Ci stiamo allontanando dal tema che ho posto sotto il titolo del pil potenziale, e cioè il coacervo di misure dannose per i conti pubblici e per l'economia che il ministro del lavoro in pectore (pardon "potenziale") ha presentato sul Blog delle 5 stelle, ripreso poi dai vari organi di stampa.
Ricominciamo dall'inizio:
grazie alla nostra misura almeno 1 milione di persone che attualmente non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare (i cosiddetti ‘inattivi’ e scoraggiati) verranno spinti alla ricerca del lavoro attraverso l’iscrizione ai Centri per l’Impiego e andranno così ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro", spiega Tridico: "Questo ci permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat. Se aumenta il Pil potenziale possiamo mantenere lo stesso rapporto deficit/Pil potenziale, cioè il cosiddetto ‘deficit strutturale’, spendendo circa 19 miliardi di euro in più di oggi. Il reddito di cittadinanza costa 17 miliardi complessivi, compresi i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l’impiego, e potrebbe quindi finanziarsi interamente grazie ai suoi effetti sul tasso di partecipazione della forza lavoro".
Qui è tutto potenziale (oltre al ministro stesso)
1) il PIl è potenziale
2) il lavoro è potenziale
3) il rapporto deficit/Pil potenziale
In realtà il PIL vero aumenterebbe solo se quel milione lavorasse veramente e non si vede perché dovrebbe farlo.
Solo perché è scoraggiato? Si vede che non ha bisogno di lavorare (quindi ha altre fonti di reddito, anche in nero, oppure vive con i genitori pensionati). Ma anche se cercasse lavoro, il problema non è solo l'offerta ma anche la domanda.
Parlo di domanda e offerta vera, non potenziale. Il sintesi il pil aumenterebbe se quel milione lavorasse, ma allora non ci sarebbe bisogno del reddito di cittadinanza (e non ci sarebbe il costo) mentre se quel milione non lavorasse il pil non aumenterebbe ma il costo del reddito di cittadinanza c'è e si va in deficit, visto che apertamente si dice sarà finanziato dall'aumento di un PIL potenziale che non esiste.
Tra l'altro, il concetto di PIL potenziale esiste (pur decisamente metafisico, visto che non c'è accordo su come calcolarlo) ed è anche abbastanza ovvio che l'Italia ha ampi spazi di crescita.
Tuttavia nella sua definizione su wikipedia sta scritto subito che "
I vincoli naturali (fisici, ecc.) e istituzionali impongono limiti alla crescita" (oppure in inglese: Natural (physical, etc) and
institutional constraints impose limits to growth.) .
Ora l'Italia non ha vincoli fisici alla crescita. Non siamo al polo nord oppure in mezzo al deserto. Siamo in 'un ottima posizione, malgrado un'orografia tormentata e qualche terremoto (ma meglio del Giappone).
I nostri vicoli sono istituzionali e cioè le regole/leggi che l'Italia si è data, con la burocrazia e l'alta tassazione.
È qui che bisogna intervenire.
Cercare di intervenire potenziando la domanda oppure aumentando l'offerta (potenziale) di lavoratori mi pare proprio il caso del sopra citato barone, che per togliersi dalla sabbie mobili della palude cercava di sollevasi per il codino.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)