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Boicottiamo Whirlpool

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda Robyn il 21/02/2018, 15:35

Caro pianogrande la domanda è che se il sindacato non può difendere i fannulloni ,anche la confindustria non dovrebbe tollerare quelle aziende che tengono i lavoratori in nero ed evadono.E tutto interesse della confindustria adoperarsi in tal senso perche queste sono attività che fanno una competizione sleale fanno damping alle aziende in regola.Se si riuscisse a recuperare il lavoro sommerso e l'evasione si potrebbe diminuire il cuneo fiscale e la tassazione.Qualche tempo fà parlavo con un elettore di Fi e mi diceva dei club un discorso molto confuso che non ho ascoltato alla fine mi ha detto che un vero imprenditore in Italia era Adriano Olivetti e che tutti dovrebbero essere come lui,finalmente ci è arrivato mi sono detto fra me e me.Per quel che riguarda i lavoratori in nero questi se sono costretti a lavorare cosi non possono farci niente perche devono vivere,la colpa è di chi assume in nero
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda pianogrande il 21/02/2018, 16:52

Robyn ha scritto:Caro pianogrande la domanda è che se il sindacato non può difendere i fannulloni ,anche la confindustria non dovrebbe tollerare quelle aziende che tengono i lavoratori in nero ed evadono.E tutto interesse della confindustria adoperarsi in tal senso perche queste sono attività che fanno una competizione sleale fanno damping alle aziende in regola.Se si riuscisse a recuperare il lavoro sommerso e l'evasione si potrebbe diminuire il cuneo fiscale e la tassazione.Qualche tempo fà parlavo con un elettore di Fi e mi diceva dei club un discorso molto confuso che non ho ascoltato alla fine mi ha detto che un vero imprenditore in Italia era Adriano Olivetti e che tutti dovrebbero essere come lui,finalmente ci è arrivato mi sono detto fra me e me.Per quel che riguarda i lavoratori in nero questi se sono costretti a lavorare cosi non possono farci niente perche devono vivere,la colpa è di chi assume in nero


A far rispettare la legge ci deve pensare lo stato.

Le associazioni imprenditoriali si devono mettere a indagare (e prendere provvedimenti) su lavoro nero e evasione fiscale?

Andiamo, Robyn.

In questo caso lo stato è il primo e vero "fannullone".

Quando apro una ditta non mi prendo in carico gli interessi del paese o del mondo ma della mia ditta.
Certo; non devo commettere reati ma a contrastarmi (e, addirittura, a punirmi severamente) ci deve pensare quell'organo di tutela della collettività che si chiama stato.

Altrettanto certamente, se l'associazione imprenditoriale si rivelasse complice di qualche reato, va punita anch'essa.

Il fatto che quello che sto dicendo possa sembrare fantascienza è il primo sintomo di come stiamo messi.
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda Robyn il 21/02/2018, 16:56

Lo stato non può essere certo latitante però penso che la sinergia con i corpi intermedi sia utile
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda Robyn il 21/02/2018, 17:36

Vabbè d'accordo pensiamoci noi lo stato
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda franz il 21/02/2018, 18:14

flaviomob ha scritto:Quindi tu franz eri di sinistra o di destra estrema, quando invitare a boicottare i distributori Esso?
Io non ho mai invitato a farlo. Ho comunicato che lo facevo e comunico che continuo a farlo.
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda franz il 22/02/2018, 8:28

pianogrande ha scritto:A far rispettare la legge ci deve pensare lo stato.

Le associazioni imprenditoriali si devono mettere a indagare (e prendere provvedimenti) su lavoro nero e evasione fiscale.

Non so cosa questo c'entri col tema whirlpool ma Confindustria da tempo ha dichiarato "pugno duro" contro le aziende scoperte ad evadere.
Non ha però poteri di indagine, che in uno stato di diritto spettano solo all'autorità.
Quando viene a conoscenza del caso, ed è acclarato, espelle l'azienda dal sindacato.
Naturalmente occorre anche prendere atto che tra la visione del fisco e quella del contribuente ci sono spesso differenze e che c'è lo spinoso problema dell'elusione e dell'abuso di diritto, zone grigie in cui ognuno tira la coperta dalla sua parte per cui non è facile distinguere tra evasione ed elusione (e la seconda per esempio non è un reato).

