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L'italia non ratificherà il CETA?

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L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda franz il 14/06/2018, 14:30

Italia non ratificherà Ceta con Canada, dice ministro Agricoltura
Redazione Reuters

1 IN. DI LETTURA

MILANO (Reuters) - Il neo-ministro all’Agricoltura Gian Marco Centinaio spiega che l’Italia non ratificherà il trattato di libero scambio con il Canada (Ceta) “perché tutela solo una piccola parte dei nostri prodotti Dop e Igp”.

“Chiederemo al parlamento di non ratificare quel trattato e gli altri simili al Ceta, del resto è tutto previsto nel contratto di governo”, spiega il ministro in un’intervista sulla Stampa.

Il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) è il trattato di libero scambio negoziato tra Canada e Unione Europea e deve essere ratificato dai paesi membri.
https://it.reuters.com/article/topNews/ ... A1KU-OITTP



Coldiretti: plauso per il no alla ratifica del trattato di libero scambio con il Canada (CETA)
L’opposizione è giustificata dal fatto che con il CETA per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale – denuncia la Coldiretti – la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy
A cura di Filomena Fotia 14 giugno 2018 - 09:55

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“La decisione di non ratificare il trattato di libero scambio con il Canada (CETA) è una scelta giusta di fronte ad un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia contro il quale si è sollevata una vera rivolta popolare che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 15 regioni, 18 province 2500 comuni e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine”.

E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere soddisfazione per le dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio che ha annunciato l’intenzione del Governo di chiedere al Parlamento di non ratificare il trattato CETA e gli altri accordi simili, come del resto previsto nel contratto di governo. Nel Parlamento uscito dalle urne c’è peraltro una ampia maggioranza assoluta trasversale contraria al trattato, afferma la Coldiretti che è stata protagonista della mobilitazione NO CETA sul territorio nazionale insieme ad una inedita alleanza tra diverse organizzazioni Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. L’accordo – spiega la Coldiretti – è entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017 in attesa di essere ratificato da tutti i Parlamenti degli Stati membri dell’Ue ma al momento, per le forti opposizioni, si sono espressi solo 11 Paesi su 28 ossia Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Malta, Spagna, Portogallo, Croazia, Repubblica Ceca, Austria e Finlandia.

Per l’Italia l’opposizione è giustificata dal fatto che con il CETA per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale – denuncia la Coldiretti – la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy piu’ prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan.

La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese ma – sottolinea la Coldiretti – si è dimostrata essere soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi, dal Giappone al Messico, dall’Australia alla Nuova Zelanda fino ai Paesi del Sudamerica (Mercorsur) che sono stati così autorizzati a chiedere lo stesso tipo di concessioni. Secondo la Coldiretti su un totale di 292 denominazioni italiane riconosciute, ben 250 non godono di alcuna tutela nel trattato. Il Ceta – continua la Coldiretti – prevede l’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione dal Canada del grano dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia.

E pesa anche – conclude la Coldiretti – l’impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero da un Paese dove si utilizzano ormoni della crescita vietati in Italia. “E’ inaccettabile che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale” conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “all’estero, sono falsi più di due prodotti alimentari di tipo italiano su tre e le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero più che triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, con l’Italia che ha raggiunto nel 2017 il record dell’export agroalimentare con un valore di 41,03 miliardi”.

Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2018/06/coldiret ... rPoYxWs.99



Si da il caso che la nostra bilancia commerciale con il Canada sia in forte attivo e che l'entrata in vigore provvisoria a settembre 2017 del Ceta abbia acceso importanti prospettive di miglioramento.
Quindi non resta che prendere atto della volontà del governo di danneggiare le imprese italiane, di far calare l'occupazione nel Paese. Complimenti al governo (e a chi ha votato gli asini attuali in parlamento), avanti a tutta forza verso il declino.
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda franz il 14/06/2018, 14:50

Ceta: Cia, bene export +9%, crolla import di grano (-35%)
Bilancio agroalimentare a 3 mesi da intesa Ue-Canada

ROMA - Fa bene all'Italia dell'agroalimentare l'accordo commerciale Ue-Canada. A tre mesi dall'applicazione dell'intesa Ceta non si registra nessuna invasione di grano, mentre vola l'export segnando +9%. E' la Cia-Agricoltori Italiani a fare il punto della situazione, sulla base degli ultimi dati sul commercio estero pubblicati dall'Istat.

Tra ottobre e dicembre 2017, segnala la Cia, l'approvvigionamento di grano canadese è diminuito del 35%, confermando la tendenza degli ultimi anni; nel triennio 2014-2017, infatti, le importazioni di frumento sono passate da 1,6 milioni (2014) a 795 mila (2017). Bene anche sul fronte dell'export in aumento, precisa la Cia, nel sottolineare che nel 2017, tra prodotti agricoli, cibi e bevande sono stati venduti in Canada oltre 811 milioni di euro.

