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A parte l'abuso inflazionato del termine "federalismo" ... ma solo nel titolo, per richiamare gli allocchi... poi nel rapporto il termine scompare, mi sembra interessante.

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Osservasalute 2017: il federalismo sanitario è fallito. Italia in media è in buona salute, ma tra Nord e Sud troppe differenze. Il rapporto
Walter Ricciardi (presidente Iss e direttore dell'Osservatorio): “È auspicabile che si intervenga al più presto partendo da un riequilibrio del riparto del Fondo sanitario nazionale, non basato sui bisogni teorici desumibili solo dalla struttura demografica delle Regioni, ma sui reali bisogni di salute, così come è urgente un recupero di qualità gestionale e operativa del sistema, troppo deficitarie nelle regioni del Mezzogiorno”. I primati regionali. LA SINTESI DEL RAPPORTO.

19 APR - “E’ evidente il fallimento del Servizio sanitario nazionale, anche nella sua ultima versione federalista, nel ridurre le differenze di spesa e della performance tra le regioni. Rimane aperto e sempre più urgente il dibattito sul ‘segno’ di tali differenze. Si tratta di differenze inique perché non ‘naturali’, ma frutto di scelte politiche e gestionali” Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e Ordinario di Igiene all’Università Cattolica, commenta così i risultati del rapporto 2017 Osservasalute.
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L'articolo
http://www.quotidianosanita.it/studi-e- ... o_id=60889

Il rapporto
http://www.quotidianosanita.it/allegati ... 473820.pdf

In un paese con così grandi differenze economiche e sociali, dovute in gran parte a condizioni locali di corruzione e criminalità, un federalismo non può che significare mano libera alle mafie baronie locali.

I risultati si vedono.

Basti guardare e solo come esempio alla spudorata ed impunita gestione delle risorse pubbliche in Sicilia.

Poteva funzionare la sanità pubblica messa in mano a quel contesto?

Il ricorso alle strutture private mi appare più come un indice delle disponibilità economiche delle famiglie che del malfunzionamento di quelle pubbliche; almeno non in proporzione diretta.

Insomma, se lo stato non funziona, non è che si mette a funzionare cambiando il livello di accentramento.

Dando più deleghe e livello locale gli si porta solo il canale di corruzione a domicilio.

pianogrande ha scritto:In un paese con così grandi differenze economiche e sociali, dovute in gran parte a condizioni locali di corruzione e criminalità, un federalismo non può che significare mano libera alle mafie baronie locali.

Su questo concordo e non concordo.
MI spiego.

Se il finanziamento delle condizioni locali di corruzione e criminalità (perché è chiaro che qualcuno paga) avviene tramite una cassa centrale (romana) condivisa, hai pienamente ragione. E infatti è quello che succede oggi.

Ma se il finanziamento è locale, alla fine il gioco non funziona e torna con prepotenza la battuta che rese famoso Grillo: "Ma se in Cina sono tutti socialisti, a chi rubano?". Voce del verbo: come può funzionare?

Ora sia chiaro che il primo sistema si chiama regionalismo e prevede pesanti trasferimenti tra territori, che alimentano costantemente la corruzione. Ma non è federalismo. Esso prevede che ogni competenza locale sia finanziata localmente. Se la sanità è locale, i fondi vengono dalla finanza locale. Oppure da premi assicurativi locali, se il sistema è di tipo Bismark.

Quindi il costo della malversazioni in Calabria lo pagano i calabresi, non i veneti, i lombardi o gli emiliani e toscani.
E quindi la cosa puo' funzionare qualche anno ma poi il Re diventa palesemente nudo ed i calabresi si incazzano.
E quando si incazzano i calabresi, ...

Conclusione, il federalismo vero (diverso dall'attuale regionalismo che qualcuno vi spaccia per federalismo) sarebbe la fine delle mafie e baronie locali. Una fine molto rapida. Barone e mafie che Invece continueranno a prosperare con il sistema attuale di trasferimenti di risorse.

Mah!

Che la possibilità di esistenza della corruzione e della malversazione dipenda dalla dimensione del territorio e sia minore in realtà più piccole cozza contro la mia personale esperienza secondo la quale nelle piccole realtà il controllo sociale diventa quotidiano e asfissiante e "incazzarsi" porta ad una emarginazione tale da rendere la vita invivibile.

In un paese che non dico si era arrivati al punto che certe persone non avevano nemmeno il coraggio di attraversare la piazza e facevano un giro un po' più lungo.

Potrei quindi concluderne che un controllo dall'esterno, fatto da gente estranea al giro potrebbe essere più obiettivo e disinteressato avendo meno riguardi per gli sceriffi locali.

Tutti discorsi che (purtroppo) lasciano il tempo che trovano.

Per combattere il malaffare bisogno innanzitutto avere la volontà di combatterlo ed avere o procurarsene i mezzi.

Al di fuori di questa condizione, possiamo fare anche una confederazione di caseggiati o di quartieri o di condomini che semplicemente comanderà il più forte e non il più giusto.

Credo sia la differenza principale tra un patto sociale che funziona e un altro che sta solo sulla carta mente sulla piazza operano ben altre entità.

Non esiste che una maggioranza locale rubi ad una minoranza locale.
Dovrebbe essere eventualmente una minoranza molto ricca, cosa che non trovi di certo nei territori poveri del SUD.
Puo' essere che una minoranza tenti di rubare ad una maggioranza ma quest'ultima avrebbe solo danni e quindi dovrebbe ribellarsi. La festa finisce presto. A meno che sia alimentata da soldi che vengono da fuori. Allora la festa continua.