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L'Italia non andrà in Siria

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda Robyn il 15/04/2018, 11:25

Quella fra Usa e Russia è una competizione per l'egemonia in Siria.Però la Siria è uno stato che si può autodeterminare.In merito al suo futuro assetto dal momento che il nord è popolato dai curdi si potrebbe pensare ad una federazione.Per quel che riguarda la Russia penso sia giunto il momento per Usa e Europa di stabilire buone relazioni diplomatiche per promuovere la pace internazionale con le dovute sottolineature,perche la Russia è uscita dal comunismo ma la sua democrazia presenta ancora molti punti deboli,fra cui la libertà di informazione,il rispetto dei diritti civili.Questo accade perche è ancora una democrazia giovane.Dalla Russia non credo affatto che provengano rischi di conflitto anzi il contrario.Diciamo una certa propensione alla pace ma con delle pecche sulla democrazia.Non si tratta di scegliere da che parte stare.Forse per qualcuno sì perche ancora risente del riflusso della guerra fredda,nutre nostalgia per quel periodo.Nel nuovo scenario internazionale nessuno è egemone ne Usa ne Russia,ma si collabora attivamente per la pace internazionale
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda Robyn il 15/04/2018, 12:03

non è più S Tommaso che non credeva se non vedeva,ma S Agostino
"La chiesa aggiorna i suoi principi sociali"
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L'anti-imperialismo degli idioti

Messaggioda franz il 15/04/2018, 13:10

Una volta tanto la traduzione dall'inglese è di buon livello.
A parte strike che in questo caso vuol dire colpo e non scipoero.
Buona lettura.


L '"anti-imperialismo" degli idioti
14 aprile 2018di Leila Al Shami
DavOd8fWkAA2loL
Fumetto che critica l'indignazione selettiva che si applica solo agli attacchi chimici, di Yaser

Ancora una volta il movimento occidentale "contro la guerra" si è svegliato per mobilitarsi in Siria. Questa è la terza volta dal 2011. La prima è stata quando Obama ha contemplato di colpire la capacità militare del regime siriano (ma non lo ha fatto) dopo gli attacchi chimici alla Ghouta nel 2013, considerata una "linea rossa". La seconda volta fu quando Donald Trump ordinò uno sciopero che colpì una base militare di regime vuota in risposta agli attacchi chimici contro Khan Sheikhoun nel 2017. E oggi, mentre Stati Uniti, Regno Unito e Francia intraprendono azioni militari limitate (attacchi mirati a mezzi militari e impianti di armi chimiche) a seguito di un attacco di armi chimiche a Douma che ha ucciso almeno 34 persone, tra cui molti bambini che si stavano rifugiando negli scantinati dai bombardamenti.

La prima cosa da notare dalle tre principali mobilitazioni della sinistra occidentale contro la guerra è che hanno poco a che fare con la fine della guerra. Più di mezzo milione di siriani sono stati uccisi dal 2011. La stragrande maggioranza dei decessi civili è avvenuta attraverso l'uso di armi convenzionali e il 94%di queste vittime sono state uccise dall'alleanza siriano-russo-iraniana. Non vi è alcun oltraggio o preoccupazione simulata per questa guerra, che ha seguito la brutale repressione del regime contro manifestanti pacifici e pro-democrazia. Non c'è indignazione quando bombe a botte, armi chimiche e napalm vengono gettati su comunità democraticamente auto-organizzate o ospedali bersaglio e soccorritori. I civili sono sacrificabili; le capacità militari di un regime genocida e fascista non lo sono. In realtà lo slogan 'Hands off Syria' significa davvero 'Hands off Assad' e spesso viene dato supporto per l'intervento militare della Russia. Questo è stato evidente ieri in una manifestazione organizzata da Stop the War nel Regno Unito, dove un certo numero di regimi di regime e russi erano vergognosamente esposti.

