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i democratici discontinui

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

i democratici discontinui

Messaggioda borghinolivorno il 16/11/2008, 12:03

La crisi morde e ancora di più morderà, mentre la politica rischia di continuare nei suoi teatrini.
No! non ce la leviamo tra un capo del governo e il principale esponente dello schieramento a lui avverso, sempre più nervosi davanti alle preoccupazione e alle urla che salgono dal paese, e davanti alle magre prospettive che potranno gestire, e nemmeno ce la leviamo con le solite trovate del tempo che fu.
Il punto è quello di reagire ad una crisi che rischia di percorrere l’intera filiera dello sviluppo e che rischia di far deragliare l’intero sistema dei diritti individuali e sociali e la grande rete dei servizi pubblici, riducendo il bel paese ad una cartolina negli scenari della globalizzazione mentre i tradizionali meccanismi di tutela e rappresentanza dei diversi gruppi sociali rischiano di saltare.
Occorre ingegno organizzativo, economico e politico, a partire dalle pubbliche amministrazioni, dal mondo delle imprese e dei grandi servizi, e occorre un vero scatto delle coscienze e delle competenze.
Siccome nel PD tutti dovrebbero essere d’accordo sulla assoluta necessità di cambiare rotta davanti alla nuova situazione dimettendo vecchie abitudini e vecchi salottini, non ci rimane che pretendere che l’attività di preparazione del ciclo elettorale dei prossimi due anni sia improntata (per quanto riguarda i programmi e le candidature) a questa filosofia e a questa discontinuità.

Paolo borghi livorno x spillo di www.libertaeguale.eu 16/11/2008
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda franz il 16/11/2008, 12:55

borghinolivorno ha scritto:Il punto è quello di reagire ad una crisi che rischia di percorrere l’intera filiera dello sviluppo e che rischia di far deragliare l’intero sistema dei diritti individuali e sociali e la grande rete dei servizi pubblici, riducendo il bel paese ad una cartolina negli scenari della globalizzazione mentre i tradizionali meccanismi di tutela e rappresentanza dei diversi gruppi sociali rischiano di saltare.
Occorre ingegno organizzativo, economico e politico, a partire dalle pubbliche amministrazioni, dal mondo delle imprese e dei grandi servizi, e occorre un vero scatto delle coscienze e delle competenze.

Già, ma l'uscita della crisi economica (una delle tante piu' o meno gravi che periodicamente si presentano, anche se sicuramente tra le maggiori) è compito principalmente del settore economico, inteso come piccola, media, grande impresa in tutti i settori (primario, secondario, terziario).

Cosa compete allo Stato, alla collettività, al "pubblico"? Questo è il dilemma.
A mio avviso non compete iniettare risorse a pioggia, sussidi, fondi versati senza arte ne parte.
E tanto meno immettere liquidità (altra "carta straccia") nel sistema.
Ne è già stata messa troppa, in questi decenni, dalle banche centrali.

Compete a mio avviso che lo stato faccia bene quei compiti essenziali (che ora fa male) e si ritiri dai tanti compiti, che fa ancora peggio. Compete che elimini almeno il 50% delle leggi inutili, ridondanti e contraddittorie, che causano solo burocrazia e costi per l'economia ed i cittadini. Che ostacola la creazione d'impresa.
Questo è l'aiuto migliore che lo stato puo' fare. Fare bene quello che deve fare e null'altro.
Poi fatti questi risparmi (che sono risparmi di spesa e di imposte) puo' veramente aiutare le famiglie piu' disagiate, che appartengono a quel 10% sotto la soglia di povertà ed a quell'altro 5% che rischia ogni mese di arrivarci.

Ciao,
Franz
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda borghinolivorno il 16/11/2008, 18:01

franz ha scritto:
Già, ma l'uscita della crisi economica (una delle tante piu' o meno gravi che periodicamente si presentano, anche se sicuramente tra le maggiori) è compito principalmente del settore economico, inteso come piccola, media, grande impresa in tutti i settori (primario, secondario, terziario).


