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Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

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Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda franz il 30/03/2018, 10:19

Il 70 per cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce)

MIMMO CÁNDITO 10/01/2017

Non è affatto un titolo sparato, per impressionare; anzi, è un titolo riduttivo rispetto alla realtà, che avvicina la cifra autentica all'80 per cento. E questo vuol dire che tra la gente che abbiamo attorno a noi, al caffè, negli uffici, nella metropolitana, nel bar, nel negozio sotto casa, più di 3 di loro su 4 sono analfabeti: sembrano “normali” anch'essi, discutono con noi, fanno il loro lavoro, parlano di politica e di sport, sbrigano le loro faccende senza apparenti difficoltà, non li distinguiamo con alcuna evidenza da quell’unico di loro che non è analfabeta, e però sono “diversi”.

Quel è questa loro diversità? Che sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o letto, o guardato in tv e sul computer. Sono incapaci! La (relativa) complessità della realtà gli sfugge, colgono soltanto barlumi, segni netti ma semplici, lampi di parole e di significati privi tuttavia di organizzazione logica, razionale, riflessiva. Non sono certamente analfabeti “strumentali”, bene o male sanno leggere anch’essi e – più o meno – sanno tuttora far di conto (comunque c'è un 5 per cento della popolazione italiana che ancora oggi è analfabeta strutturale, “incapace di decifrare qualsivoglia lettera o cifra”); ma essi sono analfabeti “funzionali”, si trovano cioè in un'area che sta al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura o nell'ascolto di un testo di media difficoltà. Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto.

Quando si dice che quella di oggi non è più la civiltà della ragione ma la civiltà della emozione, si dice anche di questo. E quando Bauman (morto ieri, grazie a lui per ciò che ci ha dato) diceva che, indipendentemente da qualsiasi nostro comportamento, ogni cosa é intessuta in un discorso, anche l’ “analfabetismo” sta nel “discorso”. Cioè disegna un profilo di società nella quale la competenza minima per individuare una capacità di articolazione del proprio ruolo di “cittadino” - di soggetto consapevole del proprio ruolo sociale, disponibile a usare questo ruolo nel pieno controllo della interrelazione con ogni atto pubblico e privato – questa competenza appartiene soltanto al 20 per cento dei nostri connazionali.

È sconcertante, e facciamo fatica ad accettarlo. Ma gli strumenti scientifici di cui la linguistica si serve per analizzare il rapporto tra “messaggio” e “comprensione” hanno una evidenza drammatica.

Non è un problema soltanto italiano. L’evoluzione delle tecnologie elettroniche e la sostituzione del messaggio letterale con quello iconico stanno modificando un po' dovunque il livello di comprensione; ma se le percentuali attribuibili ad altre società (anche Francia, Germania, Inghilterra, o anche gli Usa, che non sono affatto il modello metropolitano del nostro immaginario ma piuttosto un'ampia America profonda, incolta, ignorante, estremamente provinciale) se anche quelle societá denunciano incoerenze e ritardi, mai si avvicinano a queste angosciose latitudini, che appartengono soltanto all'Italia, e alla Spagna.

Il “discorso” è complesso, e ha radici profonde, sociali e politiche. Se prendiamo in mano i numeri, con il loro peso che non ammette ambiguità e approssimazioni, dobbiamo ricordare che nel nostro paese circa il 25% della popolazione non ha alcun titolo di studio o ha, al massimo, la licenza della scuola elementare. Non è che la scuola renda intelligenti, e però fornisce strumenti sempre più raffinati – quanto più avanti si vada nello studio - per realizzare pienamente le proprie qualità individuali. Vi sono anche laureati e diplomati che sono autentiche bestie, e però è molto più probabile trovare “bestie” tra coloro che laurea e diploma non sanno nemmeno che cosa siano. (La percentuale dei laureati in Italia, poi, è poco più della metà dei paesi più sviluppati.)

Diceva Tullio De Mauro, il più noto linguista italiano, ministro anche della Pubblica Istruzione (incarico che siamo capaci di assegnare perfino a chi non ha né laurea né diploma – e questo dato rientra sempre nel “discorso”), che più del 50 per cento degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) è capace di una comprensione appena basilare.

Un dato impressionante ce l'ha fatto conoscere ieri l'Istat: il 18,6 per cento degli italiani – cioè quasi uno su 5 – lo scorso anno non ha mai aperto un libro o un giornale, non è mai andato al cinema o al teatro o a un concerto, e neppure allo stadio, o a ballare. Ha vissuto prevalentemente per la televisione come strumento informativo fondamentale, e non é azzardato credere – visti i dati di riferimento della scolarizzazione – che la sua comprensione della realtà lo piazzi a pieno titolo in quell'80 per cento di analfabeti funzionali (che riguarda comunque un universo sociale drammaticamente molto più ampio di questa pur amara marginalità). E da qui, poi, il livello e il grado della partecipazione alla vita della società, le scelte e gli stili di vita, il voto elettorale, la reazione solo di pancia – mai riflessiva – ai messaggi dove la realtà si copre spesso con la passione, l'informazione e la sua contaminazione con la pubblicità e tant'altro che ben si comprende. È il “discorso”.

