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Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

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Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda franz il 13/04/2018, 12:45

Da Lavoce.info

Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Nelle aree dove la percentuale di stranieri è più forte, ha vinto il centro-destra. Mentre le zone a più alto tasso di disoccupazione hanno premiato il Movimento 5 stelle. Solo dove le istituzioni funzionano meglio i populismi si fermano.


L’analisi statistica dei risultati elettorali

Il panorama politico europeo degli ultimi anni ha visto il rafforzamento dell’estrema destra, una crescente insofferenza verso gli immigrati e una diffusa ostilità nei confronti delle élite e delle istituzioni intermedie della società democratica. E le elezioni italiane del 4 marzo 2018 lo confermano.
I principali risultati ottenuti da un’analisi statistica su base provinciale mostrano che i voti del centro-destra sono positivamente correlati con la percentuale di immigrati, mentre hanno un legame inverso con il livello di disoccupazione e la percentuale dei laureati. Viceversa, i consensi al Movimento 5 stelle sono favorevolmente influenzati dal tasso di disoccupazione e dalla percentuale di laureati e inversamente correlati con la qualità delle istituzioni. I suffragi al centro-sinistra sono positivamente correlati con la qualità delle istituzioni e inversamente legati alla percentuale dei voti ottenuti dai “no” nel referendum costituzionale del 2016.

Le stime evidenziano per il M5s la significatività del tasso di disoccupazione, confermando i risultati della letteratura sul populismo. La percentuale di cittadini stranieri, invece, non ha giocato un ruolo rilevante nel successo del movimento, anche se può avere avuto una certa importanza in realtà a forte immigrazione.
Interessante è il segno positivo della percentuale di laureati, in controtendenza con buona parte della letteratura empirica sul populismo. Una spiegazione potrebbe essere l’opposizione di larga parte di docenti alla legge sulla Buona scuola.

È da sottolineare anche il segno negativo e significativo per la qualità delle istituzioni. Conferma che lì dove le istituzioni funzionano meglio, vi è meno spazio per il M5s. Non si registra invece alcuna relazione fra la percentuale dei voti presa dal M5s alle elezioni del 2018 e la percentuale dei “no” nel referendum del 2016. È probabile che molti elettori che alle politiche hanno votato per il M5s si siano astenuti nel 2016.
Per quanto riguarda il centro-destra, la percentuale di stranieri sulla popolazione ha segno positivo ed è altamente significativa: nelle aree ad alta presenza di stranieri ha pagato la campagna contro l’immigrazione. Invece il tasso di disoccupazione non risulta una variabile che favorisce la crescita della coalizione: il disagio sociale è stato intercettato dal populismo del M5s.

Nelle nostre stime la percentuale di laureati influisce negativamente sul voto a favore del centro-destra, in modo coerente con quanto indicato dalla letteratura. Mentre un’altra variabile con coefficiente positivo e statisticamente significativo è la percentuale di “no” nel referendum del 2016. Ciò indica che il “no” è stato un voto politico largamente appoggiato dall’elettorato di centro-destra e ampiamente riconfermato nelle elezioni del 4 marzo.
L’interpretazione dei voti al centro-sinistra è più complessa. Le province dove il “no” ha ottenuto meno consensi nel 2016 sono anche quelle che hanno dato più voti al centro-sinistra nel 2018. C’è dunque un legame fra voti a favore del referendum costituzionale e voto per il centro-sinistra, anche se il Partito democratico è riuscito a intercettare solo poco più della metà dei “sì” alla consultazione del 2016, a dispetto delle aspettative di Matteo Renzi.

Quanto conta la qualità delle istituzioni

Particolarmente interessante, invece, è il segno positivo e significativo per quanto riguarda la qualità delle istituzioni. Dove funzionano meglio a livello locale vi è meno spazio per la protesta populista. Il risultato è linea con quanto mostrato da alcuni lavori relativi ad altri paesi europei, secondo cui laddove la disuguaglianza è minore e sono state attuate vigorose misure per attenuare il disagio sociale, è minore la crescita e il peso del populismo di destra e di sinistra.

