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I Democratici in salita

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

I Democratici in salita

Messaggioda borghinolivorno il 30/10/2008, 0:01

Il Cavaliere è deciso ad andare avanti per la sua strada dettando l’agenda al mondo e scrivendo i discorsi ai suoi ministri e deputati. In questo ha la protervia di un padre-padrone e la sicurezza di quei giacobini che dopo aver vinto prendevano tutto e tutti e dovevano solo stare attenti ai complotti (compreso quelli che si inventavano).

Anche se la Scuola e le Università esplodono; anche se il PD “buca” con la sua manifestazione, anche se imprenditori e sindacati sono sempre più preoccupati di quello che puo’ accadere nell’economia reale; anche se si allarga il numero delle famiglie in difficoltà…..…lui imperterrito continua nella costruzione di un blocco sociale capace di blindare il potere conquistato dal centro-destra, ottenendo un sempre maggiore consenso nelle file dell’altra Italia (quella maggioritaria) che se si accorge dei manifestanti e le opposizioni preferisce esorcizzare le sfide della globalizzazione continuando nella sua strada fatta di paure, privilegi e furbate.

Ecco perché la marcia delle opposizioni sarà lunga e difficile, ed ecco perché la marcia dei riformisti del PD e’ tutta in salita e persino difficile da delineare.

In effetti i Democratici devono imparare sempre più a fare i riformatori e i riformisti, ma siccome non basta dirlo per esserlo evidentemente, tocca a loro anche cominciare a contare i Democratici veramente capaci di rappresentare l’innovazione e la buona politica.

Paolo borghi livorno x spillo di www.libertaeguale.eu 29-10- 2008
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda Paolo65 il 30/10/2008, 13:24

Se riformismo significa dire quello che ha affermato Veltroni il 25 al Circo Massimo e ieri, con l'intenzione di imbastire un referendum sul decreto Gelmini, io non lo credo.

La verita? Veltroni ha cambiato direzione in corso d'opera per riannodare con Di Pietro e forse più in là con la SR.

Ha capito che per lui sarebbe più facile che fare il "riformista", quello del discorso al Lingotto, e dopo mesi di attacchi, abiurando se stesso, sta facendo dietro front.

Ma allora, se questa è la china che vuole far prendera al PD, perchè è entrato in conflitto con Prodi, contribuendo alla caduta del governo,e lasciato che l'alleanza con la SR continuasse, lasciando così intatto il vecchio CS?

Ho difeso la linea di Veltroni anche sapendo che avrebbe fatto cadere Prodi, l'ho seguito con entusiamso dopo il discorso al Lingotto, ma se come vedo egli sta invertendo rotta per riabbracciare i "vecchi amici", allora non lo perdonerei nel modo più assoluto.

Sarebbe l'artefice non di un partito nuovo e riformista,ma della sola caduta di Prodi, dell'abbattimento delle forze politiche che si opponevano a Berlusconi ed il voltagabbana per chi come me sperava che almeno fra qualche anno avrebbe avuto un PD moderno ed utile al paese.

Paolo
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda ranvit il 30/10/2008, 13:50

Condivido Paolo.
Ormai è chiaro che Veltroni è stato un bluff!
Del resto come sindaco non è che avesse entusiasmato.
E le primarie le ha vinte perchè gli altri non sapevano piu' che pesci pigliare. Come quando indicarono Prodi.
Siamo messi davvero male!
Non sanno che fare.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda borghinolivorno il 31/10/2008, 7:44

ranvit ha scritto:Condivido Paolo.
Ormai è chiaro che Veltroni è stato un bluff!
Vittorio


