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Mozione Bersani

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Mozione Bersani

Messaggioda gabriele il 26/07/2009, 11:47

Rnavit hai ragione. E' sempre il solito minestrone, e riprendendo il tema culinario, posso dedurre che le prossime primarie saranno un "mangia sta minestra o salta dalla finestra".

Addio PD. E' stato bello nei primi giorni in cui sei stato messo al mondo. Ma non ti preoccupare per il futuro, quando ti faranno arrivere al 15 %, ti cambieranno il nome e cercheranno di spacciarti per qualcosa di nuovo...un po' come i pubblicitari fanno per lo yogurt o per i pannoloni...con tutto rispetto per lo yogur e i pannoloni, ovviamente :lol:

gabrive


ranvit ha scritto:Si l'ho ricevuta anche io ma....non l'ho letta.
A dir la verità avevo anche iniziato, ma di fronte alle solite belle frasi ho lasciato perdere. Tanto cio' che conta lo sappiamo già : l'establischement Pd ha puntato su Bersani per rimettere in pista internamente al partito tutti i maggiorenti con una spruzzata di giovanotti fedeli e politicamente qualcosa di simile all'Unione con l'aggiunta dell'Udc.

Mi puo' anche star bene se faranno cose convincenti e vincenti....

Del resto la banda Franceschini non convince nessuno e Marino non conta granchè.

Allora è inutile perdere tempo a discutere del sesso degli angeli.

Vittorio
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Re: Mozione Bersani

Messaggioda matthelm il 26/07/2009, 11:54

Robyn ha scritto:Matthlem
Da oggi tu la Binetti,Rutelli,Castagnetti siete di sinistra
<Ma veramente io,.> No no siete di sinistra
La sinistra democristiana era un pezzo di sinistra che stava nella Dc,
ecco perche la sinistra era minoranza.Con il crollo del muro le
anime si sono ricongiunte Ciao Robyn


Caro Robyn, non diciamo battute fuori posto ed un po’ leggere, se permetti.
Binetti, Rutelli e penso altri non sanno neppure cosa sia la sinistra dc .. compresa la Bindi! Inutilmente aggressiva. Castagnetti si.
Io ,come altri, eravamo sinistra dc ma ,credimi, non siamo mai stati di sinistra come la intendi tu, altrimenti non saremmo rimasti nella dc. Non ti sembra?
E’ una discussione un po’ più complessa.
In sintesi io mi sento ora come allora di centrosinistra, con o senza trattino e non mi rassegnerò mai ad essere in un partito di sinistra se questo significa identificarsi ideologicamente con gli eredi pci-pds-ds. Certo le cose sono cambiate ed infatti di sta cercando di costruire il PD: partito NON di sinistra ma di centrosinistra.

Ma si debbono dare ancora queste spiegazioni?
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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ULIVISTI PER BERSANI: le ragioni della scelta

Messaggioda franz il 13/08/2009, 8:06

ULIVISTI PER BERSANI: le ragioni della scelta
ulivistiperbersani@libero.it


PREMESSA:


Noi siamo ulivisti ed in quanto tali auspichiamo e lavoreremo

per un Partito Democratico portatore di un progetto complessivo e riformista della nostra società;

per un progetto attorno al quale costruire alleanze strategiche con altre formazioni politiche (sarebbe per noi inaccettabile rassegnarsi alla nascita di nuovi raggruppamenti di partiti legati soltanto dalla gestione e spartizione del potere);

per fare delle Primarie, tramite l’Albo degli Elettori, lo strumento partecipativo fondamentale delle scelte politiche.


Il partito che vogliamo deve essere fattore di inclusività e di unità. Ancora una volta - in altri termini - auspichiamo che il PD si faccia promotore di una ripresa non nominalistica dell'idea di sintesi propria dell'Ulivo. Con questa premessa guardiamo con favore il piano di lavoro che Bersani presenta: rinnova la tensione armonizzante e comunitaria dell'Ulivo, inteso come motore e guida di una più vasta alleanza riformatrice, decisamente alternativa al progetto politico della destra berlusconiana, amorale ed estremamente penalizzante per i soggetti più deboli.