Questa sinistra esibisce tendenze profondamente autoritarie, una che pone gli stati stessi al centro dell'analisi politica. La solidarietà è quindi estesa agli stati (visti come l'attore principale in una lotta per la liberazione) piuttosto che ai gruppi oppressi o svantaggiati in ogni società data, indipendentemente dalla tirannia dello stato. Cieco alla guerra sociale che si verifica all'interno della stessa Siria, il popolo siriano (dove esistono) è visto come una mera pedina in un gioco di scacchi geo-politico. Ripetono il mantra "Assad è il legittimo sovrano di un paese sovrano". Assad - che ha ereditato una dittatura da suo padre e non ha mai tenuto, per non dire vinto, un'elezione libera e giusta. Assad - il cui "esercito arabo siriano" non può che riguadagnare il territorio che ha perso con il sostegno di un guazzabuglio di mercenari stranieri e sostenuto da bombe straniere, e che stanno combattendo, in generale, Ribelli e civili di origine siriana. Quanti ne considererebbero proprigoverno eletto legittimo se ha iniziato a realizzare campagne di stupro di massa contro i dissidenti? È solo la completa disumanizzazione dei siriani a rendere possibile tale posizione. È un razzismo che vede i siriani incapaci di raggiungere, per non dire meritare, qualcosa di meglio di una delle dittature più brutali del nostro tempo.

Per questa sinistra autoritaria, il sostegno è esteso al regime di Assad in nome dell '"anti-imperialismo". Assad è visto come parte dell '"asse di resistenza" contro l'Impero USA e il Sionismo. Poco importa che lo stesso regime di Assad abbia sostenuto la prima guerra del Golfo, o abbia partecipato al programma di rendition illegale degli Stati Uniti in cui sospetti terroristi sono stati torturati in Siria per conto della CIA. Il fatto che questo regime abbia probabilmente la discutibile distinzione di massacrare più palestinesi rispetto allo stato israeliano è costantemente sottovalutato, così come il fatto che è più intenzionato a usare le sue forze armate per sopprimere il dissenso interno che a liberare il Golan occupato da Israele.

Questo "anti-imperialismo" di idioti è quello che equipara l'imperialismo con le azioni degli Stati Uniti da solo. Sembrano inconsapevoli che gli Stati Uniti hanno bombardato la Siria dal 2014. Nella sua campagna per liberare Raqqa da Daesh sono state abbandonate tutte le norme internazionali di guerra e le considerazioni di proporzionalità. Oltre 1.000 civili sono stati uccisi e l'ONU stima che l'80% della città sia ormai inabitabile. Non ci sono state manifestazioni di protesta organizzate da organizzazioni 'anti-guerra' contro questo intervento, nessuna chiamata per garantire che i civili e le infrastrutture civili fossero protetti. Invece hanno adottato il discorso 'Guerra al terrore', una volta preservato dai neo-con, ora promulgato dal regime, che tutte le opposizioni ad Assad sono terroristi jihadisti. Hanno chiuso un occhio su Assad che riempiva il suo gulag con migliaia di secolari, pacifici, manifestanti pro-democrazia per la morte con la tortura, mentre rilasciano militanti militanti dalla prigione. Allo stesso modo, le continue proteste tenute in aree liberate in opposizione a gruppi estremisti e autoritari come Daesh, Nusra e Ahrar Al Sham sono state ignorate. I siriani non sono visti come in possesso della sofisticazione per tenere una vasta gamma di punti di vista. Attivisti della società civile (tra cui molte donne straordinarie), giornalisti cittadini, operatori umanitari sono irrilevanti. L'intera opposizione è ridotta ai suoi elementi più autoritari o vista come mera condotta per interessi stranieri. I siriani non sono visti come in possesso della sofisticazione per tenere una vasta gamma di punti di vista.

Questa sinistra filofascista sembra cieca a qualsiasi forma di imperialismo di origine non occidentale. Combina la politica dell'identità con l'egoismo. Tutto ciò che accade è visto attraverso il prisma di ciò che significa per gli occidentali - solo i bianchi hanno il potere di fare la storia. Secondo il Pentagono attualmente ci sono circa 2000 truppe americane in Siria. Gli Stati Uniti hanno stabilito un numero di basi militari nel nord controllato dai kurdi per la prima volta nella storia della Siria. Ciò dovrebbe riguardare chiunque sostenga l'autodeterminazione siriana, eppure impallidisce rispetto alle decine di migliaia di truppe iraniane e alle milizie sciite sostenute dall'Iran che ora occupano vaste zone del paese, o ai bombardamenti assassini compiuti dall'aviazione russa in sostegno della dittatura fascista. La Russia ha ora stabilito basi militari permanenti nel paese e ha ricevuto diritti esclusivi sul petrolio e sul gas della Siria come ricompensa per il suo sostegno. Noam Chomsky una volta sosteneva che l'intervento della Russia non poteva essere considerato imperialismo perché era stato invitato a bombardare il paese dal regime siriano. Con questa analisi, l'intervento degli Stati Uniti in Vietnam non fu nemmeno l'imperialismo, invitato dal governo sud-vietnamita.

