Il DEF dell’oca – I parte (e seconda)

L'amico Costantino scrive su NexQuotidiano
Mentre scriviamo la governance del governo (scusate il gioco di parole) si avvicina a grandi passi alla definizione del Documento di Economia e Finanza. Conte, il premier più famoso per concorsi e curriculum che per il premierato, Di Maio, ribattezzato dai cittadini tarantini “qui lo dico e qui lo nego”, Salvini, costretto forse stasera a saltare una sagra della salamenlla, e Tria, il ministro il cui posto a sedere è più scomodo solo di quello di un fachiro, cercheranno di trovare una quadra fra le pulsioni elettorali pentaleghiste e il contratto per il cambiamento siglato a fine maggio. Qualora dovessero uscire con un risultato, sapremo cosa conterranno prima il DEF e poi la successiva legge di bilancio. Il circo Barnum di queste settimane fatto di annunci, date, promesse, smentite e persino qualche scazzo fra grillini e leghisti finirà; forse. Sempre che la sottosegretaria Laura Castelli (quella del reddito di cittadinanza dal primo gennaio) non decida di lanciare i dadi e far tornare tutti ai blocchi di partenza. Sempre che il maxi condono delle cartelle esattoriali, cristianamente ribattezzato pace fiscale per non urtare i velli intestinali della componente grillina più oltranzista, non metta in ulteriore imbarazzo una maggioranza di governo tenuta insieme più che dal contratto dal rispettive promesse.
Segue con grafici ....https://www.nextquotidiano.it/def-debito/
Seconda puntata
A due giorni dalla pubblicazione del DEF (non lo chiamiamo aggiornamento perché quello del precedente governo conteneva proiezioni a legislazione immutata), continua il giochino di annunci e smentite, di promesse e marce indietro. È chiaro tuttavia che gran parte della partita si gioca sul deficit 2019; lo dice Di Maio, lo dice il MoViMento, lo dice Salvini, lo dicono in toni più sfumati Conte e Tria. Giggino ha imparato infine (amen) che il numero esatto non si dice e si tiene su un cauto “il limite è il 3%”. Abbiamo visto recentemente che neanche col 3% pieno si potrebbero realizzare il reddito di cittadinanza e le altre amenità ma loro insistono, dimentichi dei 70 miliardi di coperture sbandierati in campagna elettorale, e trovano nuova linfa nel monito del commissario agli affari economici Moscovici e dall’annuncio del governo francese di aumento del deficit atteso. Andiamo con ordine e vediamo perché quando affrontano la finanza pubblica quelli del MoViMento, Giggino in primis, sembrano sotto l’effetto di grappa stravecchia. Il bis ministro ha pubblicato ieri sulla sua pagina facebook questo grafico.
Segue con grafici .... https://www.nextquotidiano.it/di-maio-m ... i-deficit/
Mentre scriviamo la governance del governo (scusate il gioco di parole) si avvicina a grandi passi alla definizione del Documento di Economia e Finanza. Conte, il premier più famoso per concorsi e curriculum che per il premierato, Di Maio, ribattezzato dai cittadini tarantini “qui lo dico e qui lo nego”, Salvini, costretto forse stasera a saltare una sagra della salamenlla, e Tria, il ministro il cui posto a sedere è più scomodo solo di quello di un fachiro, cercheranno di trovare una quadra fra le pulsioni elettorali pentaleghiste e il contratto per il cambiamento siglato a fine maggio. Qualora dovessero uscire con un risultato, sapremo cosa conterranno prima il DEF e poi la successiva legge di bilancio. Il circo Barnum di queste settimane fatto di annunci, date, promesse, smentite e persino qualche scazzo fra grillini e leghisti finirà; forse. Sempre che la sottosegretaria Laura Castelli (quella del reddito di cittadinanza dal primo gennaio) non decida di lanciare i dadi e far tornare tutti ai blocchi di partenza. Sempre che il maxi condono delle cartelle esattoriali, cristianamente ribattezzato pace fiscale per non urtare i velli intestinali della componente grillina più oltranzista, non metta in ulteriore imbarazzo una maggioranza di governo tenuta insieme più che dal contratto dal rispettive promesse.
Segue con grafici ....https://www.nextquotidiano.it/def-debito/
Seconda puntata
A due giorni dalla pubblicazione del DEF (non lo chiamiamo aggiornamento perché quello del precedente governo conteneva proiezioni a legislazione immutata), continua il giochino di annunci e smentite, di promesse e marce indietro. È chiaro tuttavia che gran parte della partita si gioca sul deficit 2019; lo dice Di Maio, lo dice il MoViMento, lo dice Salvini, lo dicono in toni più sfumati Conte e Tria. Giggino ha imparato infine (amen) che il numero esatto non si dice e si tiene su un cauto “il limite è il 3%”. Abbiamo visto recentemente che neanche col 3% pieno si potrebbero realizzare il reddito di cittadinanza e le altre amenità ma loro insistono, dimentichi dei 70 miliardi di coperture sbandierati in campagna elettorale, e trovano nuova linfa nel monito del commissario agli affari economici Moscovici e dall’annuncio del governo francese di aumento del deficit atteso. Andiamo con ordine e vediamo perché quando affrontano la finanza pubblica quelli del MoViMento, Giggino in primis, sembrano sotto l’effetto di grappa stravecchia. Il bis ministro ha pubblicato ieri sulla sua pagina facebook questo grafico.
Segue con grafici .... https://www.nextquotidiano.it/di-maio-m ... i-deficit/