Il “discorso” ha al centro la scuola, il sistema educativo del paese, le scelte e gli investimenti per la costruzione di un modello funzionale che superi il ritardo con cui dobbiamo misurarci in un mondo sempre più aperto e sempre più competitivo. Se noi destiniamo alla ricerca la metà di un paese come la Bulgaria, evidentemente c'è un “discorso” da riconsiderare.

(Questo testo è un omaggio a Tullio De Mauro, morto nei giorni scorsi, che ha portato la linguistica fuori dalle aule dell'accademia, e l'ha resa uno degli strumenti fondamentali di analisi di una società)
http://www.lastampa.it/2017/01/10/blogs ... agina.html



Testo di un anno fa ma che mi era sfuggito.
Lo ripropongo con una domanda: ma come sappiamo noi (e anche l'autore) di essere in quel 20-30% che capisce?
Cosa ci dà questa sicurezza? Io non ne sono tanto sicuro.
Dovrebbe esserci un test da qualche parte.
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda pianogrande il 30/03/2018, 12:23

Il testo lo abbiamo letto e questo fatto ci colloca a un livello al disopra degli “strutturali”.
Cosa abbiamo capito?
Direi che non basta leggere le parole ma bisogna collocarle/inquadrarle in un “discorso”.

Se, al posto della parola “discorso” metto un suo sinonimo e cioè “logica” questo mi porta presuntuosamente a ritenere che comincio ad avvicinarmi al 20% e cioè a quelli che capiscono il senso e non solo le singole parole o i singoli caratteri.

Come nella chimica (figlia dell’alchimia) dove due elementi si combinano per formare qualcosa di diversissimo da ognuno di essi, così i caratteri e poi le parole debbono essere “combinati” in un “discorso” che è tutt’altra cosa rispetto ai suoi singoli elementi

Il problema è che se il discorso è chiaro per chi scrive, non è detto che lo sia per chi legge perché c’è bisogno di basi comuni e queste risultano da un processo che si chiama “istruzione”.

Insomma, possedere tanti mattoni non significa saper costruire una casa.

E venendo alla politica, chi vuole dominare sui suoi simili ha tutto l’interesse a mantenerli ignoranti e cioè ad essere lui l’unico a saper usare i mattoni per costruire qualcosa.
Solo così i mattoni saranno tutti suoi e potrà costruire a suo piacimento.

E allora il livello di democrazia e buona politica di un paese si può benissimo misurare da quanto è diffusa (e apprezzata) l’istruzione.

È chiaro il “discorso”?
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda flaviomob il 30/03/2018, 13:07

Quanto è condizionabile un elettorato del genere, tramite i social, da un'eventuale potenza straniera?

Vale per gli italiani, ma non penso che gli americani siano tanto diversi...


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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda pianogrande il 30/03/2018, 13:44

flaviomob ha scritto:Quanto è condizionabile un elettorato del genere, tramite i social, da un'eventuale potenza straniera?

Vale per gli italiani, ma non penso che gli americani siano tanto diversi...


Insomma, quelli istruiti li utilizzano gli stranieri e adesso scopriamo che possono anche utilizzare gli (così mi viene da definirli) utili ignoranti che ci restano in casa.

Passerei l’istruzione al ministero della difesa prima che vada avanti a spendere per inutilissimi F35 e dintorni.

La modernissima dicotomia potrebbe quindi essere: “Istruzione o cannoni”?

Ueh!
Con l’istruzione diventiamo inattaccabili da dentro e da fuori e se avessimo anche dei cannoni, almeno sapremmo meglio da che parte sparare.
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda franz il 30/03/2018, 13:48

chiarissimo
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda flaviomob il 30/03/2018, 14:17

Infatti la spesa per la difesa è aumentata, insieme all'export di armi. Una scelta di campo.


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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda franz il 30/03/2018, 15:10

flaviomob ha scritto:Infatti la spesa per la difesa è aumentata, insieme all'export di armi. Una scelta di campo.

Una scelta intelligente, direi, visto cosa fa zio Putin.
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda franz il 30/03/2018, 16:36

flaviomob ha scritto:Quanto è condizionabile un elettorato del genere, tramite i social, da un'eventuale potenza straniera?

Vale per gli italiani, ma non penso che gli americani siano tanto diversi...


Si, sono tanto diversi. Italia 47%, USA 20%
https://en.wikipedia.org/wiki/Functional_illiteracy
Meno della metà. Significa essere molto diversi.
Russia non pervenuta.
...
..
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda mauri il 30/03/2018, 18:50

ah ecco si spiega il 70% di votanti 5S e CDX, quasi tutti analfabeti funzionali...
buona pasqua
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Re: Il 70 per cento degli italiani è analfabeta ...

Messaggioda franz il 30/03/2018, 20:28

mauri ha scritto:ah ecco si spiega il 70% di votanti 5S e CDX, quasi tutti analfabeti funzionali...
buona pasqua

Fosse così semplice ....
Data l'affluenza al 73% e quindi il 27% di astensione, non è impossibile che quasi tutti i votanti facciano parte di quel 70% di cui si parla (male). Io comunque non so di quale percentuale faccio parte :-)
Comunque la pensiate, Buona Pasqua.
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