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Centri per l'impiego

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Centri per l'impiego

Messaggioda franz il 18/10/2018, 15:51

Come spesso, lavoro ben fatto da Il Post.

I centri per l’impiego sono un disastro
Sono fondamentali in vista del "reddito di cittadinanza" ma soltanto il 3 per cento di chi li usa trova lavoro, alcuni restano in attesa per dieci anni: e l'Italia ci investe pochissimo

grafica e commenti su:
https://www.ilpost.it/2018/10/17/centri-per-l-impiego/

Secondo quello che dicono da anni i dirigenti del Movimento 5 Stelle, uno dei pilastri del futuro “reddito di cittadinanza” saranno i centri per l’impiego, gli uffici delle province che hanno lo scopo di aiutare le persone che cercano lavoro. Per ricevere il sussidio, infatti, sarà necessario – tra le altre cose – iscriversi a uno di questi centri. Chi riceverà il sussidio dovrà poi accettare una delle prime tre offerte di lavoro che riceverà attraverso il centro per l’impiego, a patto che provengano da un luogo relativamente vicino alla propria residenza (l’esatta distanza a cui sarà possibile rifiutarle non è ancora stata decisa).

Nelle intenzioni degli autori della norma, questo sistema dovrebbe incentivare la ricerca di lavoro e spingere migliaia di giovani scoraggiati a cercare attivamente una nuova occupazione. In questo modo il sussidio avrebbe la doppia funzione di sostegno economico e di ponte verso il lavoro, un sistema sperimentato con successo in alcuni altri paesi europei (ma dove non viene chiamato “reddito di cittadinanza”, perché quella in realtà è un’altra cosa). Il problema è che la catena di trasmissione di questo meccanismo, i centri per l’impiego, in Italia sono pochi, sottofinanziati e inefficienti. Meno del 3 per cento delle persone che si rivolgono ai centri riesce a trovare un lavoro, mentre in alcuni casi ci sono voluti più di dieci anni per ricevere la prima offerta di lavoro.

Per questa ragione il capo del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, in passato aveva annunciato che il reddito di cittadinanza sarebbe stato introdotto soltanto dopo una complessiva riforma dei centri per l’impiego. La proposta però è stata presto abbandonata, per fare prima, e i dirigenti del Movimento 5 Stelle hanno deciso di procedere di pari passo con l’introduzione del “reddito di cittadinanza” e con la riforma dei centri per l’impiego.

Il governo ha promesso di investire un miliardo di euro per migliorare il sistema. Come sarà speso questo denaro – se in nuove assunzioni, nuove sedi, nuovi sistemi informatici – non è ancora stato deciso, e non è chiaro nemmeno se si tratti di una cifra una tantum oppure di un aumento di spesa permanente. Sarebbe un investimento importante e necessario, visto che oggi il governo spende ogni anno appena 600 milioni di euro per finanziare i centri, ma rischia comunque di non essere abbastanza.

In Italia ci sono in tutto 552 centri per l’impiego, con poco meno di ottomila dipendenti che, nel 2016, hanno dovuto gestire 2,8 milioni di persone in cerca di lavoro. Sono numeri lontanissimi da quelli che si trovano nel resto d’Europa. Il paragone internazionale più completo si ritrova in uno studio dell’ISFOL, un ente di ricerca del ministero del Lavoro, pubblicata nel 2014 su dati del 2011 (in buona parte ancora validi), mentre un’altra ricerca più recente è stata realizzata da ISTAT.