Veltroni o non Veltroni.....a me preoccupa sempre più un PD che continua imperterrito a credere che si possano attendere tempi migliori, senza nemmeno scalfire la muraglia sociale e politica che la destra sta costruendo e senza capire fino in fondo la diffidenza politica di questo paese rispetto all'opposizione di centro sinistra...a me preoccupa sempre più un PD che si annuncia come partito degli elettori, ma poi continua a tenere in carbolina (escluso sporadiche eccezioni) proprio gli elettori e sulle cose che contano di più (programmi e candidature)...a me preoccupa sempre più un PD in cui è predominante il confronto tra ex e il confronto tra "incaricati" e "scaricati", che una battaglia politica aperta e trasparente che consente di fa assumere decisioni.....a me preoccupa sempre più un PD che ragiona di "Politiche" in termini astratti, e non riesce ancora a declinarsi come partito di Programmi e Azioni (cose lontane mille miglia dall'ideologismo crescente della bella poltica con cui si cerca di tamponare l'indecisione e le crescenti contraddizioni).

Da questo punto di vista, è da ingenui pensare che basti inseguire i movimenti in corso nel paese senza giocare le carte delle riforme e dei riformatori che il PD intende tenere in campo per salvare questo paese, scrollandosi di dosso una storia non certo edificante di belle chiacchiere su riforme mai fatte o fatte all'acqua di rose (tre esempi: Scuola e Università, (tanto per ricordare delle belle riforme mai fatte e rovinosamente tornate indietro inviando a casa chi ci aveva provato); Mercato del Lavoro, Contrattazione e Contratti di lavoro e e Ammortizzatori Sociali (un vero tabu' di cui è possibile discutere in ristretti e qualificati salottini......pensiamo al contratto unico); Costituzione, Istituzioni, sistemi elettorali (già.........e poi ci si accanisce con il federalismo formato popolo delle liberta' e con la riforme dei meccannismi elettorali per le europee).

Forse se il Cavaliere esubera, corre il rischio di ridiventare impopolare (come accade in Italia a tutti quelli che cercano bene o male di governare), ma non è detto che il vento giri a favore del PD...in questa Italia maledettamente sempre più di destra e in regressione, e incapace di intendere e volere rispetto alle vere sfide della globalizzazione...

(...già nel 94' una magnifica armata in guerra fu sconfitta dai lanzichenecchi spuntati dal nulla ....e poi, per dirla tutta, cosa mai rimane oggi delle alleanze costruite da romano prodi)

A presto. paolo borghi livorno
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda matthelm il 31/10/2008, 11:05

...aggiungiamoci pure il referendum lunare che vuol attivare sulla scuola e vediamo i limiti incredibili di Veltroni.
E pensare che anch'io lo avevo apertamente sostenuto. Concordo con l'analisi di Paolo.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda ranvit il 31/10/2008, 12:37

Da Repubblica.it :

Intervista a MassimO D'Alema: "Veltroni coinvolga tutti, il profilo riformista va alzato"
"Walter prenda l'iniziativa altrimenti non ci si lamenti se nascono le fondazioni" "
"Tra Berlusconi e il paese idillio finito
nel Pd si deve aprire una nuova fase"
di MASSIMO GIANNINI


Massimo D'Alema
ROMA - "La protesta di massa sulla scuola, la drammatica crisi economica che attanaglia famiglie e imprese. Ormai è evidente: l'idillio tra Berlusconi e l'Italia si sta incrinando e la vicenda della legge elettorale europea, di cui apprezziamo il ritiro, non è solo il risultato della fermezza dell'opposizione ma anche di difficoltà interne alla maggiranza. Di qui dobbiamo partire per rifondare un nuovo centrosinistra, che rappresenti agli occhi dei cittadini un'alternativa vera e credibile per il futuro governo del Paese". Ammainate le bandiere della grande manifestazione del 25 ottobre, Massimo D'Alema scende in campo e suona la carica al Partito democratico e a Veltroni. "Adesso - dice l'ex premier ed ex ministro degli Esteri - bisogna lavorare per costruire intorno al Pd una vasta coalizione democratica, e che ci permetta di alzare il nostro profilo riformista, di dialogare con tutte le opposizioni, di parlare ai ceti moderati che hanno votato Berlusconi, e che ora capiscono la sua palese inadeguatezza".

