pinopic1 ha scritto:"franz, mi sembra che la “discussione bolognese”, da te riportata, manchi proprio di un ramo importante, affiorato nel forum, cioè che per imporre la cosiddetta “identità cristiana” si siano condizionati e limitati il sapere dell’uomo e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, e, conseguenzialmente, che si sia influito negativamente sul progresso culturale e civile dell’Europa occidentale.
Interventi su altri thread (pierodm, cardif, pinopic1) offrono abbastanza per stimolare ricerche e approfondimenti personali. "
Io non credo affatto che per imporre l'identità cristiana si siano condizionati il sapere dell'uomo e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche. Almeno non in questi termini. Per imporre l'identità cristiana sono state commesse delle nefandezze ma penso che il cristianesimo abbia liberato le energie creative e intellettuali dell'uomo occidentale.
Penso che ci sia grande contraddizione tra il messaggio di Cristo (indipendentemente da chi fosse e se fosse o no il figlio di Dio)* e l'istituzione che lo vorrebbe incarnare e rappresentare. Proprio perché è un messaggio di libertà, di fiducia nell'uomo, nell'individuo, di stimolo alla ricerca della verità. Così l'ho sempre percepito: non la rivelazione della verità (che forse appartiene alla Bibbia), ma l'istigazione (uso questo termine non casualmente) a ricercare la verità. Questo contrasta con una istituzione su base gerarchica che deve difendere delle posizioni. E contrasta con qualsiasi dogmatismo.
Per me l'illuminismo è un prodotto del cristianesimo.
Naturalmente la chiesa al suo interno ha anche energie che sanno interpretare ancora correttamente quel messaggio.
Ho accennato in un post al genocidio degli azteca fatto in nome di Dio ( e della Corona spagnola). Ma anche i più strenui difensori dei superstiti e della loro cultura furono dei religiosi. Le poche testimonianze che ci sono rimaste di quella cultura sono state salvate da un religioso, gesuita se non sbaglio.
*Anche se non fosse esistito. Una cultura, una filosofia, un atteggiamento relativamente alla vita e ai rapporti tra gli uomini che comunque ha avuto una grande diffusione ed ha acquistato grande forza.
La mia è una supposizione facilmente opinabile!
Non abbiamo una controprova, un’esperienza che potremmo portare ad esempio per ipotizzare qualcosa che non c’è stato. La storia dell’Europa degli ultimi duemila anni la conosciamo (per come ce l’hanno fatto conoscere): ipotizzare qualcosa che poteva essere, se non ci fosse stato qualche presenza, qualche evento, è senz’altro un azzardo.
Come si può dare torto a chi argomenta su quello che è stato? Però lo sforzo da fare è pensare come poteva diventare l’Europa se il cristianesimo fosse stato predicato in modo diverso.
Le scoperte sono sempre frutto di esplorazioni oltre il conosciuto, a volte vengono fatte per caso, però, sempre hanno portato oltre il risaputo.
Non sono io, poi, la persona che può dire la sua (per gli studi che ho fatto), posso soltanto fare qualche considerazione e partire da questi punti:
1) la storia si basa sugli scritti;
2) le scritture erano fatte dagli scribi, al servizio del potere;
3) gli scribi riportavano i fatti secondo la visione del potente, rimasto in vita;
4) le scritture si conservavano negli edifici che resistevano alla storia;
5) i vincitori imponevano la loro cultura ai vinti;
6) le scritture potevano essere distrutte o alterate dai nuovi vincitori;
7) le scritture richiedevano ristampe, fatte dagli amanuensi;
8) gli amanuensi potevano sbagliare ad interpretare testi scritti in altre lingue;
9) gli amanuensi potevano apportare modifiche anche volute.
10) gli amanuensi erano prevalentemente dei monaci;
11) i libri anche stampati andavano incontro all’usura del tempo e potevano andare perduti per
volontà o per fatti bellici;
12) la cultura era sostenuta dalle scuole filosofiche;
13) i filosofi discutevano anche di matematica, astronomia, scienze, etc. ed erano rivolti a usare
la ragione per ricercare la verità e la conoscenza al fine di interpretare il mondo e di spiegarsi
l’origine delle cose;
14) la religione si basava e si basa su dogmi.
