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contratto pentaleghista

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

contratto pentaleghista

Messaggioda franz il 16/05/2018, 17:26

Un Comitato di conciliazione (parallelo al Consiglio dei ministri)
Il documento integrale su cui si è arenata la trattativa tra Di Maio e Salvini. Nel contratto un meccanismo di uscita dall'euro e la richiesta a Draghi di cancellare 250 miliardi di debito italiano - ESCLUSIVA HUFFPOST
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Lucia Annunziata, Gianni Del Vecchio, Alessandro De Angelis, Carlo Renda, Claudio Paudice

https://www.huffingtonpost.it/2018/05/1 ... _23435353/



La parte più sorprendente, e per certi versi più esplosiva, del documento cui stanno lavorando come base di un accordo di governo Lega e M5s, è contenuta a pagina 4 delle 39 di cui il documento è, al momento, composto: la creazione di una struttura parallela al Consiglio dei ministri, il Comitato di Riconciliazione, sede in cui regolare i dissensi nella cooperazione fra le due forze politiche o prendere nuove decisioni. Un organo consultivo e decisionale (che infatti decide con maggioranza a due terzi) non previsto oggi dall'architettura costituzionale del governo e la cui formazione per quanto "informale" rischia di innescare un conflitto istituzionale fortissimo, o, chissà, magari il sorgere di un nuovo avvenire.

Una copia del "CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO" (bozza del 14.05.2018, 0re 9.30, cioè ieri), ottenuto dall'HuffPost in cartaceo, e che qui di seguito pubblichiamo, inizia come un serissimo atto notarile, con la formula d'obbligo "Il presente contratto è sottoscritto dal Signor Luigi Di Maio Capo politico del "Movimento 5Stelle" e dal Signor Matteo Salvini "Segretario Federale della Lega", seguita da una certificazione della firma". A pagina 4 sotto la banale dicitura di "Funzionamento del governo e dei gruppi parlamentari" c'è quella che , contenuti di ogni tipo a parte, si potrebbe chiamare la Regola delle regole: cioè la disciplina che stabilisce le modalità del funzionamento della cooperazione fra le due forze politiche. Nel caso che questa cooperazione a un certo punto si inceppi.

"Nel caso le diversità persistano verrà convocato un Comitato di Conciliazione", recita il documento. I contraenti si confronteranno in questo Comitato per "giungere a un dialogo in caso di conflitti, al fine di risolvere i problemi". Ma la sua funzione scatta anche quando si tratta di elaborare una posizione comune nel caso si presentino "tematiche estranee al presente contratto ovvero questioni di carattere d'urgenza e/o imprevedibili al momento della sottoscrizione di questo contratto". Il Comitato dunque non serve solo a sedare i conflitti interni ma a prendere nuove decisioni in materia rilevanti, quali ad esempio: "Crisi internazionali, calamità naturali, problemi di ordine e di salute pubblici". Il Comitato infine si riunisce anche in caso sia richiesto da uno dei contraenti per esaminare questioni ritenute fondamentali ".

L'organismo è composto da: il Presidente del Consiglio dei Ministri, il capo politico di M5S e il segretario federale della Lega. I capigruppo di Camera e senato delle due forze politiche e il ministro competente per materia. Alle riunioni partecipa anche come uditore il membro del governo responsabile dell'attuazione del programma nonché eventuali soggetti individuati dal Comitato." Come si vede si tratta di un organo complesso che si pone all'origine delle decisioni del più vasto territorio della governance – se si considera che qui si parla di emergenze e crisi internazionali. Certamente, si può obiettare, non è un organo formalizzato, né con uno status legale. Ma di fatto assume un ruolo che è proprio del Consiglio dei Ministri. Nei fatti rischiando di sminuirlo o addirittura di sostituirlo. Altro elemento assolutamente anomalo è che attraverso questo comitato, sia pur sempre in maniera informale, vengono inseriti a un ruolo di decisione di governo i capi dei partiti. La cui presenza è nella nostra costituzione tenuta fuori dagli organi rappresentativi degli eletti. Norma che è garanzia per i cittadini di una non diretta politicizzazione degli organi di governo. Perché una volta eletti si rappresenta la Repubblica.

