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Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 09/09/2018, 20:11
da franz
Per l’Italia il fantasma della crescita zero. E ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro
Posti di lavoro perduti, cig, imprese meno fiduciose. L’economia italiana sembra essere tutt’altro che nelle condizioni di sostenere una schermaglia con la Commissione Ue o con i mercati finanziari

Per l’Italia il fantasma della crescita zero. E ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro
Posti di lavoro perduti, cig, imprese meno fiduciose. L’economia italiana sembra essere tutt’altro che nelle condizioni di sostenere una schermaglia con la Commissione Ue o con i mercati finanziari
di Federico Fubini

Chissà se gli è venuta fuori spontanea, oppure era preparata per sembrare tale. Ma Matteo Salvini ieri mattina a Cernobbio ha pronunciato una battuta che suonava distante anni luce dalla precedente incarnazione del leader leghista, quando a febbraio scorso nell’aula di Strasburgo accusava l’Unione europea di essere un «Titanic». Ormai vicepremier da cento giorni, ieri al Forum Ambrosetti Salvini invece ha tenuto a ripetere che il suo governo farà di tutto per rispettare le regole europee sul deficit. «Ormai mi alzo la mattina e guardo lo spread invece di telefonare ai miei figli». La ragione specifica di questa conversione, ammette lo stesso Salvini, è l’esplosione dei rendimenti dei titoli di Stato da quando a maggio scorso uscì la prima versione del «contratto» di governo (con l’ipotesi di referendum di uscita dall’euro e default verso la Banca centrale europea).

GUARDA IL GRAFICO
QUANTI POSTI DI LAVORO SONO STATI CREATI DA OGNI GOVERNO?

Immagine

Dev’esserci però anche una ragione più generale, nei tentativi di rassicurare di Salvini e degli altri leader di governo. Perché di solito le sfide le si lanciano quando ci si sente forti. Invece più o meno da quando questo governo si è affacciato alla ribalta e si è messo al lavoro, l’economia italiana dà segni di una debolezza sempre maggiore. Quasi al punto da riavvicinarsi, magari provvisoriamente e per pochi mesi, allo stadio della crescita zero. Tutt’altro che nelle condizioni di sostenere una schermaglia con la Commissione Ue o con i mercati finanziari.

Da qualche tempo in effetti le spie rosse hanno iniziato ad accendersi e non solo quelle, molto visibili, attivate dagli investitori. Target 2, il sistema di pagamenti della Banca centrale europea, ha accumulato per l’Italia un rosso di 45 miliardi di euro fra inizio maggio a fine luglio: segno che molti capitali hanno iniziato a lasciare il Paese. Anche nell’economia reale però le spie hanno stanno girando al rosso più intenso. Nei primi due mesi di governo, giugno e luglio, si sono persi in Italia 90 mila posti di lavoro a tempo indeterminato secondo l’istituto statistico Istat (solo in piccola parte compensati da 24 mila nuovi contratti precari netti). Il ritmo al quale l’economia ha bruciato posti estate è stato dunque di 1.131 impieghi al giorno: un netto cambio di stagione da quando, fino a cinque o sei mesi fa, ogni giorno se ne creavano 900 netti in più. In realtà era dall’inizio della ripresa nel 2014 che l’occupazione nel Paese non diminuiva per tre mesi di seguito, come nell’ultimo trimestre. E come mostra il grafico, basato su dati Istat e Banca d’Italia, neppure durante le ultime tre recessioni (governo Amato nel ’92, quarto governo Berlusconi nel 2001, governo Monti nel 2011-2013) il ritmo di distruzione di posti è stato tanto rapido.

Va detto che il periodo sotto esame del governo legastellato è più breve e provvisorio. Ma che qualcosa stia andando storto in questi mesi lo segnala anche la cassa integrazione, che ha ripreso a crescere dopo una lunga fase discendente. Ancora a maggio scorso le ore autorizzate erano 50 mila in meno rispetto a anno prima, secondo i dati dell’Inps; a luglio erano già 878 mila più del luglio del 2017. Sono tutti segni che le imprese hanno rallentato e rinviato gli investimenti. L’indice Pmi della fiducia dei manager dell’industria è sceso in agosto alla soglia sotto la quale c’è contrazione dell’attività. In parte c’è stato un (piccolo) rallentamento europeo. Ma certo l’incertezza seminata dai governanti di M5S e Lega, sull’euro o sui conti, ha congelato i piani delle imprese. Non stupisce che ora Salvini e colleghi cerchino di rassicurare, prima che l’Italia faccia un altro passo di troppo verso il fantasma della crescita zero.

