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Democrazia senza Parlamenti?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda trilogy il 24/07/2018, 8:04

"Forse in futuro il Parlamento sarà inutile". E' bufera su Casaleggio

Il fondatore dei Rousseau definisce "inevitabile" il superamento della democrazia rappresentativa. Di Maio lo difende: "Sta a noi dimostrare il contrario". Insorgono le opposizioni. Il Pd: "Che ne pensa Fico? Questo è autoritarismo".

ROMA. Proteste, richieste di intervento al presidente della Camera Roberto Fico, allarme per la tenuta della democrazia. Sta sollevando non poche polemiche, soprattutto da parte del Pd e delle opposizioni, il nuovo attacco al Parlamento sferrato da Davide Casaleggio. Per il fondatore dell'associazione Rousseau e uno dei leader del Movimento 5Stelle "tra qualche lustro" le Camere potrebbero non essere più utili. "Oggi grazie alla Rete e alle tecnologie - dice Casaleggio in una intervista alla "Verità" - esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile".

Certo, afferma il figlio del guru pentastellato, "il Parlamento ci sarebbe e ci sarebbe con il suo primitivo e più alto compito: garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti". Ma "tra qualche lustro è possibile che non sarà più necessario nemmeno in questa forma". Non è una novità per i 5Stelle e per Casaleggio ipotizzare un superamento della democrazia parlamentare in favore della democrazia diretta che - dice ancora - "è già una realtà grazie a Rousseau, che per il momento è adottato dal M5s ma potrebbe essere adottato in molti altri ambiti". E infatti Luigi Di Maio non prende le distanze, anzi: "Di solito i Casaleggio ci prendono sempre quando parlano di futuro", dice il vicepremier ospite di 'L'aria che tira estatè su La7. E tuttavia precisa: "I cittadini già ci dicono che il Parlamento è inutile. Sta a noi, con atti concreti, dimostrare il contrario".

Di "integrazione" parla un altro 5Stelle, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro, chiamato in causa dall'intervista di Casaleggio: "La sua riflessione riguarda una sfida che abbiamo di fronte: valorizzare il Parlamento nell'ottica di una funzionalità rinnovata. Vogliamo integrare la rappresentanza con la democrazia diretta per restituire le istituzioni ai cittadini. E' questo l'obiettivo del M5S". Ma inevitabilmente oggi che i 5Stelle sono al governo e che uno dei loro più autorevoli rappresentanti, Roberto Fico, presiede uno dei due rami del Parlamento, le strategie di Casaleggio non solo mettono in evidenza una contraddizione ma gettano un'ombra pesante sulla considerazione delle istituzioni da parte di chi guida il Paese. E a denunciarlo è soprattutto il Pd.

"Non dispiacerebbe sul superamento del Parlamento e della democrazia rappresentativa vagheggiato oggi da un imprenditore sentire la ferma voce di Roberto Fico che di Montecitorio - la cui Aula non è nè sorda, nè grigia - oggi è Presidente" scrive su twitter Filippo Sensi, già portavoce di Renzi e poi di Gentiloni a palazzo Chigi. C'è anche chi, come Matteo Orfini, presidente dem, interpreta le affermazioni di Casaleggio come la conferma della identità di destra del movimento: "Prima capiamo tutti che tra l'autoritarismo del M5s e quello della Lega non c'è alcuna differenza, meglio sarà per la sinistra italiana" twitta.

Anche per il costituzionalista e senatore dem Stefano Ceccanti il Pd deve "stare alla larga da chi vuole distruggere la democrazia". Ceccanti richiama piuttosto le analogie tra le parole del leader 5Stelle e il discorso del bivacco di Mussolini del 16 novembre 1922, che cita: "Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli, potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto". Il vice presidente della Camera Ettore Rosato sottolinea che quella dei grillini è "la teoria coerente di chi guarda alla Russia di Putin o al Venezuela di Chavez come modelli, ma l'Italia è un'altra cosa, è quella della Costituzione, della Resistenza". Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera invece cita Pertini: "E' sempre meglio la peggiore delle democrazie della migliore delle dittature", mentre il collega di partito Arturo Scotto deinisce "eversive" le parole del fondatore di Rousseau.