Infine, nel regolamento si scrive che nel caso non si arrivasse a un accordo "le azioni riguardanti i temi controversi saranno sospese per almeno dieci giorni, in modo da dare al Comitato il tempo necessario per raggiungere un'intesa e suggerire le scelte conseguenti". Anche in questo caso si profila una forte ingerenza nella dinamica di governo delle istituzioni perché la sospensione toglie dalle mani del parlamento il diritto fondamentale di organizzare i lavori e tende a bloccarne addirittura l'attività . Si tratta, come si diceva , di un accordo privato. Ma profila la più radicale delle riforme. Che non solo entra nelle competenze del Consiglio dei Ministri ma sotto "controllo" lo stesso Presidente del Consiglio.

Conflitto di interessi e giustizia: il solco con Berlusconi

È nei due capitoli "conflitto di interesse" e "giustizia" che viene scavato un solco con Silvio Berlusconi. Il programma "carioca" è ricalca marcatamente le parole d'ordine dei 5 Stelle: "Riteniamo che debba qualificarsi come possibile conflitto di interessi l'interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l'esercizio obiettivo, indipendente e imparziale, di una funzione pubblica, non solo quando questo possa portare a un vantaggio economico a chi esercita la funzione pubblica e sia in condizione di un possibile conflitto di interessi, ma anche in assenza di un vantaggio immediatamente qualificabile come monetario". È la parte direttamente riconducibile a Berlusconi, sia pur formulata in modo generico. Perché poi, in questi casi, occorre leggere la traduzione legislativa per valutare se siamo in presenza di una normativa severa o di una semplice enunciazione di principi.

Ma è il passaggio successivo, altrettanto vago e, diciamo così, "populista", ad essere indicativo della filosofia di fondo del programma, chiarita già nelle prime pagine ove si prevede una sorta di struttura parallela che controlla il premier e il governo, svuotando la sovranità della politica e della sua rappresentanza parlamentare: "Intendiamo inoltre estendere la disciplina a incarichi non governativi ossia a tutti quei soggetti che, pur non ricoprendo ruoli governativi, hanno potere e capacità di influenzare decisioni politiche o che riguardano la gestione della cosa pubblica, come ad esempio i sindaci delle grandi città o i dirigenti delle società partecipate dallo Stato". È una formulazione vaga, interpretabile in qualsiasi modo, ma che certo rivela una certa criminalizzazione della politica. Come si configura una norma che sul potere di "influenza della cosa pubblica"? Ad esempio, anche un capo di gabinetto può influenzare una decisione politica. È un caso di conflitto di interessi? Ed è un caso di conflitto di interessi l'operato di un membro di un cda da parte della politica? Nelle società partecipate, poi, come vengono fissati, in base a questa logica, i criteri di nomina e i confini dell'operato di dirigenti di nomina politica?

