Mariok, hai descritto bene la situazione.
Certo che ci sono "gli altri", i dissidenti, i "diversi". Ci sono sempre, c'erano anche tra i tedeschi durante il regime nazista, tanto per dirne una a caso.
Tanto è vero che mi sembra sempre una prevaricazione, quando sento dire che "gl'italiani hanno voluto Berlusconi", come se fossero "tutti" gli italiani.
Ma è ovvio che si parla di forze prevalenti e caratterizzanti, di maggioranze, di culture diffuse, di standard comunicativi, di un'etica e un'estetica che qualificano un tempo.
Quella che tu hai brevemente descritto è né più né meno che decadenza culturale: democrazia di massa, società consumistica e post-ideologica.
Un insieme che, non a caso, viene descritto da alcuni (molti) come una specie di progresso, una liberazione dagl'impacci di un umanesimo conflittuale.
Il fatto che colpisca soprattutto la sinistra è inevitabile, direi perfino tautologico - e la cosa dovrebbe far riflettere quegli stessi tanti che amano riscrivere la storia delle democrazie moderne, della sinistra e del progressismo liberale in chiave ipercritica, o direttamente ed esclusivamente denigratoria.