Siamo consapevoli che per ottenere questi obbiettivi c'é bisogno di un soggetto politico forte e radicato sul territorio, che scelga le primarie di coalizione come strumento democratico di partecipazione, che sia laico e che abbia una forte capacità di rapporto con il mondo sindacale e quello industriale.


ANALISI E RIFLESSIONI


Crediamo che alcune "ragioni" fondamentali che hanno permeato di sé l'esperienza ulivista di questi anni, si possano ritrovare nel testo della "mozione Bersani", così come é venuto evolvendosi in questa prima fase di confronto politico nazionale, anche grazie all'apporto che a quel testo é venuto dal dibattito animato da amici e compagni che, secondo diverse sensibilità, si richiamano, in gran parte, alle esperienze dei Cittadini per l'Ulivo (1) e dell'Associazione per il Partito Democratico (2).

In questa ottica proviamo a schematizzare alcune note che possano aiutarci in questo percorso, intervallandole con citazioni tratte dalla "mozione Bersani" (3) a supporto di questa dimostrazione.


Occorre partire da una valutazione di fondo. C'é chi é convinto che l'errore fosse già evidente fin dalla partenza, così come c'é chi sostiene che parecchio sia stato dovuto, invece, all'incalzare degli eventi ed alla concitazione di un'agenda politica esageratamente fitta ed pressante. Comunque sia, ad una attenta verifica dei fatti quella del Partito Democratico è stata una partenza, a livello nazionale, faticosa e poco entusiasmante.

Occorre far tesoro di questa esperienza e porre rimedio ai limiti ed agli errori. Nella presente fase congressuale fortunatamente nessuno avanza infelici ipotesi di ritorno all'indietro. Ciò non esime dal rimarcare la necessità di un rilancio del progetto del Partito Democratico, che non può che ripartire dal disegno ipotizzato da Romano Prodi.


In questo contesto viene a delinearsi l'importanza e la qualità della proposta messa in campo da Pierluigi Bersani: se il partito è uno strumento per realizzare un progetto, la sua mozione risulta di gran lunga la più convincente non solo perché si preoccupa di costruire uno strumento democratico, aperto, efficace ed efficiente, ma anche perché risulta un ottimo piano di lavoro per far uscire il Paese dalle secche di una crisi grave e preoccupante (per titoli: i valori di riferimento; lavoro e cittadinanza; ridurre le disuguaglianze; liberare il merito; legalità e democrazia; laicità e valori condivisi ecc.).

1. LA RIFORMA DELLA POLITICA

In Italia il livello di credibilità nella politica non é stato mai così basso. Nello stesso tempo - anche se con preoccupanti tendenze alla diminuzione - gli italiani mantengono un notevole tasso di partecipazione agli appuntamenti elettorali. Per aiutare l'Italia ad uscire dalla crisi che la sta attraversando, occorre lavorare ad una profonda riforma della politica. Anche per questo c'é bisogno di un Partito Democratico presente, organizzato, radicato nel territorio. Un Partito che abbia come orizzonte di riferimento l'art. 49 della Costituzione italiana (4) e che, proprio per questo, possa porsi l'obiettivo di una profonda riforma della politica italiana, che – tra le altre cose – possa indurre i Partiti ad adeguarsi finalmente ai dettami costituzionali.


Dalla mozione Bersani: Che cos’è un partito?:


1.L’idea di partito ha a che fare con l’idea di democrazia. Rifiutiamo i modelli plebiscitari e riaffermiamo il valore dell’art. 49 della Costituzione. I partiti sono strumenti di partecipazione, di formazione civile, di impegno individuale e collettivo, di mediazione virtuosa tra società e istituzioni, di proposta e di indirizzo, di selezione democratica della classe dirigente.

Un partito è una comunità di donne e di uomini che vive di rispetto, amicizia, pari dignità e lealtà reciproci. Le iniziative popolari e le feste sono parte essenziale dell’attività di partito, così come la promozione di strumenti nuovi di comunicazione e socializzazione. La Rete non sostituisce, ma amplia le possibilità di comunicazione e di interazione ad ogni livello.