8 settembre 2018 (modifica il 9 settembre 2018 | 11:30)
https://www.corriere.it/economia/18_set ... resh_ce-cp

Re: Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 09/09/2018, 23:13
da pianogrande
Ormai mi sembra evidente.

Questo governo sta bloccando tutto per prendere in mano tutto.

Alla fine avrà in mano un paese fermo.

Re: Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 10/09/2018, 7:00
da franz
pianogrande ha scritto:Ormai mi sembra evidente.

Questo governo sta bloccando tutto per prendere in mano tutto.

Alla fine avrà in mano un paese fermo.

Già, tuttavia non è che prima con Renzi e Gentiloni il paese fosse dinamico o in rapido movimento.
C'erano segnali di ripresa, per me indotti dalla ripresa internazionale (siamo come al solito quelli che sentono le crisi più fortemente di altri e gli ultimi ad uscirne) e dal QE. E con il centrodestra le cose erano ancora peggio.
La colpa grave di Renzi è aver sprecato questo periodo di congiuntura sostanzialmente favorevole per cazzeggiare.
Aveva sul tavolo la spending review e la riforma fiscale. Ha prodotto solo una pallida, sia pur coraggiosa, riforma del diritto del lavoro. Ma non è andato a toccare i conti pubblici , spendendo subito ogni risparmio in bonus elettorali.

Re: Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 10/09/2018, 8:19
da trilogy
E' un effetto del clima d'incertezza alimentato da Salvini e Dimaio. Prendiamo, l'ultima trovata, la chiusura settimanale dei negozi. Se sto costruendo un nuovo centro commerciale, blocco tutto, perchè il nuovo orario cambierebbe radicalmente le prospettive economiche dell'investimento; i negozi che dovrebbero firmare i contratti d'affitto rinviano perchè vogliono avere chiaro se aprire conviene o meno. Altro esempio. Ho un negozio, devo rinnovare un contratto a termine per un dipendente? Per ora non lo rinnovo, se da gennaio dovrò chiudere la domenica e i festivi quel lavoratore probabilmente non sarà più necessario. Per non parlare delle concessionarie di ogni genere, con le prospettive di nazionalizzazione si è bloccato praticamente tutto.

Re: Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 10/09/2018, 11:18
da pianogrande
Darei molta importanza (molto più di quanta ne abbiamo data finora) al fatto che la chiusura domenicale del commercio porta acqua (profumata) alla sacra rete.

Siccome la sacra rete dovrà sostituire anche la democrazia, aspettiamoci altri tipi di chiusure.

Re: Ogni giorno si perdono oltre mille posti di lavoro

MessaggioInviato: 10/09/2018, 15:05
da franz
Ma nel resto d'Europa come sono regolate/non regolate le chiusure festive?

Ci viene in aiuto L'Istituto Bruno Leoni: una ricerca di Alessio Mitra documenta che in 16 paesi su 28 (membri della UE) l'apertura è libera, totalmente deregolamentata o quasi.

E' totalmente libera in: Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Scozia.

In Belgio e Malta: l'apertura domenicale è consentita ma l'esercente deve indicare un giorno alternativo di chiusura.
Francia: apertura consentita ma solo per i negozi di generi alimentari è consentito il lavoro dipendente fino alle 13. Nessun vincolo di chiusura per i proprietari di esercizi che decidono di tenere aperto senza far lavorare dipendenti.
Lussemburgo: consentita dalle 6:00 alle 13:00. Oltre solo per panetterie, macellerie, pasticcerie, chioschi e negozi di souvenir.
Spagna: ciascuna comunità decide il numero massimo annuo di aperture festive, generalmente 10.
Galles: nessun limite per attività inferiori a 280 mq; consentita dalle 10:00 alle 18:00 per le attività sopra 280 mq.
Nelle restanti la chiusura è prassi o obbligo.

Quindi chi scrive "nel resto d'Europa la chiusura è obbligatoria" MENTE.

http://www.brunoleonimedia.it/public/Fo ... -Mitra.pdf