Il confronto più impressionante è quello che riguarda il numero dei dipendenti dei centri per l’impiego. Di fronte agli 8 mila impiegati in Italia, la Francia ne ha 49 mila (saliti di recente a 54 mila), il Regno Unito 67 mila, la Germania 110 mila. La Svezia, che ha meno di un sesto degli abitanti dell’Italia, ha 11 mila dipendenti che lavorano nei centri per l’impiego.

https://www.ilpost.it/wp-content/upload ... 80x432.jpg

Queste cifre si riflettono anche nella spesa complessiva per questi centri, sui quali esistono dati Eurostat aggiornati al 2015. In Italia la spesa è pari appena allo 0,04 del PIL (circa 600 milioni di euro), mentre in Germania è dieci volte tanto, lo 0,36 per cento, pari a 11 miliardi di euro. La Francia invece, di miliardi ne spende quasi cinque e mezzo, cioè lo 0,25 per cento del PIL. Sempre Eurostat rileva che per ogni disoccupato la Germania spende 3.700 euro, la Francia 1.300 e l’Italia appena 100.

L’investimento da un miliardo di euro promesso dal governo, quindi, è necessario ma probabilmente insufficiente a portare i centri per l’impiego a un livello di efficienza anche solo lontanamente paragonabile a quello del resto d’Europa, e non è detto che non sia una cifra una tantum. Il sistema italiano avrebbe probabilmente bisogno di una strategia di sviluppo che preveda la spesa di svariati miliardi di euro, come ha detto Luigi Olivieri, dirigente della provincia di Verona: «Un piano di investimento di questa natura non può essere attuato in breve tempo, ma deve essere pluriennale, con una crescita graduale dei servizi e dei livelli delle prestazioni previste, in parallelo agli investimenti».

È da tempo che si parla riforma dei centri per l’impiego. L’ultima volta era stato nel 2015, quando uno dei decreti applicativi del Jobs Act aveva indicato la necessità di dar loro un ruolo attivo di gestione e controllo delle politiche per il lavoro. Nelle intenzioni del governo Renzi i centri per l’impiego avrebbero dovuto verificare che i beneficiari dei vari ammortizzatori sociali seguissero un Piano di Servizio Personalizzato per la ricerca attiva di un lavoro. Da allora però non sono state stanziate risorse aggiuntive né è stato assunto nuovo personale. Il piano, quindi, è rimasto in buona parte inattuato.

Non è chiaro se il governo abbia allo studio un piano come quello previsto dal Jobs Act o un altro intervento significativo. Nel caso, ancora nulla è stato fatto trapelare alla stampa. Se il cosiddetto “reddito di cittadinanza” entrerà in vigore alla prossima primavera, quindi, lo farà in uno scenario in cui i centri per l’impiego non sono assolutamente preparati a gestire le migliaia di nuove iscrizioni che con ogni probabilità riceveranno. Il sussidio quindi resterà un sussidio, utile per alleviare la situazione economica di chi si trova in difficoltà, ma che per il momento non li aiuterà a trovare un lavoro.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda pianogrande il 18/10/2018, 16:05

Questa battuta l'ho già fatta ma non mi trattengo.
In Italia i centri per l'impiego servono appunto per l'impiego dei propri dipendenti.

Dovrebbero essere una zona di frontiera contro il lavoro nero e l'idea di sottoporre il sussidio all'accettazione di lavoro sarebbe bellissima se si volesse attuarla davvero perdendo così il voto dei beneficiari del sussidio stesso.

Dovrebbero servire anche a distribuire lavoro socialmente utile e in qualche altro modo, anche abbastanza invasivo, per un controllo di come si svolge la vita dei beneficiari del sussidio.

Questo impiegherebbe gente ma si autofinanzierebbe come lotta al lavoro nero e col concetto che chi prende soldi dallo stato, visto che i soldi li prende, deve dare prestazioni anche saltuarie allo stato ogni volta che questo gli venga richiesto (e senza tante storie).
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda franz il 19/10/2018, 7:44

Un amico riposta il post sul tema, di un altro amico (che non conosco)


Da matematico per la finanza e l'economia, mi permetto di postare due conticini sul cosiddetto reddito di cittadinanza, lasciando a Paolo la decisione se lasciare o togliere dal suo muro questi miei scarabocchi.

*** Sul reddito di cittadinanza ***

Nei giornali di questi giorni, metà ottobre 2018, si legge che il cosiddetto reddito di cittadinanza verrà dato a circa 6 milioni di persone, per un importo pro-capite di 780 euro al mese.
Al riguardo due conti.

