pianogrande ha scritto:
E comunque, all'interno dei cristiani, il Papa fa le dovute distinzioni (i cristiani ipocriti; mica tutti) e quindi non li tratta da massa omogenea.
Forse perché non é un ipocrita. Non c'è via di mezzo. O si crede o non si crede. Chi crede, seppure nel peccato, segue la via del Signore. Cerca la santità in una vita di conversione. Questa non si raggiunge solo andando a Messa o pregando, ma anche con le opere, l'umiltà, la mitezza e l'esempio.
Si può sbagliare e peccare. Ogni cristiano è peccatore. Anche le figure più sante riconosciute della Chiesa erano peccatori. Per i cattolici la risposta al peccato è la confessione, che non si può spegnere nell'atto del rituale ma che si protrae in un cammino di vita che fa parte di quello di conversione.
Credo che sia questo il contesto nel quale il Santo Padre nel condurre il suo magistero in questo periodo storico si sia trovato a dover dire cose così pesanti. Un contesto che potrebbe portare ad uno scisma imminente, cavalcato da taluni cardinali sulla scia degli scandali sessuali dei preti pedofili
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.