2.Un partito si organizza in circoli presenti in ogni comune o quartiere, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle comunità all’estero, ma può aprirsi davvero agli elettori solo se è radicato e riconosciuto nel Paese. Si apre alle energie più fresche della società tramite una forte organizzazione giovanile. E' riconosciuto da quelli che rappresenta e allo stesso tempo è capace di riconoscere altre forze sociali con cui fare un percorso comune e preparare il progetto di governo, per non ricadere nel riformismo dall'alto. Per questo, nel rispetto della reciproca autonomia, vanno coltivati rapporti con tutte le organizzazioni sociali, del lavoro, dell’impresa, dei consumatori, del volontariato.


PRIMARIE e ALBO DEGLI ELETTORI


Alle Primarie non é più possibile rinunciare. Dalle Primarie non si torna indietro. Lo strumento delle Primarie descrive un Partito aperto, plurale, democratico davvero, che seleziona una parte importante del proprio gruppo dirigente attraverso la partecipazione effettiva, organizzata e sollecitata degli iscritti e degli elettori (ciascuno per la propria competenza). E che dunque prefigura un “clima ed un ambiente” democratico e aperto al libero confronto – sia quando le decisioni risultano riservate agli iscritti, sia quando, invece, sono demandate agli elettori - nel quale la competizione nel proporsi alle varie mansioni sollecita la libera concorrenza di idee e di progetti, in una cornice condivisa di programmi, di regole e di valori.


A questo fine lo strumento delle Primarie va meglio definito e regolamentato, assumendo come “platea di riferimento” per la partecipazione l’”Albo degli elettori” proposto da anni dalla rete dei Cittadini per l'Ulivo (5) e purtroppo colpevolmente mai assunto e valorizzato dai vari leader che si sono succeduti alla direzione dei diversi soggetti politici che si sono avvicendati in questi anni.


L'Albo degli elettori deve essere istituito anche a livello di Circolo, al fine di diventare lo strumento di riferimento e di lavoro messo a disposizione delle nostre unità di base, presenti nelle varie realtà territoriale, per facilitare il loro impegno e per agevolare il loro radicamento.

Dalla mozione Bersani: Cosa significa democratico?


1. Il Partito democratico è un partito di iscritti e di elettori che persegue la parità di genere nelle responsabilità politiche. La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Agli iscritti sono riconosciuti diritti fondamentali come la partecipazione alle decisioni ai vari livelli (anche attraverso referendum) e l’elezione degli organismi dirigenti. Il Pd coinvolge gli elettori, attraverso le primarie, per selezionare le candidature alle cariche elettive con particolare riferimento alle elezioni in cui non sia presente il voto di preferenza. Partecipa alle primarie di coalizione con un proprio rappresentante scelto da iscritti e organismi dirigenti. Le primarie per l’elezione del segretario nazionale richiedono nuove regole ispirate a due criteri: non devono trasformarsi in un plebiscito e non possono essere distorte da altre forze politiche. Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L'albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato.


2.Il Partito democratico è un partito nazionale organizzato su base federale. I rimborsi per le elezioni regionali, le entrate del tesseramento e delle feste, i contributi degli amministratori, sono destinati ai circoli e alle organizzazioni provinciali e regionali. Parte del finanziamento elettorale nazionale ed europeo va destinata a progetti di radicamento del partito nella società. Gli organismi dirigenti nazionali saranno formati per la metà da rappresentanti designati dai livelli regionali.

3.Gli organismi dirigenti ad ogni livello saranno composti in un numero ragionevole per consentire una discussione politica efficace e scelte consapevoli. Lo statuto garantisce i diritti dei singoli iscritti e delle minoranze. Gli organismi dirigenti hanno il dovere di ricercare attraverso l'aperto confronto delle opinioni la posizione comune da assumere nelle sedi politiche e istituzionali. Le deroghe rispetto alle posizioni comuni dovranno esprimersi sulla base di criteri valutati da un organo statutario. In ogni caso il PD considera il pluralismo interno una ricchezza irrinunciabile e un motivo di orgoglio.


3. POLITICA DELLE ALLEANZE


Vogliamo lavorare all'interno di un'ipotesi di bipolarismo maturo e governante. Nessuna nostalgia per maggioranze variabili, nessun rimpianto per le pratiche ed i vizi del trasformismo che tanti danni hanno procurato al Paese. Al contrario, siamo sostenitori convinti della democrazia dell'alternanza, che vogliamo rafforzare con una legge elettorale che garantisca ai cittadini la scelta degli eletti e del governo.