Più tribunali, più pene, più carceri

Analoga impostazione sul capitolo Giustizia dove, al netto del passaggio sulla "riforma e sull'estensione" della legittima difesa caro a Salvini, l'impronta è squisitamente pentastellata, con l'acquisizione, di fatto, del programma dell'Anm dell'era Davigo. Ecco i punti qualificanti: 1) riforma della prescrizione; 2) il potenziamento della legislazione anti-corruzione da realizzare "aumentando le pene per i reati contro la pubblica amministrazione", introducendo il "Daspo per i corrotti e corruttori", l'introduzione "dell'agente sotto copertura" e "dell'agente provocatore"; 3) il "potenziamento" delle intercettazioni. Più in generale, "per garantire il principio di certezza della pena è essenziale abrogare tutti i provvedimenti emanati nel corso della precedente legislatura, tesi unicamente a conseguire effetti deflattivi in termini processuali e carcerari a totale discapito della sicurezza della collettività". È una filosofia secondo la quale più giustizia si ottiene con più inasprimenti delle pene, più carcere, meno misure alternative, più pan-penalizzazione. E più tribunali, mettendo mano alla legge Severino che chiuse quelli piccoli secondo criteri di efficienza, perché – basta avere un po' di dimestichezza – i tribunali più piccoli della provincia italiana profonda, con pochi giudici sono spesso i più lenti e i più arretrati. Mentre quelli più grandi hanno una gestione più manageriale. E questa fu una richiesta avanzata dai magistrati.

Immigrazione: poco o nulla su respingimenti ed espulsioni cari a Salvini

A ben vedere, questa impostazione, direbbero i critici "giustizialista" è il fil rouge di tutto il programma, compreso il dossier più delicato per la Lega, l'immigrazione. Dove è più chiara la denuncia della corruzione che il governo del fenomeno: "La situazione che si è venuta a creare è insostenibile per l'Italia, visti i costi da sostenere e il business creatosi, alimentato da fondi spesso gestiti con poca trasparenza e permeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata". Ci si impegna affinché "l'Italia svolga un più decisivo ai tavoli dei negoziati europei" in particolare "per superare il regolamento di Dublino, attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'Ue". Ma c'è poco o niente sul "come": politica dei respingimenti, espulsioni vere, accordi bilaterali e multilaterali con i paesi di provenienza per limitare l'arrivo dei migranti, atteggiamento complessivo nei confronti dell'Europa. Tutto questo è accennato in una parte evidenziata in giallo. È in questa parte che sono scritte le proposte più hard del Carroccio, compresa la "chiusura delle moschee e delle associazioni islamiche radicali". È questa parte ancora oggetto della discussione, perché il leader della Lega non intende cedere sull'obiettivo di identificare e rimpatriare i migranti irregolari, attraverso una radicale revisione delle attuali normative. Questione più complicata per i Cinque Stelle perché impatta sull'atteggiamento complessivo da tenere nei confronti dell'Europa. Per loro è sufficiente attestarsi alla formula del "stop al business dell'immigrazione".

Dall'euro si deve poter uscire

Il passaggio antieuropeista e sovranista del Contratto arriva a pagina 35 e prende di mira l'Europa e soprattutto la moneta unica. Lega e M5S si pongono come obiettivo di introdurre "specifiche procedure tecniche di natura economica e giuridica" che consentano a singoli Stati di uscire dall'euro e "recuperare la propria sovranità monetaria", o di "restarne fuori attraverso una clausola di opt-out (rinuncia, ndr) permanente" per avviare un "percorso condiviso di uscita concordata" in caso di "chiara volontà popolare". Al di là delle rassicurazioni a parole fornite a Bruxelles e al Quirinale – soprattutto dai 5 Stelle – la bozza del Contratto mette in discussione l'irreversibilità dell'euro e si propone di individuare una via d'uscita. D'altro canto anche di recente Beppe Grillo ha nuovamente parlato di referendum popolare sulla moneta unica, corretto non senza imbarazzo da Luigi Di Maio.

L'Europa deve cambiare radicalmente

Nella bozza di contratto si definisce "necessaria una ridiscussione dei Trattati dell'Ue". Il Patto di Stabilità e di Crescita va "modificato radicalmente", a partire dai vincoli "stringenti, infondati e insostenibili dal punto di vista economico e sociale". Inoltre, a livello di budget, si prevede di "ridiscutere il contributo italiano all'Ue in vista della programmazione 2020".