Ma non è solo il centrosinistra a insorgere. Anche Forza Italia contesta le parole di Casaleggio. Il portavoce dei gruppi Giorgio Mulè parla di "minchiata galattica", mentre l'ex presidente del Senato Renato Schifani definisce "aberrante" l'ipotesi di abolire le Camere. "Soltanto qualche settimana fa Beppe Grillo aveva proposto la scelta dei parlamentari attraverso un'estrazione" ricorda Schifani, ora "pensare di sostituire disegni di legge ed emendamenti con algoritmi significa affidare la democrazia a meccanismi oscuri".

fonte: http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... P7-S1.8-T1
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Re: Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda pianogrande il 24/07/2018, 10:39

Casaleggio contestato troppo poco.

Davanti a una dichiarazione del genere la politica e i cittadini avrebbero dovuto reagire con molta più energia ma evidentemente la tattica della dittatura goccia a goccia funziona benissimo.

Sui social erano appena girate foto dell'aula vuota mentre parlava Di Maio e altre occasioni come la commemorazione di Borsellino.

La gente si abitua.

La prossima mossa sarà ridurre i costi della politica facendola in pochi.

Suggerirei un piccolo consiglio; tanto per non esagerare.
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Re: Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda gabriele il 24/07/2018, 12:16

Se fossi nel PD lo metterei alla gogna!

Ma come si permette di affermare che forse fra qualche lustro il parlamento sarà superfluo

Io se fossi nel PD starei alla larga anche da chi dirà che forse fra qualche lustro saranno vendute solo auto elettriche, che la rete sarà diversa e che le connessioni sociali saranno altra cosa :lol:
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Re: Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda trilogy il 24/07/2018, 12:21

Pierluigi Battista sul Corriere

[..]... Tutti i tentativi di «democrazia diretta» che avrebbero dovuto compensare i difetti di quella rappresentativa si sono rivelati rimedi alla luce dei fatti, nelle dure «repliche della storia», mostruosamente peggiori dei mali che avrebbero dovuto guarire: a cominciare dalla mitologia dei Soviet e dei «consigli» che ha messo capo a uno dei sistemi totalitari più longevi e oppressivi fino alla scorciatoia fascista e dittatoriale delle «corporazioni» che avrebbe dovuto eliminare i particolarismi della democrazia parlamentare vituperata da una buona parte della cultura del primo Novecento.

La predicazione di Casaleggio, così proiettata su un futuro che tutti dicono «visionario», si fonda malgrado la sua patina di novità tecnologica su una concezione mistica del popolo visto come entità indivisa e con una sola voce. La democrazia rappresentativa, invece, vuole appunto «rappresentare» un popolo che non è un mostro omogeneo, ma è diviso per interessi, opinioni, idee, classi, orientamenti religiosi e il cui pluralismo si riflette nella pluralità delle sue rappresentanze parlamentari. Poi ci sono sistemi democratici in cui il Parlamento ha una funzione più centrale, altri più debole, con sistemi elettorali e istituzioni diverse, ma nella storia non esistono democrazie rappresentative senza Parlamenti. E anche i sistemi che virtuosamente applicano, con i referendum, correttivi di democrazia diretta, non si sognerebbero mai di abolire il Parlamento e la democrazia rappresentativa. Ma non esistono nemmeno democrazie «dirette» che non siano totalitarie.[..]

articolo completo: https://www.corriere.it/politica/18_lug ... bf0b.shtml
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Re: Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda gabriele il 24/07/2018, 16:13

Casaleggio e il dibattito sulla democrazia rappresentativa
Andrea Pertici
Professore ordinario di diritto costituzionale nell'Università di Pisa

24/07/2018 12:13 CEST

In una lunga intervista a "La Verità" Davide Casaleggio dice, tra l'altro, che "il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile", grazie allo sviluppo della rete e delle tecnologie e che, immaginando una eventuale riforma dello Stato, "il Parlamento ci sarebbe e ci sarebbe con il suo primitivo e più alto compito: garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti. Tra qualche lustro è possibile che non sarà più necessario nemmeno in questa forma".