Tornando al punto, qui non ci sono dubbi sulla legittimità di un'azienda di chiudere uno stabilimento per aprirlo altrove.
Chiaro che se in Italia ci fossero gli opportuni ammortizzatori sociali, la cosa sarebbe meno dolorosa ma visto che il sindacato e la sinistra non li ha mai voluti, preferendo una difesa rigida a oltranza del "posto" di lavoro e l'istituto della cassa integrazione (che ha questo scopo) è chiaro che ora siamo messi male.

Il punto torna sulla legittimità degli aiuti che un paese emergente, depresso e in sviluppo mette in atto per attirare nuove aziende e sul fatto che per poterlo fare usa fondi UE, pagati anche con soldi italiani.

Calenda ha scritto:«l’Italia ha ribadito la sua richiesta a Bruxelles, nei casi specifici di Embraco e Honeyweel, di procedere alla verifica di un eventuale uso o dei fondi strutturali europei che non è consentito per portare via investimenti, o di altri aiuti di Stato. Dall’altro lato - ha ribadito il ministro dello Sviluppo- «l’Italia manderà a brevissimo una proposta a Bruxelles che prevede di istituire un fondo che in caso di delocalizzazioni produttive verso i paesi del’Est, gestisca la transizione industriale con una maggiore intensità rispetto a quelle normalmente concessa per un normale aiuto di Stato».

In pratica con i fondi strutturali si possono fare alcune cose ma non altre
https://it.wikipedia.org/wiki/Fondi_strutturali
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Le aziende lasciano l’Italia e vanno nell’Est Europa?

Messaggioda franz il 23/02/2018, 8:25

Le aziende lasciano l’Italia e vanno nell’Est Europa? È solo colpa nostra

I Paesi dell’Est Europa non fanno dumping sociale, non speculano con gli incentivi europei. Solo, fanno meglio di noi quello che serve per attirare le aziende: ottime scuole professionali, zero burocrazia, servizi accettabili e fisco adeguato. Esiste qualcosa del genere in Italia?
di Francesco Checcacci

Ad ascoltare alcune voci scatenatesi negli ultimi tempi, ci sarebbe un problema molto serio perché i nostri partner del V4 (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria) ci “portano via le fabbriche”. Addirittura!

La vicenda Embraco è stata usata per un attacco in particolare alla Slovacchia, che userebbe dumping sociale per accaparrarsi capacità produttiva dal resto d’Europa. Argomenti simili vengono usati nel caso della Polonia. In alcuni casi, condendo il tutto con discorsi filorussi e dipingendo i V4 come amici degli USA e della NATO. Come se non ci fosse stata l’opposizione ceca al sistema antimissile e come se, alla fine, Obama non avesse cambiato i piani.

E come se non ci fosse preoccupazione in Francia e Germania per i flirt con Mosca e soprattutto Pechino dei leader del Centro Europa.

Ma la parte più sbagliata delle critiche che leggiamo riguarda accuse di prezzi dell’energia più concorrenziali a causa dell’uso dei fondi europei e di dumping sociale. Uno dei motivi per cui in Italia la bolletta è più cara di quelle di quasi tutti i Paesi europei è il peso dei generosi incentivi alle rinnovabili di qualche anno fa, finiti ovviamente a gravare sui costi per imprese e famiglie. Questo oltre al peso fiscale, del quale non hanno certamente colpa gli stranieri.

Nella classifica mondiale della facilità di fare impresa la Slovacchia è trentanovesima, la Repubblica Ceca trentesima, la Polonia ventisettesima. L’Italia, al quarantaseiesimo posto, fa meglio solo dell’Ungheria

Come certamente non è colpa loro se la burocrazia italiana è fuori controllo.

Il rapporto Doing Business della World Bank ( http://www.doingbusiness.org/rankings?r ... igh-income ) ci mostra la cosa in modo chiaro e senza molta possibilità di trovare scuse: nella classifica mondiale della facilità di fare impresa, la Slovacchia è trentanovesima, la Repubblica Ceca trentesima, la Polonia ventisettesima. L’Italia, al quarantaseiesimo posto, fa meglio solo dell’Ungheria, quarantottesima e non certo nota per la facilità di fare affari, anche a causa delle politiche non esattamente conduttive all’iniziativa imprenditoriale del governo Orban.

Per tacere delle ottime scuole professionali che aprono poi la strada dei politecnici, con percorsi simili a quelli tedeschi, e che finiscono per formare buoni operai specializzati e ingegneri capaci dal punto di vista pratico, anche se magari meno atti a risolvere problemi di analisi matematica rispetto ai nostri. Se un’azienda preferisca assumere un ingegnere in gradi di lavorare subito o uno con grandi basi teoriche ma che non ha mai visto una macchina industriale lasciamo pure concludere al lettore.