Onorevole D'Alema, non è che state scommettendo un po' troppo su questa "fine della luna di miele" tra il Cavaliere e gli italiani?
"Nessuna illusione. Ma non possiamo non vedere quello che sta succedendo. L'Italia attraversa una crisi senza precedenti, che sarà di lungo periodo. Si è ormai dissolta l'idea che Berlusconi vivesse una sorta di 'luna di miele permanentè con il Paese. Stanno esplodendo i primi, seri problemi nel rapporto tra il governo e i cittadini. Sta crollando come un castello di carta la straordinaria 'fiction'costruita dal governo in questi mesi. Ci sono problemi enormi, il governo li ha gravemente sottovalutati e oggi dimostra di non avere la forza per affrontarli con la necessaria radicalità".

In realtà, l'unico serio "problema nel rapporto tra il governo e i cittadini", come lo chiama lei, riguarda la scuola.
"E le pare una cosa da poco? Quello che sta accadendo sulla scuola merita una grandissima attenzione. Un insegnate mi faceva notare una cosa molto giusta: mentre nel �77 in prima fila c'era la parte meno qualificata del corpo studentesco, oggi in testa ai cortei ci sono i primi della classe, che non vedono più una prospettiva per il futuro. Perché questo succede: se tagli gli investimenti nelle università, blocchi il turn over e cacci i ricercatori, rubi il futuro agli studenti più bravi e più capaci. Ora, io penso che l'opposizione debba rispettare e non strumentalizzare i fatti. Ma gli scontri dell'altro ieri a Roma mi hanno enormemente allarmato. Ci sono aspetti che devono essere chiariti e che riguardano anche la condotta della polizia: il centro era tutto bloccato alla circolazione, per chiunque, eppure un furgoncino carico di mazze è potuto arrivare fino a Piazza Navona, dove ha scaricato la sua 'merce', e dove un gruppo di squadristi ha atteso il corteo degli studenti. Com'è possibile?".

Comunque sulla scuola chi è senza peccato scagli la prima pietra.
"E' evidente, ma da questa crisi non si esce con le scelte primitive della destra. Giusto colpire gli sprechi e i privilegi, ma per farlo non si possono prosciugare le risorse di tutta la scuola. Giusto colpire gli abusi al diritto di assistenza dei disabili, ma per farlo non si può eliminare il diritto. Giusto colpire i casi di 'baronatò e i corsi universitari con un solo studente, ma per farlo non si può tagliare 1 miliardo di euro a tutta l'università. L'autonomia non è arbitrio. E il fatto che non ci siano i soldi è una scusa. Le scelte compiute dal governo su Alitalia alla fine costeranno 2 miliardi ai contribuenti. La soppressione dell'Ici per i più abbienti è costata 3,5 miliardi. Quei soldi c'erano. Il problema è che sono stati usati per effettuare una politica redistributiva a favore della parte più ricca del Paese. Quindi il governo non è stato costretto a tagliare: ha fatto una scelta, ben precisa. Ed è una scelta di destra che il Paese mostra di non gradire".

Lei ha qualche dubbio sul referendum contro la legge Gelmini. Perché?
"Non è questione di dubbi. Penso che il referendum è uno strumento monco e improprio, perché i tagli alla scuola approvati in Finanziaria non sono materia da referendum, e le norme della Gelmini, se e quando il referendum si facesse, cioè all'incirca nel 2010, avranno già prodotto i loro effetti. Quindi io dico: raccogliamo pure le firme, ma impegniamoci davvero, qui ed ora, per costringere il governo a un cambiamento di rotta".

Quali altri segnali vede, di questa incrinatura tra il governo e il Paese?
"C'è il profondo malessere che sta crescendo dentro la stessa maggioranza sulla riforma delle legge elettorale per le europee. Su questo abbiamo fatto una riunione con tutti i gruppi parlamentari. Ebbene, oltre a una convergenza sul tema specifico, è emersa la preoccupazione condivisa sulla visione della democrazia di questa maggioranza: questa idea oligarchica, presidenzialista e plebiscitaria del potere, indebolisce la democrazia e produce solo una parvenza di decisionismo".

