Stefano'62 ha scritto:Più che altro sarebbe più corretto dire che a non essere normali non sono quei termini,ma coloro che pretendono di usarli in modo esclusivo come una bandiera.
Devo dire a proposito che i codici di comportamento del politicamente definito (tipo gli esquimo della sinistra e il lessico politicamente e ostentatamente stereotipato da film anni setttanta) mi sono sempre stati antipatici,e parecchio anche.
Sarà per questo che adesso mi sento di riappropriarmi delle parole della lingua italiana,soprattutto quelle di valore positivo,alla faccia di chi invece vuole continuare ad attribuirgli significati vetusti.
Discorso chiaro e condivisibile, ma solo fino ad un certo punto.
Come dicevo, i simboli sono importanti nella comunicazione e finiscono per avere un significato superiore a quello che "normalmente" potremmo attribuir loro. Non credo che sarebbe auspicabile (e indolore) inserire nel logo del PD un piccolo fascio littorio oppure una svastica (che in fondo è solo un "antico simbolo", fin dal neolitico).
I simboli sono usati come bandiere per un noto senso di ostentazione di appartenenza, come i tatuaggi di certe tribù.
Fa parte della cultura umana ostentante una appartenenza etnica e culturale usando come simboli vestiti, modi di salutarsi, colori. È un modo per riconoscersi. È la norma (vedere Guelfi e Ghibellini).
Ecco, immagino che farebbe senso oggi sentir dire, in un congresso PD a Firenze da un tal Angiolieri, lontano parente, "Cari Guelfi Bianchi .... è da tanto che volevo dirlo".
Certe divisioni del passato (e simboli annessi) sono ormai superati e riproporli è segno di una nostalgia fuori luogo e fuori dal tempo.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)