Un certo numero di organizzazioni contro la guerra hanno giustificato il loro silenzio sugli interventi russi e iraniani sostenendo che "il nemico principale è a casa". Ciò li esonera dall'effettuare qualsiasi seria analisi del potere per determinare chi siano realmente gli attori principali alla guida della guerra. Per i siriani il principale nemico è davvero a casa - è Assad che si sta impegnando in quello che l'Onu ha definito "il crimine di sterminio". Senza essere consapevoli delle proprie contraddizioni, molte delle stesse voci sono state vocalmente opposte (e giustamente) all'attuale assalto israeliano ai manifestanti pacifici di Gaza. Certamente, uno dei modi principali con cui l'imperialismo funziona è negare le voci native. In questo spirito, le principali organizzazioni pacifiste occidentali tengono conferenze sulla Siria senza invitare alcun oratore siriano.

L'altra grande tendenza politica ad aver gettato il proprio peso dietro il regime di Assad e organizzarsi contro gli scioperi di Stati Uniti, Regno Unito e Francia sulla Siria è l'estrema destra. Oggi il discorso dei fascisti e di questi "partigiani antimperialisti" è praticamente indistinguibile. Negli Stati Uniti, il suprematista bianco Richard Spencer, il podcaster Mike Enoch e l'attivista anti-immigrazione Ann Coulter sono tutti opposti agli attacchi statunitensi. Nel Regno Unito, l'ex leader del BNP Nick Griffin e Islamophobe Katie Hopkins si uniscono alle chiamate. Il luogo in cui convergono frequentemente alt-destra e alt-sinistra sta promuovendo varie teorie cospirative per assolvere il regime dei suoi crimini. Sostengono che i massacri chimici sono false bandiere o che i soccorritori sono al Qaeda e quindi obiettivi legittimi per l'attacco. Coloro che diffondono tali rapporti non sono sul terreno in Siria e non sono in grado di verificare in modo indipendente le loro affermazioni. Spesso dipendono dagli sport di propaganda statali russi o di Assad perché "non si fidano degli MSM" o dei siriani direttamente colpiti. A volte si trasforma la convergenza di questi due elementi apparentemente opposti dello spettro politicocollaborazione diretta . La coalizione di ANSWER, che sta organizzando molte delle manifestazioni contro uno sciopero su Assad negli Stati Uniti, ha una tale storia .Entrambi i filoni spesso promuovono narrazioni islamofobiche e antisemite. Entrambi condividono gli stessi punti di discussione e gli stessi memi.

Ci sono molte valide ragioni per opporsi all'intervento militare esterno in Siria, che si tratti di Stati Uniti, Russia, Iran o Turchia. Nessuno di questi stati agisce nell'interesse del popolo siriano, della democrazia o dei diritti umani. Agiscono unicamente nei loro interessi. L'intervento di Stati Uniti, Regno Unito e Francia oggi riguarda meno la protezione dei siriani dalle atrocità di massa e altro ancora dall'applicare una norma internazionale secondo cui l'uso di armi chimiche è inaccettabile, per paura che un giorno vengano usati dagli stessi occidentali. Più bombe straniere non porteranno pace e stabilità. C'è poco appetito nel forzare Assad dal potere che contribuirebbe a porre fine alla peggiore delle atrocità. Tuttavia, opponendosi all'intervento straniero, è necessario trovare un'alternativa per proteggere i siriani dal massacro. È moralmente discutibile dire, ad esempio, che i siriani devono semplicemente zittire e morire per proteggere il principio più alto dell '"anti-imperialismo". Molte alternative all'intervento militare straniero sono state proposte di tanto in tanto dai siriani e sono state ignorate. E così rimane la domanda, quando le opzioni diplomatiche hanno fallito, quando un regime di genocidio è protetto dalla censura dai potenti sostenitori internazionali, quando non si fanno progressi nel fermare i bombardamenti quotidiani, porre fine all'assassinio per fame o liberare prigionieri torturati su scala industriale, cosa si può fare.