Ma uno schema bipolare non coincide necessariamente con il bipartitismo: non è questa la vocazione maggioritaria del Pd. Non si va a Palazzo Chigi né con il 33% né con il 26% e visto che il Pd vuole tornare a governare l'Italia il compito prioritario è dunque di ricostruire un campo omogeneo di forze alternative alla destra.


La vocazione ulivista del Pd è questa: diventare il motore di una nuova alleanza riformatrice e di governo chiaramente alternativa a Berlusconi. Per questo può essere utile anche il dialogo e l'intesa con l'UDC. Ma nella chiarezza d'intenti, sapendo che Casini si sente a casa propria nel centrodestra ed è lì che vuole tornare. E che, come lui stesso ha affermato, è disponibile ad un'alleanza con noi solo per mandare a casa Berlusconi. Alla luce di questa ipotesi emerge che l’alleanza tra Il Pd e l’UDC, data la diversità dell’elettorato di riferimento, non può essere strategica bensì limitata nel tempo e finalizzata a battere l’attuale maggioranza. Questo dato da una parte impedisce al Pd una deriva verso destra, che il popolo delle primarie non capirebbe né apprezzerebbe, e dall’altra, se, dopo Berlusconi, Casini torna nel centro destra, si sancisce una volta per tutte l’inesistenza del centro politico autonomo tante volte evocato nel nostro Paese.

Dalla mozione Bersani: Da soli si può fare poco


Il progetto che ci ispira non è compiuto: non è esaurita la questione dell’incontro tra culture ed esperienze politiche progressiste ancora oggi divise. Vogliamo essere chiari su questo punto: non c’è un Pd in cui confluire. C’è invece un vasto campo di forze di sinistra, riformiste, laiche e ambientaliste che ha cominciato ad unificarsi e alle quali è giusto guardare con attenzione, così come a tutte quelle forze di opposizione che incarnano valori importanti. Per loro, per noi, il Pd è la casa comune dei riformisti da costruire insieme.

La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di vincoli programmatici. Non consiste nell’autosufficienza, ma nella capacità di ritrovare una funzione di rappresentanza popolare, e nell’impegno ad elaborare un progetto di governo che convinca il Paese. Non possiamo più confondere il bipolarismo, che è una conquista della nostra democrazia, con il bipartitismo, che non ha fondamento nella realtà storica, sociale e politica del Paese.
Il primo banco di prova verrà dalle elezioni regionali del 2010. Sarà necessario sperimentare su basi programmatiche larghi schieramenti di centrosinistra, alleanze democratiche di progresso alternative alla destra. Il nostro impegno comincia ora. I tanti italiani delusi da Berlusconi devono trovarci pronti, quando si volteranno dalla nostra parte.

Sul piano istituzionale noi scegliamo un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, una legge elettorale chiara e non stravolgente l’architrave costituzionale, da elaborare in collaborazione con chi crede ad un bipolarismo maturo che renda l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo. Poiché noi crediamo nella struttura portante della nostra Costituzione intendiamo limitare le modifiche agli interventi essenziali per realizzare gli obiettivi indicati. E intendiamo anche risolvere il problema del conflitto di interessi che in tutti questi anni è andato aggravandosi, mettendo in pericolo la libertà di informazione, il rango civile del Paese e perfino l’immagine internazionale.

CONCLUSIONI:


Sulla base di questi tre capisaldi (Riforma della politica, Primarie e Albo degli Elettori, Politica delle alleanze) condividiamo il progetto di Paese e di Partito sostenuto nella mozione Bersani e decidiamo di adoperarci, per quanto possiamo, affinché Pierluigi Bersani venga eletto segretario nazionale del PD, mettendo a disposizione dell'intero partito la sua notevole capacità di sintesi e di rappresentanza in una leadership capace, determinata e chiara.



Pietro Aceto, Bologna
Deo Fogliazza, Cremona


Eventuali contributi, valutazioni, disponibilità e/o adesioni si ricevono qui: ulivistiperbersani@libero.it
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