Via le sanzioni alla Russia

L'equilibrismo in politica estera è una specialità italiana e anche un governo giallo-verde confermerebbe le linee guida degli ultimi anni. Si afferma subito la fedeltà alla Nato, con gli Stati Uniti "alleato privilegiato", ma si sancisce altresì la "apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia, ma quale partner economico e commerciale". A tal fine, la Lega ottiene che nel testo venga definito "opportuno il ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia" e la riabilitazione di Mosca come "interlocutore strategico" in aree di crisi come Siria, Libia e Yemen.

Revisione delle missioni all'estero

Va "rivalutata" la presenza dei contingenti italiani nelle missioni internazionali che sono "geograficamente, e non solo, distanti dall'interesse nazionale italiano". Nessun dettaglio però sui numeri e sulle aree interessate. Per quanto concerne la Difesa, viene posto l'accento su un più efficace impiego delle forze armate "al fine della protezione del territorio e della sovranità nazionale" e su "nuove assunzioni nelle forze dell'ordine" con più risorse. Viene definita "imprescindibile" la tutela dell'industria italiana, con riferimento soprattutto alle attività di Fincantieri ("progettazione e costruzione navi") e Leonardo Finmeccanica ("Aeromobili e sistemistica high tech").

Caro Draghi, cancellaci 250 miliardi di debito!

Sulla finanza pubblica le vere proposte-bomba si trovano a pagina 38, verso la fine del documento. Qui Salvini e Di Maio si pongono l'annoso problema di come ridurre il pesante stock di debito pubblico, che a oggi (dati marzo 2018) si attesta alla cifra record di 2.302 miliardi di euro, qualcosa come il 132% del Pil. La prima misura per ridurre questa imponente massa di debito farà certamente drizzare i capelli alla Cancelliera Merkel e ai rigoristi europei. Lega e M5s chiederanno alla Bce guidata da Draghi di cancellare ben 250 miliardi di titoli di stato che l'istituto di Francoforte avrà in pancia alla fine del quantitative easing. "La loro cancellazione vale circa 10 punti percentuali", quantifica il documento. Uno stralcio che sicuramente farà discutere, a Francoforte, Bruxelles e nelle altri capitali europee.

Vendesi patrimonio immobiliare agli italiani

Altra misura shock è la vendita del patrimonio immobiliare pubblico alle famiglie italiane, e in subordine agli investitori. In poche parole, i due partiti di governo "impacchetteranno" 200 miliardi di patrimonio pubblico (caserme, palazzi, monumenti e via dicendo) e lo trasformeranno in un titolo finanziario da vendere al risparmio domestico. Si tratta del classico meccanismo di cartolarizzazione, tanto criticato negli ultimi anni. "Di fatto questo equivale a trasferire il risparmio degli italiani dal debito pubblico al patrimonio immobiliare", si legge. Quanti punti di debito verranno abbattuti? Dieci, secondo il contratto.

Cdp superstar

Infine la Cassa Depositi e Prestiti. Nelle intenzioni dei contraenti l'istituto che gestisce il risparmio postale dovrà acquistare dal Tesoro tutte le principali partecipazioni (Enel, Enav, Poste, ecc.), diventando così il vero braccio economico del governo. La Cdp si finanzierà per 70 miliardi di euro emettendo obbligazioni sul mercato, sottoscrivibili in cash o mediante titoli di stato italiani. "Il risultato sarà quello di aver mantenuto in mano semi-pubblica le principali partecipazioni statali", fanno notare gli estensori del documento. E in seconda battuta di aver abbattuto altri 5 punti di debito.

Flat tax non più flat (e senza cifre)

Sulla parte fiscale il documento prevede solo un breve passaggio sul cavallo di battaglia della Lega. Tre righe, senza alcun numero, per scoprire che la tassa piatta, piatta non lo sarà affatto. Sono previste infatti più di una aliquota e rimarranno in piedi le deduzioni. Ecco lo striminzito passaggio: "La parola chiave è flat tax, caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell'imposta in armonia con i principi costituzionali".