Non ho più una risposta. Mi sono sempre opposto a tutti gli interventi militari stranieri in Siria, ho sostenuto il processo guidato dalla Siria per liberare il loro paese da un tiranno e processi internazionali radicati negli sforzi per proteggere i civili e i diritti umani e garantire l'assunzione di responsabilità per tutti gli attori responsabili dei crimini di guerra. Un accordo negoziato è l'unico modo per porre fine a questa guerra - e sembra ancora più distante che mai. Assad (ei suoi sostenitori) sono determinati a contrastare qualsiasi processo, a perseguire una vittoria militare totale e a schiacciare qualsiasi alternativa democratica rimanente. Centinaia di siriani vengono uccisi ogni settimana nei modi più barbari immaginabili. I gruppi estremisti e le ideologie prosperano nel caos provocato dallo stato. I civili continuano a fuggire a migliaia come processi legali - come la legge n. 10- sono implementati per garantire che non torneranno mai più nelle loro case. Il sistema internazionale stesso sta collassando sotto il peso della sua stessa impotenza. Le parole "Never Again" suonano vuote. Non c'è movimento di persone importanti che sia solidale con le vittime. Sono invece calunniati, la loro sofferenza viene derisa o negata, e le loro voci o assenti dalle discussioni o interrogate da persone lontane, che non sanno nulla della Siria, della rivoluzione o della guerra, e che credono con arroganza di sapere cosa è meglio. È questa situazione disperata che induce molti siriani ad accogliere l'azione degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Francia e che ora vedono l'intervento straniero come la loro unica speranza, nonostante i rischi che sanno che esso comporta.

Una cosa è certa: non perderò il sonno su attacchi mirati rivolti a basi militari di regime e impianti di armi chimiche che potrebbero fornire ai siriani una breve pausa dall'assassinio quotidiano. E non vedrò mai persone che mettono in scena grandi narrazioni su realtà vissute, che sostengono regimi brutali in paesi lontani, o che vendono razzismo, teorie del complotto e negazione delle atrocità, come alleati.

https://leilashami.wordpress.com/2018/0 ... of-idiots/
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda Robyn il 15/04/2018, 14:48

La Siria è un rebus non è facile avere un'immagine trasparente.Assad si è assicurato l'impunità in cambio dei diritti esclusivi del passaggio del petrolio russo sulla Siria e del contrasto all'Isis.Qual'e la via di uscita?L'occidente dovrebbe rinunciare al passaggio del gasdotto dal Quatar e accettare il petrolio russo"che ce ne facciamo bò" e questo già indebolirebbe Assad.Adesso gli americani sono a nord con le loro basi i russi a sud e questo già dovrebbe portare alla formazione federale della Siria dopodichè americani e russi lascierebbero la Siria una volta stabilizzata la sua democrazia.La domanda è perche hanno bombardato gli insediamenti di produzione di armi chimiche prima dell'ispezione dell'Opac?Perche forse l'Opac non avrebbe trovato niente?La cosa certa è però che non può essere ammessa ne la produzione ne il magazzino e ne l'utilizzo di armi chimiche.Gli impianti di produzione di armi chimiche vanno smantellati e le armi chimiche esistenti disinnescate e distrutte
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda gabriele il 15/04/2018, 16:08

Poi ci sono anche gli avvoltoi. Con tutto rispetto per gli animali, ovviamente

Crisi in Siria e governo, Berlusconi cerca un rilancio: "Nel 2002 facemmo finire noi la guerra fredda"

http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... P3-S1.6-T1
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda Robyn il 15/04/2018, 16:56

sb ha indebolito l'Italia in politica estera quando parlando di italietta partecipava alla guerra in Iraq cercando di fare l'imitazione della politica estera degli Usa.L'Italia è forte nel contesto internazionale quando è se stessa quando assume la sua funzione naturale diplomatica e di pace ,mediatrice.La politica estera dell'Europa deve essere quella del perseguimento della pace in ambito internazionale
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda trilogy il 15/04/2018, 17:07

Robyn ha scritto:Quella fra Usa e Russia è una competizione per l'egemonia in Siria.Però la Siria è uno stato che si può autodeterminare.In merito al suo futuro assetto dal momento che il nord è popolato dai curdi si potrebbe pensare ad una federazione...