I risultati del 4 marzo confermano che disagio sociale e sentimenti anti immigrazione sono i principali determinanti della crescita dei vari populismi e dell’estrema destra. In Italia i due fattori si sono radicati in modo prevalente in due movimenti politici diversi. Il M5s ha intercettato principalmente il sentimento di disagio sociale, mentre la destra, e in particolare la Lega, ha visto crescere il consenso politico grazie ai sentimenti anti immigrazione.

Il centro-sinistra appare oggi schiacciato dai due movimenti poiché non è stato in grado di intercettare la domanda di protezione sociale, anche a causa dei vincoli sul debito. Solo una seria battaglia per il sostanziale miglioramento della qualità delle istituzioni, oltre a chiare posizioni a favore dell’Europa, potrebbe arginare la forza delle altre due formazioni politiche.

Tabella 1 – I principali fattori che hanno determinato i risultati elettorali del 4 marzo 2018 nei tre maggiori raggruppamenti politici
Immagine


Nota: Le variabili dipendenti misurano la percentuale di voti ricevuta dal Movimento 5 stelle, dalla coalizione di centro-sinistra e dalla coalizione di centro-destra. Le variabili esplicative misurano il tasso di disoccupazione, la percentuale di stranieri sulla popolazione totale e il suo quadrato, l’età media della popolazione, la percentuale di donne rispetto alla popolazione totale, la percentuale di laureati sulla popolazione totale, l’indice di qualità delle istituzioni calcolato da Annamaria Nifo e Gaetano Vecchione e la percentuale di voti per il “no” al referendum costituzionale del 2016.

http://www.lavoce.info/archives/52441/d ... -di-marzo/
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda pianogrande il 13/04/2018, 13:40

Un concetto che non mi piace è l’abbinamento della protezione sociale con il debito.

Troppo semplicistico e perfino offensivo per una classe politica seria.

Ma forse è proprio una presa d’atto del miserevole livello della nostra classe politica.

È purtroppo anche una presa d’atto dello scoraggiante livello culturale della popolazione che casca nel trabocchetto della promessa elettorale di conquistare la libertà di vivere di debito come se il debito fosse un atto di coraggio, un inno alla gloriosa Italia che rialza la testa contro l’oppressione di chi è ancora capace di far di conto.

Vorrei tanto anche io che l’Italia rialzasse la testa ma quando mi rendo conto che è una testa vuota ho un piccolo trasalimento che assomiglia alla paura.
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda franz il 13/04/2018, 17:23

A parità di risorse fiscali, se devi aumentare la spesa per la protezione sociale devi per forza ridurre le altre spese.
Oppure fare debito. Ma se non si puo' fare ulteriore debito (anzi, gli obblighi internazionali sono di ridurlo) gioco forza o aumenti le tasse o/e riduci altre spese.
E qui il PD è caduto miseramente ma cadranno anche M5S e il centrodestra.
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda pianogrande il 13/04/2018, 19:16

franz ha scritto:A parità di risorse fiscali, se devi aumentare la spesa per la protezione sociale devi per forza ridurre le altre spese.
Oppure fare debito. Ma se non si puo' fare ulteriore debito (anzi, gli obblighi internazionali sono di ridurlo) gioco forza o aumenti le tasse o/e riduci altre spese.
E qui il PD è caduto miseramente ma cadranno anche M5S e il centrodestra.


Questo considerando la corruzione, l’evasione fiscale, la mafiosita’ e l’inefficienza in genere come variabili indipendenti.

E considerando anche come variabile indipendente la cialtronissima classe politica che persegue/permette tutto questo.

Io sono un po’ più ottimista e credo nella reincarnazione e sono disposto a lavorarci per qualche secolo.
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda franz il 14/04/2018, 8:31

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:A parità di risorse fiscali, se devi aumentare la spesa per la protezione sociale devi per forza ridurre le altre spese.
Oppure fare debito. Ma se non si puo' fare ulteriore debito (anzi, gli obblighi internazionali sono di ridurlo) gioco forza o aumenti le tasse o/e riduci altre spese.
E qui il PD è caduto miseramente ma cadranno anche M5S e il centrodestra.


Questo considerando la corruzione, l’evasione fiscale, la mafiosita’ e l’inefficienza in genere come variabili indipendenti.