Condoni "saldo e stralcio" ma anche carcere per gli evasori

Leghisti e pentastellati hanno un approccio abbastanza diverso sul concetto di evasione fiscale, si sa. Tanto che nel contratto ci sono due misure abbastanza divergenti fra loro. Da una parte la ricerca della "pace fiscale" tanto cara a Salvini, con un condono "saldo e stralcio" delle cartelle Equitalia, anche se solo in casi particolari come "perdita di lavoro, malattie, crisi familiari, ecc."; dall'altra il classico proclama "manette agli evasori", cifra dei 5 stelle, tradotto con un perentorio "inasprimento dell'esistente quadro sanzionatorio, amministrativo e penale, per assicurare il carcere vero per i grandi evasori".

Tornano i voucher e si supera (non si abolisce) la legge Fornero

Salvini e Di Maio sembra che si siano accorti che "la cancellazione dei voucher ha creato non pochi disagi ai tanti settori per i quali questo mezzo di pagamento rappresenta uno strumento indispensabile". E quindi ne promettono una reintroduzione anche se con un nome diverso: "Bisogna introdurre un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio". Per quanto riguarda la legge Fornero, invece, molto sorprendente la formulazione usata: non si parla di abolizione ma semplicemente di "superamento", stanziando 5 miliardi "per agevolare l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse". In particolare, la ricetta utilizzata è quella presente nel programma elettorale pentastellato. "Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l'obiettivo di consentire il raggiungimento dell'età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti".

Reddito da cittadinanza finanziato anche da Bruxelles

Sul reddito di cittadinanza l'impronta è chiaramente a 5 stelle. Qui si addensano quei pochi numeri presenti nel contratto. Si parla di 780 euro mensili, per i quali è previsto uno stanziamento di 17 miliardi annui. La cosa interessante è che altre risorse dovrebbero arrivare da Bruxelles: "Andrà avviato un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A80292/2017 del parlamento europeo, che garantirebbe l'utilizzo del 20 per cento della dotazione complessiva del Fondo Sociale Europeo per istituire un reddito di cittadinanza anche in Italia".

Per l'Ilva non si dice come si spengono i forni senza perdere posti di lavoro

Su quella che sarà una delle prime grane sul tavolo del Governo gialloverde, il contratto resta nel vago. Viene garantita la tutela della salute degli abitanti di Taranto attraverso la chiusura delle fonti inquinanti dell'Ilva ma, al tempo stesso, "salvaguardando i livelli occupazionali" attraverso un "programma di riconversione economica" e bonifiche del sito e ricorso alle energie rinnovabili. Ma su come conciliare lo spegnimento dei forni con la salvaguardia dei livelli occupazionali non si entra nel merito.

Sulla cultura tanti principi e poche misure

Nel capitolo riguardante i Beni culturali, viene elencata una lunga serie di principi tanto condivisibili quanto vaghi. Unica misura annunciata è la riforma del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) per modificare le modalità dei finanziamenti "che rimetta al centro la qualità dei progetti artistici".

Nella sanità stop ai dirigenti amici dei politici e recupero delle risorse tagliate per i Lea

Poco più di due pagine vengono dedicate alla voce centrale della spesa statale. In primis, stop al "rapporto dannoso tra politica e sanità" con la riforma dei criteri di selezione dei direttori generali, sanitari e amministrativi. Quindi revisione della Governance farmaceutica e una forte spinta alla digitalizzazione del SSN. Ancora: "recupero integrale" di tutte le risorse tagliate negli anni precedenti per garantire i Livelli essenziali di assistenza. Infine, assunzioni di medici e personale sanitario.

Sulla scuola l'imperativo è smantellare quella "Buona" di Renzi

Il contratto si pone l'obiettivo di rispettare il legame dei docenti con il loro territorio e limitare i trasferimenti, uno dei problemi emersi con la riforma di Renzi. Ma non l'unico: si deve cancellare la "chiamata diretta dei docenti" da parte dei dirigenti, "strumento inutile quanto dannoso". Altro elemento da superare della Buona Scuola è l'alternanza scuola-lavoro così come attualmente in vigore, anch'essa "dannosa".

