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Governo, cresce il grido d’allarme

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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda franz il 06/08/2018, 17:57

pianogrande ha scritto:L'unico problema è che non tutte le imprese sono SpA e non so con quale forma di "diritto" si possa pretendere di acquistare una quota di una attività le cui quote non sono in vendita.
Tra l'altro chi stabilirebbe il valore di detta quota?
Solo l'eventuale venditore può farlo; diversamente sarebbe un esproprio (termine a cui una volta si aggiungeva un ben noto aggettivo).

Ne vedo un altro. Giusto chiarire che solo azioni che sono sul mercato possono essere acquisite (da chiunque) e naturalmente non tutte le SPA sono quotate in borsa, ma a parte questo bisogna prendere atto del rischio che in caso di fallimento e chiusura dell'azienda non solo perdi il lavoro, ma anche una certa parte dei tuoi risparmi.

In Usa questo succede. Grandi aziende regalano come bonus quote azionarie ai propri dipendenti (oltre a quelle che loro possono liberamente comprare) ed inoltre diversi fondi pensione detengono quote azionarie dell'azienda stessa.
il risultato è che se l'azienda fallisce perdi il lavoro, parte dei risparmi e parte della pensione. A me non sembra il caso.

Per quanto riguarda la valutazione di società non quotate ci sono comunque prassi di valutazione oggettive, che usa per esempio il fisco per stabilire il valore di un pacchetto azionario in campo successorio.

Dal punto di vista sindacale, però, c'era una cosa che mi piaceva moltissimo e che andrebbe benissimo anche da noi e cioè l'obbligatorietà di iscrizione a un sindacato.

Questo elimina ogni discriminazione e ogni ritorsione nei confronti del singolo lavoratore visto che tutti sono iscritti.

A me questo non piace affatto. Per prima cosa mi ricorda l'obbligatorietà dell'iscrizione al fascio :cry:
Poi ne faccio una questione di principio. La libertà di associazione è una libertà di alto ordine, costituzionale.
Essa implica due cose: la prima è che ognuno ha il diritto di costituire associazioni, di aderirvi o di farne parte e di partecipare alle attività associative; la seconda è che nessuno può essere costretto ad aderire a un'associazione o a farne parte. Il primo diritto è menzionato nella nostra costituzione, il secondo se lo sono dimenticato ma è specificato in alcuni testi di altre nazioni. A quanto pare non in quella austriaca :-)
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda pianogrande il 06/08/2018, 18:49

Direi che tutto è relativo, Franz.

Ci sono anche le assicurazioni obbligatorie e i contributi pensionistici altrettanto.

Se il sindacato ha una collocazione istituzionale (di diritto e non solo di fatto come in Italia. Così mi spiegava qualcuno a quei tempi) deve essere finanziato da tutti i lavoratori e deve rappresentarli tutti.

La democraticità sta nel fatto di poterselo scegliere, il sindacato e che in ogni fabbrica viene democraticamente eletto il consiglio di fabbrica che prende posto in una struttura ben precisa e i delegati sono a tempo pieno e pagati dai dipendenti che si rivolgono a loro per tante necessità.

Non il sindacato unico, ovviamente.

Ben poco di ideologico e niente fonte di discriminazione nell'iscriversi a un sindacato.

Nessuno si permetterebbe di fare discorsi (riporto quasi testualmente) come quelli di un direttore della mia fabbrica: Il sindacato è per la massa. Voi siate l'élite della fabbrica. Voi non ne avete bisogno.

E quando qualche mio collega entrava a far parte di un ufficio al "piano" della direzione, la prima cosa che faceva era la disdetta della tessera sindacale.

Trovo il metodo austriaco molto più civile e tranquillizzante perché conferisce una solida dignità anche al delegato sindacale stesso.

Ho provato sulla mia pellaccia cosa vuol dire essere considerato una specie di traditore per essere iscritto e poi per essere eletto delegato.

Una frase di un capo di quei tempi: Lei ha perso il bene dell'intelletto.

A questo (con me non si permettevano) va aggiunta la reputazione di fancazzista che quasi automaticamente si guadagnava chi faceva il delegato ma rimaneva dipendente a tutti gli effetti.

Insomma il sindacato deve far parte delle istituzioni democratiche e non essere considerato la serpe in seno nella fabbrica.
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda franz il 06/08/2018, 22:54

pianogrande ha scritto:Direi che tutto è relativo, Franz.

Ci sono anche le assicurazioni obbligatorie e i contributi pensionistici altrettanto.