Da qui si sono levati sospiri, pianti ed alti lai, a difesa del Parlamento, che sarebbe in pericolo, pure da parte di molti che non ne hanno dimostrato per anni alcun rispetto. Ma, venendo al merito delle affermazioni, per quello che è il loro contenuto, in parte certamente non condivisibile, queste hanno il pregio di riportare l'attenzione sulla fondamentale questione della partecipazione popolare.

Infatti, da tempo, assistiamo, in Italia, al tentativo di limitare il più possibile la partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche. Molti governanti hanno perseguito l'idea che gli elettori dovessero limitarsi a tracciare una croce su un simbolo, con una scelta "all inclusive" compiuta per cinque anni, durante i quali i "rappresentanti" avrebbero potuto fare tutto e il contrario di tutto.

Perfino cambiare un'intera parte della Costituzione che in campagna elettorale avevano detto di non voler cambiare. Perfino cancellare la tutela reale dai licenziamenti, che in campagna elettorale avevano dichiarato di non voler toccare. Perfino riproporre meccanismi elettorali appena bocciati dalla Corte costituzionale. Ma questo non è il disegno della nostra Costituzione.

Essa, infatti, valorizza – e molto – la partecipazione popolare, fornendole gli strumenti: dai partiti politici alle elezioni ai diversi livelli di governo agli istituti di democrazia diretta e partecipativa. Queste forme di esercizio della democrazia devono integrarsi e ciò è certamente oggi agevolato dallo sviluppo della rete e delle tecnologie a cui anche Casaleggio fa riferimento, e di cui potrebbero fare uso anzitutto i partiti politici e anche altre associazioni impegnate nel dibattito pubblico.

Nella democrazia diretta e partecipativa, però, occorre fare attenzione a un punto: a chi fa le domande o avanza le proposte. Infatti, se la domanda (o la proposta) è calata dall'alto, dal potere costituito, la decisione popolare è artefatta, mentre è autentica se è una stessa parte degli elettori a formularla.

Proprio come, in Italia, avviene, per esempio, con il referendum abrogativo e con la stessa iniziativa legislativa popolare. Ciascuno di questi istituti, però, ha oggi un problema. Il primo, infatti, richiede, per essere valido, che voti la maggioranza degli aventi diritto, con la conseguenza che i contrari all'abrogazione normalmente non vanno a votare, saldandosi con gli astenuti (oggi in crescita in tutte le votazioni) e raggiungendo così più facilmente il risultato.

Abolire o abbassare il quorum (collegandolo, per esempio, ai votanti nelle ultime elezioni) sarebbe necessario anche per superare paradossi come quello verificatosi nelle ultime legislature, quando, a causa dell'allora vigente premio di maggioranza, servivano meno voti per governare un'intera legislatura che per abrogare una legge.

Per quanto riguarda le leggi d'iniziativa popolare, invece, occorrerebbe pretendere – come proponeva Mortati e nella scorsa legislatura è stato ribadito in una proposta di legge d'iniziativa Civati – che queste fossero discusse e votate dalle Camere, salvo, in caso contrario, sottoporle direttamente al voto popolare, con un referendum che diverrebbe così propositivo.

Il "contratto di governo" prevede, in effetti, la cancellazione del quorum di partecipazione al referendum, mentre per le leggi d'iniziativa popolare intende "rendere obbligatoria la pronuncia del Parlamento", il che è certamente apprezzabile, seppure, per non lasciare quest'obbligo privo di conseguenze, sarebbe utile prevedere, in caso di violazione, la sottoposizione al popolo.

In sintesi, riteniamo che la democrazia rappresentativa e quella diretta e partecipativa debbano integrarsi, pur essendo indubbio – come notato da Casaleggio – che la rete e le nuove tecnologie possano esserci d'aiuto per utilizzare maggiormente gli strumenti di diretta partecipazione popolare, a condizione che siano gli stessi elettori a porre le domande e che il voto avvenga all'esito di una discussione informata con l'ausilio di esperti nei vari ambiti.

