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L'addio di Cofferati

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

L'addio di Cofferati

Messaggioda franz il 10/10/2008, 9:59

Dalla politica al privato, la scelta senza precedenti del sindaco di Bologna
Gli affetti sul "Cinese" hanno sempre pesato, dall'elezione fino alla rinuncia

"So che pagherò un prezzo salato"
l'addio di Cofferati scatena i sospetti

di MICHELE SMARGIASSI

BOLOGNA - Certo che Edoardo Cofferati è un po' volubile, gli si perdona perché non ha ancora un anno. Il 30 maggio, dopo aver tenuto il futuro politico di papà Sergio sulla corda per ben cinque mesi ("Decide mio figlio", intervista a Repubblica, 21 gennaio) gli aveva finalmente permesso di ricandidarsi sindaco di Bologna, accettando il sacrificio di fare il pendolare all'età in cui si gioca coi peluche. Ma domenica ci ha ripensato. Dev'essere stato un weekend difficile in famiglia. Sabato Edoardo e mamma Raffaella si sciroppano tre ore d'auto per venire a Bologna da papà, ma lui è impegnato, c'è la festa del patrono, san Petronio. I papà pendolari d'Italia, che saranno centinaia di migliaia, dai magistrati ai ferrovieri, conoscono bene il genere di discussioni che scoppiano in questi casi.

"Non si può costringere un bambino a fare seicento chilometri ogni settimana per cinque anni", magari per vedersi poche ore. Portare Edoardo a Bologna? No, papà non vuole si pensi che ha trovato un lavoro a mamma, "lei ne ha già uno che le piace a Genova". Uno dei due deve rinunciare. Lunedì la decisione è presa, martedì comunicata a Veltroni, ieri alla città. Edoardo ha deciso. Papà obbedisce.

O il lavoro, o i figli: un dilemma consueto se è femminile e privato. Se diventa maschile e pubblico, anzi politico, suscita una certa impressione. Perfino sospetti. Metà dei lettori di Repubblica. it non ci credono: "È una scusa che nasconde problemi politici". Il sindaco papà l'ha messo in conto: "So che pagherò prezzi salati per questa scelta".

Il primo è il rischio di essere ritenuto un uomo, direbbe Flaiano, "dalle indecisioni irrevocabili": lasciò la Cgil nel 2002 per tornare impiegato Pirelli, ritornò alla politica acclamato leader della sinistra-sinistra; addio repentino anche a quel progetto, inciampato sullo sgambetto di Bertinotti e del suo referendum sull'articolo 18; e rieccolo in pista, sindaco a Bologna "per dieci anni, se gli elettori me lo consentiranno". Ma otto mesi prima che duecentomila bolognesi possano esprimersi sul punto, a togliergli il consenso è un solo genovese, il piccolo Edoardo.

E qui Cofferati rischia di pagare il secondo prezzo, l'incredulità: impossibile che un politico maschio di successo rinunci alla carriera per un figlio. Precedenti non ce ne sono. Di recente, vero, un ministro s'è dimesso gridando "Tra famiglia e potere scelgo la famiglia", era Mastella, ma era tutta un'altra storia. Quando un altro bolognese, l'ex premier Romano Prodi, dice "non faccio politica, faccio il nonno", è solo un modo per zittire i giornalisti.

Pare che perfino Togliatti per rifiutare l'incarico di capo del Cominform nel 1950 accampasse anche i suoi legami familiari, ma voleva solo sottrarsi all'abbraccio letale di Stalin. Niente figli, sulla strada dei politici maschi. Ma dopo il gran rifiuto, col viso di chi s'è tolto un peso dal cuore, Cofferati insiste: "Non c'è nessun retroscena. Quando sono diventato sindaco avevo una famiglia, adesso ne ho un'altra, è tutto qui".

