Sempre più evidente che i social sono solo un esca per raccogliere informazioni personali. Sono società di raccolta informazioni.
Riconoscimento facciale: tra Europa e Stati Uniti un nuovo caso Facebook
Alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo per la privacy, l’azienda americana ci riprova proponendo il consenso esplicito preventivo
di Martina Pennisi
Se state seguendo l’Odissea di Facebook per l’utilizzo improprio dei dati da parte di Cambridge Analytica appuntatevi queste due parole: riconoscimento facciale. Potrebbero diventare determinanti sull’asse Europa-Stati Uniti. Circa un mese prima dell’esplosione dello scandalo, il social network ha annunciato l’introduzione del riconoscimento dei volti anche in Europa, per ora solo per un piccolo gruppo di utenti. Un nuovo tentativo di introduzione, in realtà: nel 2011 la tecnologia in grado di suggerire a chi carica una foto i nomi di chi la popola era stata bloccata perché in contrasto con le norme comunitarie.[..]
[..]Su Politico,il direttore di Data Compliance Europe Simon McGarr è ancora più netto: «Facebook, per come è progettato, riconosce anche i volti di chi non ha dato il consenso». Negli Usa — dove il sistema è attivo da otto anni e in dicembre ne è stata semplificata la disattivazione — tredici gruppi per la protezione della privacy hanno sostenuto la stessa tesi rivolgendosi alla Federal Trade Commission. Tentativi analoghi in passato non avevano avuto successo. Adesso, la pressione per il caso Cambridge Analytica, su cui la Ftc sta indagando, potrebbe influire. La pressione, e la reazione dell’Europa.
http://www.corriere.it/editoriali/18_ap ... 9c4d.shtml