"Commissariare" il Coni

Nel capitolo sport si parte dall'aumento delle ore scolastiche dedicate alle attività motorie, ma il punto centrale è il "commissariamento" del Coni. "Il Governo - si legge nel contratto - deve assumere con maggiore attenzione il ruolo di controllore delle modalità di assegnazione e di spesa delle risorse destinate al Coni". Bisogna quindi "rivederne le competenze" e i "rapporti con altri ministeri". "Fatta salva l'autonomia", infatti, si prevede che il Governo "sia compartecipe delle modalità con cui vengono spesi e destinati i contributi pubblici assegnati al Coni e trasmessi alle Federazioni". Nei fatti, un commissariamento.

Rivedere i corsi di laurea a numero chiuso

Nel capitolo dedicato alla Università si prevede la "revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato", attraverso la "verifica preventiva" delle effettive attitudini degli studenti. Quanto alla Ricerca, l'obiettivo che si pone il Governo è, molto vagamente, di "superare la precarietà".
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda franz il 16/05/2018, 17:32

M5S-Lega, il contratto di governo: uscita dall’euro e cancellazione del debito.
«Superata», ma la bozza è un caso. E in Europa scoppia il panico

L’Huffington Post svela la bozza: c’è anche un «Comitato di conciliazione» per appianare i dissidi tra i due partiti.

M5S e Lega: «Versione vecchia, smentita dagli incontri successivi»

PS: vecchia di due giorni, pare.
Ma cosa stanno discutendo?



Milano fanalino di coda in Ue su incertezza politica
Il Ftse Mib sottoperforma gli altri principali indici europei con un -0,5% a 24.176 punti. Il Dax segna un +0,16%, il Ftse-100 un +0,2%, il Cac40 un +0,09%. "È circolata ieri la bozza di contratto per un Governo di cambiamento che includeva misure molto forti sul tema" di una possibile "uscita dall'euro e una richiesta di cancellazione di 250 mld euro di debito pubblico da avanzare alla Bce", sottolineano gli analisti di una primaria casa d'affari, che evidenziano come queste misure "non sarebbero più incluse negli aggiornamenti dell'agenda di Governo, ma chiaramente sono state oggetto di discussione". In generale, notano gli esperti, "rimangono diversi temi rilevanti su cui le posizioni sono distanti, come piano infrastrutture, definizione della squadra di Governo e del candidato Primo Ministro. Mancano inoltre indicazioni precise sulle misure di copertura previste per le spese indicate nel piano di Governo.
https://www.milanofinanza.it/mercati/borsa-italiana

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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda Robyn il 16/05/2018, 17:57

Draghi levece ducentocinquanta miliardi di debito
Non ve state a preoccupà quando ce l'avete mi i ridate
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda pianogrande il 16/05/2018, 18:18

Non ci capisco molto sulla richiesta di cancellazione dei 250 miliardi.
Se io avessi diecimila Euro di titoli di stato e mi chiedessero di cancellarli, risponderei: "E perché"?

Credo sarà anche la risposta dei ragionieri burocrati ignoranti di economia (l'ha detto qualcuno della lega), di Bruxelles.

Mi tornano in mente le tragicomiche reazioni della Grecia che cercò di far passare la decisione di pagare o non pagare i debiti come un fatto di democrazia.

Da noi diventa sovranismo.

Ma che brutta situazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda mariok il 16/05/2018, 18:24

spread a 150 punti, la borsa perde oltre il 2%

e devono ancora cominciare...
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda trilogy il 16/05/2018, 18:39

mariok ha scritto:spread a 150 punti, la borsa perde oltre il 2%

e devono ancora cominciare...


