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Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 05/06/2018, 18:40

gabriele ha scritto:Francesco, diciamocelo direttamente in faccia. Occorre costruire un'Europa Stato federale. Il resto è veramente "fuffa". Se la sfida mondiale è caratterizzata da macrostati, è inutile che ci giriamo tanto intorno con unioni improbabili fra microstati.

Già, ma il macro lo si costruisce dal micro.
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda gabriele il 05/06/2018, 19:02

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Francesco, diciamocelo direttamente in faccia. Occorre costruire un'Europa Stato federale. Il resto è veramente "fuffa". Se la sfida mondiale è caratterizzata da macrostati, è inutile che ci giriamo tanto intorno con unioni improbabili fra microstati.

Già, ma il macro lo si costruisce dal micro.


Non è sempre vero. Anzi. A volte sono volute delle guerre per decidere il da farsi.
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda Robyn il 05/06/2018, 19:36

In Europa esistono già i fondi europei che l'europa destina ai paesi di maggior svantaggio e sono una cosa molto importante,con questi fondi l'Europa realizza il federalismo fiscale solidale,la solidarietà.Questi solo nominalmente sono assegnati all'Italia,alla Grecia,alla Spagna,al Portogallo,ai paesi dell'est,ma di fatto vanno direttamente in forma predeterminata a quelle aree di questi paesi con minore capacità fiscale per abitante in forma di investimenti.E' un fondo perequativo che spesso le regioni del mezzogiorno o non utilizzano o non riescono ad utilizzare e mi sembra una cosa incomprensibile.Se si riceve liquidità per investimenti questa và utilizzata.Poi nel caso di default siamo in una condizione differente.Se in Europa si lavora in più paesi membri i contributi andrebbero almeno unificati con un solo trattamento ,perche non si possono ricevere più pensioni separatamente.Per il welfare avviene che se si è cittadino europeo e ci si stabilisce in un paese differente da quello di origine si riceve lo stesso welfare dei cittadini di quel paese.Almeno l'Europa dovrebbe stabilire per il welfare un corpus di regole comuni che non si possono infrangere poi all'interno di queste regole il welfare può adattarsi.Per ex tutti i paesi membri dovrebbero avere il rmg ,poi questo può declinarsi in modi differenti,dipende dal paese dalle sue caratteristiche,ma deve esserci
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 05/06/2018, 20:08

gabriele ha scritto:Non è sempre vero. Anzi. A volte sono volute delle guerre per decidere il da farsi.

Le guerre fanno sì che il vincitore (ed i suoi alleati) si ingrandiscano, diventando macro, alle spalle del perdente.
Non è certo il metodo federale che auspichiamo.
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda Robyn il 05/06/2018, 22:37

Il problema dell'assegno di disoccupazione è che che ha un'impostazione nazionalista,cioè non è utilizzabile in altri paesi dell'eurozona.Questo perche magari si è vincolati a seguire corsi di formazione etc.Questo vincolo dovrebbe essere rimosso e l'assegno di disoccupazione che si percepisce in Italia è utilizzabile per intero all'estero e i corsi di formazione si seguono in quel paese dove si và,secondo le regole di quel paese.L'assegno di disoccupazione europeo è questo
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 12/06/2018, 23:26

Ci sono sviluppi. Decine di economisti firmano una lettera da pubblicare sul corrierone ma la testata resiste.
Ma poi cede.

https://www.ilfoglio.it/economia/2018/0 ... re-200004/

Diritto di replica: sessanta economisti contro la Gabanelli posson bastare?
Dieci giorni fa gli esperti hanno scritto una lettera al Corriere per sottolineare gli “errori fattuali e logici” di un articolo di Dataroom. Lo scritto non è mai stato pubblicato

Luciano Capone
di Luciano Capone

capone@ilfoglio.it

Roma. Più di sessanta economisti italiani hanno scritto al Corriere della Sera una lettera di rettifica per un articolo pieno di errori e imprecisioni, che però per adesso i lettori del principale quotidiano italiano non hanno potuto leggere. Da quasi 10 giorni i professori – da Londra a New York, da Milano a Palermo, da Torino a Boston, da Bologna a Seattle – attendono la pubblicazione della loro lettera, ma adesso sembrano aver perso le speranze. Hanno capito che per la loro missiva, scritta come fanno i professori al termine di un lungo processo di tante correzioni, aggiunte e limature, non c’è spazio.