Il mercato canadese è particolarmente strategico per alcuni comparti chiave del made in Italy, ricorda l'organizzazione agricola, come il vino cresciuto del 9% in un anno. Questo primo trend registrato in seguito all'applicazione dell'accordo Ceta, secondo la Cia, indica che occorre sostenere l'internazionalizzazione e le trattative commerciali internazionali, soprattutto in risposta alla minaccia ormai reale di protezionismo avanzata dagli Stati Uniti. In quest'ottica, è indispensabile aiutare le imprese agricole attraverso la riduzione delle barriere doganali, al fine di aumentare l'accesso ai mercati per tutti i comparti agricoli.
http://www.ansa.it/europa/notizie/agri_ ... 80761.html
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda Robyn il 14/06/2018, 19:39

Perche no al CETA se protegge il made in Italy come stabilito dall'intesa di libero scambio?Se ci sono delle imitazioni si può sempre mettere una bandiera sul parmigiano reggiano.In questo caso il libero scambio in assenza di tariffe doganali è più che praticabile perche siamo in presenza di prezzi le cui oscillazioni non sono ampie,mentre nel caso di prezzi eccessivamente bassi come ad ex avviene con i paesi emergenti non è possibile reggere la concorrenza per cui servono le norme antidumping.Quindi sì al CETA
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda pianogrande il 14/06/2018, 20:47

Chiudersi è un enorme vantaggio per i produttori e un pessimo scherzo per i consumatori.

I produttori nazionali si mettono d'accordo e instaurano un monopolio che si chiama cartello.

I consumatori si attaccano al TRAM (Trattato Anti Miglioramento) e sono costretti scarsa qualità e alti prezzi in mancanza di concorrenza.

Chi racconta che è un vantaggio per tutti mente sapendo di mentire o mente a pappagallo non conoscendo neanche l'ABC del mercato.
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda franz il 15/06/2018, 7:21

Ripensandoci bene, vista la stupidità (nel senso individuato da Carlo Cipolla) di una non ratifica del CETA, ipotizzo che sia solo un messaggio del governo italiano alla UE da usare come merce di scambio per altri dossier europei.
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda franz il 14/07/2018, 8:06

Ceta, cosa succede se l’Italia non lo ratifica (per colpa di una minoranza)

Se davvero, come annunciato da Di Maio, il Parlamento non ratificherà l’accordo, si sarà dato ascolto a un gruppo che produce lo 0,91% degli affari con il Canada. A rimetterci — fino a 400 milioni di euro l’anno — sarebbero i produttori del restante 99 per cento
di Federico Fubini

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L’Italia, per ora, sceglie la soluzione allo zero-virgola-91-per-cento: blocca un accordo di libero scambio con una delle sette grandi economie avanzate del mondo perché non ne sono soddisfatti i produttori di una quota frazionale del «made in Italy». Gli interessi degli altri, gli italiani che generano il restante 99% degli affari in Canada, a quanto pare passano in secondo, terzo e quart’ordine. Così un singolo gruppo organizzato di un’unica categoria è riuscito a convincere il governo a tenere in scacco un accordo che stava già favorendo i propri iscritti (ma non quanto volevano), tutti gli altri esportatori italiani e quelli del resto dell’Unione europea.

Lo «EU-Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement» (Ceta) è un accordo europeo di tipo particolare: su di esso il potere fra Bruxelles e le capitali viene condiviso. Non bastano dunque le ratifiche del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri Ue (dove sono rappresentati i governi), perché l’azzeramento dei dazi e dei vincoli agli scambi che prevede diventi definitivo. Si devono pronunciare tutti i parlamenti nazionali. In attesa che ciascuno di essi decida se esercitare un veto sull’intesa, europei e canadesi hanno deciso però di muovere un passo in più: da settembre scorso è sparito «in via provvisoria» il 98% dei dazi e vincoli alle vendite di prodotti europei in Canada, e viceversa. In futuro si tornerà al mondo di prima — senza accordo e con i dazi — solo se uno o più parlamenti nei 28 Paesi della Ue (Londra esclusa) rifiutasse di approvare.

L’Italia è tra i maggiori beneficiari di questa entrata in vigore anticipata: le esportazioni del «made in Italy» in Canada sono già aumentate di circa l’8% rispetto allo stesso momento del 2017. Se la stessa tendenza si confermasse nei prossimi mesi, in un anno il fatturato delle imprese italiane salirebbe di circa 400 milioni di euro; in sostanza, questo significa almeno ottomila posti di lavoro in più.