Nel concreto le assicurazioni auto sono obbligatorie (almeno nominalmente, pare in Italia poi non sia così) per le esternalità che si creerebbero se un assicurato avesse un incidente con un non assicurato.
I contributi pensionistici sono obbligatori per un fatto di azzardo morale (non pago i contributi e da anziano non ho pensione e chiedo l'assistenza pubblica per non morire di fame). Anche qui se uno non ha la pensione ci sono esternalità che gravano su terze persone.
Questa la teoria. Che so' essere diversa dalla pritica. Ma sempre in teoria non vedo costi esterni se uno non si iscrive ad una associazione sindacale. Quindi non vedo obbighi.
Nel merito mi sono sempre tutelato da solo pur avendo lavorato anche in grosse multinazionali.
Nel tuo sistema potrei fondare un sindacato composto solo da me stesso?

Comunque ho indagato (sono incuriosito) ma non ho trovato traccia di questo obbligo nella legislazione austriaca.
Ho trovato questo: http://www.eustacchio.com/pdfaba1709.pdf
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda pianogrande il 06/08/2018, 23:06

Io non mi sono documentato (forse facevo bene) e riporto quello che al tempo mi avevano detto.
Dato chi me lo aveva spiegato, pensavo di andare sul sicuro.
Potrei anche avere frainteso bah.

In ogni caso e a prescindere dalla splendida figura che ci faccio, il mio ragionamento vale lo stesso per esprimere come la penso.

L'iscrizione al sindacato che non comporta discriminazioni ma semplicemente l'accesso a un servizio previsto come altre istituzioni e che stia dalla mia parte.
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda franz il 06/08/2018, 23:10

Ma tornando ai gridi di allarme, occhio al rendimento dei BTP decennali.
Sapete quanto costerà questo l'anno prossimo sui conti pubblici?
Non voglio sapere cifre ma solo multipli del risparmio per l'aereo di Renzi o per i vitalizi agli ex-deputati.
Abbiamo superato Grecia e Portogallo e ora solo l'ungheria ci batte, sia pur di poco.
http://finanza-mercati.ilsole24ore.com/ ... i-europei/

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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda Robyn il 07/08/2018, 1:12

L'iscrizione al sindacato è libera e anche se il lavoratore non è iscritto al sindacato o non è per niente sindacalizzato viene difeso dal sindacato in modo uguale ad un lavoratore iscritto.I tesserati il sindacato deve saperli conquistare sul campo se sà veramente fare bene la sua azione se sà modernizzarsi.Poi può sempre esserci l'iscrizione del lavoratore coperta da privacy cioè è iscritto al sindacato ma il datore di lavoro non lo sà
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda gabriele il 07/08/2018, 14:59

Robyn ha scritto:L'iscrizione al sindacato è libera e anche se il lavoratore non è iscritto al sindacato o non è per niente sindacalizzato viene difeso dal sindacato in modo uguale ad un lavoratore iscritto.


Eh! Come no! Se devi portare avanti una vertenza legale, prima dei iscriverti al sindacato e poi lasciargli il doppio di quello che porti a casa di uno già iscritto :lol:
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda franz il 07/08/2018, 21:46

altri gridi d allarme (ma Salvini non si preoccupa)

La rivolta del sessanta per cento del pil contro il decreto dignità
Siamo preoccupati, non politicizzati. Parlano i big della Confindustria del nord, in collera con Salvini sul lavoro

di Alberto Brambilla

7 Agosto 2018 alle 12:18La rivolta del sessanta per cento del pil contro il decreto dignità
Salvini è apprezzato da molti imprenditori del nord ma se continua così si alienerà parte se non tutte quelle simpatie, e con esse il consenso politico. Foto Imagoeconomica

