da franz il 18/02/2018, 18:09
Il mezzogiorno si sta desertificando? A me risulta già deserto ma a parte questo bisogna analizzare i motivi per cui un'impresa non apre al SUD a meno di essere foraggiata da sussidi pubblici e/o europei, che quando scadono o finiscono, tutto crolla come un castello di carta.
I motivi possono essere legati sia al problema delle sicurezza (la criminalità organizzata) sia a quello della logistica carente (strade, porti, servizi, internet, telefoni, poste) sia alla assoluta carenza di lavoratori qualificati: i laureati in giurisprudenza non mancano ma per l'industria servono tecnici e mancano anche in veneto, figurati in campania o in calabria e sicilia.
Non trascurerei anche lo stato pietoso della sanità da Napoli in giù, che se un lavoratore si ammala è meglio trasportarlo in elicottero a Milano o più lontano ancora, e della giustizia, vera piaga italiana e in particolare al SUD.
C'è poi un aspetto logistico generale. Un'impresa che oggi voglia vendere beni in tutta europa (2/3 di tutte le nostre esportazioni) si troverebbe assolutamente decentrata: lontana dal baricentro. Ora se fai pomodori e olio è ovvio che lo stabilimento produttivo sta lì ma perché fare in Calabria bielle, torni, macchine industriali, computers? Devi far venire da lontano i componenti semilavorati e le materie prime, per poi rispedire lontano il tutto. E questo costa e trova tutte le difficoltà che ho elencato sopra.
Non vale la pena, dunque? Certo che potrebbe valere la pena ma solo se il costo della manodopera, ammesso di trovarla qualificata, è quella che puoi trovare in Romania ed in tutti i paesi dell'europa centrale (ex cortina di ferro). Che infatti sono cresciuti in 10 anni del 100% ed oltre, mentre il Sud Italia è affondato e vive praticamente di pubblico impiego, pensioni e sussidi. Siccome non penso sia possibile introdurre salari cosi' bassi, a meno forse di eliminare il 100% di tasse e contributi, cose che genererebbe un buco rilevante nel bilancio, non ci rimane che aspettare che l'europa centrale cresca a così tanto da superare il mezzogiorno, rendendolo competitivo. Tra 10 anni, forse.
Come si puo' vedere nella tabella ISTAT sottostante, ora a nord lavora il 70% della popolazione 20-64 mentre nel Mezzogiorno il 47 % (neanche uno su due). E quell'uno su due ben il 20% (1 su 5%) lavora per lo Stato. Senza contare le partecipate, che sono un altro milione di addetti.
Ora tu mi chiedi come si fa a contrastare questi effetti.
Sicuramente non con la spesa pubblica clientelare e assistenziale a pioggia.
Sicuramente ci vuole un piano straordinario che aggredisca tutti i punti critici che ho elencato e diverse cose costano veramente poco. Per prima cosa bisognerebbe scegliere se piu' stato (e spesa) o meno stato.
Io sono per la seconda, perché quel meno stato puo' far si che ci si possa concentrare bene su poche cose e spendendo in quelle anche di più. Per farlo a mio avviso il contesto migliore è quello federale.
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