Non sono variabili indipendenti ma si possono ridurre. Come? Lo sappiamo: proprio riducendo la burocrazia che soffoca imprese e cittadini, riducendo inefficienze e spese clientelari (e ci metto anche l'Alitalia, costata in questi anni piu' di 7 miliardi, bruciati) intervenendo sulla spesa previdenziale (la piu' alta in proporzione tra i paesi UE) e quindi riducendo imposte e contributi. Tutte cose che la classe politica italiana non ci pensa nemmeno a proporre. Anzi propone piu' spesa pubblica e quindi piu' tasse (o debito, ammesso che se ne possa fare di nuovo). Anzi propone di abolire i passi fatto (legge Fornero).
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda Robyn il 14/04/2018, 9:03

Le disuguaglianze stanno accrescendo la concentrazione di ricchezza.Nessuno demonizza la ricchezza ,ma un'eccesso di concentrazione di ricchezza è potere e il potere è corruzione e la corruzione mina alla base la democrazia.Per quello che è necessaria la tassa di successione in senso orizzontale verso nipoti e persone prive di legame di parentela e la tassa sulle grandi ricchezze cioè l'Imu che escluda la classe media.La tassa sulle successioni può essere priva di tassazione per la classe media se in senso verticale cioè verso i figli.In passato avveniva che le donne in ambito familiare fossero escluse dall'eredità.Questo era lo scenario della società patriarcale
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda flaviomob il 14/04/2018, 17:54

Dipende molto da come viene gestita l'immigrazione: credo che la maggiore densità di extracomunitari si trovi nell'area metropolitana di Milano dove il PD ha tenuto bene, grazie al governo locale (migliore di tante altre realtà e ben lontano dal devastante modello renziano). Il disastro del PD nazionale è dovuto ad altri motivi.

Un migrante su cinque, di quelli residenti in Italia, abita in Lombardia e quasi la metà di questi risiede in provincia di Milano ...

oltre 449 mila in provincia di Milano...

A Milano sono il 17% dei residenti. Gli immigrati sono una presenza stabile e strutturata nelle città, in particolare in provincia di Milano sono il 14 per cento, in città salgono addirittura al 17 per cento, molto sopra la media nazionale ferma all’8,3 per cento


http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... 150706078/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda franz il 14/04/2018, 20:57

Questi i 100 comuni con la maggiore % di stranieri residenti.
La media della lista (parliamo di 100 comuni con 17.6 milioni di residenti e 2.1 milioni di stranieri) è 12%

Un'analisi competa si fa con tutti i dati principali, non solo con quello unico che (magari è una singolarità) piace di più.

http://www.comuniverso.it/index.cfm?menu=508

Ora bisogna vedere cosa che voti ha preso la lega in questi comuni e fare un'analisi di regressione lineare.
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Re: Disuguaglianze e immigrazione spiegano il voto di marzo

Messaggioda franz il 14/04/2018, 21:48

Non so i voti della lega ma ho trovato il modo di avere la percentuale di centrodestra, PD e M5S in quei comuni.
Ho preso i primi 20 dove la % di stranieri è più alta. A parte Merano, dove hanno vinto "altri" :-) nei 19 comuni abbiamo uno solo in cui ha vinto il M5S (al centro), 3 in cui ha vinto il PD (in comuni "rossi" per definizione), 15 in cui ha vinto il centrodestra.

Anche il tanto sbandierato comune di Milano, dove il PD avrebbe "tenuto", ha visto la vittoria del centrodestra, con quasi il 40%.

Qui, se volete completare l'opera o verifcare i dati, i voti per comune

https://tg24.sky.it/speciali/elezioni/i ... inali.html

A me pare che la relazione tra alto numero di stranieri e alto voto alla lega sia verificata.

Poi magari puo' essere vero che quelle zone del nord in cui ci sono tanti stranieri sono anche quelle in cui c'è tanto lavoro (PIL e PIL procapite) e sono quelle in cui chi vuole lavorare ci va ad abitare e sono quelle che da tempo vedono prevalere il centrodestra. Quindi il voto al centrodestra non sarebbe una reazione ai troppi stranieri ma i tanti stranieri sarebbero una conseguenza del fatto che in quelle zone (di destra da tempo) c'è molto lavoro.
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Qui i primi 20. In giallo la lista prevalente
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