E' vero, ma la crisi finanziaria e dell'economia relale attuale non appartiene al genere delle crisi congiunturali.
L'europa si sposta dalla posizione gregaria degli USA (e dominata dall'economia USA), e usufuttuaria di materie prime e energia a poco prezzo importate, per ritrovarsi in mare aperto tra la crisi USA e i paesi emergenti. Gli usa reagiscono con un gigantesco intervento statale, gli emergenti confermando la direttività delle loro economie in espansione (cfr G.20!).
Appellarsi al solo mercato è effettivamente un po' pochino (specialmente per un'area assolutamente perdente dopo la sconfitta del Piano Delors e ora della Strategia di Lisbona.
Evidentemente per l'italia quello che si dice per l'Europa vale, ma l'Italia rischia di essere travolta più di altri (per le difficoltà dell'economia e per la leadership politica che possiede)

franz ha scritto:Cosa compete allo Stato, alla collettività, al "pubblico"? Questo è il dilemma.
A mio avviso non compete iniettare risorse a pioggia, sussidi, fondi versati senza arte ne parte.
E tanto meno immettere liquidità (altra "carta straccia") nel sistema.
Ne è già stata messa troppa, in questi decenni, dalle banche centrali.


Compete definire cornice e regole...certo ragionare in termini di Stato è perfino ridicolo...è già troppo riduttivo ragionare in termini di area continentale, perchè le criticità in campo inaugurano un cntesto realizzato di globalizzazione e integrazione mondiale (e non la semplice liberalizzazione dei commerci e delle finanze)...e certo non provedere un ruolo forte delle istituzioni non so' proprio dve ci possa portare con mercati in queste condizioni

franz ha scritto:Compete a mio avviso che lo stato faccia bene quei compiti essenziali (che ora fa male) e si ritiri dai tanti compiti..........Poi fatti questi risparmi (che sono risparmi di spesa e di imposte) puo' veramente aiutare le famiglie piu' disagiate, che appartengono a quel 10% sotto la soglia di povertà ed a quell'altro 5% che rischia ogni mese di arrivarci.

Ciao,
Franz


E' il "poi" che non è sufficiente....la sfida per uno sviluppo possibile e sostenibile, deve comprendere anche i limiti dati dalla coesione e dalla inclusione sociale, altrimenti si (ri)crede di nuovo che con lo sviluppo si possa risolvere tutte le criticità sociali.....riproducendo, senza adeguati trasferimenti, nuove divaricazioni sociali e di opportunità...come l'attuale polarizzazione ricchi poveri, e la polarizzazione del welfare sulle pensioni invece che sulle poverta' e i bisogni primari costitutivi della cittadinanza, la polarizzazione tra garantiti e non garantiti..

a presto. paolo borghi livorno
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda franz il 16/11/2008, 19:45

borghinolivorno ha scritto:E' vero, ma la crisi finanziaria e dell'economia relale attuale non appartiene al genere delle crisi congiunturali.

Scusa ma quali altri generi di crisi conosciamo?
Congiunturale ha poco senso, ... vuol solo dire che ora va bene ed ora va male (alta e bassa congiuntura).
Si parla di crisi con queste particolari differenze:

Si parla di recessione quando il Prodotto interno lordo (PIL) reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi.
Si ha recessione economica se la variazione del PIL rispetto all'anno precedente è negativa; se tale variazione è inferiore all'1% si parla di crisi economica. Quindi, se il PIL dell'anno precedente è uguale a 100 e quello dell'anno succesivo è 99, si ha la recessione. Se invece è di 99,5 si parla di crisi economica.

Secondo alcuni analisti all'origine della crisi vi è una massiccia iniezione di liquidità operata dalla banca centrale americana (un raddoppio della massa monetaria tra il 2000 ed il 2007) che ha prodotto inflazione e deprezzato il dollaro, facendo aumentare i prezzi delle materie prime pagate in dollari (non solo il petrolio). Quindi il killer piu' che il cosiddetto mercato, sarebbe lo Stato, nella forma della autorità monetaria americana, pur indipendente. Poi altra liquidità è stata immessa nel 2008, a fronte della crisi degli istituti bancari. Il tutto fatto, ritengo, per sostenere i consumi interni e le esportazioni (ed ora per salvare e banche).