I teoria negoziare uno Stato federale sarebbe la soluzione più logica. Il problema pratico è il negoziato tra chi?
Nella guerra siriana sono coinvolti: americani, russi, israeliani, turchi, iraniani, sauditi, curdi, qatar, emirati arabi, inglesi, francesi, più tutta una serie di gruppi armati locali. Ognuno ha i suoi obiettivi ed interessi nazionali contrapposti a quelli degli altri, con le alleanze sul terreno cambiano di frequente. Come uscirne è un vero rebus diplomatico.
Probabilmente bisognerà aspettare che le posizioni militari sul terreno si consolidino perchè si apra un negoziato sulla spartizione. I sostanza lo scenario più probabile, per ora, è che guerra civile prosegua
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda Robyn il 15/04/2018, 17:20

Le alleanze contrapposte sono prevalentemente due quella facente riferimento agli americani che vede Usa,Regno Unito, Francia e alleati inclusa l'Italia e quella facente riferimento ai russi che vede Russia,Iran,Israele etc.Poi c'è la questione delicata del rapporto fra curdi e Turchia.I curdi una volta riconquistato il nord hanno smesso di commercializzare con la Turchia.In un'assetto federale dovrebbero avere normali relazioni commerciali.Il problema dello smantellamento delle armi chimiche della loro produzione riguarda soprattutto la sicurezza di Israele dato che le località di produzione di armi chimiche si addensano a ridosso dei confini di Israele
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda franz il 15/04/2018, 21:20

Il Post è sempre sul pezzo. Sempre più interessante e obbiettivo, direi.



https://www.ilpost.it/2018/04/12/attacc ... sia-prove/

L’attacco chimico a Douma c’è stato davvero
Le testimonianze, i video e le immagini di quello che è successo lo scorso 7 aprile, e che la Russia e Assad sostengono sia solo una messinscena dei ribelli e dei loro alleati
di Elena Zacchetti

Due bambini siriani a Douma, dopo l'attacco del 7 aprile (Syrian Civil Defense White Helmets via AP)
1.5k
La sera di sabato 7 aprile, cinque giorni fa, i siti di news di mezzo mondo hanno cominciato a dare conto di una notizia che stava arrivando dalla Siria: a Douma, nella periferia di Damasco, molte persone erano state uccise a causa di un attacco aereo che sembrava essere stato compiuto usando un qualche tipo di sostanza chimica. Nelle ore successive sono stati pubblicati i primi video e le prime foto che dicevano di mostrare i corpi di molte persone – tra cui diversi bambini – uno di fianco all’altro in un edificio della città distrutto dai bombardamenti. Gli attivisti siriani anti-governativi hanno accusato il regime del presidente Bashar al Assad di essere responsabile del presunto attacco chimico, l’ennesimo della guerra siriana. Assad ha negato qualsiasi responsabilità, e lo stesso ha fatto la Russia, sua alleata.

La notizia dell’attacco ha fatto il giro del mondo e ha provocato la reazione di molti paesi occidentali. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero bombardato la Siria come ritorsione per il presunto attacco chimico, anche se per il momento non si hanno altri dettagli. Negli ultimi giorni, però, il governo russo e alcuni commentatori hanno messo in dubbio l’esistenza stessa dell’attacco chimico. Hanno sostenuto che la notizia fosse stata diffusa per ragioni politiche, cioè per screditare il regime di Assad e per dare una ragione agli Stati Uniti e ad alcuni paesi europei per attaccare la Siria e confrontarsi con la Russia. Questa interpretazione, nonostante sia stata ripresa anche da diversi siti online, non ha trovato finora alcun fondamento, ad eccezione delle dichiarazioni del governo russo, il quale però già in passato aveva mentito ripetutamente su questioni simili.

Quindi ripartiamo dall’inizio: cos’è successo a Douma la sera del 7 aprile? C’è stato o no un bombardamento chimico? E se sì, si possono attribuire responsabilità certe?

Cos’è Douma
Douma è la città principale di Ghouta orientale, un’area alla periferia occidentale di Damasco che per anni è stata controllata dai ribelli. Qualche settimana fa il regime siriano, con l’aiuto dei suoi alleati, aveva cominciato a bombardare intensamente Ghouta orientale, con l’obiettivo di riconquistarla e ridurre a zero la presenza dei ribelli anti-governativi in quella zona. Pezzo a pezzo le forze di Assad avevano ripreso il controllo di parti di Ghouta orientale, in molti casi stringendo accordi con i gruppi ribelli locali: gli accordi prevedevano la resa in cambio del trasferimento dei combattenti e dei civili verso altre aree della Siria fuori dal controllo di Assad. A Douma però le cose erano andate diversamente. Il governo non era riuscito a trovare un accordo con Jaish al Islam, il gruppo di ribelli presente in città, e i colloqui tra le parti erano naufragati venerdì 6 aprile, il giorno precedente al presunto attacco chimico. L’8 aprile, dopo il bombardamento, i ribelli si sono arresi.