Questi punti offrono un abbozzo per avvicinarsi alla discussione, di certo sappiamo che la descrizione della verità dei fatti è stata sempre a discrezione della volontà dei potenti e soprattutto della Chiesa cristiana.
Il cristianesimo, con l’imperatore romano Teodosio I (il Grande), nel 380, divenne la religione ufficiale dello Stato (la religione pagana veniva considerata fuorilegge) e quindi autorizzata a fare e a disfare quanto le scuole filosofiche proponevano, a fatica.
Le uccisioni dei “pagani” e degli oppositori sono state incalcolabili, insieme a questi però doveva scomparire anche il loro pensiero. Si incendiano le biblioteche dell’antichità (Atene, Pergamo e Antiochia) e si perde tutto lo scibile dei grandi pensatori dell’umanità. Quella più importante di Alessandria d’Egitto, con 700.000 volumi, viene data alle fiamme nel 391 per ordine del vescovo Teofilo (vedi allegato "Petta Ipazia")
I cristiani ricorrono anche alla violenza per imporre i loro dogmi e ... il loro potere: non sono certamente in armonia con l’amore verso il prossimo predicato da Gesù!
Gesù era unico, ed è finito sulla Croce. I suoi seguaci non erano come Lui: “andare sulla croce”, adesso toccava agli altri! Le biblioteche “pagane” non avevano più alcuna funzione, erano le loro scritture (ritenute “Sacre”) che dettavano legge, e agli scribi il compito di tramandare il “dettato” (nel vero senso del significato).
Le opere d’ingegno umano non potevano che essere distrutte quando si affermava che l’origine di ogni ingegno doveva essere divina.
Il geocentrismo per la Chiesa andava bene perché si uniformava al testo religioso. La teoria eliocentrica del IV-III secolo a.C. e l’atomismo di Democrito (V-IV sec.a.C.), no, e queste hanno dovuto aspettare il XVI secolo (circa 2.000 anni) per essere riconsiderate.
Nel frattempo tutti quelli che mettevano in discussione i dogmi religiosi ... non avevano vita facile se non ritrattavano, ad incominciare dalla stessa Ipazia d’Alessandria (per quello che si è riuscito a sapere), a quelli menzionati dalla Fumagalli (
“Abelardo maestro a Parigi e l’inglese Adelardo Di Bath entrambi del XII secolo”, i seguaci della filosofia averroista, etc.), ai tanti “eretici” (Sarpi, Giordano Bruno, i fedeli delle altre chiese cristiane, etc.), a Galileo Galilei e ad altri.
Ma la discussione sull’origine degli organismi è stato il campo che ha visto i dogmi religiosi ergersi come baluardi insormontabili fino alla metà del XVII secolo, quando si è incominciato a proporre la biogenesi.
Fino ad allora la spiegazione del libro della Genesi (
“Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.” 2,7-22) l’aveva fatta da padrone. Questa posizione veniva quasi sostenuta da Aristotele quando affermava che gli organismi potevano generarsi spontaneamente anche da materia inerte, se questa avesse avuto un “principio attivo” o “vis formativa”. Il filosofo greco riteneva i fossili come organismi in via di formazione dal fango (l’opposto del dettato scientifico).
La biogenesi, però, ha impiegato due secoli per affermarsi universalmente, con Pasteur, ed è tuttora oggetto di critica dai fautori del Progetto Intelligente (ID).
Non sono mancate, poi, le critiche e l’ironia all’opera di Darwin, che spiegava l’origine delle specie e quella dell’uomo, e alle teorie evoluzionistiche.