Chi lo avrebbe detto, in effetti, che uno dei nostri uomini più pubblici, il condottiero dei tre milioni anti-Berlusconi di quel 23 marzo 2002, avrebbe trascinato così bruscamente il privato nell'arengo politico. Fin dalla campagna elettorale del 2004, la reconquista di Bologna dalle mani della destra, con quelle passeggiate sotto i portici, Sergio Cofferati e signora Daniela, Romano Prodi e signora Flavia, fotografi scatenati, ma fin qui è solo esibizione di familismo all'americana; poi però le cose si complicano, la separazione dalla moglie, la nuova relazione, che in verità il sindaco non nasconde, anzi rende pubblica con strategiche apparizioni in coppia, ma non basta perché parte il gossip: Raffaella è incinta?

La tarda paternità di Cofferati diventa argomento di discussione perfino sui giornali "seri". Il sindaco alla fine ci perde le staffe, "dovete avere più rispetto per la mia famiglia!", tuona alla Festa dell'Unità contro i cronisti; ma la sua famiglia nel frattempo è diventata appunto un affare politico, perché nonostante la festosa presentazione al Consiglio comunale del "mio cinno" (detto alla bolognese) a 13 giorni d'età, la gestione familiare di Cofferati-papà comincia a stridere con quella politica di Cofferati-sindaco, i weekend lontani di un primo cittadino che ha già faticato a cancellare la sua provenienza forestiera fanno storcere il naso a una città abituata a onnipresenti sindaci-mamma. "Auguri al sindaco e al papà, in quest'ordine" è uno dei biglietti che riceve per il sessantesimo compleanno.

Finché l'equilibrio precario crolla la domenica in cui il Bologna calcio guadagna la promozione in A ma lui in tribuna non c'è, quel giorno è da qualche parte su un traghetto per portare al mare Edoardo, i bambini hanno bisogno di iodio e di un papà, ma le città hanno bisogno di un sindaco, allora? "Se devo scegliere fra mio figlio e una partita scelgo sempre mio figlio", ribatte lui.

Eppure due giorni prima ha sciolto la riserva: "resto a Bologna, faremo entrambi i pendolari". "Speriamo che non prenda troppi traghetti da qui alle elezioni" lo avvisano, preoccupati per una certa "aria ostile" che tira in città, i compagni di partito. E lui prende un biglietto di sola andata per Genova, chiudendo una carriera politica. Quanto amor di papà, quanto timor di voto? Ai posteri. Cioè, deciderà Edoardo.

(10 ottobre 2008)
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Re: L'addio di Cofferati

Messaggioda pagheca il 10/10/2008, 11:34

Cofferati e' un personaggio molto coerente. E' bello pensare a un uomo che rinuncia alla sua posizione per il lavoro della moglie, oltre che per il benessere del figlio. E' da "paese normale". Genererebbe ammirazione se avvenisse in Scandinavia e nessuno cercherebbe di trovare retroscena politici dietro a questo gesto.

Ma siamo in Italia.
Ogni volta che Cofferati ha "rinunciato" a qualcosa, a una fetta di potere, si e' tirato indietro, si e' pensato che ci fosse chissa' quale disegno politico dietro, del tipo preparare la fronda per candidarsi a "leader" del centrosinistra. Ogni volta che ha fatto una mossa politica che non era in linea con i luoghi comuni del centro sinistra, ecco spuntare accuse di inciucio.

Sono un "cofferatiano"?
Sono convinto che certe battaglie portate avanti da Cofferati siano il meglio?

No.
No perche' io non affitto il cervello a nessuno. E poi perche' non sto giudicando, qui, la politica di cofferati, ma le sue scelte umane, con lo stesso distacco con cui giudicherei quelle di un Gianni Letta o di un Napolitano.

Ho scritto quanto sopra per sottolinieare che non e' facile essere "normali" in un "paese a-normale", dove un'informazione a-normale si dedica sempre alla ricerca del contenuto irriverente, dell'opinione sorprendente, dell'argomento attaccabrighe, in tema con la voglia di autodistruzione che caratterizza il nostro elettorato. Per questo non capisco sinceramente la sottile ironia, parecchio sessista tra le altre cose, dell'articolo di Smargiassi.