Lasciamo stare il fatto che si possa rifiutare per due volte la proposta di lavoro, nel qual caso i Centri per l'impiego dovrebbero trovare 18 milioni di posti di lavoro.

Invece, partiamo dalle ipotesi favorevoli a questo Governo che tali Centri siano già stati riformati (compito arduo) e che riescano a far assumere 1.000 persone al giorno (compito arduo).
Ciò equivale a dire che in un anno, in cui ci sono mediamente 252 giorni lavorativi, questi Centri riusciranno a fare assumere 252.000 persone.

Quindi, affinché tutti i 6 milioni di titolari di reddito di cittadinanza vengano assunti passeranno quasi 24 anni. Nel frattempo si spenderanno circa 700 miliardi di euro, ovvero quasi 30 miliardi di euro all'anno.
E se tutti i 6 milioni di persone accettassero solo la terza proposta, servirebbero oltre 70 anni per far assumere tutti e quasi 2100 miliardi di euro.

È evidente che questo non sia un reddito ma, piuttosto, sembri una sorta di metodo per fidelizzare gli elettori. Insomma, roba da Prima Repubblica.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda pianogrande il 19/10/2018, 10:16

Fideizzare gli elettori che non lavorano a spese di quelli che lavorano e risparmiano (gli speculatori) e di quelli che "si godono" la pensione.

Insomma un governo alleato del popolo dei fancazzisti e contro (odio e invidia) chi lavora e produce (speculatori maledetti).

E funziona; funziona benissimo dal punto di vista propagandistico ma distruggendo la base produttiva e risparmiatrice, durerà quello che basta ad andare alle elezioni europee con una lista di nemici senza precedenti e quindi buttando all'aria l'appartenenza all'unione e all'Euro.

Putin si frega le mani.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda Robyn il 19/10/2018, 12:17

A parte di come è fatto e finanziato il rmg se ne ravvedono degli elementi di costituzionalità non si può invocare la costituzione solo dove conviene
Art 38 Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale
Art 3 E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza,impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del paese
Ed ancora in tema di successione Art 42 La legge stabilisce le norme e i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello stato sulle eredità
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda pianogrande il 19/10/2018, 12:55

Robyn ha scritto:A parte di come è fatto e finanziato il rmg se ne ravvedono degli elementi di costituzionalità non si può invocare la costituzione solo dove conviene
Art 38 Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale
Art 3 E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza,impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del paese
Ed ancora in tema di successione Art 42 La legge stabilisce le norme e i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello stato sulle eredità


Sissì ma la costituzione bisogna leggerla e rispettarla tutta.

Non dice che per mantenere tutti bisogna far colare a picco il paese.
Anzi dice esattamente il contrario.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda Robyn il 19/10/2018, 13:17

non giocare con lo spread please perche la colpa ricade sù chi gioca sullo spread.Di certo si può prevedere una distribuzione diversa della spesa per welfare,senza fare altra spesa ,perche il welfare è sbilanciato a favore del welfare per i ricchi che ne usufruiscono senza Isee.Poi non sono d'accordo con le 8 ore presso la Pa i famosi lavori socialmente inutili.Il rmg và data una base poi possono esserci delle agevolazioni ,affitto,utenze,libri scolastici-Per di più sarebbero necessari degli sconti per chi utilizza i mezzi pubblici per cercare lavoro e sconti sul web se si utiliza il web per cercare lavoro.Il rmg và dato anche a chi ha una casa di proprietà ma non per colpa non può lavorare ed in ogni caso in misura minore sù quello standart
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda franz il 19/10/2018, 14:47

Sui costi dell'operazione RdC non mi sbilancio, in assenza di dati, ma diciamo che 30 miliardi diviso 6 milioni di presunti possibili poveri fa 5'000 euro all'anno e 416 euro al mese. In assenza di dati più precisi mi sembra un'ipotesi verosimile.

