Come al solito nessuna prova ma solo opinioni e ipotesi dall'una e dall'altra parte.
Perchè le presunte fonti terze alla fine terze non lo sono mai, e molte delle cosidette organizzazioni umanitarie alla fine sono sempre la foglia di fico di parti coinvolte in modo più o meno concreto,e la loro credibilità è pari pari pari pari a quello di "mio cuggino".
Come si fa a dimostrare che uno è colpevole ?
Si mostrano le prove.
Solo che le prove per essere tali devono essere oggettive, e quattro foto prese non si sa quando che mostrano non si sa chi e che gli è successo non si sa cosa e che è soccorso da non si sa se da soccorritori veri o da fantasmi, oggettive non lo sono di sicuro.
E in mancanza di prove il processo può essere solo indiziario e basarsi sugli unici fatti oggettivi, che sono i seguenti:
1- Assad è un criminale ?------SI.
2- tra i suoi crimini ci sono pure (alcuni o tutti) gli attacchi chimici su civili di cui è accusato ?-------non lo sappiamo
3- Esiste un movente verosimile (ne avrebbe avuto convenienza militare o geopolitica) ?---------non lo sappiamo
4- Esiste possibilità che i recenti crimini siano opera dei suoi nemici ?------------SI
5- La natura dei suoi nemici li rende capaci di tali crimini ?----------SI
6- Ne avrebbero avuto il movente ?-------------SI
6- Abbiamo le prove che quei crimini siano opera loro ?---------NO
7- Esistono sulla situazione generale informazioni oggettive provenienti da fonti attendibili e terze ?--------NO.
8- Gli attaccanti Nato hanno agito sulla base di prove certe ?-------sostengono di SI
9- Ce le hanno mostrate ?--------NO
10-In un mondo gestito dal Diritto ne avrebbero avuto l'obbligo assoluto ?-----------SI
Questi sono fatti oggettivi.
Dalla lettura di questi indizi, e dal fatto che criminali pari di Assad non sono mai stati toccati nè messi in discussione è possibile rispondere in modo altrettanto oggettivo alla domanda cruciale :
E' per i suoi crimini veri o presunti che Assad è stato messo nel mirino ?---------NO
Stabilito questo, l'Italia deve pensare a quale è la posizione giusta da assumere, e per farlo deve considerare sia il diritto sia le sue convenienze.
- Sotto il profilo della giustizia è una perfida follia anche solo immaginare di togliere la popolazione siriana dalle grinfie di Assad solo per infilarle in quelle dell'integralismo musulmano tipo Afghanistan o del caos tipo Libia.
L'unico modo per aiutare il popolo siriano è prima stabilizzare la situazione e poi aprire ad Assad la scelta tra la via dei vantaggi commerciali in proporzione delle garanzie democratiche e quella del buio in cambio della dittatura.
- sotto il profilo della convenienza economica e geopolitica dell'Italia (e dell'Europa) è ora di dire chiaro agli americani di farsi una ragione del fatto che la Russia è un partner commerciale al pari loro e col quale devono rassegnarsi al fatto che li vogliamo in libera concorrenza e che mai più accetteremo cortine di nessuna natura in nessuna parte del mondo.
Perchè alla fine della storia il motivo è sempre quello, la destabilizzazione del medio oriente è dagli anni settanta che è un preciso obiettivo geopolitico degli states per mettere in difficoltà i rapporti commerciali europei.
A questo proposito e proprio per questi motivi io sprezzo profondamente sia i leader (italiani ed europei) che giurano sulla innocenza di Assad sia quelli che giurano sulla necessità di attaccarlo.
L'unico che ha detto qualcosa di sensato sulla questione è Di Maio:
che prima dice che la Nato deve essere unita nel perseguire i criminali e che chi usa armi chimiche lo è certamente....
ma poi aggiunge che adesso però basta con gli attacchi perchè le prove contro Assad non le ha viste, che invece sono necessarie e che sottolinea con forza che trovarle e farle pesare tocca all'Onu (quindi non alla Nato,da notare questa sottigliezza).
Di fatto è riuscito con sottigliezza diplomatica a condannare l'attacco senza dissociarsi pubblicamente dall'area Nato, anzi auspicando che agisca sempre e solo unita e sotto l'Egida dell'Onu.
Alla faccia di chi lo prende sempre in giro, stavolta sulla questione siriana ha dato una lezione di diplomazia (e di Diritto) a tutti quanti.