In un paese normale un gesto del genere verrebbe giudicato con attenzione. In un paese normale il rispettoso commento di Veltroni verrebbe preso per quello che e' (nota: non sono nemmeno un "veltroniano"). In un paese normale.

In Italia invece quando c'e' da trovare modivazioni da retrobottega tutti i giornalisti si fanno avanti. Quando il tempo dimostra che dietro non c'era niente di vero in tutte le varie illazioni o insinuazioni, nessuno pero' ammette di avere giudicato male l'individuo. Ne tra i giornalisti ne tanto meno tra gli elettori, i quali magari scocciati per certe prese di posizione passate (il che e' nel loro pieno diritto - beninteso, e bene fanno a protestare vivacemente quando una scelta politica e' giudicata negativamente), danno per scontato che di conseguenza l'essere umano va distrutto comunque, senza salvare nulla, senza distinguere quel che va bene da quello che va male. Invece le persone, tutte, sono fatte di gesti giusti e di gesti sbagliati. Se l'elettorato italiano cominciasse a capirlo il nostro paese farebbe un balzo enorme verso la "normalita'".

saluti
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Re: L'addio di Cofferati

Messaggioda Paolo65 il 10/10/2008, 13:51

A volte non mi sono trovato d'accordo con le posizioni politiche Cofferati,ma se l'80% dei politici fosse come lui, indipendentemente dal fatto che oggi lasci la politica,questo paese sarebbe di gran lunga migliore.

In sintesi: una persona seria.

Paolo
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Re: L'addio di Cofferati

Messaggioda pagheca il 10/10/2008, 14:25

sai, sono convinto che siano relativamente tanti (quanti non lo so) i politici che sono persone serie. A me e' capitato di conoscere piuttosto bene, in ambito privato, un unico politico italiano, sebbene piuttosto importante.

Era una persona piu' che seria, preparata, molto onesta, molto umana, e molto "normale", con una bella famiglia e tanti ideali che rispettava scrupolosamente. Non ne dico il nome non per strani motivi ma perche' altrimenti verrei accusato di propaganda. Non sto dicendo che fosse un esempio, ma che se lo avessi incontrato in ambito lavorativo (ovvero lontano dai riflettori e dalle opinioni che leggevo di lui sui giornali) avrei voluto averlo come amico e lo avrei stimato assai.

Ora, se penso a quello che ho letto di lui sui giornali (non accuse di scandali, quelle per fortuna mai, ma fesserie sulla sua vita privata, che conoscevo bene e direttamente) mi verrebbe da vomitare. Aggiungo che non condividevo molte delle sue opinioni.

Ora, per la legge dei grandi numeri, sono portato a credere che sia estremamente improbabile che fosse l'unico politico italiano con queste caratteristiche. Quindi, sono portato a pensare che un grande responsabile del nostro disastro sia proprio questa incapacita' di distinguere, di cui e' largamente colpevole anche l'informazione italiana, con questa attenzione morbosa al gossip e alla critica totale (ovvero, al di la' dei contenuti politici). La stampa e l'opinione pubblica sono cosi' impegnate a sparare a zero su tutti, genericamente, che la gente ha sviluppato una diffidenza totale verso una classe che invece e' il nostro specchio fedele. Nel bene e nel male.

saluti
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Re: L'addio di Cofferati

Messaggioda ranvit il 15/10/2008, 18:52

Cofferati come Chiamparino e Dominici e Soru e De Luca dovrebbero essere nella Direzione del PD al posto di tanti incapaci che non hanno mai amministrato nulla.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'addio di Cofferati

Messaggioda franz il 15/10/2008, 20:09

ranvit ha scritto:Cofferati come Chiamparino e Dominici e Soru e De Luca dovrebbero essere nella Direzione del PD al posto di tanti incapaci che non hanno mai amministrato nulla.

Vittorio

Approvo ed aggiungo Cacciari.

Ciao,
Franz
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