La ricostruzione dell’attacco fatta da Bellingcat, tra gli altri
La ricostruzione più precisa degli eventi del 7 aprile è stata fatta da Bellingcat, il sito di giornalismo investigativo fondato dal britannico Eliot Higgins. Mettendo insieme documenti diversi – tra cui quelli dell’ong britannica Syrian Network for Human Rights e della rete di attivisti di opposizione Violation Documentation Center –, Bellingcat ha scritto che il 7 aprile a Douma ci sono stati due attacchi chimici. Il primo è stato compiuto alle 16 ora locale vicino al panificio Sa’da di via Omar ben al Khattab, nel quale sono state ferite 15 persone; il secondo alle 19.30 vicino a piazza al Shuhada, nel quale sono state uccise almeno 55 persone e ferite altre centinaia. Prima dei due attacchi, ha detto il Violation Documentation Center, c’era stato anche un bombardamento contro la sede della Mezzaluna Rossa locale.


Mappa del Violation Documentation Center che mostra gli attacchi a Douma del 7 aprile (VDC)

Nelle ore successive al secondo attacco, quello delle 19.30, sono stati pubblicati su Internet immagini e video molto crudi con le immagini dei corpi delle persone uccise. Uno dei video è stato pubblicato alle 00.20 ora locale dell’8 aprile e mostra i corpi sul pavimento di quello che sembra essere il piano terra di un edificio residenziale (il video è molto crudo: si può vedere qui). Un altro video, altrettanto crudo (qui il link), è stato pubblicato alle 03.46 dell’8 aprile e mostra altri corpi posizionati al secondo piano e sulle scale dello stesso edificio. Si può dire con certezza che sia lo stesso edificio perché in entrambi i video, e in molti altri postati sui social network, si vedono alcune cose particolari: una bici con un cestino bianco, una signora anziana vicino all’ingresso dell’edificio con un solo calzino nero tirato sul polpaccio e il corpo di un bambino con una maglietta a righe bianche e rosse. Nei due video si contano 34 corpi: 23 al piano terra, 10 al secondo piano e uno sulle scale tra il secondo e il terzo piano (non ci sono solo questi due video: solo il New York Times, per esempio, ha visionato una ventina di video girati sul posto dell’attacco).

Nello stesso edificio, vicino a piazza al Shuhada, è stato inoltre trovato un contenitore di gas tossico. Il contenitore, di colore giallo, si può vedere in un video pubblicato dai Caschi Bianchi, organizzazione nata in Siria nel 2013 che ha come principale obiettivo quello di soccorrere i civili feriti nei bombardamenti e negli scontri: confrontando i palazzi che si vedono nel video con le immagini satellitari dell’area, ha scritto Bellingcat, è possibile confermare che il contenitore ha colpito il tetto dell’edificio dove sono stati trovati i corpi delle persone morte.



The White Helmets

@SyriaCivilDef
Important: video from 9 April, 7:02pm showing presence of chemical gas canister in Douma. Same location as video of casualties. Also same location that Russia visited reporting ‘no sign of chemical weapons’.

20:06 - 10 apr 2018
562
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Il contenitore, inoltre, è simile a quelli che il regime siriano aveva già usato negli anni passati per compiere attacchi con bombe al cloro sulle zone controllate dai ribelli. Sembra essere stata uguale anche la modalità di sganciamento delle bombe, avvenuto tramite l’uso di elicotteri. Diversi abitanti di Douma citati dal New York Times hanno raccontato di avere sentito il rumore degli elicotteri poco prima dell’attacco. Sentry Syria, rete di osservatori che monitora i movimenti vicino alle maggiori basi aeree siriane, ha detto che due elicotteri Hip diretti verso sud ovest e provenienti dalla base aerea di Dumayr, a nord est di Damasco, sono stati visti andare verso Douma 30 minuti prima dell’attacco chimico delle 19.30. Due elicotteri Hip sono stati visti inoltre sopra Douma in prossimità del bombardamento. Non si può sapere con certezza se gli elicotteri avvistati nei due momenti fossero gli stessi.

I sintomi: di che sostanze stiamo parlando?
Subito dopo il secondo attacco, diverse persone hanno cominciato a mostrare sintomi mai osservati prima a Douma, hanno raccontato civili e personale medico locale: convulsioni, pupille a punta di spillo, bradicardie così estreme da garantire a malapena la sopravvivenza, schiuma alla bocca e al naso e in alcuni casi bruciature della cornea.

