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Storia del botta e risposta tra De Benedetti e D'Alema

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Storia del botta e risposta tra De Benedetti e D'Alema

Messaggioda franz il 20/05/2010, 13:11

Ragioni e storia del botta e risposta
tra De Benedetti e D'Alema

di Sara Bianchi

L'occasione è stata il libro «Guzzanti vs De Benedetti», di cui il Fatto Quotidiano il 12 maggio ha pubblicato ampi stralci, ma la lite che si consuma ora sulle prime pagine dei giornali tra Massimo D'Alema e Carlo De Benedetti arriva da lontano.

Restiamo però a quello che è accaduto negli ultimi giorni. Il presidente del gruppo
editoriale Espresso-Repubblica, parlando con Paolo Guzzanti nel volume citato, dice dell'ex premier: «Credo che D'Alema abbia fatto tantissimi errori e non capisca più la sua gente, come il caso Puglia insegna. In quanto a Berlusconi, il mio giudizio su di lui come uomo politico è estremamente negativo, ma almeno Silvio ha fatto qualcosa. D'Alema e quelli come lui non hanno fatto niente. Mi odiano, ci odiano e adesso si sono messi in testa che Ezio Mauro voglia diventare il leader del Pd e questo li fa impazzire, e naturalmente non è vero nulla, è una panzana pura ma se la sono messa in testa e sono scatenati contro di noi. Sono ridotti così male che hanno inventato questa leggenda».

«Mi sta dicendo che è in pessimi rapporti con il Partito democratico che una volta era la luce dei suoi occhi?» chiede Guzzanti «No - risponde De Benedetti - guardo i fatti e le persone. Ad esempio, io stimo moltissimo Bersani: è stato un eccellente ministro e di lui come persona e uomo di governo posso soltanto dir bene. Ma come leader? Suvvia, è totalmente inadeguato. Lui e D'Alema stanno ammazzando il Pd, per non parlare della storia dell'alleanza fra loro e Casini in Puglia, alleanza che poi è fallita perché Vendola ha vinto sia le primarie che le elezioni regionali. Pensi quale alto livello politico».

La replica arriva durante un dibattito per la presentazione di un libro. Massimo D'Alema non cita l'editore di Repubblica ma il riferimento è ovvio a tutti in sala. Anche a sinistra alberga il berlusconismo, avverte l'ex premier che mette in guardia i democratici dall'imitare la ricetta politica del leader Pdl. In fondo, dice D'Alema, Berlusconi non ha inventato nulla. E sottolinea che il presidente del Consiglio «ha operato in un campo ampiamente destrutturato», ma la distruzione della politica ha contagiato il resto del paese, diventando un fenomeno tipicamente italiano. «In nessun paese del mondo - prosegue - si oserebbe dire a un uomo politico che siccome ha fatto politica, non ha combinato nulla nella vita.

A nessuno verrebbe in mente di dirlo a Sarkozy. Da noi - aggiunge - questo fa parte della cultura dominante».
Poi osserva come il berlusconismo abbia sfondato anche a sinistra: «Di alti imprenditori che ambirebbero di fare i Berlusconi ce n'è anche da questa parte, anche da noi c'è un lungo elenco di persone che pretenderebbero di fare e di condizionare la politica». E conclude: «Di gente che fa il verso a Berlusconi ce n'é una sfilza. Sono berluschini, dei berlusconi di serie B».

Ma l'ultimo parola, per ora, l'ha avuta Carlo De Benedetti. «D'Alema? Un problema umano», dice l'ingegnere parlando alla London School of Economics sul futuro dell'Europa.
«Quando invece di rispondere nel merito una persona si mette a parlare della luna non
me ne può fregare di meno».

Questo è ciò che è accaduto negli ultimi giorni, ma le ruggini tra i due non sono cosa nuova.
Lo sa bene Walter Veltroni, la cui candidatura alla segreteria del partito, secondo i maligni, nacque nell'estate del 2007 dopo la pubblicazione da parte delle intercettazioni sul caso Bnl-Unipol, che tiravano in ballo anche D'Alema e Fassino. Nell'ultimo congresso Pd, poi, quello che ha decretato l'elezione a segretario di Pier Luigi Bersani, considerato un dalemiano di ferro, uno degli imput che aleggiava neanche tanto nascostamente nell'aria era la necessità di sganciarsi da una presunta sudditanza a Repubblica, di cui sono stati accusati i due segretari precedenti, Veltroni e Franceschini.

Cristiano Sociali news, nell'ultimo numero, lo scrive chiaramente: «Oggi è evidente che l'antagonista principale di Bersani nel Pd e nel centrosinistra è il gruppo Repubblica-L'Espresso» e imputa la sconfitta alle regionali alle colpe della gestione passata, quella di Veltroni prima e Franceschini poi, accusando la minoranza interna al Pd di remare contro l'attuale gruppo dirigente. In quest'ottica Repubblica-L'Espresso sarebbero il braccio armato della minoranza Pd. Tanto che quella del gruppo editoriale guidato da De Benedetti è definita «una battaglia di potere nel senso più stretto». Cristiano Sociali news sostiene che «il gruppo fu già decisivo nella scelta di Rutelli al posto di Amato nel 2001, tentò senza successo di sostituire il tandem Cofferati-Moretti alla coppia di comando Ds Fassino-D'Alema negli anni successivi. Riconquistò con Veltroni il comando del Pd. E ora vuole ribaltare il risultato del congresso nel quale è stato sconfitto. Vuole fare il leader». Analisi che confermerebbe la tesi di De Benedetti:
«Mi odiano, ci odiano e adesso si sono messi in testa che Ezio Mauro voglia diventare il leader del Pd e questo li fa impazzire, e naturalmente non è vero nulla».

19 maggio 2010 http://www.ilsole24ore.com
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