Mi soffermo invece sui numeri del possibile efficienza dei Centri per l'Impiego (CPI). I 18 milioni di posti di lavoro (nel caso citato nel mio ultimo messaggio) è estremo, in quanto esclude che lo stesso posto sia offerto a piu' disoccupati, in sequenza o contemporaneamente.

Ed è su questi meccanismo che dobbiamo soffermarci. Ho esperienza su come funzioni questa cosa in Svizzera, dove nessuno spero metta in dubbio il grado di meticolosa e puntigliosa organizzazione.

Per prima cosa è fuori di testa che solo i CPI debbano cercare e proporre posti di lavoro ai disoccupati. La regola aurea è che il disoccupato il posto deve cercarselo da solo e naturalmente dimostrare di averlo fatto. Un certo numero minimo di ricerche al mese (per lettera o mail) rendicontate al CPI (copia della corrispondenza e dell'esito) e se non si ottempera si perde il diritto, quel mese, al sussidio. In Svizzera attualmente il numero minimo è attorno ad una decina al mese ma ci si aspetta che il disoccupato ne faccia di più, che faccia piu' del minimo.

Il CPI puo' sicuramente di suo avanzare proposte, contribuendo alla autonoma mole di ricerche e colloqui del disoccupato, ma il suo compito principale dovrebbe essere quello di fare una valutazione delle competenze del disoccupato (una sorta di assessment .... e se non sono in grado ci saranno aziende private a cui affidare il compito) e quindi dei corsi di formazione necessari per reintrodurlo nel mondo del lavoro.

Anche qui se un disoccupato rifiuta un corso di formazione (con obbligo di frequenza) salta il sussidio.

L'aspetto però che non vedo affrontato è quello sul lato dei datori di lavoro. Diciamo che salvo aziende che pianificano con largo anticipo le assunzioni, una azienda non puo' aspettare mesi che il CPI gli invii un candidato dopo l'altro. Vuole assumere al più presto.

Fuori discussione che le aziende sia obbligate ad assumere chi è segnalato dai CPI, e soprattutto siano obbligate ad assumere SOLO chi viene dai CPI o dar loro corsia preferenziale, una cosa utile può essere l'obbligo delle aziende di segnalare ai CPI i posti liberi. Una statistica dei posti liberi è un indicazione preziosa per le statistiche sul lavoro e da essa si possono trarre indicatori sia sull'efficienza dei CPI stessi, sia in generale sulla probabilità che i disoccupati rimangano tali per carenza di posti vacanti.

L'ultimo aspetto è quello delle competenze. Oggi il mondo del lavoro richiede competenze elevate e non è chiaro quali siano quelle di 6 milioni di poveri. Ammesso e non concesso che possano tutti lavorare (spesso hanno problemi di salute) le competenze sono un grosso problema. Dubito che datori di lavoro cerchino profili del tipo "cerco qualunque disperato disposto a fare qualsiasi cosa, anche se in pratica non sa fare niente". È questo il motivo per cui molto probabilmente quei 6 milioni rimarranno senza lavoro e a carico del reddito di cittadinanza.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda pianogrande il 19/10/2018, 14:56

Si potrebbero incentivare (anche fino al rimborso totale) le aziende disposte a fare corsi di formazione per assorbire personale non sufficientemente preparato.
Il CPI potrebbe collaborare con le aziende per selezionare questo personale su una vastissima platea di candidati a cui l'azienda potrebbe non essere in grado di accedere autonomamente.

Certamente questo potrebbe diventare un business con ampia facoltà di truffa ma lo stato non può avere paure preventive e deve essere in grado di controllare.
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Re: Centri per l'impiego

Messaggioda flaviomob il 19/10/2018, 15:20

Se avessimo politici intelligenti, prenderebbero esempio dalla Svizzera e dalle numerose esperienze europee che funzionano. Ma questi vogliono massacrarla, l'Europa. Finiranno suonati come i famosi pifferai...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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