Anche in campo geologico “l’attualismo” di Charles Lyell (1830) è meno considerato del “castigo di Dio” per spiegare un cataclisma. Tuttora sono molte le processioni di fedeli, con i ceri in mano, a chiedere interventi divini per far piovere o per far cessare di piovere, per arrestare una colata lavica o per preservarsi dal terremoto.
Possiamo allora capire quanto condizionamento e limiti abbia ricevuto lo sviluppo delle scienze biologiche e della medicina, da Galeno (II secolo) in poi.
Quante credenze si sono dovute sconfessare e quanta fatica si faccia ancora oggi per obiettare le vedute cattoliche in questi ambiti.
“La Bibbia deve essere ben interpretata!” si sente spesso. Chi si propone a questa funzione, non può essere che un “eletto”, con la grazia di Dio … perché non c’è spazio per le deduzioni personali della gente comune!
Siamo sicuri, però, che l’interpretazione è quella giusta? o si tende a dire quello che si vuole o che fa più comodo, per giunta detta in una lingua incomprensibile ai più?
“Fermati, o Sole” di Giosuè è stato volutamente interpretato male, per molti secoli.
E tutti gli altri dogmi? … si dovevano accettare per fede! Qualche volta si dimostrava la loro veridicità rapportandoli ad avvenimenti verificatisi dopo. Si vedeva quello che si voleva vedere nei passi delle Sacre scritture.
E indubbio che l’Umanità abbia fatto un certo cammino, e che tutto quello che si è verificato (nel bene e nel male) o non verificato debba rapportarsi al cristianesimo.
Ho letto che Kant nel suo scritto “Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?” (1784), abbia affermato:
« L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.
“Sapere aude!”, “Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!”, è dunque il motto dell'illuminismo. Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare:
“Non ragionate”! L'ufficiale dice:
“Non ragionate, ma fate esercitazioni militari”. L'impiegato di finanza:
“Non ragionate, ma pagate!". L'uomo di chiesa:
“Non ragionate, ma credete”. »
La Chiesa cattolica esercitava il potere temporale insieme a quello spirituale: in essa erano rappresentati l’ufficiale, l’impiegato di finanza, il clero che, con azioni combinate, certamente aggravavano lo stato di
“minorità” degli uomini, in qualsiasi circostanza. Potevano questi sostenere un’idea libera e mettersi in contraddittorio con chi affermava di essere il depositario della “verità”, perché capace di interpretare la parola rivelata da Dio agli uomini?
Senz’altro non sono mancati personalità di spicco nella Chiesa, ma anche questi hanno avuto il loro da fare con la stessa gerarchia ecclesiastica.
Non si è mai visto che qualche mela sana abbia bloccato il marcire delle altre … semmai l’opposto.
La Chiesa per me ha influito negativamente al progresso dell’Europa.
L’illuminismo ha fatto esplodere le potenzialità della mente dell’uomo, mentre la Chiesa per troppi secoli (18, o più?) le ha tenute a freno per imporsi con il terrore fisico e spirituale: le pene inflitte erano da monito per questa vita e per l’al di là.
L’esortazione
“Sapere aude!” (abbi il coraggio di conoscere!) esaltava il raziocinio e avvertiva che la libertà di pensiero non era gratuita né senza conseguenze, per il sovvertimento politico e sociale che ne poteva derivare.
“Schiacciate l’infame!” era un motto di Voltaire contro la Chiesa cattolica, però riconosceva che
“Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo, ma tutta la natura ci grida che esiste”. Un’apparente contraddizione per proporre una diversa “lettura” e ricercare una diversa spiegazione a tutto ciò che si predicava o che si imponeva politicamente al popolo, ma anche, probabilmente, per guardarsi dai tribunali dell’Inquisizione: gli autodafè erano sempre allarmanti!
Per tutto il Medioevo, le scienze come potevano progredire se erano alternative alla volontà e al predicato del potere costituito, che innalzava agli onori dell’altare i vari Cirillo di Alessandria, Ignazio di Loyola, Roberto Bellarmino per meriti acquisiti a combattere le varie “eresie” e le “opere del diavolo” che l'intelletto umano proponeva?