Tutta colpa di Berlusconi e Renzi. Firmato Travaglio. poveraccio non sa più che scrivere. Potrebbe chiedere il posto di ministro delle finanze e si prende come sottosegretario casaleggio .. :mrgreen:
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda mariok il 16/05/2018, 19:33

I veri estremisti sono gli italiani, non Di Maio e Salvini
La bozza trafugata dell’accordo Lega-Cinque Stelle, per quanto parziale e non definitiva, rispecchia in pieno l’agenda politica dei loro elettori. È inutile, ora, che ci stupiamo di quel che realizzeranno e delle conseguenze che produrrà: è esattamente quello che volevamo
di Francesco Cancellato

16 milioni, 426mila, 724 italiani. O, se preferite, il 50,2% dei consensi alle elezioni del 4 marzo scorso. Chiedete a loro. Perché sono loro, siete voi, siamo noi, la maggioranza di noi italiani, gli estensori del programma tra Lega e Cinque Stelle, anche della versione parziale, non definitiva e hard apparsa sull’Huffington Post nella serata di ieri. È la maggioranza di noi che ha votato due forze politiche che, in momenti e con intensità diverse, hanno messo in discussione la permanenza italiana nel perimetro della moneta unica. È la maggioranza di noi che vuole mandare a casa i clandestini e respingere tutti i barconi che solcano il canale di Sicilia. È la maggioranza di noi che vuole poter sparare a chi gli entra in casa. È la maggioranza di noi che ha solidarizzato con Luca Traini più che con le vittime della sua sparatoria in centro a Macerata. È la maggioranza di noi che non capisce perché ci dev’essere l’obbligo di vaccinare i bambini. È la maggioranza di noi che vuole abolire la legge Fornero, un taglio radicale delle tasse e un welfare molto più generoso, contemporaneamente. Ed è la maggioranza di noi che è propensa a credere che basti battere i pugni sul tavolo a Bruxelles per tornare a spendere e spandere impunemente come si usava fare nei ruggenti anni ’80.
È la maggioranza di noi e oggi chi si stupisce è uno che fino a ieri è vissuto su Marte. O davvero credete che gli italiani abbiano votato in massa contro il governo uscente, a dispetto di anni di relativa stabilità economica e sociale, perché non potevano sopportare Renzi? No, anime belle di mamma. Che sia di pancia o di testa, realizzabile o irrealizzabile, portatrice di salvezze o apocalissi, questa è l'agenda del Paese, né più né meno. Gli italiani avevano votato centrodestra e Cinque Stelle perché volevano questa roba qua, perché pretendevano questa roba qua. E adesso, semmai, il problema è un altro. Che i più ragionevoli del mazzo sono con ogni probabilità gli apprendisti stregoni che stanno redigendo l’accordo di governo - e che infatti si sono affrettati a smentire se non altro l’attualità del documento trafugato dall’Huff Post - non i loro elettori. I loro elettori, a geometria variabile, si aspettano molte delle cose contenute in quel programma. Se non le otterranno, almeno in parte, si incazzeranno ancora di più. E la loro domanda politica rimarrà inalterata.
Questo è un bel guaio. Perché, per quanto possiate credere in lui, non basterà Mattarella né le sue prerogative presidenziali a evitare che l’argine tracimi, se Lega e Cinque Stelle decideranno di farlo tracimare. Né basteranno i nostri editoriali o le nostre invettive, sui giornali o sui social, a cambiare l’opinione consolidata in anni di crisi e marketing della paura. Né la spocchia di chi, nel cuore della sua bolla di amici che la pensano come lui, sia convinto che ci sia una maggioranza silenziosa che non la pensa così. No, spiacenti. Più che silenziosa, la maggioranza è passivo-aggressiva, ma la pensa esattamente così. Se accordo di governo sarà, e se sarà diverso dalla bozza che abbiamo letto, con i professoroni al potere e un po' di disciplina di bilancio in più, è perché Salvini e Di Maio saranno abbastanza ragionevoli da mitigare quella rabbia repressa nel contesto di un’agenda di governo un po’ meno radicale, un po’ più sostenibile, un po’ più digeribile da chi ci circonda.
Attenzione, però. Perché comunque vada il messaggio è passato forte e chiaro e chi di dovere l’ha capito da tempo, mentre dall’altra parte ancora si discuteva delle affinità e delle divergenze - con tutto il rispetto - tra Renzi e Franceschini. Questo è un Paese che non vede l’ora di incoronare chi ha una soluzione facile per tutto, chi promette che le cose si risolveranno con un colpo di bacchetta magica - o con un colpo di spugna sul debito pubblico in pancia alla Banca Centrale Europea. Se cercate gli estremisti e i populisti, guardatevi allo specchio. Siete voi, siamo noi. Educolreranno, quindi? Sì, probabilmente e pure un bel po'. Se volete una previsione, probabilmente quel che ci verrà presentato è un programma molto meno incendiario, molto più moderato, molto più rispettoso delle istituzioni di quello che abbiamo letto ieri. All'occhio, però: il successo elettorale dei cosiddetti populisti si fonda anche sul fatto che tendono a fare le cose che promettono, anche quelle che agli occhi dei più strenui difensori dello status quo sembrano impossibili. E che se ne fottono dei mercati, delle istituzioni internazionali e delle conseguenze. Volevamo ballare, quindi? Bene, adesso balliamo. Musica, maestro.
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda Robyn il 16/05/2018, 20:06

