentari. Sospettate che si torni al voto con il Porcellum?
«Temo, e lo dico con terrore, che la riforma della legge elettorale non si faccia».
Bersani lancerà un patto tra progressisti, moderati e forze civiche. C’è chi auspica una lista civica nazionale. Lei?
«Se il Pd è quello che immagino io - per questo spero venga accolto il nostro ordine del giorno - l’apertura alle forze civiche non dovrebbe passare attraverso la lista civica nazionale. È il Pd, un grande partito, che con le primarie seleziona i candidati in Parlamento e apre alla società civile facendo scegliere agli elettori. Tra l’altro la lista civica nazionale mi sembra una contraddizione in termini: civico e nazionale vuol dire di fatto un partito. Non si capisce bene chi ne sarebbe promotore se non il Pd. Ma a quel punto che fa? Dà lavoro fuori? Quanto alle alleanze credo che Casini non ci sia mai stato, penso che guardi al Ppe in modo conservatore».
Il Pd dovrebbe rispondere all’ultimatum di Di Pietro e Vendola?
«La partita la deve giocare il Pd senza farsi dettare i tempi da altri. Tra l’altro la foto di Vasto dovrebbe essere completata con tutto quello che c’è di buono nella società e di buono c’è molto».
Sulla lista civica e le primarie la pensa come Renzi. C’è stato un riavvicinamento?
«Se devo dire la verità, con mia sorpresa, mi ritrovo anche nelle posizioni di Fassina, che evoca i “meetup”, e Orfini che dubita sulle liste civiche. Forse ci divide il fatto che loro vorrebbero Bersani candidato premier senza le primarie».