L’impressione che hanno avuto molti soccorritori e medici, alcuni dei quali hanno raccontato la loro esperienza a diversi giornali internazionali, è che l’attacco sia stato compiuto usando il cloro – una sostanza ampiamente impiegata dal regime di Assad contro i ribelli – ma anche qualcos’altro: una sostanza che provochi effetti simili al gas sarin – anch’esso già usato da Assad, anche se solo in poche occasioni – ma diverso dal sarin. Un medico di Douma che ha parlato con il Guardian ma ha voluto rimanere anonimo per ragioni di sicurezza, ha detto: «Qualcosa stava agendo sul sistema nervoso [dei pazienti]. Il cloro non lo fa. C’erano certamente chiari segni della presenza del cloro in alcune persone che abbiamo trattato, ma c’era anche qualcos’altro». Un rapporto dei Caschi Bianchi ha concluso che i morti e i feriti dell’attacco del 7 aprile sono stati esposti a «sostanze tossiche; molto probabilmente un organofosfato». Il dipartimento di Stato americano ha detto che i sintomi sono compatibili con un agente asfissiante e un agente nervino di qualche tipo.

Sarà difficile avere una conferma definitiva sulle sostanze tossiche usate nell’attacco. Un funzionario che si era già occupato in passato di analizzare le prove di altri attacchi chimici in Siria ha spiegato al Guardian che la presenza di agenti nervini nel sangue e nelle urine è riscontrabile per circa una settimana dall’intossicazione, forse poco più. Il problema è che la zona è ora completamente controllata dal regime siriano e dai russi, che giovedì hanno annunciato di avere preso il controllo completo di Douma; la Russia ha detto che gli osservatori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche potranno visitare il sito dell’attacco, ma c’è il rischio che quando succederà sarà troppo tardi per rilevare qualsiasi prova.

Le versioni della Russia
Negli ultimi giorni la Russia ha cambiato più volte la sua versione su quanto successo a Douma. Lunedì, due giorni dopo l’attacco, i soldati russi sono entrati a Douma e hanno visitato lo stesso edificio filmato nei video dei corpi e del contenitore di gas tossico (qui il video della visita). Dopo l’ispezione, il governo ha pubblicato un comunicato sul sito del suo ministero della Difesa: «Oggi i rappresentanti del Centro di riconciliazione russo hanno esaminato le aree di Douma. In precedenza i Caschi Bianchi avevano parlato di uso di armi chimiche. I risultati dell’ispezione smentiscono tutte le ricostruzioni di uso di armi chimiche in città».

Mercoledì mattina il governo russo ha cambiato versione, o così è sembrato. Commentando l’ipotesi che gli Stati Uniti potessero attaccare il regime siriano come ritorsione per l’attacco del 7 aprile, la Russia ha suggerito che eventuali bombardamenti americani avrebbero potuto distruggere le prove di un presunto attacco chimico: è sembrato quindi che la Russia riconoscesse che fosse avvenuto un bombardamento chimico, e che accusasse gli Stati Uniti di voler nascondere qualcosa. Vale tenere a mente però che lo spazio aereo sopra Douma e dintorni è completamente controllato dalla Siria e dalla Russia: è impensabile che qualcuno abbia pilotato degli elicotteri sopra Douma e sganciato delle bombe senza l’autorizzazione del regime siriano o dei russi.

Mercoledì pomeriggio la Russia è tornata alla prima versione. Il generale russo Viktor Poznikhir ha detto che di recente le forze russe e siriane avevano sventato diversi tentativi dei ribelli di Ghouta orientale di inscenare attacchi chimici del regime. Quello del 7 aprile, ha aggiunto Poznikhir, è stato proprio questo: una grande messa in scena, secondo la Russia orchestrata dai Caschi Bianchi. Già in passato i Caschi Bianchi erano stati oggetto di una intensa campagna di disinformazione sostenuta tra gli altri dal governo russo.


Michael Weiss

@michaeldweiss
Russia just said this morning US air strikes would wipe away evidence a chemical attack. Now it’s back to being a hoax. https://twitter.com/lucian_kim/status/9 ... 1761394688

16:58 - 11 apr 2018
106
81 utenti ne stanno parlando
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Venerdì il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ribadito in conferenza stampa che l’attacco non c’è mai stato. Lavrov ha aggiunto di avere «prove indiscutibili» che sia stata tutta una messinscena organizzata da «agenti stranieri», ma non ha specificato né quali siano queste prove né chi siano gli agenti stranieri.