Ma la denuncia di questa situazione, e tutti i no che ne derivano, basta a voi dell'opposizione per mettervi l'anima in pace?
"No, non basta. E qui veniamo al cuore del problema. Questa crisi, drammatica, non è solo della maggioranza, è del Paese. E questo da un lato getta le basi per una prospettiva politica nuova, dall'altro lato carica l'opposizione di una grande responsabilità. Dobbiamo alzare nettamente il nostro profilo riformista. Dobbiamo ridefinire il progetto politico dell'opposizione, e aprire una fase nuova che ci consenta di creare un campo di forze per l'alternativa. E non sto parlando di nomenklatura, ma di pezzi della società italiana, di ceti moderati, di classi dirigenti, che devono tornare a guardare a noi come a un nuovo centrosinistra di progetto e di governo, che non riproduca i limiti e gli errori del passato. La costruzione di questa coalizione va di pari passo con la nostra capacità di parlare al Paese, che non è solo quello che scende in piazza".

La vostra piazza del 25 ottobre non doveva servire proprio a questo?
"E' stata una piazza molto bella, soprattutto perché è stata festosa. Tuttavia, dopo il grande sforzo comune di quella manifestazione, mi piacerebbe adesso che l'insieme del gruppo dirigente fosse coinvolto in una riflessione per il rilancio della nostra prospettiva. Capisco l'appello di Veltroni all'unità, ma è innanzitutto da lui che deve venire l'iniziativa per favorirla e renderla efficace. Siamo in uno scenario che sta cambiando profondamente. Siamo passati dall'illusione di una partnership con Berlusconi per fare le riforme (quello che Ferrara sul Foglio sintetizzava con l'espressione 'Caw'), ad una aspra conflittualità, di cui innanzitutto il premier porta la responsabilità. Ora, però, è molto importante dare anche forza propositiva alla nostra iniziativa e rilanciare la capacità di dialogare con l'intera società italiana".

Partiamo dall'opposizione. Il suo ragionamento implica che, a partire da Di Pietro, vadano ridiscusse le alleanze. E' così?
" Prima ancora di questo occorre mettere a fuoco un nuovo progetto riformista e riformatore per l'Italia, sul quale cercare il massimo dei consensi possibili, e non solo nell'opposizione. I temi non mancano: dai meccanismi per il voto europeo al federalismo, dal referendum sulla legge elettorale al Mezzogiorno. Insomma, anziché una inutile discussione tra di noi se si debba guardare a destra o a sinistra, ciò che dobbiamo fare è accrescere la nostra capacità di attrazione, a partire dal nostro progetto riformista e dall'iniziativa politica che mettiamo in campo. L'obiettivo, certamente, è quello di allargare il campo delle alleanze".

E cosa intende quando parla di riflessione sul Pd e sulla sua organizzazione interna? Siamo di nuovo alla diarchia conflittuale D'Alema-Veltroni?
"No, nessuna diarchia e nessun conflitto. Ma per il Pd il problema non pienamente risolto continua ad essere quello della piena valorizzazione delle sue risorse. Andiamo verso la conferenza programmatica, e quello sarà un momento di verifica importante proprio per marcare il nostro profilo riformista. Questo richiederebbe il contributo di tutti, perché in caso contrario è inevitabile che le forze si disperdano. Se non è il partito a chiamare ed impegnare tutti, non ci si può lamentare se nascono fondazioni, associazioni, e iniziative di vario segno"..

La sua Red come la vogliamo giudicare?
"Io mi occupo della Fondazione Italianieuropei. Red è un'associazione che ci aiuta a sviluppare i nostri progetti, e sta coinvolgendo molte persone anche fuori dal Pd. Non c'è nulla di anormale in questo. E' sbagliata l'immagine di un partito che si identifica in un principe buono, minacciato da un gruppo di pericolosi oligarchi cattivi".