E questo ancor prima di parlare di tassazione: la fiscalità in Italia è esageratamente onerosa, penalizzante sia per le imprese che per i dipendenti a causa di un cuneo fiscale tra i più alti del mondo. Ma i risparmi effettuati negli ultimi anni hanno solo spostato la spesa altrove.

Insomma le aziende internazionali trovano nel cuore d’Europa una base con burocrazia meno pesante, fiscalità accettabile e servizi che funzionano bene (farsi un giro per Budapest, Varsavia o Praga con il trasporto pubblico farebbe bene ai nostri politici, o forse male), il tutto a rischio di cambio zero, considerato che la Slovacchia ha adottato l’Euro, e gli altri hanno cambi praticamente fissi. Peraltro gli industriali cechi e polacchi si sono espressi a favore dell’euro in molte occasioni, anche perché praticamente tutti hanno già operatività con clienti e fornitori in Euro: non a caso la maggioranza delle esportazioni è verso l’eurozona (particolarmente la Germania).

Volete dunque il vero motivo per cui le aziende scappano dall’Italia ed aprono in Europa Centrale?

Ebbene: i nostri partner europei hanno scelto di limitare il peso dello Stato nell’economia, incoraggiando la creazione di ricchezza e l’iniziativa privata, e dalla caduta del muro di Berlino, avvenuta, ricordiamo, nel 1989, hanno raggiunto livelli di benessere simili a quelli dei loro vicini occidentali.

Non sono Paesi perfetti (la perfezione non esiste) ma i politici, anche in tv, passano più tempo a parlare di sistema scolastico per preparare i giovani al futuro che di pensioni e privilegi per i vecchi.

E se ripartissimo anche noi da qui?
http://www.linkiesta.it/it/article/2018 ... tra/37214/




Che dire? Difficile confutare gli argomenti e credo che nessuno possa farlo. Quello che caso mai credo sia discutibile è il modo in cui certe aziende lasciano (brutalmente) l'Italia ed i lavoratori italiani. Ora c'è il Naspi ma credo che il governo non veda di buon occhio il suo utilizzo perché esso va a deperimento delle risorse dell'INPS, in un periodo che già non è felice per quell'ente. Meglio la cassa integrazione, che è pagata, se non ricordo male, da contributi delle aziende.
A parte questo, quando un'azienda lascia un territorio o licenza un gran numero di lavoratori è prassi predisporre un piano sociale e come minimo un outplacement.
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda pianogrande il 23/02/2018, 10:57

Prima l'agenzia del farmaco e adesso la Whirlpool.

L'Italia fa bene a reagire per cercare di metterci una pezza ma il difetto sta comunque nel manico.

I nostri politici sono troppo occupati in faccende non direttamente concernenti gli interessi del paese.

C'è un enorme bisogno di serietà e stabilità e perfino di un migliore livello culturale, nella nostra classe politico imprenditoriale.

Vogliamo essere competitivi?

Dobbiamo esserlo con i fatti prima ancora che (per quanto importanti e legittime) con le proteste e i ricorsi etc.
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda flaviomob il 23/02/2018, 15:04

Embraco, dietro il trasloco a Est nessuna crisi: in 4 anni utili raddoppiati. E gli stipendi pesano solo il 7% del fatturato

L’azienda che trasloca nell’Est Europa per pagare meno gli operai in realtà è un gioiello, tanto che presta soldi alle società del gruppo

https://www.ilfattoquotidiano.it/premiu ... fatturato/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Boicottiamo Whirlpool

Messaggioda pianogrande il 23/02/2018, 15:11

flaviomob ha scritto:Embraco, dietro il trasloco a Est nessuna crisi: in 4 anni utili raddoppiati. E gli stipendi pesano solo il 7% del fatturato

L’azienda che trasloca nell’Est Europa per pagare meno gli operai in realtà è un gioiello, tanto che presta soldi alle società del gruppo

https://www.ilfattoquotidiano.it/premiu ... fatturato/


Si vabe' ma questo assolutamente nulla toglie alla sua libertà di traslocare se gli conviene (salvo situazioni fuori dalle regole).
Libera di farlo perfino se non gli conviene.
Si chiama libertà di impresa o altri sinonimi.
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