Eppure il tema, la sostenibilità del debito italiano e la riforma dell’Eurozona, è di fondamentale importanza e attualità nel dibattito pubblico e politico. Tutto parte da un articolo di Milena Gabanelli nella sua rubrica “Dataroom” dal titolo “Debito: un’idea per uscirne vivi e tornare a crescere”, in cui l’autrice spiega che la Bce “presta soldi alle banche dei vari paesi dell’Eurozona” applicando tassi di interesse diversi (“19 paesi, 19 tassi diversi”), svela “l’invenzione dello spread” e critica un sistema che fa chiudere le imprese italiane e avvantaggia “le concorrenti tedesche o francesi”. Infine la Gabanelli espone “una proposta alternativa” per alleggerire il peso del debito e far sparire lo spread ideata da “un gruppo di economisti italiani, fra cui Marcello Minenna (direttore Consob), Roberto Violi (direttore Bankitalia), Giovanni Dosi (professore ordinario all’università Sant’Anna di Pisa ) e Andrea Roventini (professore associato sempre a Pisa) supportati anche in sede Ocse (dal policy advisor del Tuac Ronald Janssen)”.

L’articolo dell’ideatrice di “Report”, a partire da un’infelice sintesi video in cui rappresentava la Germania con un cappello nazista (poi rimosso con tante scuse “è stato un errore grafico”), era pieno di cose che non quadravano. Inclusa questa “proposta alternativa” che è introvabile: Gabanelli, a cui è stato chiesto di fornire il documento, non l’ha reso pubblico ma ha risposto sui social di richiederlo agli autori. I quali però, interpellati dai colleghi, non rispondono (ma dovrebbero presentare la proposta, per ora inaccessibile, domani alla Sant’Anna di Pisa).

Così, dopo un po’ di domande a vuoto via social network di Michele Boldrin, Gianluca Codagnone, Ugo Panizza, Riccardo Puglisi, Mario Seminerio e altri, oltre sessanta economisti – dalla A di Orazio Attanasio (University College di Londra) alla Z di Giulio Zanella (Università di Bologna) – hanno scritto una mail alla direzione del Corriere per sottolineare gli “errori fattuali e logici” dell’articolo della Gabanelli: il funzionamento del sistema di pagamenti Target 2, la definizione di spread e delle sue cause, come presta e a che tassi la Bce, il contenuto e persino l’esistenza del piano dettagliato che risolverebbe tutti i problemi e via di seguito. Nella missiva c’è una critica di merito e una di metodo visto che, oltre agli errori, alcune delle fonti citate nell’articolo erano inaccessibili e non verificabili.

Agli economisti è giunta una stringata risposta privata della Gabanelli (a cui è seguita una seconda mail dei sessanta alla direzione), ma ancora nessuna pubblicazione. E non si comprende bene perché, visto che il Corriere ha sempre dimostrato di essere aperto alle interazioni e alle contestazioni dei suoi articoli. Ad esempio giorni fa è stata pubblicata una lettera di Massimo Mucchetti che contestava un punto di un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (con replica dei due economisti). E ieri è stata pubblicata una dura lettera degli onorevoli Alberto Bagnai e Claudio Borghi del “dipartimento economia della Lega” contro un articolo di Federico Fubini (con replica del vicedirettore del Corriere).

Due sono le ipotesi. O gli amici del Corriere (ma non ci crediamo) non ritengono gli economisti dei dipartimenti delle principali università del mondo importanti come quelli del “dipartimento economia della Lega”. Oppure in Via Solferino tutti possono essere criticati, dagli editorialisti Alesina & Giavazzi al vicedirettore Fubini, tranne la Gabanelli che ha una specie di immunità. Oltre alla solidarietà del M5s: “Milena Gabanelli è sotto attacco per aver fornito soluzioni per il debito pubblico – ha scritto l’on. Carla Ruocco –. Sosteniamola twittando #IoStoConGabanelli”.
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 12/06/2018, 23:30

Ecco la lettera dei 50 economisti, poi diventati 66 e la risposta di Gabanelli

https://www.corriere.it/dataroom-milena ... 2be0.shtml
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda mariok il 13/06/2018, 7:59

Mi sembra una vicenda alquanto strana: una giornalista, a quanto ne so brava come la Gabanelli, che ammette di essere solo una giornalista e non la depositaria di verità e soluzioni, si comporta non come tale.
Da notizia su un argomento in questo momento quanto mai delicato e ricco di implicazioni politiche, di una teoria rispetto alla quale evidentemente non ha le competenze per sostenerla direttamente, senza citare i documenti a supporto né intervistare gli autori, che a quanto pare restano in un incomprensibile silenzio.
Tutto ciò poi su una testata dalla quale ci si aspetterebbe ben altra serietà e professionalità.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 13/06/2018, 9:13

ho l'impressione che in contemporanea con le fasi finali della formazione del governo siano state fatte trapelare diverse notizie e documenti (come il piano B di Savona) che hanno creato grosso turbamento ai mercati. Non so se sia stato fatto per speculazione (nel senso che il manovratore sapeva come approfittarne vendendo o comprando non so cosa o direttamente o allo scoperto) ma ogni dubbio è lecito. Anche questa storia del piano Gabanelli/Corriere per me potrebbe rientrare in questa manovra. Il solo fatto che l'Italia si mostri alla ricerca di sistemi per aggirare il problema del'alto costo degli interessi dà un segnale molto chiaro ai mercati e non è un segnale positivo.
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Re: Debito: un’idea per uscirne vivi (di M. Gabanelli)