A cosa dobbiamo credere?
Per valutare la veridicità della versione russa vale la pena tenere a mente due cose. Prima: il governo russo e tutti i commentatori che lo hanno sostenuto non hanno fornito alcuna prova in grado di smentire la ricostruzione minuziosa fatta da Bellingcat e le testimonianze riprese da molte testate internazionali. L’unica prova portata a sostegno della tesi che dice che l’attacco non è mai avvenuto è la versione del Centro di riconciliazione russo e dei militari russi che hanno visitato l’edificio colpito a Douma. Non c’è altro. Seconda: la Russia ha mentito ripetutamente in passato su episodi simili. Dopo l’ultimo grande attacco chimico in Siria, quello compiuto nella provincia di Idlib nell’aprile 2017, il governo russo si era contraddetto più volte in maniera anche piuttosto goffa e aveva dato una versione che non stava in piedi (qui la storia completa).

Vale la pena ricordare anche un altro paio di cose. Alcuni dei commentatori che negli ultimi giorni hanno sostenuto la versione della Russia hanno suggerito che dietro a tutto potessero esserci gli Stati Uniti, che sarebbero stati d’accordo con i ribelli per avere una scusa per attaccare Assad. Nemmeno questa interpretazione però sta in piedi. Se avessero voluto, gli Stati Uniti avrebbero potuto attaccare Assad quando era più vulnerabile e non poteva contare sulla presenza fisica degli uomini e dei mezzi militari russi (la Russia è intervenuta in Siria nel novembre 2015). Il fatto di essersi comportati diversamente, concentrandosi sulla guerra contro l’ISIS, è stata una scelta precisa e calcolata, non una condizione dettata dalla mancanza di opportunità o risorse. Anzi, l’impressione è che l’attacco del 7 aprile stia portando solo preoccupazioni e nuovi guai all’amministrazione americana, come è spiegato meglio qui.

La seconda cosa utile da tenere a mente è che un attacco chimico compiuto dal regime di Assad non sarebbe una cosa nuova nella guerra in Siria, ma la continuazione di una strategia precisa iniziata diverso tempo fa: colpire duramente la popolazione civile nelle aree controllate dai ribelli, compiere attacchi così brutali da rendere impossibile continuare a vivere in queste aree, costringere gli abitanti ad andarsene e i ribelli ad arrendersi, riprendere il controllo dei territori.

Quindi, per tirare le conclusioni, le opzioni sembrano essere due: o il 7 aprile c’è stato effettivamente un attacco chimico a Douma, l’ultima città dell’area di Ghouta orientale che al momento del bombardamento era ancora controllata dai ribelli, oppure centinaia di persone bombardate intensamente da settimane, costrette per lo più a vivere nei bunker sottoterra e sfinite da sette anni di guerra hanno messo in piedi un’incredibile messinscena, fregando mezzo mondo.
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Re: L'Italia non andrà in Siria

Messaggioda franz il 17/04/2018, 7:31

Notizie rapide:
1) Siriani e russi ritardano l'accesso degli ispettori. Prima scuse sulla sicurezza, poi ora problemi burocratici (autorizzazioni).
Ma la zona è in mano ormai alle forze di Assad. Capirei le resistenze sulla sicurezza se fosse stata ancrora in mano ai ribelli.
I russi hanno anche tentato di dire che il bombardamento alleato ha ostacolato l'accesso, notizia subito enfatizzata dai vari supporter sui social. Ma sono due zone diverse. Sono veramente senza ritegno.
Il fatto è che dopo una settimana, max 10 giorni, non c'è nulla che rimanga nei corpi delle vittime che sia rilevabile da un'autpsia.

2) Magari qualcuno ha dato un'occhiata al valore del rublo su dollaro? La crisi (il gas a Londra ed in Siria) ha portato ad una netta caduta del suo valore.

3) Tanto il Post presenta articoli documentati e ben strutturati, tanto il Fatto si arrabatta come può. Qui invece di intervistare il classico "mio cugggino" intervista un frate, che pensa di sapere tutto sul gas (inteso come risorsa) ma non ne azzecca una.
Dice che in Siria non ci sono armi chimiche ma l'ONU ha certificato 34 attacchi. Era meglio intervistare il cugino di Elio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... i/4296095/
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