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Bufale partenopee

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Bufale partenopee

Messaggioda franz il 18/11/2018, 9:22

La bufala della scuola di Napoli che non può andare a una finale a Boston
Non si è qualificata, e la finale comunque non è a Boston: sembra che la scuola abbia diffuso informazioni false, e i giornali non le abbiano verificate

Negli ultimi giorni, quotidiani, radio e tv hanno raccontato la storia di tre studenti di una scuola superiore di Napoli che, seppur arrivati secondi a un concorso internazionale di robotica, non avevano soldi per andare a disputare la finale a Boston, negli Stati Uniti. Nelle ore successive vari enti, aziende e persone – tra cui il Senato, Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle e Vincenzo De Luca, presidente della Campania – si sono offerte di dare alla scuola i soldi necessari. Il problema è che non è vero che la scuola è già in finale, e comunque la finale a cui dovrebbe eventualmente partecipare sarà in Spagna, non a Boston.

È iniziato tutto il 10 novembre quando, durante un evento pubblico, qualcuno dell’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Napoli ha parlato per la prima volta di problemi economici nel partecipare al concorso e alla sua finale. Secondo Repubblica a parlare sono stati i tre studenti in gara, che hanno detto: «Non è facile per le scuole italiane e del Mezzogiorno in particolare competere con le scuole dei grandi colossi economici mondiali nel settore della ricerca aerospaziale senza strutture adeguate e senza nemmeno i soldi per andare a Boston per la finale internazionale di una competizione».

Nei giorni successivi – in particolare da lunedì 12 novembre – la notizia è stata molto ripresa dalla stampa; e ne ha parlato pubblicamente anche Vittoria Rinaldi, la preside del Righi. Durante un’intervista della trasmissione di Radio Capital condotta da Massimo Giannini, Rinaldi ha risposto così alla domanda: «Però siete già sul podio, professoressa?».

«Si, si, si, sicuramente. Voglio precisare perché non è ancora il ritiro del premio. È lo svolgimento della finalissima».

Durante l’intervista, la preside Rinaldi ha detto anche che servono 6-7mila euro per partecipare alla finale. Intervistato il 13 novembre dal TG5, il professore del Righi Salvatore Pelella ha parlato invece di almeno 15mila euro «per poter stare una settimana a Boston».

Dal 14 novembre, però, qualcuno ha fatto notare tutto quello che non tornava in questa vicenda. I primi a farlo sono stati Luca Allione – uno studente di 18 anni dell’IIS Giulio Natta di Rivoli, in Piemonte, che sta partecipando allo Zero Robotics – e in seguito il Politecnico di Torino, che coordina la sezione europea del torneo Zero Robotics.

Il torneo Zero Robotics si disputa tra studenti delle scuole superiori di tutto il mondo che si sfidano nella programmazione degli SPHERES, dei piccoli satelliti sferici ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Le finali consistono nel mandare dei codici di programmazione per gli SPHERES alla Stazione Spaziale Internazionale. Come si capisce bene anche dal sito del torneo, i ragazzi del Righi non hanno vinto e nemmeno sono arrivati secondi nella classifica finale: sono solo arrivati secondi in una classifica relativa a una fase preliminare, che si è conclusa. Ora restano altre 84 squadre (molte delle quali italiane) che ripartiranno da zero, con una nuova classifica. In più, spiega il Politecnico di Torino, gli studenti «si sfidano, suddivisi in tre aree geografiche (Europa + Federazione Russa, Americhe, Australia)» e «la finale per le squadre europee si svolgerà ad Alicante (Spagna), non al MIT di Boston». A Boston ci sarà solo la finale dell’area geografica delle Americhe. Le tre finali – che si svolgeranno nello stesso giorno – saranno a inizio 2019. Ipoteticamente una squadra italiana potrebbe quindi fare la finale da Boston anziché da Alicante, ma non è tenuta a farlo.

Sembra quindi che il Righi abbia diffuso – e accettato che venissero diffuse – informazioni sbagliate sul concorso, senza smentirle o ritrattarle quando hanno incontrato grande diffusione sui media (che a loro volta le hanno diffuse senza verificarle, nonostante fosse sufficiente andare sul sito del concorso o contattare le parti in causa) e hanno portato a offerte da più parti per pagare le spese per partecipare alla finale del concorso. Tra i giornali che ne hanno parlato, diffondendo informazioni false, ci sono il Sole 24 Ore e Repubblica; ma anche molti altri sulla stampa, in radio e in tv.

La preside del Righi di Napoli, Vittoria Rinaldi, ha detto al Post che la scuola «non ha ancora ricevuto un soldo» e ha aggiunto «non ho avuto un centesimo e né lo voglio»; ha spiegato che la scuola aveva solo provato a assecondare il desiderio degli studenti di andare a Boston, dando ai giornali la colpa di aver comunicato male il messaggio. In realtà, come mostra per esempio il video qui sotto, è stata proprio la preside a dire erroneamente che la scuola sarà «convocata a Boston per la finalissima», che «i ragazzi dovranno recarsi a Boston per la finale» e che «tutto questo implica dei costi». Inoltre non risulta che nelle varie occasioni pubbliche in cui ha avuto modo di parlare del concorso – a Radio Capital, dal presidente De Luca, eccetera – la preside abbia ritenuto opportuno chiarire che quelle informazioni non erano corrette.


Contattato dal Post, Allione – che frequenta la 5B del Natta di Rivoli, che sta partecipando a Zero Robotics – ha spiegato, insieme al suo compagno Fabio Zorzan e al loro professore Marco Goia, che andare a Boston, alla finale americana, è una semplice opzione, per assistere alla finale americana. Dicono che «pochissime squadre italiane vanno a Boston» per la finale americana e che nemmeno il Natta, la loro scuola, ci è mai andata. La finale consiste nel mandare un codice alla Stazione Spaziale Internazionale; una cosa che, in pratica, si può fare anche senza andare dove è stata organizzata la finale. È sicuramente piacevole andarci, ma non è imprescindibile per partecipare e addirittura vincere.

Segue, con foto, su IlPost
https://www.ilpost.it/2018/11/15/righi- ... on-finale/
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Re:In America no, no, no.

Messaggioda pianogrande il 18/11/2018, 11:02

E così ci siamo beccati "il pacco" e lo abbiamo infiocchettato e rifilato a nostra volta.

Mi meraviglio di Repubblica che è il giornale che leggo di più e non mi aspettavo mi rifilasse una simile falsità.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Bufale partenopee

Messaggioda franz il 18/11/2018, 16:16

La notizia l'ho ascoltata/vista la prima volta su RAI3 (TG).

Naturalmente sarebbe potuto accadere su qualsiasi TV ed in qualsiasi città.

Caso vuole sia successo a Napoli e sia stata riporta dal da TG3 e da altre testate, che non hanno verificato prima di pubblicare.
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