Messaggioda franz il 13/06/2018, 11:16

Anche un membro della vigilanza BCE scrive al Corriere

https://www.corriere.it/digital-edition ... 8nZG.shtml

Corriere della Sera - 13 giugno 2018 - pagina 34
La moneta unica Non è strumento d’ingiustizia
di Ignazio Angeloni

Caro direttore, Milena Gabanelli, autrice di inchieste che insieme a tanti altri italiani ho seguito in passato con grande interesse, è incappata di recente, in un articolo pubblicato dal Corriere il 30 maggio dal titolo «Come uscire dal maxi-debito» e in altre pubblicazioni correlate, in una serie di inesattezze riguardanti le differenze fra i tassi di interesse nell’area dell’euro e le politiche della Banca Centrale Europea (Bce) in materia di rifinanziamento e di vigilanza sulle banche. Le imprecisioni e il tono generale del messaggio rischiano di generare nel lettore una percezione del tutto fuorviata degli argomenti trattati: il sistema dell’euro e il suo gestore, la Bce, sono presentati come strumenti di ingiustizia sistematica ai danni di alcuni Paesi (fra cui l’Italia) da parte di altri Paesi malvagi (fra cui la Germania).

Non entro nel merito della proposta specifica oggetto degli articoli, che non conosco. Mi interessano invece le questioni che riguardano l’euro e la Bce. Anche se alcuni chiarimenti sono stati già pubblicati da altri giornali, e sono usciti anche commenti da parte di un gruppo di economisti italiani su alcuni temi sollevati nell’articolo, vale la pena di chiarire ancora quanto segue:

1. Il fatto che i tassi di interesse pagati sul debito da singoli debitori (anche sovrani) differiscano fra loro non indica affatto un malfunzionamento dell’euro o la presenza di «concorrenza sleale», né tantomeno che l’euro abbia diverso valore in diversi Paesi. Le differenze riflettono diversi gradi di rischio dei rispettivi debitori, ed esistono in tutte le valute. Per fare un esempio, titoli a sei anni emessi dalla città di Los Angeles (California) rendevano recentemente un tasso intorno all’1,8 per cento, mentre quelli emessi da Austin (Texas) su analoga scadenza rendevano il 2,5 per cento. Nessuno si sognerebbe per questo di dire che 100 dollari a Los Angeles sono diversi da 100 dollari a Austin.

2. La Bce finanzia le banche dell’area euro contro garanzie, come richiede il suo statuto. Tali garanzie coprono i rischi insiti negli strumenti offerti a garanzia. Per questa ragione, l’ammontare del finanziamento è in genere minore del valore del titolo a garanzia, con uno scarto che differisce appunto in funzione del rischio. Questo non significa che le banche paghino tassi diversi sui rifinanziamenti. Significa invece che banche che usano garanzie diverse per ottenere lo stesso rifinanziamento dovranno offrire volumi di garanzie diversi (la cosa non è affatto equivalente!).

3. Infine, i crediti deteriorati. Non è vero che la vigilanza Bce voglia «accorciare il più possibile» i tempi di copertura dei crediti deteriorati o «estendere il più possibile l’ambito di applicazione», come affermato. Essa ha indicato alle banche, tenendo conto di standard prudenziali internazionali, che se non esistono valide ragioni, che la banca stessa può addurre, la vigilanza si attende che i crediti deteriorati futuri vengano coperti da accantonamenti entro un dato arco temporale, la cui lunghezza dipende dal tipo di credito. Per i crediti deteriorati passati, la Bce ha diffuso linee guida e continuerà ad operare per favorirne la ulteriore riduzione.

Questo piano di azione, se inizialmente può aver suscitato qualche timore da parte di alcune banche, viene oggi portato avanti in un clima di attiva collaborazione da parte del sistema bancario e ha già prodotto ottimi risultati, in modo particolare in Italia, contribuendo a migliorare i bilanci bancari e a ristabilire la fiducia nelle banche.

Vista la rilevanza del dibattito corrente sull’euro e l’Europa, è importante che l’informazione su questi temi, data da chi è in grado di influenzare l’opinione pubblica, sia sempre corretta ed equilibrata.

Membro del Consiglio di Vigilanza Bce
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