Dall’inizio, questo era uno degli effetti prevedibili dell’intesa Europa-Canada. Il «made in Italy» vende ogni anno all’economia nord-americana prodotti per circa cinque miliardi di euro, registrando un surplus commerciale bilaterale di più di tre miliardi. Stravince negli scambi con una delle economie più avanzate al mondo. Con il Ceta in vigore questa posizione di vantaggio ha iniziato a rafforzarsi: sono spariti dazi fino al 9% sull’export verso il Canada di macchinari e equipaggiamenti elettrici per un miliardo di euro (con in più una netta semplificazione delle procedure burocratiche); sono state cancellate tariffe fino al 9,5% alla vendita di auto e veicoli fatti in Italia, per un giro d’affari da circa 300 milioni. E così per i 260 milioni di fatturato della moda (niente più dazi fino al 18%), per i 160 delle ceramiche (niente dazi fino all’8%), per i 133 milioni di fatturato dei costruttori di barche e navi, e via elencando.

Il problema, uno dei principali, riguarda i formaggi: circa 50 milioni di fatturato l’anno in Canada per produttori, peraltro eccellenti, di asiago, fontina o gorgonzola. Appunto, lo zero-virgola-91-per-cento dei fatturati dell’Italia in Canada. Anche per loro il governo di Ottawa ha fatto concessioni: fra i 149 alimenti europei da ora più protetti grazie alla denominazione d’origine (di cui 39 italiani) figurano vari pecorini, mozzarella di bufala, grana padano e parmigiano reggiano, gorgonzola, asiago, fontina, taleggio e provolone; prima, nessuno di questi marchi era riconosciuto in nessun modo. Anche le quote sulle quantità di alimenti libere dai dazi diventano più elastiche. Westland, un antico marchio di formaggi olandesi, ha applaudito all’accordo.

Coldiretti, uno dei sindacati agricoli d’Italia, non la vede così. Ha convinto il governo che l’intesa con Ottawa va fatta saltare, anche se grazie ad essa il «prosciutto di Parma» otterrà tutele prima impossibili. Secondo Coldiretti, la difesa dei nomi di origine non è blindata (prima però non esisteva) e i canadesi continueranno a vendere «parmesan». Malvisto poi anche il fatto che il Canada possa continuare a vendere il proprio grano duro, come fa già, ai produttori italiani di pasta. Poco importa, anche qui, che la produzione nazionale di grano copra appena due terzi del fabbisogno dei pastai e che l’Italia, grazie a spaghetti e maccheroni, fatturi in Canada oltre il triplo di quanto paghi per importare dal Nord America la materia prima. È sulla base di questi argomenti che il governo si è convinto: l’accordo con Ottawa va fatto saltare in blocco, anche a costo di tornare alle condizioni peggiori di prima. Si scrive Ceta, ma si legge Italia profonda. Basta un pugno di voti, e la protesta di pochi organizzati può sempre umiliare l’interesse di tutti.

13 luglio 2018 (modifica il 13 luglio 2018 | 23:21)
https://www.corriere.it/politica/18_lug ... resh_ce-cp
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda trilogy il 14/07/2018, 9:06

L'Italia è totalmente in ostaggio della coldiretti. Tra l'altro, in questo caso, fanno danni non solo all'economia del paese ma anche ai loro associati perchè una serie di marchi che verrebbero riconosciuti con l'accordo non lo saranno più.
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A pazziella 'mmane e' criature

Messaggioda pianogrande il 14/07/2018, 10:27

Ormai il no a prescindere è andato al potere e l'incompetenza si scatena.

Respingere un accordo in nome di quello che non c'è anche se quello che c'è è positivo.

Come se mi regalassero un milione e io lo rifiutassi perché ne voglio due.
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda Robyn il 14/07/2018, 19:53

L'intesa sul ceta si puo ratificare perche stiamo interscambiando con paesi più o meno omogenei al nostro in fatto di prezzi.Per il made in Italy si può sempre evitare la contraffazione e il ceta già lo fa'
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Re: L'italia non ratificherà il CETA?

Messaggioda Robyn il 15/07/2018, 22:27

Se uno vuole può benissimo non acquistare il parmesan ed altri beni di fabbricazione canadese nessuno obbliga in un libero mercato ad acquistare beni che non hanno la preferenza di chi acquista.Ma poi il parmigiano reggiano ed altri beni del made in Italy sono protetti dalle imitazioni,impedire quindi il libero scambio in questo caso non ha nessun senso,anche perche mi può piacere il parmesan e lo acquisto se non mi piace non lo acquisto.Ma perche si chiamano coltivatori diretti?perche coltivano direttamente sulla terra
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