Tutto questo, però, come in parte emerge anche da un passaggio della medesima intervista, non deve limitarsi al contesto nazionale, ma espandersi a quello dell'Unione europea, dove vengono assunte decisioni fondamentali, rispetto alle quali i cittadini devono essere adeguatamente coinvolti. Anche a questo livello, infatti, occorre una virtuosa combinazione tra la democrazia rappresentativa e quella diretta e partecipativa, capace di coinvolgere nella sua interezza il popolo europeo, riconosciuto dal Trattato di Maastrict con la previsione della cittadinanza europea.

https://www.huffingtonpost.it/andrea-pe ... _23488273/


In sintesi, riteniamo che la democrazia rappresentativa e quella diretta e partecipativa debbano integrarsi, pur essendo indubbio – come notato da Casaleggio – che la rete e le nuove tecnologie possano esserci d'aiuto per utilizzare maggiormente gli strumenti di diretta partecipazione popolare, a condizione che siano gli stessi elettori a porre le domande e che il voto avvenga all'esito di una discussione informata con l'ausilio di esperti nei vari ambiti.

Ecco, questo incontro si chiama democrazia partecipativa. Una forma ancora in divenire, sebbene alcuni esperimenti, più o meno azzeccati, siano stati tentati. Uno di questi la piattaforma Rousseau, grezza e primitiva, ma pur sempre un inizio.

Se il piddì queste cose non le vuole capire, poi non vada a piangere e a stracciarsi le vesti additando la colpa agli altri delle sue sconfitte
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Dittatura goccia a goccia

Messaggioda pianogrande il 24/07/2018, 16:51

E chi non lo vuol capire, botte!

Indovinate sotto quale regime si utilizzava (in versioni neanche tanto varie) questa affermazione.

Mettere in discussione la democrazia rappresentativa/partecipativa con quell'elemento rivelatosi ormai più che truffaldino che è "la rete" significa aggiungere al danno la beffa di un discorso finto innovativo mentre l'attacco al parlamento è niente altro che la premessa di tutte le dittature.

Poi, in alternativa, possono proporre anche la rete o l'estrazione a sorte o la democrazia di Topo Gigio.

L'importante è attaccare il parlamento e le istituzioni democratiche.

Quello che mi sorprende sono le pur poche risposte contro che, invece di ridicolizzare e stigmatizzare il fenomeno, ribattono come se ci si trovasse davanti a un discorso in buona fede.

La prossima volta proporranno i requisiti per poter votare e invece di incazzarci a dovere ci metteremo a discutere se è giusto che non possa votare la categoria dei formaggiai mentre quella delle rammendatrici può.

Cosa hanno le rammendatrici più dei formaggiai?

Dittatura goccia a goccia.

Quando fa caldo è perfino rinfrescante.
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Re: Dittatura goccia a goccia

Messaggioda gabriele il 24/07/2018, 20:57

pianogrande ha scritto:E chi non lo vuol capire, botte!



Ormai si vede il fascismo ovunque. Non so che senso abbia infarcirlo in ogni discorso
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Re: Dittatura goccia a goccia

Messaggioda franz il 24/07/2018, 21:39

gabriele ha scritto:
pianogrande ha scritto:E chi non lo vuol capire, botte!



Ormai si vede il fascismo ovunque. Non so che senso abbia infarcirlo in ogni discorso


E già, lo dicevano anche nel 1920 e dintorni ....
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Re: Democrazia senza Parlamenti?

Messaggioda Robyn il 24/07/2018, 21:44

L'Italia è il paese dei furbi ecco perche ci sono queste derive,la corruzione distrugge la democrazia.Poi è anche un paese in età avanzata e non ha un granchè di elascticità mentale che possono avere i giovani anche se inesperti.Questo crea l'humus contrario alle istituzioni
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Dittatura goccia a goccia

Messaggioda gabriele il 24/07/2018, 22:03

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:
pianogrande ha scritto:E chi non lo vuol capire, botte!



Ormai si vede il fascismo ovunque. Non so che senso abbia infarcirlo in ogni discorso


E già, lo dicevano anche nel 1920 e dintorni ....


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