Questa rappresentazione è vera ma vale fino ad un certo punto non è la sola.Di certo hanno contribuito all'affermazione dell'euroscetticismo un'europa senza fed e istituzioni incomplete e un riformismo molto controverso e incomprensibile che non è andato al cuore dei problemi e ha preferito girare intorno all'ostacolo.Quello della Lega e dei Pentastelle sono due elettorati che la destra e la sinistra non sono riusciti a trattenere.Esistono voci che affermano che Silvio Berlusconi non voleva scendere in campo nel 1994 perche sapeva che la classe media è difficile da governare cambia rapidamente negli umori non ha le idee chiare,le cambia continuamente,si lascia affascinare facilmente da messaggi molto semplificati,molto <subliminali>,per cui è molto importante l'istruzione.In merito a Mattarella dovrà essere un'argine soprattutto sulla flat tax che può fare crollare l'edificio della nostra costituzione,è in gioco il futuro del paese
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda trilogy il 16/05/2018, 20:37

"Comitato di conciliazione" c'è già stato un organismo analogo in Italia. Non è una novità assoluta..
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gran_co ... l_fascismo

È sostanzialmente un pogramma fasciocomunista. Mette assieme il peggio della destra reazionaria e il peggio della sinistra forcaiola e statalista.
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Re: contratto pentaleghista

Messaggioda pianogrande il 16/05/2018, 20:41

Mattarella non può incidere che molto alla lontana sulla politica che faranno questo governo e questo parlamento.

Sì, sceglie il premier e conferma il governo (da mandare alle camere) ma non può scegliere qualcuno; tanto meno una politica, su cui la maggioranza parlamentare non sia d'accordo.

Sono d'accordissimo sul fatto che gli estremisti sono gli italiani.

L'unica cosa che un po' mi conforta è che qualcuno della confindustria abbia avuto espressioni non esattamente entusiastiche.
L'ho sentito di sfuggita mentre facevo altro ma metteva un po' sull'avviso.

Salvini e Di Maio hanno dalla loro parte proprio "il popolo"; almeno la sua maggioranza.

I loro avversari non hanno dalla loro parte neanche i loro stessi partiti che continueranno a contendersi la carcassa di quella che una volta era la sinistra e adesso non si capisce bene cosa sia.

Bruttissimo periodo.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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