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Il vizietto...

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il vizietto...

Messaggioda flaviomob il 30/07/2011, 0:37

Il vizietto dei "centristi" (che in realtà sui diritti civili rappresentano la destra più conservatrice e retrograda d'Europa, tanto che Buttiglione lo hanno schifato profondamente e respinto senza indugio da possibile commissario UE): votare sempre con la destra sui temi "di coscienza".

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Da l'Espresso

Pd, esplode la rabbia anti Casini
di Marco Esposito

Dopo il voto sui gay, la sinistra del partito mette le mani avanti: «Mai più inseguire l'alleanza con l'Udc. Su alcuni principi non si scende a compromessi». In testa alla rivolta Marino, Scalfarotto, Civati e Gozi
(27 luglio 2011)
Ignazio Marino Ignazio MarinoLa legge sull'omofobia, che prevedeva un'aggravante per chi avesse usato violenza nei confronti di una persona a causa del suo orientamento sessuale, è stata affossata martedì pomeriggio alla Camera dei Deputati.

L'Udc, come spesso è accaduto in questi anni sui temi cosiddetti "eticamente sensibili", ha votato con la maggioranza: e nel Pd - in parte del Pd - ora molti si chiedono se davvero ha senso pensare di allearsi in futuro con il partito di Casini, che su una questione così importante ha posizioni tanto conservatrici.

«E' una situazione indecente che ci confina in uno spazio scomodo rispetto al resto Europa», si sfoga Ignazio Marino dopo il voto. Marino – senatore democratico, cattolico credente ma strenuo difensore dei diritti civili dentro e fuori dal partito - non ha dubbi: «Se l'Italia non fosse già parte dell'Unione Europea, il nostro ingresso oggi sarebbe a rischio; l'idea della parità dei diritti, dei diritti uguali per tutti, fa parte del Dna dell'Ue». E poi: «Non ho pregiudizi nei confronti di nessun partito, ma il mio progetto per questo paese diverso da quello dell'Udc. Se il Pd vuole costruire un mondo fatto anche di energie alternative, dove tutti hanno gli stessi diritti, dove i cittadini possono scegliere a quali cure sottoporsi, non vedo come possa scegliere come compagno di strada un partito come l'Udc che disegna un mondo nel quale il nucleare è l'energia del futuro, dove l'omofobia è tollerata e dove un malato non può scegliersi le cure».

Insomma, una pietra tombale su ogni ipotesi di futura alleanza. E ancora più netto è il giudizio di Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd e attivista omosessuale: «Per poter fare un governo prima ancora di un programma bisogna condividere dei valori e un' idea di democrazia. Dopo questo voto siamo fuori dalle democrazie occidentali. Siamo degni dell'Uganda, non riusciamo neanche a proteggere gli omosessuali dalle violenze».

Secondo Scalfarotto soltanto una parte della dirigenza è convinta che mettersi con l'Udc aiuti a vincere le elezioni : «Io non sono neanche parlamentare, sto in mezzo alla gente, e vedo che soltanto D'Alema insegue questa alleanza, e lo fa per una mera questione matematica; si cerca di fare politica sommando i voti dei partiti. Invece dovremmo dare vita ad una proposta politica forte, che sia capace di parlare ai tantissimi elettori che disertano le urne. Per fare come a Milano e a Napoli».

Scalfarotto ha un'idea precisa sul perché l'Udc abbia votato per affossare la legge sull'omofobia: «Non vogliono che esista nessuna legge che in alcun modo riconosca questa comunità; non si fermano neanche davanti alla possibilità di esporre gli omosessuali ad atti di violenza. E' una cosa ripugnante».

«Sui diritti non sono possibili compromessi», concorda Sandro Gozi, deputato democratico. «In Italia è necessaria una rivoluzione radicale su questi temi. Gli ostacoli ad un'alleanza con l'Udc ormai sono molto grossi, ma sia chiaro che sono loro che devono fare un passo in avanti: la nostra linea è in sintonia con la stragrande maggioranza degli italiani».

Ormai, infatti, quasi tutti i sondaggi calcolano che il consenso nei confronti del testamento biologico o della regolarizzazione delle unioni civili è all'80 per cento. «La verità», dice Giuseppe Civati consigliere regionale del Pd in Lombardia e leader emergente tra i giovani, «è che se si sceglie di allearsi con l'Udc si sceglie anche di non dare nessun diritto agli omosessuali per i prossimi cinque anni. E questo riguarda tutti i temi eticamente sensibili. Non sono temi banali, non sono meno importanti delle questione economiche».

Anche per Civati, le amministrative di primavera e - soprattutto - i referendum sono stati una cartina al tornasole importante: «Ricordiamoci cosa ha votato l'Udc sull'acqua e sul nucleare», dice. Il consigliere regionale lombardo, spiega anche come da un punto di vista matematico l'alleanza con l'Udc non sia un grande investimento: «Tutti i sondaggi rilevano il consenso dei centristi intorno al 5-6 per cento. Io eviterei di impiccarmi su questo. Anche perché è ora di smetterla di pensare per comparti. Per me anche i cattolici e i moderati accetterebbero il testamento biologico e una legge contro l'omofobia. Smettiamo di inseguire Casini e parliamo semmai ai suoi elettori».


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