A fronte di questo è pero' scoppiata la bolla immobiliare, mettnedo in crisi gli istituti di credito.
Questo ha creato una grossa crisi di sfiducia dei consumatori (ma sempre meglio del panico incontrollato come nel 1929) e quindi la crisi è diventata crisi di consumi e quindi recessione.
Ora tu dimmi cosa dovrebbe fare lo Stato, secondo te.
Chiaramente mi riferisco allo Stato come concetto, non come sigolo Stato.
Parliamo allora al plurale.
Dovrebbero immettere altra carta straccia nel sistema ed alimentare l'inflazione?
Io non credo.
A mio avviso bisogna capire cosa è successo e da li capire chi deve fare cosa.
Agli Stati compete emanare nuove regole ed attuare controlli accurati.
Inoltre compete aiutare i soggetti piu' colpiti dalla crisi (famiglie e piccole imprese familiari o individuali).
All'economia compete far ripartire il motore, appena riprende il vero risparmio (non quello finto creatodall'illusione di possessi di carta straccia).

Se qualcuno pensa che sia il contrario (lo stato fa il lavoro dell'economia facendo impresa e l'impresa regola, controlla e sostiene i piu' colpiti) si accomodi nel regno dell'assurdo. :D

Ciao,
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda pinopic1 il 16/11/2008, 23:22

Quindi questa crisi è una pacchia per il governo che otterrà consensi dove e quando potrà intervenire in aiuto ai soggetti colpiti; mentre dove non potrà intervenire potrà sempre dare la colpa ai fattori esterni. Anzi visto che adesso c'è Obama e non più l'amico Bush potrà tranquillamente dare la colpa agli USA, tanto la ggente si scorda presto di Bush.
Inoltre potrà ricattare imprese e banche distribuendo aiuti con il criterio del: io ti do una cosa a te ma tu mi dai due cose a me.
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda franz il 16/11/2008, 23:28

pinopic1 ha scritto:Quindi questa crisi è una pacchia per il governo che otterrà consensi dove e quando potrà intervenire in aiuto ai soggetti colpiti; mentre dove non potrà intervenire potrà sempre dare la colpa ai fattori esterni. Anzi visto che adesso c'è Obama e non più l'amico Bush potrà tranquillamente dare la colpa agli USA, tanto la ggente si scorda presto di Bush.
Inoltre potrà ricattare imprese e banche distribuendo aiuti con il criterio del: io ti do una cosa a te ma tu mi dai due cose a me.

Ecco, finalmente a poco a poco ci stanno arrivando tutti ....

Ciao,
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Re: i democratici discontinui

Messaggioda borghinolivorno il 17/11/2008, 18:11

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Quindi questa crisi è una pacchia per il governo che otterrà consensi dove e quando potrà intervenire in aiuto ai soggetti colpiti; mentre dove non potrà intervenire potrà sempre dare la colpa ai fattori esterni. Anzi visto che adesso c'è Obama e non più l'amico Bush potrà tranquillamente dare la colpa agli USA, tanto la ggente si scorda presto di Bush.
Inoltre potrà ricattare imprese e banche distribuendo aiuti con il criterio del: io ti do una cosa a te ma tu mi dai due cose a me.

Ecco, finalmente a poco a poco ci stanno arrivando tutti ....

Ciao,
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Su questo punto PD e CGIL-CISL-UIL farebbero bene a riflettere attentamente.
Essendo scontato il mutamento di equilibri sociali e globali, nel terremoto economico che si protrarrà fino a trovare nuovi equilibri (molto probabilmente a favore dei paesi emergenti e a detrimento dei paesi/popolazioni indebitate, e in particolare delle quote più deboli di queste popolazioni), il timone in mano lo ha chi riesce a gestire (se pur marginalmente) il cambiamento piegandolo a favore del proprio blocco sociale di riferimento per garantirsi il consenso nella dura transizione che ci aspetta.
Le posizioni "resistenziali" o di rivendicazione "a prescindere" rischiano di riempire la coscienza di chi le predica e di chi le pratica, ma corrono il rischio di lasciare a bocca aperta o a stomaco vuoto.....e di fare fare una bella risata alle popolazioni dei paesi emergenti che stanno provvedendo alla ricostruzione degli stessi e alla loro crescente integrazione sul mercato.
(come ha detto Boeri....il problema non è il '29, ma bensi', purtroppo, il 33, come prima i Italia non fu' il 19, ma il 21...ovviamente dicendo cio' per puro richiamo storico di una delle pagine più buie del secolo breve visto dalla parte contro le rivoluzioni).
A presto paolo borghi livorno
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