E questa idea chi la mette in giro, se non tutti voi messi insieme?
"Io non mi riconosco tra i diffusori di questa immagine. Veltroni è il leader del Pd. Come sa io non ho incarichi e non ne cerco. Sono uno dei pochi che ha lasciato incarichi per favorire il rinnovamento. Ma in questo partito c'è un gruppo dirigente formato da molte personalità, e non da oligarchi cattivi. Questo gruppo dirigente è anche una garanzia del rapporto tra il Pd e il Paese. Mettere al lavoro queste persone, vecchie e giovani, non indebolisce Veltroni, ma al contrario lo rafforza".

E il congresso straordinario che fine ha fatto? Ormai si farà dopo le europee.
"Non ho mai chiesto che si tenesse un congresso straordinario. Il congresso com'è previsto dallo statuto, si terrà dopo le europee".

Comunque di tempo ne avete. Il Cavaliere vi consiglia un riposo di 5 anni.
"Berlusconi non ha molto da ironizzare. I sondaggi dicono che le difficoltà della maggioranza sono serie, il governo ha perso 18 punti. Ma la fine dell'idillio non si traduce in un travaso di consensi dalla maggioranza all'opposizione. Quando un Paese non ha fiducia né nel governo, né nell'opposizione significa che c'è il rischio di una democrazia più debole. Anche per questo è urgente rilanciare non solo la nostra battaglia di opposizione, ma il nostro progetto politico. Il partito del centrosinistra riformista è nato per questo".
m.giannini

(31 ottobre 2008)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I Democratici in salita

Messaggioda Paolo65 il 31/10/2008, 18:36

Pur comprendendo umanamente e politicamente che è difficile accettare una sconfitta di tale portata, se Veltroni ritiene che il PD non lo possa seguire sul piano del riformismo evocato nel discorso del Lingotto, perchè non lascia, o rimette il mandato aprendo a nuove primarie? Potrebbe sempre partecipare alle stesse con lo stesso identico progetto riformista del Lingotto e vedere se gli elettori sono ancora con lui.

Quello che ho scritto so bene che una cosa impossibile,almeno in questo paese,ma non lo è altrettanto cercare di ricostruirsi un'immagine barricadera e populista di sinistra, dopo essersi autodefinito il leader del nuovo partito riformista italiano?

Non sempre a ragione diciamo che gli elettori della DX sono poco attenti e che a loro basta seguire il loro leader Berlusconi,ma a ragione si è sempre detto che gli elettori del CS,anche quelli del PD, sono molto più critici con il loro partito.

Come spera Veltroni di cavarsela con un voltafaccia tanto sfacciato? Non ritiene che i suoi colleghi ,al momento opportuno, gli ricorderanno che egli ha contribuito nel far cadere Prodi ed il vecchio CS, per poi ritornare sui suoi passi?

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Re: I Democratici in salita

Messaggioda borghinolivorno il 01/11/2008, 22:36

Paolo65 ha scritto:Pur comprendendo umanamente e politicamente che è difficile accettare una sconfitta di tale portata, se Veltroni ritiene che il PD non lo possa seguire sul piano del riformismo evocato nel discorso del Lingotto, perchè non lascia, o rimette il mandato aprendo a nuove primarie? Potrebbe sempre partecipare alle stesse con lo stesso identico progetto riformista del Lingotto e vedere se gli elettori sono ancora con lui.


che guaio non aver accettato di fare il Congresso a settembre, per verificare la "linea" e il segretario (che da sconfitto doveva avere il buon senso almeno di richiedere una verifica).
Ora il segretario e la "linea" seguono le oscillazioni dei sondaggi e dei risultati elettorali via via che verranno.....come dire si salvi chi puo' con i risultati, i progetti e i programmi si possono anche improvvisare o dire senza esserne convinti, ma della linea potremo parlare più comodamente a cose fatte addirittura dopo le elezioni europee....HAI VOGLIA DI ORGANIZZARE MANIFESTAZIONI E TIRARE FUORI NUOVE EMOZIONI!.

a presto. paolo borghi
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