Roma. “Mah, io direi che solo alcuni imprenditori, politicamente schierati, hanno espresso perplessità”, ha detto Matteo Salvini intervistato dal Foglio riferendosi al decreto “dignità” che da settimane sta preoccupando gli industriali a ogni latitudine del paese. “Il decreto fissa princìpi sacrosanti e condivisibili per gli imprenditori che fanno impresa lealmente”. E’ l’atteggiamento di sufficienza (“mah”) del ministro dell’Interno misto ad affermazioni mendaci (“solo alcuni imprenditori politicamente schierati”) che ha motivato la rivolta dei presidenti delle associazioni confindustriali delle regioni più produttive d’Italia e che il Foglio ha raccolto. Il sentimento diffuso è quello di delusione da parte dei rappresentanti delle imprese di regioni che insieme pesano per quasi il 60 per cento del pil, trainano l’export nazionale, e danno lavoro a milioni di persone tra addetti diretti e dell’indotto. Non si sentono affatto “politicizzati” quando criticano il decreto “dignità” perché costringe le imprese a ridurre l’uso dei contratti a termine, a privarsi di parte della forza lavoro che hanno formato investendo su di essa, perché costringe a rivedere i piani aziendali in un periodo di ripresa economica ancora incerta (se non prossimamente declinante), perché è un provvedimento figlio di una logica novecentesca che mette il padrone contro il lavoratore, quando invece – dicono – “nessuno di noi è più felice di stabilizzare un lavoratore quando possibile”. Perché sentono, inoltre, che aleggia un sentimento anti industriale, contrario allo sviluppo economico, al progresso, alla costruzione di infrastrutture energetiche e strategiche.

Ritengono insomma – e lo dicono all’unisono – che il ministro Salvini stia mentendo quando dice che le preoccupazioni sono solo di pochi imprenditori, per di più ostili al governo per ragioni partitiche. Permane la convinzione tra molti di essi che il leader della Lega li stia tradendo, in quanto è notorio che il suo partito ha goduto del consenso dell’industria del nord per costruire la sua ascesa ma che, oggi, stia scivolando in modo pericoloso verso posizioni anti sviluppiste che sono bagaglio politico e culturale del Movimento 5 stelle, suo alleato di governo. Queste sono ragioni politiche, e questo è politichese, dicono gli industriali che sperano, in futuro, di potere dire la loro in modo puntuale sui provvedimenti governativi che interessano le loro imprese e i loro lavoratori. Salvini si è smarcato dal M5s quando dice che il gasdotto Tap in Puglia o la Tav in Piemonte “vanno fatte”. Ma le sue dichiarazioni non veritiere lo rendono anche meno credibile ai loro occhi. Potrebbero costargli il consenso di chi produce oltre la metà del reddito nazionale.

Abbiamo sentito Marco Bonometti (Confindustria Lombardia), Fabio Ravanelli (Confindustria Piemonte), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia Romagna), Matteo Zoppas (Confindustria Veneto), Michelangelo Agrusti (Unindustria Pordenone), Giovanni Mondini (Confindustria Genova).


"Il dl dignità fa paura e produrrà tutto meno che occupazione", dice Bonometti

"La Lega non sacrifichi i suoi consensi per l'alleanza con il M5s", dice Ravanelli

"Restiamo lontani da iniziative minimaliste e provinciali", dice Ferrari

"Non si mettano i lavoratori contro le imprese", dice Zoppas

"La politica del No porta alla ruralizzazione del paese", dice Agrusti

"Tutti gli imprenditori sarebbero felici di trasformare un contratto a tempo indeterminato", dice Mondini

https://www.ilfoglio.it/economia/2018/0 ... ta-209046/
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda Robyn il 07/08/2018, 22:35

Alle ridicolaggini di certi imprenditori non c'è mai fine questo è solo un paese malato di potere
X Gabriele non mi risulta quello che dici.Una volta sono stato costretto a recuperare alcune retribuzioni e le ho recuperate senza essere iscritto a nessun sindacato.Solo dopo averle recuperate gli ho detto mi iscrivo.Allora mi ha detto che mancavano sei mesi alla fine dell'anno e che dovevo pagare solo metà iscrizione mi pare all'epoca della lira 50,000 lire.Poi gli ho detto mi iscrivo anche per l'anno successivo e mi sono iscritto senza la trattenuta sulla busta paga in modo che ci fosse la privacy
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Re: Governo, cresce il grido d’allarme

Messaggioda gabriele il 08/08/2018, 6:08

Robyn ha scritto:Alle ridicolaggini di certi imprenditori non c'è mai fine questo è solo un paese malato di potere
X Gabriele non mi risulta quello che dici.Una volta sono stato costretto a recuperare alcune retribuzioni e le ho recuperate senza essere iscritto a nessun sindacato.Solo dopo averle recuperate gli ho detto mi iscrivo.Allora mi ha detto che mancavano sei mesi alla fine dell'anno e che dovevo pagare solo metà iscrizione mi pare all'epoca della lira 50,000 lire.Poi gli ho detto mi iscrivo anche per l'anno successivo e mi sono iscritto senza la trattenuta sulla busta paga in modo che ci fosse la privacy


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